venerdì 28 febbraio 2014

28 febbraio: Logistica Ldd Trezzo: non si ferma la mobilitazione dei lavoratori

Dopo l'incontro in Prefettura in cui si é stabilito l'avvio della trattativa sindacale con la coop entrante per il 4 marzo, i lavoratori non stanno fermi ad aspettare, ma si preparano per una manifestazione ancora piú forte, rispetto a quella dei giorni scorsi, nel caso non ci siano risultati concreti al tavolo. 

Per questo giovedi hanno incontrato i lavoratori della logistica della KN di Brignano per costruire la necessaria solidarietà, decidendo di fare una assemblea sindacale per martedï prossimo.
.
Oggi una delegazione di lavoratori si é recata alla Dhl di Settala in occasione dello sciopero nazionale sul Ccnl logistica per stringere legami diretti con gli operai, far conoscere la loro lotta e fare appello alle realtå sindacali e solidali che dirigono e sostengono le lotte dei lavoratori della logistica a sostenere la battaglia esemplare alla Ldd di Trezzo.

Sabato mattina i lavoratori si incontreranno al magazzino di Trezzo per un assemblea generale in previsione dell"incontro sindacale di martedi e per decidere le prossime iniziative di lotta.


28 febbraio: PROCESSO AMIANTO AL PETROLCHIMICO DI RAVENNA SCATTA LA VERGOGNA DELLA PRESCRIZIONE PER I REATI DI OMICIDIO COLPOSO E LESIONI COLPOSE PER ALCUNI DIRIGENTI, RESTA IN PIEDI PER TUTTI L'ACCUSA DI DISASTRO COLPOSO.

resoconto di un compagno della Rete

Oggi si è tenuta a Ravenna la terza udienza preliminare per il processo a
carico di 21 dirigenti ENI accusati a vario titolo di omicidio, lesioni e
disastro colposi. Erano presenti in aula una sessantina tra operai e parenti
dei deceduti, assenti tutti gli imputati. La scorsa udienza (6 febbraio)
erano state esposte dal PM Ceroni e dagli avvocati di parte civile, le tesi
per cui si sarebbe dovuto procedere con le imputazioni ascritte ai vari
dirigenti ENI. Oggi è stata la volta delle arringhe difensive da parte del
collegio di difesa composto da vari principi del foro(da segnalare Grosso di
Torino; Maspero ,Lucibello e Simoni di Milano e Bolognesi di Ferrara). Le
tesi difensive si sono snocciolate su due punti fondamentali: la
prescrizione dei reati poiché avvenuti venti e più anni addietro e poi sulla
estraneità ai fatti da parte degli imputati, poiché nei vari interventi
succedutesi, volevano rimarcare l'assenza  di responsabilità dei dirigenti,
che a loro dire non avevano compiti di gestione delle operazioni (che invece
sarebbero toccati ai preposti alla salute e alla sicurezza) ma avevano solo
compiti di dirigenza ed organizzazione della produzione. Addirittura secondo
l'avvocato Bolognesi, del fatto che nell'organigramma aziendale non ci
fossero i preposti per la sicurezza, non è possibile accusare i vertici
aziendali, ma eventualmente l'azienda stessa. Però, aggiungiamo noi,
probabilmente anzi sicuramente, i dirigenti gestivano loro l'organizzazione
del lavoro e delle produzioni, ed in quanto gestori dovevano pur prevedere
ed organizzare la sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro, visto che le
norme di tutela esistono già dalla nascita della Repubblica italiana e sono
sancite anche nella Costituzione. Quindi se uno è responsabile dello
stabilimento, è anche direttamente responsabile di quel che accade al suo
interno sia in materia produttiva, organizzativa ed anche del rispetto e
della tutela della sicurezza e della salute. Ma a tutto ciò non ci sarà mai
risposta dallo stato italiano poiché per alcuni imputati sono già
intervenuti i termini di prescrizione per i reati di omicidio colposo e
lesioni colpose e per gli altri maturerà durante l'iter processuale. Per la
legge italiana il conteggio per la prescrizione scatta quando viene
diagnosticata la malattia e non quando ci sia l'aggravamento o il decesso,
quindi si può legittimamente affermare che questo è un bel colpo di spugna
sulle responsabilità di chi dovrebbe tutelare la salute e la sicurezza negli
ambienti lavorativi. Il GUP Farinella ha dichiarato il rinvio a giudizio
degli imputati. Tale tesi segue l'onda del processo Eternit di Torino che
acclara il disastro ancora in atto poiché l'insorgenza delle malattie ed i
decessi sono ci sono tutt'oggi . Da notare che una della parti civili (i
parenti di un operaio deceduto) si è fatta escludere dalla costituzione di
parte civile. Avranno  raggiunto un accordo con l'azienda per un
risarcimento? questo è quello che vociferavano gli operai presenti.
L'eventuale
condanna per disastro colposo darebbe luogo ai risarcimenti per tutte le
parti civili, che probabilmente avranno dei soldi ma sicuramente non avranno
giustizia piena a causa della prescrizione che quasi sempre assicura
impunità ai potenti. La prossima udienza con l'inizio del dibattimento si
svolgerà sempre a Ravenna  il 25 giugno prossimo. Riporteremo l'evolversi
del processo sul blog.



28 febbraio: processo Intempo ravenna comunicato rete nazionale sicurezza sul lavoro

Oggi si è svolta l'udienza del processo contro il nodo di Ravenna della Rete
nazionale per la sicurezza sul lavoro, per l'iniziativa simbolica del 13
marzo del 2008, contro l'agenzia interinale intempo, nella giornata di
commemorazione della strage della mac navi. In tale occasione chiedavamo la
chiusura dell'agenzia interinale suddetta, responsabile della morte di due
operai, Luca Vertullo a Ravenna e un altro, sempre assunto dalla intempo, a
Porto Marghera. Contestualmente avanzammo la richiesta di una postazione
fissa, al porto, dell'ispettorato del lavoro. La risposta che abbiamo avuto
è stata la rappresaglia padronale per cui i veri responsabili delle
condizioni disumane di lavoro al porto, del precariato e delle morti sul
lavoro, ci hanno denunciato. A portare la solidarietà alla rete oggi: la
madre di Luca Vertullo, abbandonata dalle istituzioni dello stato senza mai
aver avuto giustizia, per la morte del figlio, dai tribunali dei padroni;
presenti, numerosi e solidali anche i giovani militanti dello Spartaco ed
altri lavoratori aderenti ad altre forze politiche (PCL Ravenna e
Rifondazione comunista) e non. La solidarietà si è espressa all'esterno del
tribunale con un presidio sotto lo striscione della rete : "da processare è
la precarietà che uccide non chi la combatte", qui si è svolto anche un
volantinaggio. La data della prossima udienza è il 9 maggio alle 9 e 30, in
tale occasione avverrà l'audizione degli imputati e dei testimoni citati
dalla difesa. Invitiamo fin da ora ad essere presenti e a partecipare anche
alla prossima udienza per ribadire che i veri criminali sono le agenzie
interinali e i padroni assassini, sono i confederali complici e tutte le
istituzioni compiacenti.

Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro-nodo di Ravenna




28 febbraio: Primo marzo di lotta, contro lo schiavismo e la criminalizzazione dei migranti a Bologna

Gli effetti della crisi si sentono sempre di più e tra i più colpiti ci sono i migranti, che sotto il ricatto quotidiano del razzismo istituzionale rischiano di perdere il permesso di soggiorno a causa della Legge Bossi-Fini. Una legge che con la pretesa di legare il permesso di soggiorno ad un regolare contratto di lavoro si rivela cinica e ipocrita: producendo clandestinità, favorendo il lavoro nero e la continua ricattabilità dei migranti.
 Quest'anno la giornata del primo Marzo si accompagna anche alla lotta dei facchini che in questi mesi hanno bloccato i magazzini della Granarolo, denunciando non solo un accordo sindacale mai rispettato ma anche e soprattutto la condizione di sfruttamento che si vive in quel luogo come negli altri magazzini della logistica.
Questa lotta non parla solo ai migranti, ma a tutti noi migranti e italiani: la condizione di sfruttamento e di ricatto si è estesa a tutti, con la cancellazione dei diritti alla tutela del lavoro e del reddito, tra cassaintegrazioni, contratti di “solidarietà”, fino ai licenziamenti di massa.
La stessa costituzione reale dell’Unione Europea sta poggiando sul ricatto di milioni di persone, richiedendo crescenti “sacrifici” solo per salvaguardare i profitti e le rendite di un capitalismo rapace. E’ questa l’Unione Europea, fortezza e prigione, dei trattati Schengen e del programma di Stoccolma, dalla sorveglianza armata Frontex al nuovo Sistema europeo di sorveglianza delle frontiere (EUROSUR).
Il primo Marzo non deve essere la solita manifestazione solidale ma deve rappresentare un passo avanti contro lo sfruttamento, la precarietà della vita e del lavoro, contro il continuo smantellamento dei diritti che ci viene imposto da questa Unione Europea e dai suoi trattati capestro.
Ribellarsi non solo è giusto, ma è anche possibile e necessario.
ROSS@ BOLOGNA


28 febbraio: NO TAV - gli sbirri in Valsusa domandano misure eccezionali.. delirio golpista che deve essere stroncato

Val Susa, il delirio del Sap (polizia)

Quando dei "poliziotti organizzati in gruppo" - un "sindacato è una cosa del genere, sebbene sui generis - delirano in questo modo, le cose sono due: o c'è uno Stato con la testa sulle spalle, che li prende, li destituisce, li toglie dal servizio attivo e li fa curare da un pool di psichiatri di provata esperienza, oppure bisogna seriamente preoccuparsi.
Chi semina queste stronzate, infatti, sono uomini armati che portano una divisa. Gente che dovrebbe "far rispettare la legge" ma - e lo confessa! - sta "ragionando" (con tanto di consulenti legali) su come darne una "interpretazione creativa", in modo da poter mettere le mani su quelli che considera "nemici belligeranti" (anziché cittadini che protestano esercitando un diritto costituzionale") e far loro ciò che evidentemente hanno in testa da tempo.
Golpisti puri, nazisti appena appena mascherati. Giancarlo Caselli ha fatto scuola, da quelle parti...
Il lancio d'agenzia con il delirio nero su bianco.
*****
''La diffusione in Valdisusa di manifesti eversivi che rivendicano con orgoglio le violenze e le devastazioni dei mesi scorsi è un reato grave. A nostro avviso si configura, nella migliore delle ipotesi, l'istigazione senza commissione, da cui possono anche scaturire, secondo le norme vigenti, adeguate misure di sicurezza.Per certi No Tav, ad esempio, un po' di sana e ricostituente fatica fisica in una colonia agricola o in una casa lavoro potrebbe davvero essere la soluzione migliore''.
E' quanto afferma Gianni Tonelli, presidente nazionale del sindacato di polizia Sap. Tonelli esprime preoccupazione ''per questa deriva violenta e sovversiva, svariati siti internet e documenti legati al movimento No Tav inneggiano alla lotta armata e all'insurrezione, difendono e giustificano i reati commessi da soggetti accusati di terrorismo e definiscono lo Stato stesso come terrorista. Fino a che punto possiamo tollerare questi comportamenti e questi atteggiamenti straordinariamente negativi, che rischiano di diventare prassi quotidiana, quasi normalità? Non vogliamo apparire corporativi o repressivi, ma si sappia che a pagare il prezzo più alto per queste violenze e devastazioni sono in primo luogo i poliziotti impegnati nei servizi di ordine pubblico''.
''Bisogna fermarli con tutti gli strumenti che leggi ordinarie consentono e anche, se necessario, con misure eccezionali. Con i nostri legali - conclude - stiamo valutando, come sindacato, una serie di azioni da intraprendere nel segno della costituzione di parte civile che già ci vede protagonisti al processo in corso a Torino contro i No Tav che tre anni fa misero a ferro e fuoco la Valdisusa, con 200 agenti feriti''. (Adnkronos)


27 febbraio: Alla Cokeria-Ilva un altro grave infortunio - un anno fa nello stesso reparto moriva Ciro Moccia

Un operaio di 28 anni, Gabriele Scialpi, dipendente di una ditta
dell'appalto Ilva, ieri verso la 14,30 è rimasto coinvolto in un
incidente sul lavoro all'interno dello stabilimento di Taranto, subendo
la frattura delle gambe.

Il lavoratore, dipendente della ditta «Semat», secondo fonti sindacali,
è caduto mentre era all'interno di un cestello ed eseguiva nella zona
della 12/a batteria coke un'operazione di stuccaggio ad un'altezza di
circa tre metri.

Probabilmente a causa della rottura di una delle catene di sollevamento,
il cestello si è piegato rimanendo sospeso nel vuoto e determinando la
caduta del lavoratore. Il 28enne è stato soccorso e portato all'ospedale
«Santissima Annunziata», dov'è attualmente ricoverato. Sull'episodio
indagano i funzionari dello Spesal, il Servizio di prevenzione e
sicurezza negli ambienti di lavoro dell'Asl.

Poche settimane fa l'ennesimo incidente al siderurgico: un giovane di 20
anni ha subito l'amputazione di una gamba a seguito del ribaltamento di
un muletto.


Un anno fa, il 28 febbraio, proprio nel reparto cokerie precipitava, e
purtroppo quella volta, moriva l'operaio Ciro Moccia, dipendente diretto
dell'Ilva.


LA DINAMICA DEGLI INFORTUNI MOSTRA CHIARAMENTE CHE NON SI FA LA MESSA IN
SICUREZZA DEGLI IMPIANTI*MA NON SI FA NEANCHE LA MANUTENZIONE
ORDINARIA.*GLI OPERAI RISCHIANO LA VITA ANCHE PER LA "ROTTURA DI UNA
CATENA DI SOLLEVAMENTO"...


L'azienda attiva nuove procedure che sono in realtà più catene per un
intervento immediato (Il SIL deve verificare nella prime 24 ore dalla
denuncia la sua fondatezza, e nelle successive 24 ore il responsabile di
area e il caporeparto devono individuare gli interventi necessari a
rimuovere i fattori di rischio denunciati... e per l'intervento concreto
bisogna ancora spettare...); Bondi scarica tutto sulle ditte
dell'appalto, minacciando l'esclusione dall'assegnazione di appalti se
non rispettano le regole della sicurezza (della serie: il bue dice
cornuto all'asino); ma poi non si cambia una catena di sollevamento... o
non si rimuove una passerella vecchia e improvvisata (come fu per la
morte di Ciro Moccia).

*ANCORA UNA VOLTA SI GIOCA CON LA VITA DEGLI OPERAI!
*

*
Slai cobas per il sindacato di classe- Taranto



27 febbraio: L'UOMO DEGLI AFFARI COOP AL GOVERNO: UNA MINACCIA PER I FACCHINI-OPERAI DELLE LOGISTICHE. DA TREZZO ALLA GRANAROLO.

Poletti: “Contento di tutelare soci Coop”. Intanto Unipol vola a Piazza Affari
Il ministro del Lavoro, ex presidente della Lega delle Cooperative, esclude il conflitto di interesse perché "ho giurato sulla Costituzione". Boom di acquisti per la holding delle Coop e per UnipolSai, sospesi per eccesso di rialzo sulla scia delle raccomandazioni di Goldman Sachs
Sarà forse il nuovo incarico ai vertici del ministero del Lavoro per Giuliano Poletti, ex presidente della Lega delle Cooperative, a far ben sperare per il ritorno in scena della riforma Rc auto, settore in cui Unipol è leader di mercato. O forse le raccomandazioni degli esperti delle banche d’affari come Goldman Sachs. Fatto sta che a Piazza Affari il titolo della holding delle Coop e della sua compagnia assicurativa, UnipolSai, hanno letteralmente messo le ali ai piedi e sono stati entrambi sospesi per eccesso di rialzo.
Ed in effetti non capita tutti i giorni di avere un ministro come Poletti che, come accaduto nella trasmissione Ballarò del 25 febbraio, dichiara apertamente di essere “orgoglioso di rappresentare 12 milioni di soci, un milione e mezzo di occupati e 80mila imprese” rosse. Escludendo però il conflitto di interesse perché ha “giurato sulla Costituzione italiana e ne è responsabile al 100 per cento”. Sotto il vigile controllo del premier, Matteo Renzi, garante del neo ministro.
Così come è una rarità essere inclusi nella ristretta cerchia dei titoli più interessanti di Goldman Sachs che ha iniziato a seguire Unipol consigliando agli investitori di acquistare azioni in quantità (in gergo, convinction buy). E suggerendo inoltre di comprare (buy) anche UnipolSai perché “è una storia di ristrutturazione unica” che beneficerà di notevoli sinergie nel biennio 2014­-2015. Del resto in Goldman Sachs è ben nota tutta la vicenda che ha portato alla fusione fra la Unipol delle coop e la ex Fondiaria dei Ligresti. La banca d’affari americana era infatti “consulente finanziario officiato da Fondiaria” come rivela l’attuario Fulvio Gismondi nell’interrogatorio del 16 aprile 2012 davanti al pm Luigi Orsi.
In particolare, nella dichiarazione resa al magistrato, Gismondi, già noto prima dell’affare del papello di Mediobanca, riferisce che l’allora direttore generale di Fonsai, Pierluigi Peluso, gli confida che Goldman “pare stia disattendendo le valutazioni che io stesso e altri consulenti di Fondiaria avevamo fatto di Unipol”. L’obiettivo, secondo quanto Peluso avrebbe riferito a Gismondi, è “riconoscere ad Unipol un concambio più favorevole rispetto agli accertamenti secondo i quali essa avrebbe patrimonio netto negativo”. Ma questa è ormai acqua passata alla luce delle nuove potenzialità di Unipol e di UnipolSai.


27 febbraio: QATAR la strage degli operai indiani - denuncia e mobilitazione internazionale

Nel QATAR che ospiterà i mondiali di calcio del 2022, si stanno costruendo stadi e strutture per questo evento. Recentemente il quotidiano inglese The Guardian e Amnesty international hanno reso noto e denunciato le condizioni effettive dei lavoratori migranti in questo paese.
In QATAR sono tantissimi gli operai prevalentemente proveniente dal Sud Asia - India con circa 500.000 operai, poi Nepal e Bangladesh innanzitutto - che affluiscono per lavorare in tutti campi, operai nei lavori di costruzione, donne nei lavori domestici prevalentemente.
In ognuno di questi lavori non vengono osservate le misure di sicurezza provocando spesso morti.
Ma quello che sta succedendo dopo l'inizio dei lavori per i  mondiali è davvero sconvolgente. Il numero dei morti non risultano dalle statistiche ufficiali.
L'indagine del Guardian del settembre 2013 che rileva le morti degli operai indiani morti, dà queste cifre:
233 nel 2010, 239 nel 2011, 237 nel 2012, 241 nel 2013. all'ambasciata indiana risultano inoltre per il 2009
262 morti. Nel 2014 sono già morti altri 37 operai... quindi siamo a circa 1000 operai morti.
Ma si tratta di statistiche ufficiali, quindi ciò vuol dire, secondo quando afferma l'ITUC - International trade union confederation - che il numero dovrebbe essere anche più alto.
E si tratta della  sola India, se si aggiungessero anche i numeri degli operai degli altri paese si arriva a cifre davvero incredibili.
Il governo del QATAR minimizza e parla di morti per cause naturali, ma Amnesty International denuncia che le condizioni di lavoro sono estremamente pericolose, con lavori che si fanno a 50 gradi, con strutture sui posti di lavoro e nelle case considerate fatiscenti e inumane, con strutture sanitarie poco presenti e condizioni del cibo scadenti. Non si muore solo sul lavoro, ma anche con malattie contratte sul lavoro e per lavorare in queste condizioni di trattamento. Molti muoiono per arresto cardiaco durante l'orario di lavoro. Il governo del QATAR cerca di m inimizzare e negare, ma il governo indiano è altrettanto responsabile di queste morti .

La rete nazionale per la sicurezza e salute in fabbrica e sul territorio
denuncia questa situazione e come per il Brasile, dove anche lì stanno morendo operai sul lavoro per i mondiali, è impegnata a promuovere informazione e lotta, costruire legami diretti con i lavoratori di questi paesi e con quelli indiani in particolare.
Chi volesse partecipare e darci una mano, si faccia sentire
bastamortesullavoro@
27 febbraio 2014


27 febbraio: 1 Marzo - Manifestazione No Muos a Niscemi

Il movimento NoMuos rilancia la mobilitazione per rispondere ai piani che, dalla marina USA ai governi nazionale e locali, vorrebbero ultimare l’innalzamento delle parabole del sistema di comunicazioni MUOS.
La base US navy all’interno della sughereta di Niscemi è già da oltre venti anni attiva con le sue 46 antenne NRTF apportando gravi danni all’ambiente e alla salute delle persone che abitano il territorio circostante. Il movimento NoMuos si batte contro questa base e contro il suo carico di morte portato sia a quanti subiscono attacchi militari per mezzo dei sistemi di comunicazione al suo interno, sia ai cittadini che subiscono le onde elettromagnetiche da queste emanate.
Dopo la grande stagione di mobilitazione che ci ha visti protagonisti durante l’anno scorso, dai blocchi che per mesi hanno tenuto sotto scacco i lavori dentro la base alla manifestazione che, il 9 agosto, ha registrato l’invasione di migliaia di NoMuos, passando per gli scioperi cittadini e le occupazioni delle antenne oltre che per le manifestazioni contro il voltafaccia Crocetta, in questi ultimi mesi sono fioccate numerose denunce nei confronti di quanti hanno portato avanti con coraggio e determinazione questa lotta.
Se lo scopo principale di questi provvedimenti è quello di scoraggiare la partecipazione al movimento, il movimento stesso risponde invece di non aver paura e di voler continuare il proprio percorso per ottenere un luogo dove vivere in salute. Il 22 febbraio saremo quindi di fronte la prefettura di Caltanissetta per contestare i provvedimenti che ci vedono coinvolti e attribuirgli il peso che meritano: carta straccia che non riesce a perseguire il suo fine intimidatorio.
Con questa prospettiva, con lo spirito che ha sempre animato la nostra lotta e con le pratiche che di volta in volta abbiamo scelto per opporci al MUOS riteniamo sia giunto il momento per tornare nuovamente alla base di contrada Ulmo e riteniamo sia opportuno farlo giorno 1 Marzo.
Sabato 1 Marzo ci muoveremo ancora una volta tutti e tutte verso la base attraverso cui governi e militari credono di poter raggiungere i propri fini di guerra e controllo passando sulle nostre vite.
Determinati come abbiamo imparato ad essere torneremo in contrada per riprenderci una possibilità di vita in un ambiente salubre e non piegato ad interessi bellici.
Sempre più convinti che l’occupazione militare dei nostri territori non sia tollerabile e sempre più convinti che le scelte sui territori debbano essere determinate dalle esigenze delle popolazioni che li abitano, piuttosto che dai disegni geopolitici di potenze militari ed economiche, torniamo a riprenderci ciò che è nostro.

Sabato 1 Marzo: grande manifestazione diretta alla base di contrada Ulmo


27 febbraio: Tunisia . disoccupati attaccano un posto di polizia a gafsa


Jobless protesters torch police post in Tunisia
METLAOUI, Tunisia: disoccupati hanno incendiato il posto di polizia nelle regione centrale di Gafsa, dove miseria e malcontento sociale where social discontent sono diffusi quanto la disoccupazione, nonostante sia ricca di strategici giacimenti di fosfati. Una nota AFP riferisce che nella città di Metlaoui nella serata di mertedì 25 i manifestanti hanno dato fuoco ai locali della polizia. Le autorità hanno dichiarato che non ci sono stati feriti negli scontri, che hanno bloccato una delle strade principali.
La polizia alla fine è riuscita a ristabilire l'ordine grazie ai rinforzi dal capoluogo della regione. La rivolta era stata scatenata dall'annuncio dei risultati del concorso per assunzioni in un'azienda pubblica che opera nel sttre ambientale. Spesso la proclamazione dei concorsi e causa di scontri tra concorrenti delusi e polizia, tanto che già gennaio le autorità erani state costrette a non pubblicare la lista degli assunti in un'azienda pubblica di Gafsa.


26 febbraio: VERTENZA APPALTO LDD TREZZO: un passo avanti, ma la mobilitazione continua fino a risultati...

COMUNICATO STAMPA


A seguito delle ultime mobilitazione dei lavoratori di Vignate e Capriate presso il polo logistico LDD di Trezzo, iniziate giovedì scorso e culminate lunedì con il blocco per l'intera giornata dei cancelli, la Prefettura di Milano ha riconvocato le parti per un'incontro che si svolto ieri, martedì 25 u.s.

Erano presenti i soggetti oltre le società che hanno acquisito l'appalto e l'appaltante LDD, cgil, cisl e slai cobas, l'incontro è stato tenuto dal capo di gabinetto dott. Ugo Taucer che ha fin dall'inizio invitato le parti a superare le incomprensioni dei giorni scorsi per trovare una soluzione a questa vicenda.

L'incontro è stato tenuto esclusivamente dallo slai cobas e dai suoi delegati dei due magazzini, dove si è richiesto formalmente di mettere a verbale le richieste inviate nei giorni scorsi alle cooperative dove si richiedeva la documentazione attestante l'appalto, il blocco dei colloqui individuali e un tavolo di trattativa sindacale per una soluzione occupazionale per tutti i lavoratori.


La cisl, che non era stata neanche formalmente invitata e che ha una esigua minoranza di iscritti, ha ribadito la tesi della LDD che la causa di tutto è stato il blocco del magazzino di Vignate, rivendicando che aveva consigliato ai lavoratori di rimuovere il blocco e che questo diventava un pretesto per togliere l'appalto.Poi ha ribadito che per quando riguarda la situazione di Capriate verra gestita dai sindacalisti di Bergamo (dimenticando che la lotta è unitaria e di tutti i lavoratori).

La cgil, dopo aver attaccato con livore i blocchi e quindi i lavoratori che stanno lottando da un mese, ha richiesto espressamente un tavolo separato, facendo valere le prerogative su aspetti contrattuali che solo i sindacati confederali hanno essendo firmatari del ccnl nazionale.
Questo ha suscitato l'indignazione dei lavoratori presenti visto che si è costruita una unità nella lotta tra tutti i lavoratori indipendentemente dall'iscrizione sindacale, e che questo modo di operare toglie forza ai lavoratori.
La risposta della cgil è stata che questi sono diritti di organizzazione e non dei lavoratori, dimostrando nei fatti che come dice l'opposizione alla Camusso che: il sindacato è un'altra cosa!!!

A questo punto lo slai cobas ha chiesto alla LDD se avesse problemi di fornire le informazioni richieste dai confederali alla ns. presenza, ma alla loro risposta favorevole la cisl e la cgil hanno alzato i toni e posto il loro veto, per questo lo slai cobas dopo aver ottenuto che si chiudesse l'incontro con un verbale che di fatto raccoglie le nostre richieste: blocco dei colloqui individuali, impegno a fornire la documentazione necessaria entro giovedì 27 u.s., apertura del tavolo sindacale fissando il primo incontro per martedì 4 marzo alle 16 a Bergamo.


Nel frattempo la mobilitazione continua questa mattina con una assemblea alla Kuehne Nagel di Brignano con la presenza dei lavoratori di Vignate e Capriate per costruire la necessaria solidarietà per vincere questa vertenza  simbolo di come sempre più nelle logistiche si utilizzino i cambi appalto per attaccare la sindacalizzazione e le lotte   dei lavoratori del settore che sempre più si stanno estendendo a livello nazionale.


Sebastiano Lamera
coord. terr. Slai Cobas s.c.


26 febbraio: LOTTA PER IL LAVORO A TARANTO L'ASSEDIO DIVENTA QUOTIDIANO

Giovedì scorso una mattinata calda. Circa 50 tra Disoccupati Organizzati e lavoratori della Pasquinelli dello slai cobas per il sindacato di classe, a fronte del silenzio da parte sia del Comune che della prefettura alla richiesta di incontri sull'emergenza lavoro, reddito, e soprattutto a fronte della mancata convocazione del Tavolo congiunto per cui vi era stato un preciso impegno del Comune, si sono riversati sulla strada/ringhiera di C.so Emanuele, facendo per circa un'ora e mezza vari momenti di blocco della strada, insieme a volantinaggi agli automobilisti, comizi volanti per spiegare le ragioni della protesta e far appello alla solidarietà.
Le donne in prima fila denunciavano come a Taranto per avere lavoro devi elemosinare da questo o quel politico, dare soldi o peggio, per le donne, ricevere anche proposte oscene sessuali.
In varie occasioni digos e polizia hanno cercato di spintonare i disoccupati e lavoratori, per impedire la protesta, creando momenti di forte tensione; ma il risultato era sempre di rendere più determinati chi stava lottando: "a Taranto alcuni inquisiti nell'inchiesta Ilva stanno ancora nelle poltrone istituzionali, a cominciare dal sindaco, e invece si vuole reprimere chi lotta per i diritti".
Mentre in generale, pur nel disagio, la gente e gli automobilisti erano solidali con la lotta, ad un certo punto una macchina ha forzato volutamente il blocco quasi mettendo sotto, e ferendo una disoccupata - Concetta Musio - e 2 disoccupati, che sono dovuti andare al pronto soccorso, dove hanno avuto prognosi fino a 15gg.
Ma questa protesta è servita, alle 12 tutti i disoccupati sono saliti al Comune dove era presente l'Ass. al lavoro dicendo chiaro che sarebbero rimasti dentro il Comune finchè non fosse stata fissata la data di convocazione del Tavolo congiunto. Dopo circa un ora e mezza è stato il Tavolo per mercoledì 26 febbraio
 Giovedì c'è stato anche un bell'episodio di solidarietà e unità tra operai e disoccupati. Durante i blocchi è arrivata una telefonata di operai dall'interno dell'Ilva, a cui era arrivato l'eco della protesta, che hanno voluto esprimere la loro solidarietà a chi lotta per il lavoro.
Oggi mercoledì 26 - I Disoccupati Organizzati e lav. pasquinelli slai cobas di Taranto hanno occupano
Palazzo Latagliata del Comune... e poi il sindaco ha dovuto fissare il tavolo per giovedì 6 marzo

La mattinata era iniziata male. Dopo che da una settimana era stato fissato il Tavolo sull'emergenza lavoro,
ottenuto giovedì 20 a seguito della forte protesta, questa mattina alle 9 con un SMS l'Ass. al lavoro comunicava che "l'incontro era rinviato, perchè devono essere convocate tutte le parti sociali".
Chiaramente i Disoccupati Organizzati e i lavoratori Pasquinelli non ci stavano affatto!
Per questo si sono presentati lo stesso a Palazzo Latagliata e per circa 2 ORE HANNO OCCUPATO IL PRIMO PIANO, comunicando che sarebbero rimasti finchè non fosse stata fissata la nuova data del Tavolo.
A questo mentre il Consigliere Capriulo si è attivato sia per porre al primo punto del consiglio comunale del 5 febbraio il tema del lavoro, e per chiedere la convocazione della Commissione sviluppo presieduta dallo stesso Sindaco Stefano; il Presidente della commissione attività produttive ha contattato Stefano.
Dopo un tentativo di fare promesse di convocazione del Tavolo senza fissare alcuna data, di fronte alla nostra determinazione a non  andarcene, il Sindaco ha fissato per GIOVEDI' 6 MARZO il prossimo Tavolo con la sua presenza; mentre ha comunicato che nei primi giorni della prossima settimana avrà un incontro a Bari con l'ass. regionale al lavoro.
Solo a questo punto abbiamo lasciato Palazzo Latagliata.
Ma oltre il 6 marzo la prossima settimana altre iniziative:

Mercoledi' 5 marzo faremo sentire la nostra vivace presenza al consiglio comunale (dove alcuni consiglieri presenteranno come primo punto un OdG sull'emergenza lavoro)
Sempre Giovedì 6 marzo nel pomeriggio alle 16 saremo ai Tamburi - per fare un'assemblea con i giovani e le donne del quartiere più inquinato di Taranto, ma dove non solo si muore per tumore ma neanche si vive senza lavoro e reddito; per porre con forza che la bonifica e la raccolta differenziata nel quartiere che partiranno nei prossimi mesi deve dare lavoro ai disoccupati e donne dei Tamburi.
Venerdì 7 marzo - dopo mesi, strappato incontro col presidente dell'Amiu
E INFINE, IL GIORNO PER LE DONNE PIU' BELLO:
sabato 8 marzo le donne disoccupate e lavoratrici si faranno sentire e vedere in tutta la città...!!

26 febbraio: PD=I PIU' SFEGATATI SOSTENITORI DELLA TAV, CHIAMANO LO STATO RISPONDE. OVVERO CONTINUA LA "CACCIA ALLE STREGHE" CONTRO IL MOVIMENTO NO/TAV

Danneggiamenti a sedi Pd, indagato 23enne attivista 'No Tav'. Difensore: "Incensurato"
A casa del giovane sono state trovate bombolette spray, una decina di petardi, una maschera anti-gas e dei prontuari informativi del Movimento. Decine gli episodi avvenuti nel Milanese
Milano, 26 febbraio 2014 - Perquisizione dei carabinieri a carico di un 23enne ritenuto componente dell'ala piu' dura del movimento No Tav, in relazione al danneggiamento e imbrattamento di una decina di sedi del Pd nel Milanese. A casa del giovane - spiegano gli investigatori - sono state trovate bombolette spray, una decina di petardi, una maschera anti-gas e dei prontuari informativi del Movimento No Tav sugli accorgimenti da adottare durante le manifestazioni per scongiurare l'identificazione da parte delle forze dell'ordine.
Fra i vari episodi, quello piu' violento si era verificato il 21 novembre scorso ai danni della Sede del Circolo 'G. Carminelli' di via Archimede a Milano dove, dopo un tentativo di forzare la porta d'ingresso, era stato fatto esplodere un ordigno rudimentale che aveva mandato in frantumi una finestra. Era anche stata vergata la scritta 'No-Tav' sulle delle mura del Circolo e lasciata sul selciato una bandiera del movimento. Il giovane e' indagato per danneggiamento ed imbrattamento. Il provvedimento di perquisizione e' stato emesso dal pm antiterrorismo Maurizio Romanelli.

IL DIFENSORE - Il 23enne indagato per concorso con ignoti in danneggiamento e imbrattamento per il petardo fatto esplodere il 21 novembre davanti al circolo Pd "Carminelli" non ha precedenti, chiariscono gli
investigatori
, e "non è legato a gruppi politici", aggiunge il suo difensore. Secondo l'avvocato Sandro Clementi, il giovane "in passato ha partecipato a qualche manifestazione No tav" ma a questo si limiterebbe la sua adesione al movimento.
A lui gli inquirenti sono risaliti tramite la targa della macchina e probabilmente la perquisizione eseguita nella sua abitazione nell'hinterland milanese serve anche a identificare eventuali complici che hanno partecipato al blitz del 21 novembre, quando oltre all'imbrattamento con le scritte No tav, si è cercato di forzare l'ingresso del circolo e fatto esplodere un petardo abbastanza potente da danneggiare i vetri di una finestra di uno studio accanto al circolo.
"Siamo rimasti molto perplessi dall'iniziativa della perquisizione - commenta ora il legale - che potrebbe essere di tipo investigativo e informativo". I carabinieri hanno sequestrato oltre al computer, alcuni petardi, una maschera antigas, delle bombolette spray e quelli che chiamano dei "prontuari". Secondo il difensore, i petardi erano "delle miccette", la maschera antigas "ancora imballata", gli opuscoli erano "volantini, roba che scarichi da internet" e le bombolette spray "ancora intonse". Il giovane non è stato interrogato.





26 febbraio: Fiat Termini Imerese: due società in campo per rilanciare la fabbrica? Gli operai che dicono basta alla cassa in deroga contestano gli "incontri segreti"…

Lunedì pomeriggio, 24 febbraio, gli operai Fiat in presidio davanti la regione siciliana da oltre un mese hanno cercato di seguire l'incontro che si doveva tenere presso l'Ars lo stesso giorno, un incontro che tutte le parti in causa hanno provato a tenere in gran segreto.

Dopo il lungo pomeriggio di attesa gli operai vengono a sapere che la riunione si è fatta proprio all'interno della presidenza della Regione e chiedono ai responsabili che vi hanno partecipato notizie sull'esito. I responsabili prima si fanno negare perché completamente impegnati nella giunta di governo che deve approvare la seconda manovra economica (dopo che la prima era stata bocciata dal commissario dello Stato), poi prendono ancora tempo.
Nel frattempo arriva l'assessore al bilancio Bianchi che viene bloccato dagli operai che gli fanno un paio di domande: risponde che era a conoscenza della riunione, ma non vi aveva partecipato, e conferma l'esistenza dei vecchi 300 milioni di euro per l'investimento nello stabilimento di Termini e che anche lui avrebbe informato di questo "incontro" l'assessore alle attività produttive Vancheri.
Gli operai hanno quindi insistito, entrando tutti nell'atrio del palazzo, per parlare con chi aveva partecipato all'incontro, a quel punto era accorso il capo di gabinetto Silvia che però è stato richiamato immediatamente da Crocetta, ma che ha fatto sapere che si è trattato solo di un colloquio interlocutorio con due aziende di consulenza e che quindi non c'era niente di nuovo che potessero dire agli operai, i quali, circondati da un gruppo di carabinieri e poliziotti, hanno scatenato comunque momenti di dura protesta all'indirizzo di Crocetta e degli altri dirigenti.

Un lancio dell'Agenzia Ansa ha confermato che si è trattato dell'incontro con "… la Career counseling e la Protrade Srl le due società che si sono fatte avanti con la Regione siciliana per avviare un'operazione di scouting tra investitori interessati al rilancio dello stabilimento Fiat di Termini Imerese. Stamani, c'è stato un incontro a Palazzo d'Orleans, sede della Presidenza della Regione, tra l'assessore alle Attività produttive Linda Vancheri e alcuni manager delle due società, guidate da Mario Piccoli e Manrico Fiore. Si tratta del secondo colloquio nel giro di pochi giorni: il governo Crocetta segue con attenzione il dossier e attende dai manager delle due società maggiori ragguagli rispetto ai possibili investitori. Nei giorni scorsi si è parlato di produzione di auto elettriche e di un centro di ricerca a Termini Imerese, con alcune case automobilistiche asiatiche interessate, tra cui la Mitsubishi…"


Gli operai che hanno già esaurito i primi due mesi, dei sei previsti, di cassa in deroga hanno deciso di fare oggi un'assemblea per analizzare quanto accaduto e scegliere come continuare la lotta.