30 aprile: Fincantieri, Lames e Arinox: le tute blu conquistano in capoluogo



SESTRI LEVANTE - Ora la protesta dei lavoratori Fincantieri è anche nelle mani del prefetto di Genova. Alla referente locale del governo, Fiamma Spena, le organizzazioni sindacali e le istituzioni hanno riferito ieri mattina il decalogo di dubbi e timori che affliggono il cantiere rivano, così come gli altri stabilimenti liguri del gruppo. «Avete il mio massimo interesse» ha detto lei, promettendo di farsi portavoce con il ministero delle preoccupazioni ascoltate, affinché si smorzi la tensione nel triangolo azienda-sindacati-lavoratori.
Nell’ufficio a palazzo Doria Spinola, le parti sociali sono approdate al termine del corteo nel centro cittadino, a cui hanno partecipato i dipendenti di Riva, Sestri Ponente e della sede di via Cipro, dove Fincantieri ha messo a segno l’ennesimo avvertimento. Un’altra lettera di trasferimento. Consegnata a un altro impiegato.
Un provvedimento analogo è toccato una decina di giorni fa a due disegnatori del cantiere rivano, le cui competenze sono considerate fondamentali per gli uffici a cui sono assegnati, soprattutto ora che è in arrivo un nuovo carico di lavoro legato alla costruzione delle ultime due Fremm e delle navi per il rinnovo della flotta militare.
L’11 maggio, proprio quando la dirigenza di Fincantieri tornerà al tavolo insieme ai sindacati per riprendere la trattativa sul contratto integrativo, i due dovranno entrare in servizio ad Ancona e Monfalcone; prima in regime di trasferta e dal 1 settembre trasferiti ad ogni effetto. L’auspicio e la richiesta pubblica dei sindaci di Sestri e della Val Petronio, così come delle forze politiche locali, è che l’azienda torni sui suoi passi, perché nonostante tutte le scuse accampate la sua decisione ha l’effetto di un licenziamento e – come è opinione comune – di un’intimidazione nei confronti dei colleghi che restano. La tensione in cantiere è alle stelle, raccontano le maestranze. Per questo l’alta adesione allo sciopero di ieri (8 ore e 4 pullman partiti da Sestri Levante) assume maggior valore.

30 aprile: 1° MAGGIO -Se ne occupa la FORMAZIONE OPERAIA: OGGI SUL 1° MAGGIO!



Oggi facciamo una piccola "deviazione" dal tema attuale dei giovedì della "Formazione operaia". Ma in effetti non si tratta neanche di "deviazione", perchè l'opera di Marx de "Il capitale" era frutto, legato strettamente al sangue e alla lotta della classe operaia ed era scritto come arma per la sua emancipazione/liberazione. 
E il 1° Maggio ha questa lotta e questa prospettiva scritte nelle sue bandiere!
E la sua principale parola d'ordine sta proprio nella frase di Marx, scritta anche nella sua tomba: "Proletari di tutto il mondo, unitevi!".


Nell'agosto del 1891 il Il congresso dell'Internazionale, riunito a Bruxelles, assunse la decisione di rendere permanente la ricorrenza.

D'ora in avanti il 1 Maggio sarebbe stato la "festa dei lavoratori di tutti i paesi, nella quale i lavoratori dovevano manifestare la comunanza delle loro rivendicazioni e della loro solidarietà".

In Italia è nello stesso anno del 1891 che iniziano le manifestazioni del 1° maggio. Esse però iniziano col sangue e sono oggetto di una violenta repressione poliziesca. Gravi incidenti a Roma. Centinaia gli arrestati e i processati, due i morti e un centinaio i feriti. La polizia interviene anche a Firenze, Milano, Bologna, Sampierdarena, Ravenna. A Cervia il municipio si associa allo sciopero. A Cremona conferenza dedicata alla "Organizzazione dei lavoratori" promossa dal gruppo socialista e dall'unione operaia della città.

Ma il 1 maggio 1919 i metallurgici e altre categorie di lavoratori possono festeggiare il conseguimento dell'obiettivo originario della ricorrenza: le otto ore.
MARX, ENGELS SULLE RAGIONI ALLA BASE DEL 1° MAGGIO 
 «La fissazione della giornata lavorativa normale è il risultato di una lotta multisecolare tra capitalista e operaio» (dal Primo Libro del Capitale.
«Questa lotta per la restrizione delle ore di lavoro si accese tanto più furiosamente proprio perché, a parte gli spaventi degli avari, interessava da vicino la grande disputa tra la cieca legge dell'offerta e della domanda, su cui si fonda l'economia politica della classe media, e la produzione sociale regolata dalla previsione sociale, che costituisce l'economia politica della classe operaia».
Invece del motto conservatore, “Un giusto salario giornaliero per una giusta giornata lavorativa!” dovrebbero scrivere sulle loro bandiere la parola d’ordine rivoluzionaria: “Abolizione del sistema del lavoro salariato!”
“Tutta la storia dell’industria moderna mostra che il capitale, se non gli vengono posti dei freni, lavora senza scrupoli e senza misericordia per precipitare tutta la classe operaia a questo livello della più profonda degradazione. (da Salario, prezzo, profitto del 1865)
 Scrive Engels nel 1850: «In questa agitazione le classi lavoratrici hanno trovato un mezzo per conoscersi, per prendere coscienza della propria condizione sociale e dei propri interessi, per organizzarsi e rendersi conto della propria forza. ...la classe operaia nel suo insieme, dopo aver partecipato a questa lotta, è cento volte più forte, più consapevole e meglio organizzata di prima... La classe operaia avrà imparato dall'esperienza che nessun vantaggio duraturo potrà derivarle da altri, ma che questo vantaggio dovrà procurarselo da sé, conquistando in primissimo luogo il potere politico».
 LENIN: APPELLO DEL 1° MAGGIO 1904 


"Compagni operai! Si avvicina il giorno del Primo Maggio, nel quale gli operai di tutti i paesi celebrano il loro risveglio alla vita cosciente, celebrano la loro unione nella lotta contro ogni sorta di violenza e di oppressione dell'uomo sull'uomo, nella lotta per la liberazione di milioni di lavoratori dalla fame, dalla miseria e dall'umiliazione. Due mondi sono l'uno contro l'altro in questa grande lotta: il mondo del capitale e il mondo del lavoro, il mondo dello sfruttamento e della schiavitù e il mondo della fratellanza e della libertà.

30 aprile: Domani è il 1° Maggio, ma nella regione dell'Expo gli operai muoino sul lavoro e i padroni ASSASSINI vengono assolti



Amianto in Tosi: tutti assolti, anche Pesenti



Nessun colpevole per la morte di tumore di 33 operai. Durissimo commento di un consulente: "Questo tribunale è un cancro"
Legnano (Milano), 30 aprile 2015 - Il Tribunale di Milano ha assolto con formula piena Giampiero Pesenti (presidente di Italcementi e allora dirigente in Tosi) e altri 7 ex manager della Franco Tosi Meccanica di Legnano (Milano), azienda che produce turbine (e che sta vivendo una delicata fase sindacale per evitare il fallimento), che erano imputati per omicidio colposo e lesioni in relazione alla morte di 33 operai avvenuta per l'esposizione all'amianto tra gli Anni '70 e gli '80. Il giudice monocratico della quinta sezione penale del Tribunale di Milano Manuela Cannavale ha assolto gli otto imputati con le formule "perchè il fatto non sussiste" o "per non aver commesso il fatto".
Gli operai erano morti di mesotelioma, una rara forma di tumore: le probabilità di ammalarsi aumentano respirando per un periodo di tempo prolungato l'amianto.
LE REAZIONI - «L'assoluzione dell'ingegner Giampiero Pesenti conferma quanto era stato già deciso nel 2007 dal Tribunale di Milano, che all'esito di analoga indagine della Procura di Milano sulla Franco Tosi dichiarò il non luogo a procedere per tutti gli imputati, ritenendo insussistenti i medesimi addebiti oggetto del procedimento che si chiude oggi arrivando alle stesse conclusioni». Questo è il commento della difesa. 
"Questa sentenza è una cosa tremenda, abbiamo scherzato sui morti. Questo Palazzo di Giustizia è un cancro". Sono durissime le parole pronunciate da un consulente di parte civile dopo le assoluzioni pronunciate dai giudici della V sezione del Tribunale di Milano nei confronti di 7 ex dirigenti della 'Franco Tosi'.

Colpito da un braccio meccanico, operaio cade e muore
L’incidente alla Piombo Leghe. Il 52enne era dipendente di un’azienda esterna, incaricato di effettuare la manutenzione periodica sugli impianti
di Riccardo Rosa
 



Incidente mortale sul lavoro a Brugherio. Giovedì 30 aprile nel primo pomeriggio un uomo di 52 anni è stato trovato morto all’interno dell’azienda Piombo Leghe di via Eratostene, nella zona industriale della città al confine con Carugate. L’esatta dinamica dell’incidente non è stata ancora accertata. Tuttavia, dai primi rilievi pare che l’uomo, sposato, residente a Sant’Omobono, in Provincia di Bergamo, stesse effettuando un controllo su di un grosso macchinario robotizzato che preleva lingotti di piombo, quando all’improvviso uno dei bracci lo avrebbe colpito alla testa uccidendolo. Sul posto sono intervenuti carabinieri, polizia locale e 118. Inutili tutti i tentativi di rianimazione: l’uomo è morto sul colpo. La vittima non era un dipendente della ditta brugherese, ma di un’azienda esterna incaricato di effettuare la manutenzione periodica sugli impianti. Al momento dell’incidente era solo all’interno del locale dove si trova il macchinario. Il suo corpo senza vita è stato ritrovato da alcuni colleghi verso le 15,30, ma per stabilire l’ora esatta del decesso e la dinamica sarà necessario attendere ulteriori verifiche. In particolare, sul posto sono intervenuti altri tecnici specializzati col compito di verificare lo stato del macchinario e se la morte dell’operaio sia dipesa da un errore umano o da qualche altro fattore.
30 aprile 2015 | 17:40
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