(di Marco
Spezia)
Oggi al
porto di Livorno alle 14 si è verificata un'esplosione in un grande serbatoio
della zona in cui vengono stoccati oli combustibili. Due sono gli operai
rimasti uccisi nell'esplosione: Nunzio Viola, e Lorenzo Mazzoni, dipendenti
della Labromare, una ditta specializzata nelle bonifiche, che lavorava in
appalto alla ditta società Neri.
La
Repubblica edizione di Firenze fornisce una prima ipotesi di quanto accaduto:
“Secondo una
prima ricostruzione i due operai stavano effettuando lavori di manutenzione. Il
serbatoio interessato dallo scoppio si trova all'interno del deposito costiero
della società Neri e conteneva acetato di etile, una sostanza molto
infiammabile. [...] Forse l'esplosione può essere stata
Oltre al
dolore e alla rabbia non si può che rimanere sgomenti dall’accaduto.
Come è
possibile che avvengano simili incidenti?
Come è
possibile che in Italia ogni giorno muoiano 4 lavoratori a causa di quelli che
di fatto sono omicidi sul lavoro?
Eppure in
Italia esistono norme ben precise per la sicurezza in generale e per le
lavorazioni all’interno di serbatoi in particolare.
Il D.Lgs.
81/08 (legge penale) definisce obblighi sanzionabili ben precisi sulla gestione
delle attività lavorative e impone al datore di lavoro di definire procedure di
lavoro in sicurezza.