mercoledì 30 gennaio 2019

31 gennaio - Adesione all'Assemblea nazionale del 2 febbraio

adesione slaicobasta@gmail.com

una delegazione di rappresentanti di operai, lavoratori,

 donne lavoratrici di BG - Milano - Ravenna in 

rappresentanza anche delle realtà del Sud Taranto e 

Palermo - aderisce, partecipa e interverrà  all'assemblea 

nazionale  all'insegna di contribuire all'unità di classe e

 alla comune lotta contro padroni e governo, contro 

repressione antioperaia, antisindacale e antipopolare-per 

lo sciopero vero delle donne proletarie dell'8 marzo - per

 un primo maggio proletario, rosso e internazionalista

Slai Cobas per il sindacato di classe

coordinamento nazionale

30 gennaio 2019
 
l'appello convocazione
 
Contro l’ondata repressiva e razzista
Smascheriamo l’imbroglio del finto cambiamento
Rilanciamo l’opposizione di classe al governo Di Maio-Salvini
Costruiamo il fronte unico anticapitalista
ASSEMBLEA NAZIONALE
SABATO 2 FEBBRAIO, ORE 14
sede SI Cobas di Bologna, via A.Saffi 30


30 gennaio - Lo Slai Cobas per il sc sostiene lo sciopero delle donne e ha indetto lo sciopero per l’8 marzo



Lo Slai cobas per il sindacato di classe sostiene lo sciopero delle donne deciso dall’assemblea nazionale delle donne del 25 novembre. E ha indetto formalmente lo sciopero dell’8 marzo.
Sin dal 2013, raccogliendo l'appello delle compagne del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario che lanciarono un primo sciopero delle donne in Italia, lo Slai cobas sc appoggiò e diede il suo sostegno concreto alla proclamazione e realizzazione dello sciopero. Le lavoratrici dello Slai Cobas per il sc, già in lotta in diversi settori (dalla scuola, alla sanità, alle cooperative sociali, agli appalti comunali, alle disoccupate…) aderirono  allo "sciopero delle donne". “Scoprendo” attraverso la lotta quotidiana che alle ragioni di classe si intrecciano inevitabilmente le ragioni di genere, queste lavoratrici hanno trasformato una parola d’ordine giusta nella pratica concreta dello sciopero.

Uno sciopero vero e non simbolico come la Cgil della Camusso in quel 2013 cercò invano di imporre per boicottarlo di fatto; uno sciopero in carne e ossa e non di mera adesione formale come hanno fatto negli anni successivi alcuni sindacati di base.Una vera sfida, una rottura contro padroni, governo, Stato borghese, che da 2013 ha visto negli anni un’adesione concreta e attiva di altre lavoratrici, operaie, precarie, con numeri per nulla scontati e significativi che hanno anche fatto effetto sui padroni, vedi i provvedimenti repressivi nei confronti di lavoratrici di alcuni settori specifici (Sodexo, Electrolux, commercio) che hanno osato fare lo sciopero delle donne.

Da due anni la parola d’ordine dello “sciopero delle donne” è stata assunta anche dal movimento femminista NUDM che all’assemblea nazionale del 25 novembre a Roma lo ha rilanciato per la giornata internazionale delle donne dell’8 marzo prossimo, dopo la grande manifestazione del 24 novembre che ha confermato il ruolo di avanguardia del movimento delle donne nella lotta contro l’attuale governo fascio-populista, razzista e sessista Lega/M5S. La condizione sociale di doppio sfruttamento e di doppia oppressione delle donne, che partendo dai posti di lavoro si allarga a tutti gli altri ambiti, familiare, culturale, sessuale, con al centro la questione della violenza in tutte le sue forme e la sua tremenda punta di iceberg i femminicidi, oggi con il salto di qualità rappresentato dal governo Salvini/Di Maio con la sua azione, propaganda, provvedimenti, diviene sempre più pesante e inaccettabile: l’oscurantista DDL Pillon, il decreto sicurezza fascio-razzista Salvini che attacca i migranti e chi lotta per il lavoro, la casa, in cui le donne spesso più povere sono in prima fila, la cosiddetta “quota 100” che penalizza in particolare le donne, le campagne ideologiche pro sacra famiglia e contro l’aborto…Anche nello sciopero dell’8 marzo la lotta contro questo governo dovrà essere al centro.

 Lo Slai cobas sc, le lavoratrici in esso organizzate sono impegnate anche quest’anno perché lo sciopero delle donne sia uno sciopero vero, e veda sempre più protagoniste le lavoratrici, le proletarie, quelle più sfruttate e oppresse, le disoccupate. Lo Slai cobas sc  sostiene la piattaforma dello sciopero delle donne che le lavoratrici, l’Mfpr, il movimento delle donne ha costruito, come frutto delle lotte e bisogni espressi in esse e di un lavoro di inchiesta diretta e indiretta.
Lo Slai cobas sc ritiene che il sindacato di base e classe, e tutte le forze sindacali di classe, dovunque siano, debbano mettersi al servizio della lotta delle donne, delle lavoratrici, delle proletarie, perchè questa lotta è una ricchezza per l’intera classe proletaria, contribuisce ad una presa di coscienza più generale e ad una trasformazione, essa pone sul tappeto la necessità della lotta a 360°, della lotta rivoluzionaria contro questo sistema sociale capitalista che fa dello sfruttamento e oppressione delle donne una sua base fondamentale, e che non può essere riformato ma rovesciato.
Pensiamo che lo sciopero delle donne sia un’arma anche all’interno dell’organizzazione sindacale per contrastare e lottare contro ogni forma di maschilismo, sessismo, di sottovalutazione, di riduzione ad un punto all’ordine del giorno della questione delle donne; è una battaglia, quindi, anche verso i lavoratori e i compagni di lotta.
Per questo chiamiamo i lavoratori dello Slai cobas sc in ogni posto di lavoro a sostenere attivamente e concretamente lo sciopero delle donne, a propagandarlo tra gli altri lavoratori e lavoratrici, a contrastare azioni antisciopero da parte di padroni, capi, sindacati collaborazionisti a realizzare assemblee nei luoghi di lavoro e dovunque è necessario.
Chiamiamo gli altri sindacati di base che hanno proclamato lo sciopero dell’8 marzo a unire le nostre forze nelle varie città e realtà lavorative affinché lo sciopero sia grande, esteso, tocchi il maggior numero di posti di lavoro.

30.1.19 Slai Cobas per il sindacato di classe

28 gennaio - La "nuova" (sic!) linea della cgil. Landini (vs Camusso) scrive a cisl e uil verso il 9 febbraio, per un patto di ferro confederali/confindustria e schiacciare i lavoratori tra l'incudine (il patto) e il martello del governo

In vista della manifestazione con Cisl e Uil del 9 febbraio, ill nuovo segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha scritto una lettera a tutte le strutture per ringraziare del grande lavoro che ha permesso il successo del Congresso di Bari. "Ora è arrivato il momento di impegnarsi per far riuscire la manifestazione del 9 febbraio prossimo", ha scritto. “Abbiamo un primo appuntamento che richiede l’impegno personale di ognuno di noi – scrive Landini nella lettera – la riuscita della manifestazione del 9 febbraio a Roma". Per il neo-segretario della Cgil è arrivato il momento di mettere in campo "tutte le azioni che supportano e permettono di favorire la più ampia partecipazione alla manifestazione che assume un valore decisivo per poter aprire una vera e propria vertenza con il Governo per un nuovo modello di sviluppo rispettoso dell’ambiente e fondato sulla qualità del lavoro”.

28 gennaio - Grave intimidazione contro delegata della Rovagnati. MASSIMA SOLIDARIETA’ A LAURA SOLIMENE. Slai Cobas sc

Da donne in lotta No Austerity
 
La sera del 24 gennaio si è verificato un fatto gravissimo di intimidazione nei confronti di Laura Solimene, attivista Cub della Rovagnati di Villasanta (MB): la sua automobile è stata bruciata. Non ci sembra casuale che questo avvenga proprio nel corso di una dura lotta alla Rovagnati: 

domenica 27 gennaio 2019

27 gennaio - TARANTO: 30 GENNAIO ORE 9.30

invito alla stampa tv e tutti i mass media e associazioni interessate
 comunicato ai lavoratori  AM e AS Ilva in cigs
presidio conferenza stampa Tribunale di via Marche 30 gennaio ore 9.30
 30 gennaio –
- sindacati firmatari dell’accordo del 6 settembre a Roma per incontrare Arcelor Mittal e chiedere di rispettare l’accordo lamentandosi per i numeri non raggiunti di assunzioni 8.200 e i trasferimenti di reparto
- noi Slai Cobas per sindacato di classe Taranto e comitato cassintegrati Ilva AS alla Procura di Taranto per denunciare e chiedere di aprire una inchiesta per annullare  l’accordo illegittimo e truffaldino che ha messo fuori 2600 operai con criteri discriminatori, che trasferisce operai come pacchi postali da un reparto all’altro, che fa entrare le ditte esterne al posto dei cassintegrati, che rende ancora più precarie le condizione di sicurezza dei reparti con organici tagliati o non adatti, che viola leggi accordi contratti e diritti sindacali esistenti –
presidio conferenza stampa tribunale di via Marche 30 gennaio ore 9.30

Slai Cobas per il sindacato di classe Taranto
comitato cassintegrati AS ILVA
info
347-5301704
27-1-2019

27 gennaio - Ancora sul processo Ilva, da tarantocontro: PROCESSO ILVA TARANTO - L'EX DIRETTORE: “NON POSSIAMO OTTENERE CHE LE POLVERI SIANO ZERO AI TAMBURI”...

E ll PM Buccoliero (quello che dovrebbe essere l'accusa") gli riconosce “una grande correttezza nel dire come stanno le cose”
 L'Ing. Capogrosso ex Direttore dell'Ilva fino al 2012, imputato nel processo "Ambiente svenduto" ha continuato questa settimana nella sua "lezione" sull'Ilva: ha spiegato le tappe dello stabilimento, gli impianti, la catena di comando, gli interventi e le molte spese fatte per la sicurezza...; per affermare che l'azienda ha fatto tanto. E poi dice: “Non possiamo ottenere che le polveri siano zero ai Tamburi”. Ma le dichiarazioni di Capogrosso, che di fatto costituiscono ammissione della logica di padron Riva ("Io produco acciaio... non posso occuparmi anche dei problemi degli abitanti di Taranto") avvengono in un clima di "cortesia", di "rispetto" - come se non si sta parlando di centinaia di operai morti, di cittadini morti o ammalati di tumore. 

Continua a leggere dal blog tarantocontro:


27 gennaio - Licenziata dopo un solo giorno perché "troppo grassa", la denuncia di una commessa contro Pittarello. Contro le lavoratrici avanza una sorta di "purezza della razza"?

Arianna Marchi era stata regolarmente assunta dopo due colloqui ma è stata licenziata in quando giudicata "non abbastanza agile"
27 gennaio 2019 
 Stava lavorando da sole 24 ore quando si è sentita dire che il lavoro "non faceva per lei" in quanto "non abbastanza agile". Ossia, spiega Arianna Marchi, 28enne di Lodi, è troppo grassa per quel posto.
La ragazza aveva superato due colloqui ed era stata giudicata idonea per lavorare in uno degli store Pittarello di Pieve Fissiraga, all'uscita del casello autostradale di Lodi. "Peso 90 chili, ma questo non mi ha mai creato problemi sul lavoro fino ad oggi. Non mi sono mai sentita offesa e se denuncio questo atteggiamento è per evitare che altre ragazze si possano sentire discriminate a causa del loro aspetto".
A raccontare la vicenda è stata la zia della ragazza, Sabrina, dopo aver chiesto inutilmente spiegazioni allo stesso punto vendita. Secondo una commessa di un altro store, il comportamento della responsabile che ha licenziato Arianna è però giustificabile: "non è un lavoro che possono fare tutte le ragazze. Bisogna essere rapidi e l'obesità può essere un limite". Ma Arianna non è disposta ad accettare questa spiegazione: lei, che lavorava prima in un negozio di tolettatura per animali, risponde: "sul lavoro sono un treno, sollevavo cani di 50 chili. Il mio peso non è mai stato un problema". 


26 gennaio - Landini segretario: LO SCENARIO IN CUI SI COLLOCA LA CGIL DI LANDINI - Dal coordinamento nazionale Slai Cobas sc

La crisi economica mondiale e i suoi effetti nel mondo del lavoro e le contraddizioni interimperialiste influiscono notevolmente nelle vicende sindacali.
L'imperialismo è guerra e reazione e quindi i governi diventano sempre più reazionari e anche apertamente fascisti, di segno fascio-populisti. Questo cambia la situazione nella realtà dei sindacati, dove camminano due processi, quello del sindacato fascista e quello del neocorporativismo aziendale. Nel moderno fascismo i sindacati diventano una componente degli accordi neocorporativi o uffici di propaganda tra i lavoratori del partito reazionario. Questo influisce anche nella collocazione dei sindacati.
Guardando al nostro paese, la presenza del governo fascio-populista vede da un lato dei sindacati che diventano collaterali al governo. Questo è stato visibile col congresso dell'Ugl, che è da sempre sindacato di destra, ma con il fascio-populismo diventa sindacato del governo. Questo in una situazione in cui insieme all'ascesa del fascio-populismo, i lavoratori perdono i riferimenti, può far sì che in alcuni settori l'Ugl può diventare forte e diventare un problema serio sui posti di lavoro. La nostra posizione è di lotta aperta contro il sindacato fascista. Nello stesso tempo, tutti gli altri sindacati sono in movimento. Gli stessi sindacati confederali non restano uguali.
Per esempio, negli ultimi mesi, coi governi di centrosinistra, abbiamo avuto l'asse Bentivogli-Calenda, una fusione, sempre dentro un assetto corporativo, che fa sì che il sindacato più adatto al Pd, vecchio e nuovo, sia ora la Cisl non la Cgil, facendo venir meno il collateralismo organico tra il Pd e la Cgil.

26 gennaio - In morte del servizio sanitario nazionale. Lega e PD a braccetto col regionalismo per attaccare-cancellare i diritti dei lavoratori e il diritto alle cure

di Ivan Cavicchi
Gli esiti devastanti del regionalismo differenziato chiesto dal Veneto, dalla Lombardia e dall’Emilia Romagna. Cioè dalla Lega e dal Pd
Il M5s, attraverso il suo ministro della salute, Giulia Grillo, ha accettato, sulla sanità, senza condizioni, il regionalismo differenziato chiesto dal Veneto dalla Lombardia dall’Emilia Romagna. Cioè dalla lega e dal Pd.
 LE REGIONI, per gentile concessione del M5s, cioè di coloro che si sono sempre dichiarati grandi difensori della sanità pubblica, avranno i poteri esclusivi dello Stato su: personale, farmaci, governance, fondi integrativi, tariffe, servizi, formazione. Lo Stato quindi su queste fondamentali materie non avrà più voce in capitolo. Ogni regione se la suonerà e se la canterà come vuole, potrà privatizzare i suoi servizi, potrà fare contratti ad hoc per i propri operatori, potrà dare di più o di meno, potrà gestire la sanità con aziende uniche, centralizzate, o altro, potrà avere propri operatori specifici, potrà formare perfino i medici come vuole, potrà curare la gente a modo suo, potrà ovviamente mettere le tasse che servono sui propri cittadini, perché l’unica condizione posta a questa follia contro-riformatrice è che tutto avvenga per lo Stato a «costo zero» cioè che le regioni si paghino le spese. Un costo zero che sarà pagato a caro prezzo dal nostro paese.

26 gennaio - Di amianto si continua a morire, ma nessuna giustizia: OGR di Bologna: ennesimo operaio morto

di Vito Totire (*)
Muore d’amianto anche Giovanni Malagoli, a pochi giorni da Mario Giovanni Perin (**)
Le istituzioni non devono ricordarsi dell’amianto solo nei giorni dei funerali. L’unico modo per elaborare veramente questi lutti senza fine è riflettere sul passato ma contemporaneamente agire nel presente. Invece: i dati 2018 sull’amianto nell’acqua “potabile” parlano di 13 campioni positivi su 47 nella città di Bologna: il 27.6%. Mentre si allunga la strage OGR a Bologna si temporeggia colpevolmente sulla bonifica delle reti acquedottistiche. Alla faccia della prevenzione. Ci associamo al cordoglio espresso dal sindacato e dai compagni di lavoro di Giovanni Malagoli. In questa città in cui pare che qualcuno sia riuscito a lucrare anche sui morti e sui funerali, dobbiamo guardare in faccia il problema dell’amianto non solo per il passato ma anche rispetto al futuro:

venerdì 25 gennaio 2019

25 gennaio - ILVA TARANTO - La Corte di Strasburgo condanna l'Italia per emissioni tossiche. comunicato

Padroni Ilva - governi, compreso l'ultimo fascio-populista e ingannapopolo Di Maio/Salvini colpiti dalla sentenza - anche se essa non ha una conseguenza diretta.Ora bisogna fare entrare
questo parere nel Processo AMBIENTE SVENDUTO e deve servire a operai e cittadini per aprire lo scontro con i nuovi padroni indiani MITTAL perchè vengano imposte misure ordinarie e straordinarie a difesa di salute, ambiente e lavoro e cancellata l'immunità penale.
Rete nazionale per la sicurezza e la salute sui posti di lavoro e territorio
Slai Cobas per il sindacato di classe Taranto
Convegno nazionale a Taranto il 13 marzo
info slaicobasta@gmail.com - 3475301704
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Da corriere di Taranto
E' stata appena pubblicata la Sentenza emessa dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo nel Procedimento n. 54414/13 (F. Cordella ed altri contro Italia).
L’iniziativa è stata promossa, nel 2013, da 182 tarantini, in due diversi momenti.
La Corte ha poi accorpato la trattazione delle due istanze.

25 gennaio - Strage di Pioltello un anno dopo, denuncia da Ancora in Marcia

DISASTRO FERROVIARIO DI PIOLTELLO, UN ANNO DOPO.
FERROVIERI DIFFIDANO  IL MINISTERO DEI TRASPORTI PER 'MANCATA TRASPARENZA' SULLE INDAGINI

Un treno di pendolari deragliò all'alba del 25 gennaio 2018 nella stazione di Pioltello. Tre morti e numerosi feriti
Tanti i dubbi sulla manutenzione del binario.
Inoltre i ferrovieri denunciano una inquietante e incomprensibile resistenza alla trasparenza
  E' già passato un anno da quella tragica mattina, quando poco prima dell'alba il treno locale 10452, della Trenord Spa
deraglia nella stazione di Pioltello, causando tre morti e numerosissimi feriti tra i pendolari.
Apparve quasi immediatamente che la causa più probabile era da attribuire ad una rottura della rotaia in un punto 'debole'
già noto perché sottoposto ad una sorta di manutenzione approssimativa senza tuttavia ridurre la velocità dei treni in quel tratto.
 
La riparazione infatti era stata provvisoriamente effettuata con un tavoletta di legno, le cui immagini sono nella memoria di tutti
I Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza  (RLS), denunciano di aver trovato una resistenza inaspettata e un vero e proprio muro
di sbarramento ad ostacolare la trasparenza delle indagini, da parte del dirigente della DIGIFEMA, l'Ufficoinvestigativo sugli incidenti ferroviari,
Fabio Croccolo, il quale ha ripetutamentenegato l'accesso alle informazioni disponibili, così come previsto dalla legge
Mentre le indagini della magistratura proseguono, ad un anno dal disastro, i RLS hanno
avviato le procedure per una citazione in giudizio del ministero per 'mancata trasparenza'

24 gennaio - da tarantocontro: PROCESSO ILVA - VA IN SCENA LA PROTERVIA DEI PADRONI E DEI LORO SERVI - MA LA LORO REALTA' CRIMINALE VIENE FUORI

In questi giorni è in corso l'interrogatorio dell'Ing. Capogrosso, direttore dell'Ilva per tutta la gestione Riva, da dicembre 1996 a luglio 2012 - sottoposto per un anno agli arresti, tra carcere e domiciliari.
Con la protervia del massimo capo dell'Ilva, nella prima fase Capogrosso ha spiegato con un atteggiamento di chi fa una lezione di merceologia e deve rivolgersi a bambini ignoranti che discettano su cose che non capiscono e su cui pretendono pure di inquisire, cosa significa agglomerato, cosa è l'acciaio, i tipi di gas presenti in Ilva, e via di questo passo, sottolineando sempre che (signori!) si tratta di un impianto complesso...
Con questo stesso atteggiamento Capogrosso ha anche fatto ammissioni sulla presenza di diossina, Pcb, ecc., ma come frutto oggettivo di una grande fabbrica, che solo chi non conosce può mettere in discussione e mettere sotto processo.
"Certo, ero al corrente - dice Capogrosso - che nelle polveri del camino vi era diossina... Negli anni
abbiamo ridotto la diossina che usciva dal camino (rimarcando qui Capogrosso che per questo l'Ilva aveva speso centinaia di migliaia di euro... - ndr), ma restava nelle polveri... meno ne usciva dal camino e più ne rimaneva nelle polveri...".

24 gennaio - info solidale Italpizza MO e articoli di stampa: Quarto giorno di lotta dai cancelli: contro gli scioperanti ancora violenza delle forze dell’ordine ma il picchetto resiste… lo sciopero continua!

Quarto giorno di sciopero degli operai e delle operaie Italpizza di Modena, una delle maggiori aziende italiane di produzione e distribuzione di pizza. Nonostante Italpizza non rispetti l’accordo firmato in prefettura a dicembre e persista nelle irregolarità riscontrate anche dall’ispettorato del lavoro, anche stamane le forze dell’ordine sono intervenute massicciamente a difesa della proprietà privata e del profitto del padrone.
 
Gli scioperanti non indietreggiano e anzi rilanciano la lotta, per sconfiggere lo sfruttamento e l’oppressione che dominano a Italpizza, dove la forza lavoro é talmente sotto ricatto che l’altro ieri una parte degli operai ha brevemente inscenando una “contro-protesta” poi rivelatasi il frutto di un preciso piano aziendale per rompere l’unità e la solidarietà tra lavoratori, addirittura obbligando (minacciando il licenziamento, in complicità col sindacato confederale presente in fabbrica) molti dei crumiri “protestatari” a uscire fuori e affrontare gli scioperanti per la gloria di qualche immagine buona per far propaganda padronale su giornali e televisioni.

24 gennaio - Morti all’Alfa di Arese, sull’amianto la verità è lontana. Rischio ennesima assoluzione per i padroni ASSASSINI

Il giudice va in pensione e il processo rischia di ripartire daccapo
di ANNA GIORGI
Milano, 24 gennaio 2019 - È una storia che si ripete, quando si tratta di amianto, che finisca in assoluzione per tutti gli imputati. Un tema controverso, quello delle morti per amianto e soprattutto delle responsabilità di chi aveva il compito di gestire la sicurezza. Questa volta, l’inghippo è processuale, così rischia di ripartire da capo il processo d’appello, che era già alle battute finali, a carico di cinque ex vertici ed ex manager di Fiat, Alfa Romeo e Lancia accusati di omicidio colposo, e assolti in primo grado, per una quindicina di casi di operai morti per forme tumorali dopo essere stati esposti, secondo l’accusa, all’amianto negli stabilimenti Alfa di Arese. Ieri erano attese le arringhe dei difensori, ma il presidente del collegio della quinta sezione penale della Corte d’Appello, Pietro Carfagna, ha comunicato che andrà in pensione e quindi non potrà concludere il processo, già arrivato alle battute finali, e ha aggiornato l’udienza all’8 marzo per la composizione di un nuovo collegio di giudici che si occuperà del procedimento. Insomma è possibile che sia tutto da rifare.

23 gennaio - Moglie di operaio morta per aver pulito la tuta del marito dall'amianto. Eredi risarciti. Una buona notizia, ma la battaglia per la Giustizia è ancora lunga

Il Tribunale di Venezia condanna Fincantieri dopo il decesso della donna entrata in contatto con la sostanza venefica attraverso gli indumenti di lavoro del coniuge. La vittima colpita da un cancro rarissimo di ALDO FONTANAROSA



ROMA - Marilena (il nome è di fantasia, la storia vera) vuole che il marito, quando arriva in cantiere per lavorare, vesta una tuta in ordine. E allora gliela pulisce ogni settimana. Gliela spazzola con forza da quella polvere tenace ad andare via, la lava con cura, la mette ad asciugare. Un atto di premura, come se ne vedono tanti, nelle case operaie. Eppure a Marilena, quel gesto di amore costa caro.
Un giorno Marilena si ammala. Un mesotelioma pleurico, che le viene diagnosticato a Padova, nel 2015. Questo cancro rarissimo e devastante ti arriva addosso perché sei entrata in contatto - non con una polvere, con uno sporco comuni - ma con l'amianto. E ti fa morire, come succede a Marilena nel 2016.

mercoledì 23 gennaio 2019

23 gennaio - info internazionalista: scioperi in India, un articolo. Il più grande sciopero della storia: 150 milioni di lavoratori indiani incrociano le braccia

di Vijay Prashad
«Non c’è nulla di calmo nell’atmosfera. I lavoratori sono arrabbiati. Il governo di Delhi continua a ingannarli»
Le città indiane non si stanno mai in silenzio mai. Il suono è una caratteristica costante, i clacson, il cinguettio degli uccelli, le urla dei venditori ambulanti, il costante rumore di motore di motocicletta. Martedì 15 gennaio [ieri, ndr] l’India sarà in sciopero. È probabile che circa 150 milioni di lavoratori rimarranno lontani dai propri luoghi di lavoro. I sindacati della sinistra hanno chiamato allo sciopero generale in un paese distrutto dalla crescente ingiustizia e da una sensazione di insoddisfazione. Le vie del Kerala – uno stato governato dal Fronte Democratico di Sinistra – non sono tranquille. Le macchine e le moto continuano per la loro strada, ma le arterie grandi sono invece più tranquille. Il trasporto pubblico è fermo perché i sindacati dei trasportatori sostengono lo sciopero. A Thiruvananthapuram [capitale del Kerala ndr] sembra che sia stato fatto anche 20 anni fa, quando il traffico era più leggero e la città più calma. Ma non c’è nulla di calmo nell’atmosfera. I lavoratori sono arrabbiati. Il governo di Delhi continua a ingannarli.

martedì 22 gennaio 2019

22 gennaio - TARANTO: VENERDI' 25 MITTAL, chi è, cosa vuole dagli operai e dalla città

venerdì 25 allo Slai Cobas via Livio Andronico 47 Taranto dalle ore 18 - si parla di Mittal
Come ha costruito l'impero?
Che è successo e succede nelle sue fabbriche e in particolare in India?
Quali rapporti con il governo indiano oggi fascista indù e grande repressore di operai contadini, donne, giovani, intellettuali, popolazioni di intere zone povere ?