mercoledì 27 marzo 2019

27 marzo - Monica e quella morte assurda Il dolore di amici e colleghi a Cazzano: sono sempre i lavoratori e le lavoratrici a morire, Rete Nazionale Salute e Sicurezza sul Lavoro e Territori

Un collega ha praticato per un quarto d’ora le manovre di rianimazione pur di salvarla. Lascia marito e due figli l’operaia di 50 anni morta sul lavoro. Tragedia sul lavoro nella mattinata di martedì 26 marzo a Cazzano Sant’Andrea. Un’operaia di 50 anni, Monica Cavagnis di Gazzaniga, è morta strangolata dalla sciarpa che indossava, finita negli ingranaggi di un macchinario tessile che stava controllando, all’interno del Tappetificio Radici in via Cavalier Pietro Radici. Una morte assurda, che ha lasciato nello sconcerto colleghi e amici della donna, sposata e madre di due figli, di 23 e 18 anni. 
 É QUESTO SISTEMA FONDATO SUL PROFITTO A CUI NON INTERESSA NIENTE DELLA VITA E SICUREZZA DEI LAVORATORI 
                Non si può continuare a morire IN FABBRICA  PERCHÉ PER I PADRONI GLI OPERAI SONO MERCE DA CONSUMARE, SENZA VINCOLI MORALI NE LIMITI.
Schiacciati in un macchinario o sotto il carico di una gru. Corrosi da sostanze tossiche e nocive, o consumati ‘lentamente’ alla catena. Con ritmi sempre più veloci, per la massima produzione con meno operai possibili. La sicurezza come una spesa da ridurre, formazione inadeguata, precarietà, assenza di controlli fanno il resto.
       
La RETE NAZIONALE PER LA SICUREZZA E LA SALUTE SUI POSTI DI LAVORO e sul territorio invita tutti a mobilitarsi insieme

RETE PER LA SICUREZZA E LA SALUTE SUI POSTI DI LAVORO E TERRITORIO
NODO: Milano/Bergamo
Per contatti: retesicurezzamilano@gmail.com; cell: 338-7211377; 335-5244902


27 marzo - Cos'è il Sindacato di Classe: siamo un sindacato di classe classe al servizio della lotta più generale rivoluzionaria dei proletari in funzione della presa del potere operaio e proletario.

noi partiamo  dalla concezione dello Slai Cobas per il sindacato di classe sindacato come corrente rossa che si batte per la costruzione del sindacato di classe che si pone al servizio della lotta più generale rivoluzionaria dei proletari in funzione della presa del potere operaio e proletario.
La lotta del sindacato nell’immediato è la difesa dei lavoratori, ma ciò che viene strappato ai padroni, conquistato ora con la lotta il sistema il giorno dopo lo toglie. In questo senso solo la lotta sindacale non è sufficiente e non basta né si può scambiare la lotta sindacale anche se è di classe con la lotta politica di classe…Il nostro sindacato si distingue dagli altri  ma spesso viene scelto dai lavoratori come ultima spiaggia, perché prima i lavoratori fanno esperienza con altri sindacati, quando sbattono la faccia al muro arrivano da noi…  seguiamo sempre le lotte o le situazioni lavorative, anche quando non abbiamo iscritti, perché sono importanti per la classe (esempio la questione ex Fiat o Fincantieri), perché è giusto, corretto e onesto dare sempre le indicazioni, la linea di classe agli operai, lavoratori senza ingannarli… se una lotta non è possibile i lavoratori non si illudono con false promesse…
Importante è la formazione per i delegati che devono crescere ma anche per i lavoratori, una visione chiara, a partire dalla situazione internazionale sul piano delle politiche dei padroni (esempio Trump e il licenziamento lavoratori e le ripercussioni a livello mondiale)…
da un intervento al coordinamento provinciale di Palermo dello Slai Cobas per il sindacato di classe


26 marzo - Lavoratori e Razzismo, la posizione dello Slai Cobas sc: CONTRO RAZZISTI E SFRUTTATORI

si susseguono aggressioni verbali e fisiche contro gli immigrati

esprimiamo grande solidarietà  e forte denuncia dei criminali fascio razzisti e di chi li copre nelle istituzioni.in primis il ministro degli interni Salvini
Istituzioni che alimentano l’ideologia razzista, per scaricare su migranti e profughi le colpe della disoccupazione, della precarietà dei licenziamenti della miseria che cresce per tutte le famiglie.
Usano l’ideologia fascista e xenofoba per dividere i lavoratori e dare forza ai padroni che ci sfruttano.
Contro i fascisti, razzisti, nelle istituzioni o nelle liste elettorali. Lo Slai Cobas chiama tutti i lavoratori alla massima mobilitazione, nel segno dell’unità di classe e internazionale.

Slai Cobas per il sindacato di classe


25 marzo - MORTI PER AMIANTO ALLA FIBRONIT. CONDANNATI IN APPELLO I DIRIGENTI. Comunicato MD e AIEA

CONFERMA DELLE CONDANNE, IN CORTE DI APPELLO, PER I DECESSI DA AMIANTO ALLA FIBRONIT DI BRONI
COMUNICATO STAMPA
Grande soddisfazione di MD e AIEA per la conferma in Corte d’Appello a Milano delle condanne per i responsabili ex Fibronit dei decessi causati dall’amianto. Grande soddisfazione di Medicina Democratica, AIEA, l’Associazione Italiana Esposti Amianto e del CAL, Coordinamento Amianto Lombardia, per la sentenza emessa ieri pomeriggio dalla Corte d’Appello di Milano che ha confermato le condanne stabilite in primo grado dal Tribunale di Pavia contro gli imputati, dirigenti ex Fibronit di Broni per circa 200 decessi, causati dall’amianto, fra i lavoratori, ma anche fra la popolazione civile: Michele Cardinale, condannato a 3 anni e 10 mesi e Lorenzo Mo a 3 anni, 

lunedì 25 marzo 2019

24 marzo - dal blog tarantocontro: Art. 28 dell'Usb contro ArcelorMittal Italia accolto dal giudice

Siamo contenti per i lavoratori. E' una prima importante incrinatura della prepotenza di ArcelorMittal. Pensiamo che questo risultato, oltre la capacità dell'avvocato Mario Soggia dell'Usb, sia dovuto essenzialmente alla presenza massiccia in Tribunale degli operai che hanno fatto pesare le loro ragioni.
Ma ora non bisogna accontentarsi. Tutti gli operai devono rientrare al lavoro subito. E, come bene ha scritto il giud. De Napoli nella sentenza, chi rientra si aggiunge, non sostituisce gli operai già occupati da AM, perchè questo decreto "non incide sui diritti acquisiti dai lavoratori già assunti" Basta con la farsa della Cigs, dei corsi di formazione, del bluff delle assunzioni nel 2023/25. 
E' tutto l'accordo che è fuori legge. Ricordiamo che lo Slai Cobas sc ha depositato il 30 gennaio una denuncia circostanziata su ogni punto dell'accordo illegittimo, comprese le questioni dichiarate nella sentenza violazioni dal giudice; ma noi siamo andati ben oltre - la denuncia è a disposizione per chi la volesse leggere.
L'Usb e i sindacati confederali devono ritirare la firma e rimettere in discussione/ridiscutere l'intero accordo, se veramente si vuole che gli operai abbiano giustizia e siano tutelati nei loro diritti. Altrimenti la stessa Usb (firmataria dell'accordo del 6 settembre) illuderebbe gli operai.
Diamo appuntamento agli operai x martedì  26 marzo ore 18 nella sede di via L.  Andronico, 47 Taranto (tel 3475301704 - slaicobasta@gmail.com), per discuterne e decidere i passi da fare.
SLAI COBAS per il sindacato di classe - Taranto

RIPORTIAMO LE PAGINE PIU' IMPORTANTI DELLA SENTENZA 

23 marzo - APPELLO PER ALDO MILANI E CONTRO LA REPRESSIONE DEGLI SCIOPERI. Info e Solidarietà

Di seguito riportiamo il testo dell’appello. Le adesioni vanno inviate via email all’indirizzo: ilminollo@hotmail.com oppure firmando la petizione su https://www.change.org/p/si-cobas-gli-scioperi-non-si-processano-in-difesa-di-aldo-milani


Lo sciopero e la libertà di iniziativa sindacale non sono materia di diritto penale. In difesa del coordinatore nazionale del Si Cobas Aldo Milani, per il quale a breve si arriverà a sentenza con una richiesta di condanna a 2 anni e 4 mesi. In difesa dei sindacalisti e dei solidali colpiti dalla repressione. Da circa dieci anni il mondo della logistica, uno dei settori-cardine dell'economia italiana e mondiale, è attraversato con cadenza quasi quotidiana da scioperi e agitazioni sindacali. Contrariamente a quanto accadeva nel secolo scorso, quando il movimento dei lavoratori si mobilitava quasi sempre per conquistare leggi e contratti migliorativi rispetto a quelli già esistenti, nella logistica le agitazioni sindacali sono state innescate da uno status quo caratterizzato dalla palese e sistematica violazione dei Contratti Collettivi Nazionali di lavoro e delle più elementari tutele legislative in materia di salario, orari e sicurezza.

domenica 24 marzo 2019

22 marzo - La repressone verso i responsabili dello Slai cobas sc si Bergamo non passa ma contro tutti i padroni occorre alzare la guardia e coordinarsi


I padroni non perdono occasione per fare la guerra agli operai combattivi e alle loro organizzazioni di classe.
Nel moderno fascismo i padroni vogliono la condanna totale dello sciopero e degli scioperanti.
Affermare i diritti degli operai, richiede anche unità e coordinamento di lotta contro la repressione.

In settimana al Tribunale di Bergamo, a seguito di una denuncia dei padroni di Kamila/Cisa del magazzino di Brignano, davanti al giudice per le indagini preliminari, è stato valutato il possibile rinvio a giudizio per i responsabili dello dello Slai Cobas per il sindacato di classe di Bergamo, accusati di estorsione e di calunnia a mezzo stampa.

Ancora un tentativo di criminalizzare la lotta di classe trasformando gli scioperi e il fermo del magazzino in estorsione, accusando chi lotta giustamente per la garanzia del posto di lavoro e contro il sistema neoschiavista delle cooperative di essere criminali.
Cercando di imbavagliare la voce di chi lotta a suon di querele per inibire l’uso (scarso) della stampa per diffondere la descrizione delle bestiali condizioni di lavoro, fonte di sfruttamento, usura per gli operai e di un incremento esponenziale delle potenzialità di incidente dentro i magazzini.

In questo caso il GIP ha disposto il non rinvio a procedere per entrambi i capi di imputazione.
Ma invitiamo tutte le organizzazioni di base e di classe, ad alzare la guardia e coordinarsi contro la repressione e il moderno fascismo di cui il decreto Sicurezza è parte integrante.

SLAI COBAS per il sindacato di classe - Bergamo

giovedì 21 marzo 2019

21 marzo - TARANTO: Le lavoratrici Teoma hanno vinto!

Nessun taglio di ore nel passaggio di appalto alla nuova ditta Consorzio Euro Global Service, per le 51 lavoratrici e lavoratori dipendenti della Ditta Teoma fino al 31 marzo c.a.
Oggi finalmente nell’incontro con il Comune le lavoratrici hanno avuto assicurazione che Il passaggio avverrà mantenendo le 4 ore al giorno di lavoro attuali e le stesse condizioni contrattuali.
E’ stata una vittoria della pronta e significativa mobilitazione delle lavoratrici in questi giorni al Comune.
Questa mobilitazione era stata anticipata anche dallo sciopero delle donne dell’8 marzo, proclamato dalle lavoratrici Slai Cobas, che ha posto il legame tra la difesa dell’orario di lavoro e la determinazione ad impedire ulteriori peggioramenti nella condizione generale delle donne.
Ha vinto la determinazione unitaria delle rappresentanze sindacali a non far passare neanche un minuto in meno nell’orario di lavoro.
Non è stato semplice, perchè la nuova ditta voleva portare l’orario addirittura a meno di 3 ore giornaliere. Ma qui il Comune, in una riunione durata più di 9 ore, ha operato perchè questo non avvenisse, ampliando anche l’area del servizio.
Un risultato che deve essere un segnale per tutte le lavoratrici e lavoratori degli altri appalti comunali: CON LA LOTTA, LA COMPATTEZZA DEI LAVORATORI SI PUO’ VINCERE.
 SLAI COBAS per il sindacato di classe


mercoledì 20 marzo 2019

20 marzo - DAL CONVEGNO DI TARANTO IL RILANCIO DELLA RETE NAZIONALE PER LA SICUREZZA E LA SALUTE SUI POSTI DI LAVORO E TERRITORI

Dal Convegno di Taranto del 13 marzo alla Provincia.
La partecipazione al convegno delle rappresentanze necessarie per il rilancio e sviluppo dell'azione della Rete su scala locale e nazionale ha permesso di affrontare e indicare la linea e le iniziative da sviluppare.
Due le questioni che con più forza si sono affermate:
- fare della vicenda ArcelorMittal/Ilva AS, lotta delle masse popolari dei quartieri inquinati di Taranto una grande questione nazionale su posizioni di classe, attraverso assemblee iniziative convocate in varie parti d'Italia. In queste assemblee va affermato che c'è una sola soluzione a Taranto, unità operai e masse popolari dei quartieri inquinati, per imporre la radicale ambientalizzazione dello stabilimento, attraverso il blocco di esso con la lotta comune e un piano concreto per tappe che salvaguardi realmente lavoro, sicurezza e salute, ponendo un freno alle fonti inquinanti. 
Questa unità per affermarsi deve battere le posizioni aziendaliste e neo corporative dei sindacati firmatari dell'accordo del 6 dicembre e i piani: meno operai, più sfruttamento e più produzione, più inquinamento dei nuovi padroni indiani. Così come sul territorio bisogna imporre una bonifica e misure d'emergenza sanitarie contro i piani del governo attuale, come di ogni governo dei padroni.
Sul piano nazionale, mobilitare la classe operaia e unire tutte le forze a sostegno della lotta a Taranto. Nella costruzione di questa mobilitazione bisogna separare le posizioni di classe da quella della piccola e media borghesia ambientalista, riformista e antioperaia che ha un ruolo influente nella lotta a Taranto nella visione nazionale della questione Ilva.
Un ruolo centrale in questa mobilitazione assolve la denuncia anticapitalista che riafferma il principio
che “nocivo è il capitale non la fabbrica”, e che solo col potere e le fabbriche nelle mani degli operai la questione è risolvibile nell'interesse della classe e delle masse popolari. Un terreno fondamentale è quello del maxi processo “Ambiente svenduto” che vede coinvolti padroni assassini e i loro complici, paradigma di tutti i processi per morti sul lavoro, inquinamento, devastazione ambientale. La battaglia per giustizia e risarcimenti condotta in particolare a Taranto, dalle parti civili autorganizzate dallo Slai Cobas per il sindacato di classe è una battaglia che va sostenuta a livello nazionale e portata in tutti i processi analoghi che si svolgono nel paese.

19 marzo - Milano: Convegno: Amianto e ingiustizia - venerdi 22 marzo 2019 h 9,30 sala Withman - viale Gadio,2

22 marzo 2019 - ore 9,30
Sala  Withman - Acquario Civico - viale Gadio, 2 Milano
introduce: Basilio Rizzo - Milano in Comune
intervengono: dottor MORANDO SOFFRITTI - i st. Ramazzini Bologna dott. EDOARDO BAI - medico del lavoro ISD dott. VITTORIO AGNOLETTO - medico del lavoro medicina democratica avv. LAURA MARA e avv. SIMONE VALLESE - avvocati parti civili prof. LUCA MASERA - diritto penale univ. di Brescia Modera: Margherita Napoletano - coordinatrice CAL
Convegno contro la strage silenziosa ed impunita AMIANTO E (IN)GIUSTIZIA:
la scienza è neutrale? AMIANTO E (IN)GIUSTIZIA
Diverse associazioni, movimenti, sindacati, che si sono costituite in Coordinamento (CAL= Coordinamento Amianto Lombardia) sono impegnate a Milano e in Lombardia perché l’amianto venga finalmente eliminato Oltre che a fare chiarezza sul problema, questo è l’obbiettivo del convegno organizzato a Milano il giorno 22 a partire dalle 9,30 presso l’Acquario (Viale Gadio – MM linea 2 Lanza). Nella Regione più industriale d’Italia l’amianto è stato largamente impiegato ed ha prodotto e continua a produrre centinaia di morti l’anno. La Lombardia è la Regione col il più alto numero di morti per amianto;

19 marzo - Reuf Islami: 17° anniversario della morte (sul lavoro). Una battaglia che condividiamo e sosteniamo, Rete Salute e Sicurezza

di Vito Totire (*)
Come tutti gli anni depositeremo un fiore e collocheremo un cartello in ricordo della morte sul lavoro di Reuf Islami. Era un giovanissimo operaio “sans papier”, proveniente dall’Albania, morto il 21 marzo di 17 anni fa in un cantiere edile in via Ranzani a Bologna. Morto a causa della palese omissione di misure di sicurezza (lo scavo era privo delle opere provvisionali contro gli smottamenti). La responsabilità penale del datore di lavoro (nero) fu accertata, il risarcimento ai familiari (penosamente inadeguato) fu “concesso”. Nessuno riporterà in vita questo giovanissimo operaio ma l’evento deve essere di monito per tutta la comunità locale che, invece, rischia di dimenticare, soprattutto in questo momento di ostilità (sia pure agita da minoranze rumorose) contro gli immigrati.
La sicurezza nei luoghi di lavoro e di vita deve valere per tutti ma non si può non osservare come gli immigrati:

19 marzo - MARINA MILITARE COLPEVOLE DELLA MORTE DI DUE MARINAI MORTI D’AMIANTO - Da Medicina Democratica

COMUNICATO STAMPA AIEA - MD

Sentenza storica: per la Corte di Cassazione la Marina Militare è responsabile della morte di due marinai a causa dell'amianto “respirato” sulle navi: reso noto il dispositivo della sentenza del 6 novembre scorso. Rimandato il processo per la terza volta alla Corte di Appello di Venezia.

Non c'è alcun dubbio: per la III Sezione della Corte di Cassazione i vertici della Marina Militare, 5 ammiragli (in origine 6) sono responsabili della morte per mesotelioma pleurico di due marinai, per essere stati esposti all’amianto senza le dovute protezioni, in quanto non sono state applicate le leggi a salvaguardia della salute dei lavoratori.
Si apre, quindi, un nuovo capitolo nella complessa vicenda processuale alla ricerca della giustizia per la morte del capitano di vascello Giuseppe Calabrò, di Siracusa, e del meccanico Giovanni Baglivo,
di Tricase (Lecce), deceduti nel 2002 e nel 2005, entrambi a Padova, dove erano stati ricoverati per la gravissima patologia.

19 marzo - Operai morti alla Lamina, giudice rinvia decisione su patteggiamento. No all'impunità dei padroni assassini. La Rete nazionale Salute e Sicurezza sul lavoro e territori nodo MI/BG

Il gup vuole acquisire altri documenti prima di pronunciarsi
Milano, 19 marzo 2019 - Ha deciso di prendere tempo e di acquisire alcuni documenti, il gup di Milano Manuela Scudieri prima di decidere se dare il via libera o meno al patteggiamento ad una pena sospesa di 1 anno e 10 mesi, dopo aver risarcito le famiglie delle vittime e l'Inail per un totale di oltre 4 milioni di euro, per Roberto Sanmarchi, il titolare della Lamina, l'azienda metallurgica milanese dove il 16 gennaio dello scorso anno morirono quattro operai a causa di una fuoriuscita di gas argon nella vasca di un forno.

19 marzo - Lecco: «Frustate e bastonate per aumentare il ritmo di lavoro»: la denuncia choc di un operaio. Il lavoro ai tempi del governo fascio/razzista Slavini-Di Maio

Il 40enne, dipendente di un’azienda del Lecchese: «Il
 responsabile del personale ha afferrato una verga di plastica e
 ha iniziato a colpirmi. So di non essere l’unica vittima».
 Indagano i carabinieri
«Ha afferrato una verga di plastica e ha iniziato a frustarmi. Un colpo mi ha colpito in pieno viso, lasciandomi un profondo solco sul volto e un ematoma sotto un occhio. Non riuscivo a credere a quello che stava accadendo. C’erano stati altri episodi di intemperanze verbali e minacce, ma il capo non era mai arrivato a tanto. Solo dopo ho scoperto, secondo quanto mi hanno riferito alcuni colleghi, che io non ero stato l’unica vittima». A raccontare cosa accadeva in azienda un operaio quarantenne di una piccola impresa Lecchese attiva nel settore delle materie plastiche. Quando un dipendente non faceva il proprio dovere, il responsabile del personale usava un bastone per incentivare la produzione.

19 marzo - Amianto nel Ponte Morandi, USB Vigili del Fuoco: basta giocare con la pelle dei lavoratori, presentato esposto alla magistratura

I Vigili del Fuoco dell’Unione Sindacale di Base hanno presentato un esposto in procura sui rischi dati dalla presenza di amianto tra e nelle rovine del Ponte Morandi. Un passo dettato dal disinteresse con il quale tutti i soggetti impegnatissimi nelle dispute sulla ricostruzione del viadotto, affrontano invece il problema della salute e della sicurezza dei lavoratori.

18 marzo - info: Cronache da FCA Pomigliano

Il 13 marzo a Pomigliano si sono tenute le assemblee nella FIAT da parte dei sindacati firmatari.
Per l’occasione sono stati mobilitati i segretari nazionali. Venivano a magnificare, senza neanche averlo fatto leggere, il nuovo contratto di lavoro per i prossimi quattro anni scritto su misura dei propri interessi dalla dirigenza FIAT. Dopo aver aiutato a stroncare lo sciopero dello Stampaggio ed essere diventati ufficialmente il “corpo armato” dell’azienda contro gli operai, si aspettavano di trovarsi di fronte una fabbrica sottomessa e pacificata. In realtà il clima dell’accoglienza non è stato dei migliori per i sindacalisti dell’azienda......

domenica 17 marzo 2019

17 marzo - GIU' LE MANI DAL DIRITTO DI SCIOPERO DELLE DONNE! Solidarietà all'USI

ALLA SEGRETERIA USI-CTS e RSA appalto portinerie e servizi ausiliari ROMA 3 ALLE LAVORATRICI, LAVORATORI CHE HANNO SCIOPERATO L'8 MARZO
Tutta la nostra solidarietà per questo aperto attacco/violazione del diritto di sciopero!
Padroni e Istituzioni si uniscono per attaccare le lavoratrici in lotta; lor signori possono anche sopportare un flashmob, ma lo sciopero che è lotta vera contro chi ci sfrutta e ci opprime ogni giorno, No!
Come lo dimostra anche la vergognosa sanzione della Commissione Garanzia Sciopero per lo sciopero delle donne dell'anno scorso, arrivata proprio in prossimità dell'8 marzo di quest'anno.
Lo sciopero delle donne dà molto fastidio, perchè mette in discussione e lotta contro l'intera condizione di genere e classe delle lavoratrici - Per questo è un pericolo!
Ed è bene che lo sia sempre più!
Come sempre rispondiamo: "La vostra repressione non ci fa paura! La nostra lotta sarà sempre più dura!"
Le lavoratrici dello Slai Cobas per il sindacato di classe

Il 13/03/2019 12.05, usiait1@virgilio.it ha scritto:
Comunicato sindacale per affissione e volantinaggio ex artt. 1, 14, 25 L. 300/70

A ROMA TRE NON SI RISPETTA NEMMENO LA LEGGE SUGLI SCIOPERI – E QUESTO PROPRIO IN OCCASIONE DELL’8 MARZO

16 marzo - per il dibattito: Storie di fabbrica: l’eterno ricatto tra salute e lavoro

di Daniela Galiè
La prima lezione del festival “Bella Storia: narrazioni di strada”, tenutasi giovedì 7 marzo nel locale Tiaso del quartiere Pigneto, ha proposto una riflessione sul tema del lavoro e della salute. Una questione da cui emerge la contraddittorietà tra forze politiche al potere e territorio. Il primo incontro del festival si è svolto al quartiere Pigneto, luogo simbolico del tema oggetto della lezione tenuta dall’antropologo Niso Tommolillo, a sua volta frutto di una ricerca d’archivio sui registri medici e sulle cartelle del personale impiegato nell’ex fabbrica della Viscosa di Roma. La ricostruzione e l’analisi storico-antropologica proposta si sviluppano lungo due assi caratteristici della vita di fabbrica, fortemente connessi tra loro: da una parte la “violenza politica” che si sostanzia nei processi di sfruttamento lavorativo, dall’altra le malattie professionali e il controllo della vita biologica, che classificano la salute fisica e psichica in termini di necessità produttiva.

15 marzo -"I RITMI DI LAVORO CI LOGORANO LA VITA" - MA I DATI DELLE DONNE VENGONO NASCOSTI DALL'INAIL - Da una denuncia all'Inail di Nudm di Pisa

Comunicato stampa per INAIL
Durante il percorso verso l'8 marzo, dalle lavoratrici delle pulizie, della ristorazione, della metalmeccanica riunite in assemblea, si è alzato unanime un grido di denuncia: i ritmi di lavoro sempre più elevati compromettono i tendini delle mani e delle braccia, ci comprimono le terminazioni nervose, ci spaccano la schiena … e l'INAIL spesso non riconosce la natura professionale delle lesioni!
Il mancato ricambio generazionale, il lavoro sotto organico, fa sì che, per una manciata di euro di profitto, ci si accanisca a estrarre sempre più prestazioni da donne già logorate da una vita di lavoro.
Siamo andate a studiarci i dati sulle malattie professionali diffusi dall'INAIL che conferma la nostra denuncia.
La provincia di Pisa, insieme a Lucca, è quella dove si registra il maggior numero di denunce di malattie professionali rispetto alle restanti province toscane, mediamente 1500 denunce ogni anno (anni dal 2015 al 2017). Di queste, però, l'INAIL ne riconosce solo il 55 %.

14 marzo - Info Coordinameno nazionale dello Slai cobas per il sindacato di classe

Decisioni: 

- Rilancio della sua azione all'Arcelor Mittal/ex Ilva - nel gruppo FCA a partire da Melfi - nell'area industriale di Bergamo - alla Fincantieri e Blutec Palermo/Termini/Imerese
- 1° Maggio proletario rosso e internazionalista con due manifestazioni
Milano per  il Nord - Napoli o Taranto per il Sud

info/materiali/contatti/adesioni
slaicobasta@gmail.com 
3475301704

14 marzo - Al Processo per 15 compagni e compagne per la manifestazione di luglio 2016 contro Renzi, sfilano penosamente i poliziotti/Digos


Giovedì 14 marzo vi è stata la prima vera udienza per 15 persone, di cui 7 dello Slai cobas, denunciati per la giusta e legittima manifestazione del 29 luglio 2016, quando Renzi venne a Taranto, a visitare il museo, pensando di ricevere applausi per i suoi decreti "salva Ilva" e invece ricevette la forte protesta di operai Ilva, lavoratori cimiteriali e di tanti posti di lavoro, cittadini e tante donne dei Tamburi e di tutta la città che vennero anche con i loro bambini, studenti, ecc.

Giovedì sono stati sentiti dal PM Carbone 6 dei 12 della Digos che con i loro rapporti hanno permesso questo processo che non doveva assolutamente esserci.

E che questo sia vero, è stato confermato anche dalle loro barcollanti deposizioni.
La prima deposizione di un funzionario della Digos è stata esplicitamente prevenuta, dall'inizio alla fine questi ha indicato le persone sempre e solo con il termine "contestatori" - per noi certo non è affatto un insulto, ma è chiaro che l'intento della Digos è applicare una etichetta preventiva per cui chiunque manifesti per i diritti, anche democratici è un "contestatore" e quindi come tale è legittimo denunciarlo. Quindi erano "contestatori" 200/300 persone, compresi i bambini...
Poi è andata in scena la sceneggiata delle identificazioni. Perchè proprio quei 15 e come sono stati identificati? La risposta è stata, li conosciamo personalmente... (della serie: se c'è da denunciare, i nomi, soprattutto alcuni dello Slai cobas o dei Liberi e pensanti, sono una sorta di "copia e incolla").
Persone che poi tanto conosciute non erano, visto che uno della Digos ha messo ad un certo punto come appartenenti all'organizzazione Slai cobas persone che non lo sono...
Altra sceneggiata, la contestazione all'On. Pelillo e il "famoso" sacchetto lanciato. Qui da un lato è emersa il servilismo dei poliziotti verso i "potenti": poliziotti che lasciano il loro posto a cui erano stati destinati per correre in "soccorso" di Pelillo; dall'altra l'assurdità del "sacchetto": Che c'era dentro? Un poliziotto: minerale dell'Ilva, giuro! Ma l'ha analizzato? NO; un altro poliziotto, sabbia...
A questo si è aggiunto la deficienza matematica o visiva della Digos: quanti metri dista piazza Garibaldi dalla Prefettura (il percorso di Pelillo)? e qui siamo andati da 1 Km (!) a circa 150 metri.
Quante persone manifestavano in piazza Garibaldi lato museo? 40... 300...
Poi vi è stata la questione delle transenne. Tutti i poliziotti timidamente hanno ammesso che sì vi erano un pò di transenne ma certo queste non impedivano alle persone di passare tranquillamente, nè alcuna forza dell'ordine, nè alcun cartello vietava di andare via via da piazza Garibaldi a cso Umberto passando da via Cavour. E, allora, solo alcune persone, quelle denunciate, non avrebbero potuto passare?
Infine il presunto scontro/confronto con il cordone di poliziotti davanti ai manifestanti. Ad un certo punto un avvocato ha chiesto: ma c'è stata violenza? NO. Alla fine era una semplice pressione...
L'ultima sceneggiata l'ha fatta il poliziotto "fotografo". Questi nonostante durante la manifestazione era una vera provocazione, ha sporto lui una denuncia e anche giovedì aveva il coraggio di lamentarsi  che alcune persone che hanno figli morti, gli chiedessero con quale faccia guarda i suoi figli quando va a casa...

La prossima udienza sarà il 16 maggio, in cui verranno sentiti gli altri sei poliziotti. 

martedì 12 marzo 2019

12 marzo - Domani 13 marzo a Taranto

Taranto - un incontro per una linea generale a Taranto, come a livello nazionale, nelle masse dei quartieri inquinati in lotta, come in fabbrica, nelle piazze come nei tribunali
Emergenza ambientale e bonifiche/
 
Emergenza sanitaria 
 
Emergenza lavoro/ emergenza cassintegrazione/

Emergenza giustizia e risarcimenti

Emergenza unità/lotta/partecipazione!

13 marzo ore 16 sala Provincia
 
Via Anfiteatro  4° piano Taranto

Incontro convegno aperto a tutti

Il Punto sul Processo Ilva  Ambiente Svenduto
Effetti della Sentenza della Corte di Strasburgo
La nostra lotta contro l’Immunità penale per i padroni
Collinette e quartiere Tamburi in lotta/
Mittal peggio di Riva su ambiente lavoro diritti operai e cittadini?
Esposto/ricorsi/lotta contro l’accordo Di Maio/Mittal/Sindacati
che ha espulso 2600 operai - Iniziative Comitato cassintegrati Am-cigs
Sulla manifestazione a Roma del 23 marzo
Presenti 
-rappresentanti operai ex-Ilva - lavoratori cimitero S. Brunone cittadini Tamburi/Paolo Sesto parti civili al processo Ambiente Svenduto
-operai cassintegrati ILVA AS
-Comitato 12 giugno
-Medici e avvocati Taranto
-Rappresentanti Rete Milano, Bergamo, Sicilia, Torino
-Avvocato Vitale, anche in rappresentanza Pellegrin, Bonetto, Torino 
-Medicina democratica
-Peacelink
Invitati
Associazioni Tamburi – associazioni ambientaliste 
Organizzazioni sindacali di base
Associazioni amianto

Propone e Organizza.
Rete nazionale sicurezza e salute sui posti di lavoro e territorio
Info slaicobasta@gmail.com 347-5301704


12 marzo - info solidale: Italpizza: altri due feriti in fabbrica. Lo sciopero continua

comunicato del Coordinamento S.I. Cobas di Modena
 Prosegue da una settimana la nuova tornata di scioperi ad Italpizza: non cambiano le richieste – il rispetto dell’accordo firmato in prefettura, con la revisione dei contratti e dei turni di lavoro – così come non cambia l’atteggiamento dell’azienda, chiusa a riccio e militarizzata come una prigione, pur di evitare ogni contatto col sindacato. Intanto, dietro quei cancelli presidiati da agenti di sicurezza privata e poliziotti, continuano a consumarsi tragedie: domenica un operaio è rimasto ferito alla mano mentre lavorava all’impastatrice, mentre questa mattina un altro lavoratore è rimasto schiacciato sotto un carrello carico di cassoni, ed è attualmente ricoverato all’ospedale.

lunedì 11 marzo 2019

11 marzo - 13 MARZO TARANTO

Taranto - un incontro per una linea generale a Taranto, come a livello nazionale, nelle masse dei quartieri inquinati in lotta, come in fabbrica, nelle piazze come nei tribunali
Emergenza ambientale e bonifiche/ 
 
Emergenza sanitaria 
 
Emergenza lavoro/ emergenza cassintegrazione/

Emergenza giustizia e risarcimenti

Emergenza unità/lotta/partecipazione!

13 marzo ore 16 sala Provincia 
 
Via Anfiteatro  4° piano Taranto

Incontro convegno aperto a tutti

Il Punto sul Processo Ilva  Ambiente Svenduto
Effetti della Sentenza della Corte di Strasburgo
La nostra lotta contro l’Immunità penale per i padroni
Collinette e quartiere Tamburi in lotta/
Mittal peggio di Riva su ambiente lavoro diritti operai e cittadini?
Esposto/ricorsi/lotta contro l’accordo Di Maio/Mittal/Sindacati
che ha espulso 2600 operai - Iniziative Comitato cassintegrati Am-cigs
Sulla manifestazione a Roma del 23 marzo
Presenti 
-rappresentanti operai ex-Ilva - lavoratori cimitero S. Brunone cittadini Tamburi/Paolo Sesto parti civili al processo Ambiente Svenduto
-operai cassintegrati ILVA AS
-Comitato 12 giugno
-Medici e avvocati Taranto
-Rappresentanti Rete Milano, Bergamo, Sicilia, Torino
-Avvocato Vitale, anche in rappresentanza Pellegrin, Bonetto, Torino 
-Medicina democratica
-Peacelink
Invitati
Associazioni Tamburi – associazioni ambientaliste 
Organizzazioni sindacali di base
Associazioni amianto

Propone e Organizza.
Rete nazionale sicurezza e salute sui posti di lavoro e territorio
Info slaicobasta@gmail.com 347-5301704


venerdì 8 marzo 2019

8 marzo - Tutta la vita deve cambiare! Lavoratrici in sciopero a Palermo

8 marzo a Palermo, lavoratrici e precarie di vari settori (scuola, sanità, servizi alberghieri, coop sociali, badanti) hanno scioperato oggi, animando in piazza una bella iniziativa di lotta portando il messaggio dello SCIOPERO DELLE DONNE.

Una parola d'ordine che dal 2013 ad oggi si è concretizzata in lotta , di classe e di genere, contro padroni, governo, Stato borghese, apparati repressivi, tutto il sistema sociale capitalistico che pone come una delle sue basi la doppia oppressione delle donne.
Una parola d'ordine, lo sciopero delle donne,  assunta da alcuni anni anche dall'attuale movimento NUDM, che ha visto scendere oggi in piazza migliaia di donne e scioperare oggi tante lavoratrici dal Nord al Sud del nostro paese.

Le lavoratrici e precarie di Palermo  stamattina si sono unite a tutte le altre lavoratrici, operaie, precarie, donne in sciopero in un solidale abbraccio di doppia lotta.



Dopo un ampio volantinaggio della piattaforma dello sciopero, del volantino con l'inchiesta e spikeraggio al megafono a Piazza Verdi (Teatro Massimo), piena anche di studentesse, le lavoratrici hanno fatto un breve ma combattivo corteo, raggiungendo Piazza Pretoria dove hanno fatto sentire forte tutte le ragioni della lotta sotto il palazzo del Comune. 





IL POSTO DI LAVORO NON SI TOCCA LO DIFENDEREMO CON LA LOTTA! 

IL NOSTRO DIRITTO ALL'AUTODETERMINAZIONE NON SI TOCCA! 
CONTRO L'ATTACCO AL DIRITTO DI ABORTO
CONTRO IL DDL PILLON

Contro il governo Lega/M5S fascista, sessista, razzista
Contro il decreto sicurezza del fascio-razzista Salvini!


LA NOSTRA VITA NON SI TOCCA!


NOI DONNE IRRIDUCIBILMENTE CONTRO PADRONI,
GOVERNO, QUESTO STATO E TUTTI I SUOI APPARATI REPRESSIVI,
QUESTO SISTEMA SOCIALE CAPITALISTICO IL CUI FRUTTO PIU' MARCIO E'
LA VIOLENZA SULLE DONNE



Al fianco delle donne che fanno la lotta rivoluzionaria nel mondo, al fianco delle donne/compagne in prima fila nelle guerre popolari, con al centro le eroiche donne combattenti indiane contro il governo fascista genicida di Modi e dove la violenza contro le donne è tra le più atroci



PER OGNI DONNA STUPRATA E UCCISA NON BASTA IL LUTTO,
PAGHERETE CARO PAGHERETE TUTTO!

Moderno medioevo, doppia oppressione
donne in lotta per la rivoluzione



8 marzo le lavoratrici scioperano!
8 marzo le lavoratrici scioperano!
8 marzo le lavoratrici scioperano!



I lavoratori dello Slai hanno scioperato a sostegno attivo 
dello sciopero delle donne 
*****
NEL POMERIGGIO LE LAVORATRICI HANNO PORTATO NEL CORTEO DI NUDM LA PIATTAFORMA DELLO SCIOPERO. 
DURANTE IL CORTEO E' STATA BRUCIATA UNA BANDIERA DELLA LEGA.
"L'azione simbolica - si legge in una nota - intende manifestare l'assoluto dissenso nei confronti del Ddl Pillon, disegno di legge sulla revisione delle norme in materia di separazione, divorzio e affido dei minori che riporta la condizione femminile indietro di millenni; delle derive razziste, xenofobe e securitarie delle politiche di Governo che vengono affermate e legittimate da chi sta al potere  attraverso la  strumentalizzazione dei corpi delle donne e della violenza di genere"."
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Lavoratrici Slai Cobas sc
MFPR