mercoledì 29 settembre 2021

OMICIDI! LE MORTI DEI LAVORATORI MESSI A RISCHIO CONSAPEVOLMENTE PER IL PROFITTO, SONO OMICIDI. NON SONO LE PROMESSE ISTITUZIONALI DI IMPROBABILI CONTROLLI CHE LI FERMERANNO.

        LA RIPRESA DEI PADRONI

Nella prestigiosa Humanitas, presieduta dal sig Paolo Rocca, gruppo Technit, con gli stabilimenti siderurgici Tenaris compreso quello di Dalmine,

tramite un appalto all’azienda SOL, che a sua volta ha subappaltato il servizio di rifornimento alla società di trasporti PE, sono arrivati due lavoratori, che a detta delle cronache sono morti perché si sono trovati di fronte ad una situazione imprevista senza le dovute protezioni e formazione.

Sul sistema di appalti, di fatto una forma moderna di caporalato che manda i lavoratori allo sbaraglio, il silenzio totale.

L'azione della magistratura sta cercando di attribuire le responsabilità delle manomissioni accertate ai sistemi di sicurezza, che hanno portato alla morte di Luana, trascinata e stritolata dentro la fustellatrice.

Pochi giorni fa, accanto alla GKN a Campi Bisenzio, l’operaio Giuseppe Siino è stato agganciato da un macchinario e soffocato tra i rulli. Le cronache concordano nel dire che non vi erano manomissioni ai sistemi di sicurezza. Dunque anche lavorando ‘in regola’ il destino degli operai è sempre quello di essere in posizioni pericolose per essere stritolati? Di quale sicurezza si sta parlando?

29 settembre - VERSO LO SCIOPERO GENERALE 11 OTTOBRE: Taranto - 1 ottobre dalle 17.30 presso gli spazi della casa occupata di via Garibaldi 210 Città Vecchia Taranto. vediamoci e discutiamone

 

CONTINUIAMO AD INSORGERE: ASSEMBLEA PUBBLICA VERSO LO SCIOPERO GENERALE DEL 11 OTTOBRE.


 

Venerdì 1 Ottobre ore 17.30 presso gli spazi della 

casa occupata dei compagni e compagne di via 

Garibaldi 210 Città Vecchia Taranto 

interventi di Cub Info e Spettacolo Puglia
Slai Cobas per il sindacato di classe
Fronte della gioventù comunista 

info sulla lotta della GKN di Firenze e interventi liberi

In occasione dello sciopero generale Nazionale del 11 Ottobre, convocato in forma unitaria da tutto il sindacalismo di base, che vedrà svolgersi in forma regionale.
La mobilitazione corteo per la Regione Puglia sarà a Taranto.
Uno sciopero che oltre a un carattere sindacale, assume rivendicazioni più generali di carattere politico e sociale.


lunedì 27 settembre 2021

27 settembre - Taranto - verso lo sciopero dell'11 ottobre assemblea a Città Vekkia

 CONTINUIAMO AD INSORGERE : ASSEMBLEA PUBBLICA VERSO LO SCIOPERO GENERALE DEL 11 OTTOBRE.

Venerdì 1 Ottobre ore 17.30 presso gli spazi della 

casa occupata di via Garibaldi 210 Città Vecchia 

Taranto.

In occasione dello sciopero generale Nazionale del 11 Ottobre, convocato in forma unitaria da tutto il sindacalismo di base, che vedrà svolgersi in forma regionale.
La mobilitazione corteo per la Regione Puglia sarà a Taranto.
Uno sciopero che oltre a un carattere sindacale, assume rivendicazioni più generali di carattere politico e sociale.

Invitiamo tutti i lavoratori e le lavoratrici, disoccupati, studenti, migranti di partecipare alla assemblea pubblica per fare il punto e aprire un confronto per arrivare allo sciopero con più forza e che possa dare basi di percorsi di lotta conflittuale e quotidiana.

UN PERCORSO CHE RACCOGLIE LA PAROLA D'ORDINE DEGLI OPERAI DELLA GKN DI FIRENZE: INSORGIAMO
Un percorso che sappia unire tutti i settori del mondo del lavoro dai metalmeccanici ai lavoratori dello spettacolo, passando dagli studenti per ribaltare i rapporti di forza e che metta al centro la Lotta di classe.

- blocco dei licenziamenti e degli sfratti e ripresa dell’edilizia
popolare;
- riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario;
- piena tutela della salute e della vita di lavoratori e lavoratrici, -salvaguardia dei salari e delle pensioni dall’inflazione;
-lotta alla disoccupazione,
- ammortizzatori sociali per avere continuità e opportunità di reddito e di lavoro.
-Abrogazione del Jobs Act,
- superamento degli appalti e fine del dumping contrattuale;
-rilancio di scuola, sanità e trasporti pubblici con maggiori investimenti ed esclusione dei privati;
-una vera democrazia sindacale che dia ai lavoratori il potere di decidere chi li rappresenta, restauri il diritto di sciopero e abroghi le norme repressive delle lotte sociali;
- eguaglianza e parità salariale e occupazionale, perciò contrasto ad ogni discriminazione di genere e di colore;
-tutela dell’ambiente, blocco delle produzioni nocive, blocco delle grandi opere e dei grandi eventi che devastano i beni comuni per favorire gli speculatori.

ABBATTIAMO IL GOVERNO DRAGHI
ABBATTIAMO IL CAPITALISMO

Le Compagne e i Compagni della casa occupata
Cub Info e Spettacolo Puglia
Slai Cobas per il sindacalismo di classe
Fronte della gioventù comunista

27 settembre - Lettera dei disoccupati del Movimento 7 novembre a tutte le realtà di lotta

 

lo Slai Cobas per il sindacato di classe appoggia e sostiene questa iniziativa

Vi scriviamo come compagni/e del Movimento di lotta “7 Novembre” che racchiude i disoccupati organizzati di Napoli che conoscete tutti e tutte, da oltre 7 anni in lotta su tutti i livelli per la garanzia di un salario e di un lavoro di pubblica utilità.

La nostra quotidiana lotta, nel quadro dell’escalation repressiva, oltre decine di procedimenti, processi, multe, fermi ed arresti nell’ultimo periodo ci vede indagati ora anche per “Associazione a Delinquere”. Siamo esattamente consapevoli di come il livello di attacco alle lotte procede parallelamente all’acuirsi della crisi capitalistica in atto ed al suo utilizzo politico in termini repressivi, così come conosciamo direttamente i fogli di via, i licenziamenti, le cariche che anche i lavoratori e le lavoratrici stanno ricevendo fuori e dentro i luoghi di lavoro quando scioperano o l’infame criminalizzazione e repressione che colpisce gli attivisti/e dei movimento per il diritto all’abitare, la difesa dell’ambiente e del territorio contro devastazione ambientale e cambiamenti climatici (dalla Val di Susa alle terre che ospitano le basi militari) ecc…
La lotta senza tregua che portiamo avanti quotidianamente nella capitale della disoccupazione è stata sempre portata avanti dentro una prospettiva più grande perché la nostra lotta è un’indicazione che va ben oltre il Movimento 7 Novembre e ben oltre Napoli: per un piano straordinario del lavoro che serve, utile e necessario alle nostre vite, per la garanzia del salario contro licenziamenti e disoccupazione, contro l’utilizzo repressivo e politico della crisi sanitaria, per garantire cure gratuite a tutte e tutti, per la messa in sicurezza dei territori, per un piano straordinario per il riassetto idrogeologico, per le bonifiche dei territori, la riqualificazione delle periferie, la raccolta differenziata porta a porta, per la lotta a roghi e sversamenti illeciti, per il potenziamento dei servizi sanitari territoriali, per garantire servizi sociali a tutte e tutti, per superare un approccio emergenziale contro smottamenti del terreno, inquinamento da polveri sottili, alluvioni e frane.
Per questo, nonostante sarebbe un segnale importante ed utile, non abbiamo voluto costruire un momento di “solidarietà” limitato alla nostra “vertenza” e lotta, ma riteniamo utile coniugare questa nostra esigenza con un appello a tutte le realtà e le forze sociali che vogliono confrontarsi con la possibilità di un momento di lotta e di mobilitazione nazionale a Napoli nel mese di Novembre: vogliamo mettere a disposizione questa lotta e questa battaglia – avendo necessità di uscire dalla specificità di Napoli ed evidenziare i suoi aspetti generali e di una risposta comune contro l’infame accusa di associazione a delinquere – come contributo per un processo di ricomposizione di classe e delle lotte, per legare la lotta dei disoccupati a quella di una campagna generale finalizzata a colpire i profitti affinché siano questi ultimi a pagare i costi sociali ed economici della disoccupazione e della precarietà, per la garanzia di un salario a tutti i lavoratori occupati ed inoccupati, perché “lavoro o non lavoro: dobbiamo campare”, per una campagna contro l’emergenza abitativa, oggi drammaticamente pesante a causa degli affitti e mutui da rapina che si somma all’aumento e rincari di bollette di gas e luce, per indicare quali sono i veri “lavori di pubblica utilità” che servirebbero, per “insorgere” insieme come hanno indicato gli operai della GKN e per ribadire come ci insegnano i facchini in lotta che alla repressione si risponde con la pratica dello slogan “se toccano uno, toccano tutti”.
Non ci vogliamo dilungare, perché vorremmo dire tante cose, ma siamo sicuri che darete disponibilità e risposta al nostro appello e che quindi avremo modo di esprimerci meglio direttamente quando ce ne sarà occasione. Attraversando l’appuntamento dell’11 Ottobre che tifiamo ed auspichiamo sia un grande sciopero generale, vi chiediamo di discutere insieme di una mobilitazione a Napoli che dia continuità ad i segnali di “risveglio” della lotta di classe. Avevamo pensato di verificare la vostra disponibilità per confrontarci su tale proposta. Preferiamo ovviamente in presenza, ma immaginiamo la difficoltà per molti di spostarsi, quindi verifichiamo anche la possibilità di farla “online” e poi eventualmente vederci in presenza anche in un altra città qualora sussistano le condizioni per la nostra proposta.

Indichiamo il giorno Mercoledì 5 h 18:00 per un confronto su zoom. Potete invitare chi ritenete coinvolgibile, anzi vi chiediamo una mano!
Ringraziamo i tanti messaggi di solidarietà che ci stanno arrivando da tante realtà e città a seguito di altre comunicazioni sull’apertura di indagini per “associazione a delinquere”.

La nostra lotta è la lotta di tutti.
Per informazioni 3338490774 (Eddy)

27 settembre - VERSO LO SCIOPERO DELL'11 OTTOBRE: INIZIATIVA A MILANO

 

 



27 settembre - LETTERA ASSEMBLEA 19 SETTEMBRE BOLOGNA

 

Inserimento del punto sul green pass nel documento conclusivo dell'assemblea di Bologna del 19 settembre

Compagne e compagni del Si.Cobas e compagne e compagni presenti all'assemblea del 19 settembre a Bologna.

Avendo partecipato all'assemblea del 19 settembre a Bologna e alla sua discussione esprimiamo la nostra contrarietà sia nel merito che nel metodo, all'inserimento nel documento finale del punto contro il green pass.

Anche la successiva modifica che afferma contrarietà all'uso strumentale non ci trova consenzienti.

Per tanto chiediamo la totale cancellazione del punto.

La nostra richiesta è così motivata:

    1) Pur rispettando la legittima posizione del Si.Cobas sul green pass quell'assemblea, anche se non era pienamente l'assemblea dei lavoratori combattivi, non era neanche l'assemblea del Si.Cobas ma era un'assemblea allargata verso lo sciopero generale unitario dell'11 ottobre, di cui ribadiamo il nostro massimo impegno nella riuscita dello stesso.

    2) Il punto del green pass era stato affrontato, ovviamente con un intervento oppositivo al green pass, solo da un compagno del Si.Cobas in uno degli ultimi interventi prima delle conclusioni, senza alcuna discussione assembleare.

3) Inoltre questo punto viene inserito nel documento conclusivo verso lo sciopero generale unitario che viene letto all'assemblea mentre questa si stava concludendo e sciogliendo con la partenza di tutte le compagne e di tutti i compagni.


Renato Pomari ( Rsu Fiom Ibm Segrate)

Luigi Sorge (Operaio Stellantis Cassino fiom-Cgil)


27 settembre - CLA sulle motivazioni sentenza strage Viareggio

 

Sulla strage ferroviaria di Viareggio del 29 giugno 2009

Una strage annunciata, prevista e prevedibile. Un incidente sul lavoro che ha determinato un disastro ferroviario provocando una strage: 32 Vittime e feriti gravissimi.

Negazionisti della IV sezione della Corte di Cassazione, nell'arrampicarsi sugli specchi per pretendere (volgarmente) di distinguere tra incidente sul lavoro e incidente alla circolazione, hanno decretato che non si è trattato di un incidente sul lavoro.

Risultato: - 'omicidio colposo' prescritto (dopo la prescrizione di 'incendio colposo' e 'lesioni gravi e gravissime'); - pesante e grave attacco, intimidatorio e sanzionatorio, nei confronti dei lavoratori impegnati su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

Dopo 8 mesi dalla sentenza con il dispositivo dell'8 gennaio scorso, il 6 settembre hanno emesso le motivazioni. Un 'parto' (con un mese d'anticipo) all'insegna dell'imprudenza, dell'imperizia, della negligenza. Dopo aver letto, attentamente e lentamente, le 584 pagine non rimane che una elementare considerazione: potevano risparmiarle e risparmiarcele.

Avrebbero provocato meno dolore per 'motivazioni' inutili, costose e dannose.

Morale: una sentenza politica a protezione del sistema, del potere e dei poteri forti.

--
COORDINAMENTO LAVORATRICI E LAVORATORI AUTOCONVOCATI PER L'UNITA' DELLA CLASSE

domenica 26 settembre 2021

26 settembre - La lotta paga! Gli Assistenti specializzati di Palermo strappano una prima parziale vittoria dopo due anni senza lavoro ma si deve continuare a lottare

DA DOMANI A PALERMO I PRIMI ASSISTENTI IGIENICO-PERSONALE SPECIALIZZATI, DOPO QUASI DUE ANNI FUORI DAL LORO POSTO DI LAVORO, RIENTRANO NELLE SCUOLE SUPERIORI AL FIANCO DEGLI STUDENTI

MA NON CI FERMIAMO FINO A QUANDO NON RIENTRANO AL LAVORO TUTTI GLI ASSISTENTI!
Le lavoratrici e i lavoratori precari dello Slai Cobas sc hanno vinto una prima parziale battaglia difficilissima e che sembrava quasi impossibile! l'hanno vinta mettendo in campo a Palermo per mesi e mesi, solo loro ma lottando sempre per tutti, una forte resistenza e tenacia contro le scellerate politiche dei palazzi del potere borghesi, in primis la nera regione di Scavone/Musumeci, il fascista per bene!, a cui è stato impedito di riuscire nel loro odioso intento di cancellare a Maggio 2020 per sempre gli Assistenti igienico personale specializzati, di cui la maggioranza e’ costituita da lavoratici che in questa lotta hanno sempre portato la marcia in più della doppia lotta delle donne.

Si è vinta questa prima battaglia, perche’ solo la lotta paga, anche se dura, fatta di sacrifici e che ha visto anche momenti di oggettivo scoramento delle lavoratrici e lavoratori precari in questi mesi, ma si è tenuto facendo una lotta incessante, a 360 gradi, nonostante il licenziamento in tronco a marzo 2020/lockdown, la mancanza di ammortizzatori sociali, a parte la misera cassa integrazione in deroga per alcuni mesi, e la conseguente necessità di andarsi a trovare mezzi lavori iperprecari e sfruttatissimi per tirare a campare.

Una lotta fatta di continua pressione, fiato sul collo, di asfissia verso i palazzi del potere borghesi, contrastando anche la becera campagna di strumentalizzazione di stampo elettorale di vari personaggi politici che si sono presentati via via alle precarie/precari, contro le istituzioni costrette a riemanare una legge per la riattivazione dei servizi, riconfermando di fatto le leggi regionali e nazionali da sempre vigenti sul tema che hanno cercato di affossare, una lotta fatta di tante manifestazioni in unità anche con diverse famiglie di studenti disabili, in collegamento reale e concreto con le precarie e i precari delle altre città siciliane di questo settore che in alcuni comuni/città stanno anch’essi rientrando al lavoro, che ha visto inoltre queste lavoratrici e lavoratori essere sempre minacciati di denunce/repressione, mentre sono già sotto processo penale per occupazione di palazzo e interruzione di pubblica gara.

MA LA LOTTA DEVE CONTINUARE PERCHE’ LA GUERRA E’ TUTT’ORA IN CORSO!

Perché tutte le precarie/precari Assistenti igienico personale devono rientrare al lavoro, il primo gruppo di riassunzioni è un bene ma non possono bastare, e si riapre anche il versante di lotta verso le Coop Sociali sulle riassunzioni dove combatteremo comportamenti illegali e illegittimi dei padroncini, assunzioni che per ora sono fino a dicembre 2021

Perché tutti gli studenti disabili gravi e gravissimi devono avere garantito il pieno diritto allo studio senza alcuna discriminazione

Contro l’arroganza dei palazzi del potere continueremo a lottare perché la si deve fare finita con l’illegalità che da anni calpesta i diritti sacrosanti degli studenti disabili, delle loro famiglie e degli Assistenti.

Il servizio di assistenza igienico personale specializzata deve ripartire non solo a Palermo ma in tutte le scuole superiori della Sicilia da Palermo a Catania, Trapani... ma deve essere garantito anche in tutte le scuole di primo grado.



Verso lo sciopero dell’11 ottobre in cui precarie e precari porteranno con forza la loro lotta nello sciopero… per l’internalizzazione/stabilizzazione dei servizi essenziali

Palermo, 26/09/2021
Slai Cobas sc Palermo/Sicilia

Seguono info e nuovi comunicati sul corso della lotta

26 settembre - Mozione finale dell'assemblea nazionale di Bologna verso lo sciopero dell'11 ottobre.

Seguono alcune modifiche poste nell'assemblea dallo Slai Cobas per il sindacato di classe

L’assemblea nazionale svoltasi il 19 settembre alla sala Dumbo di Bologna rilancia le ragioni dello sciopero generale unitario del sindacalismo di base del prossimo 11 ottobre e pone con forza la necessità di un percorso realmente ricompositivo, che a partire dal protagonismo delle lotte e dei lavoratori dia vita ad un ampio movimento di opposizione di classe al governo Draghi e alle sue politiche di macelleria sociale.Per questi motivi, riteniamo di fondamentale importanza rafforzare quei percorsi che all’indomani dell’esplosione della crisi pandemica hanno saputo porre all’ordine del giorno la costruzione dell’unità delle lotte al di là dalle sigle sindacali di appartenenza: su tutte l’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori combattivi.

Se l’11 ottobre saremo capaci di bloccare davvero alcuni gangli vitali dell’economia capitalistica, questa data potrà oggettivamente costituire uno spartiacque nella storia recente del sindacalismo di classe e combattivo.

Lo sblocco dei licenziamenti, che in due mesi ha già lasciato sul campo migliaia di posti di lavoro (che sono andati ad aggiungersi alle centinaia di migliaia di precari finiti per strada nei mesi passati) ci impone una risposta non solo organizzata, ma anche e soprattutto coordinata su scala quantomeno nazionale e in prospettiva, europea. La costruzione di una rete di collegamento delle realtà in lotta contro i licenziamenti è una necessità non più rinviabile: l’ottima riuscita della manifestazione di sabato scorso a sostegno dei licenziati GKN può costituire un punto di reale ripartenza, a condizione che i lavoratori sappiano individuare chiaramente qual’è la loro controparte: non solo i padroni ed il governo ma anche quei vertici sindacali confederali che firmando lo sblocco dei licenziamenti sono pienamente corresponsabili di quanto sta accadendo. Per questo riteniamo necessaria, qui ed ora, la costruzione di una manifestazione nazionale a Roma che veda insieme in piazza tutte quelle vertenze che resistono e lottano contro i licenziamenti.

Al contempo diviene sempre più urgente avviare un confronto sull’escalation repressiva in atto contro i lavoratori in lotta (Fedex, Textprint, Unes …) e contro i movimenti (disoccupati, No-Tav …): un’offensiva a colpi di fogli di via, denunce, arresti e teoremi accusatori di ogni tipo, che ha creato un clima fertile per il barbaro omicidio del nostro compagno Adil lo scorso 18 giugno, e che può essere adeguatamente fronteggiata solo con l’arma della solidarietà di classe, a partire dalla costituzione una cassa di resistenza unitaria a sostegno di tutte quelle lotte colpite dalla repressione.

L’11 ottobre deve diventare il punto di partenza per una vera controffensiva di classe; lo sciopero generale deve essere uno sciopero politico contro il governo Draghi e contro l’utilizzo capitalistico dell'emergenza pandemica; contro il caro vita e l’aumento delle tariffe; per il rilancio della sanità e la piena tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici; contro l'utilizzo strumentale e antiproletario della campagna vaccinale: no al greenpass, inutile a fronteggiare la pandemia ma utile da un lato a dividere e reprimere i lavoratori, dall'altro a garantire ai padroni la disapplicazione delle misure di prevenzione dal contagio e di tutela della salute sui luoghi di lavoro; per un lavoro di pubblica utilità oppure il salario medio garantito a tutti i disoccupati e le disoccupate; contro il proliferare di contratti precari; per la riduzione generalizzata dell'orario di lavoro, per lavorare tutti e lavorare meno; per la difesa dei contratti collettivi nazionali di lavoro e un aumento generalizzato dei salari più bassi; per il rilancio dell’edilizia popolare e il blocco a tempo indeterminato degli sfratti; contro le politiche di rapina e devastazione dell’ambiente; per far sì che siano i padroni a pagare i costi della crisi con una drastica progressività delle imposte - 10% sul 10% più ricco -; per garantire ai lavoratori immigrati pieno diritto di cittadinanza e cancellare il decreto Salvini; per la piena tutela delle donne lavoratrici, contro ogni forma di discriminazione salariale, di violenza maschile e di sessismo; contro le guerre imperialistiche e per una drastica riduzione delle spese militari a favore della spesa sociale; per costruire una vera rete di collegamento delle lotte in chiave internazionale.

Costruiamo ovunque comitati territoriali di sciopero verso l’11 ottobre; Organizziamo ovunque picchetti e blocchi della produzione, della distribuzione, dei trasporti e dei servizi pubblici e privati.

Il 30 ottobre tutti in piazza a Roma contro il G20 dei padroni.

Toccano uno-toccano tutti.

(Assunto dall'assemblea con la sola dichiarazione contraria sul punto dell'opposizione al green pass da parte dello Slai Cobas sc).

MODIFICHE PROPOSTE DALLO SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE

Dopo la lettura in assemblea della bozza di mozione, vi è stato un intervento dello Slai Cobas sc per modificare alcuni punti della mozione - di queste modifiche è stata accolta nel testo finale solo quella relativa alla "riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario" che nel primo testo era assente.

Riportiamo qui altri appunti - di cui soprattutto 2 trattano di questioni discriminanti:

Sul salario. Oltre che di salario garantito ai disoccupati e disoccupate, a chi ha perso il lavoro, si deve porre la questione degli aumenti salariali per chi lavora, perchè, in questi mesi/anni e nella pandemia con migliaia di operai in cassintegrazione-covid, il salario è stato nettamente ridotto, di quasi il 40%.

Sull'utilizzo strumentale e antiproletario della campagna vaccinale e il greenpass.

Non possiamo in una mozione verso i lavoratori porre la denuncia della questione del green pass – sulla cui critica possiamo essere d'accordo anche se sui contenuti delle critiche bisogna capirsi (noi denunciamo l'uso ipocrita del green pass, al servizio della “normalizzazione” per garantire la produzione e l'aumento dei profitti ai padroni; nella mozione si mette l'accento sull'aspetto divisivo, ecc.),– e non dire chiaramente che noi siamo per la vaccinazione di tutti obbligatoria, chè è questo che non vuole fare il governo, scaricando ancora una volta la responsabilità sulle singole persone. Noi dobbiamo portare tra i lavoratori il discorso della coscienza collettiva, della coscienza di classe; in una pandemia i proletari d'avanguardia, che guardano oltre la propria condizione, devono essere per la vaccinazione di tutti obbligatoria e devono contrastare ogni discorso individualista che non tiene conto dell'interesse collettivo. Quindi o mettiamo sul punto del green passa la nostra richiesta di vaccinazione obbligatoria per tutti, o non siamo d'accordo assolutamente.

Sulla manifestazione del 30 ottobre contro il G20. Il 30 ottobre è molto importante, ma è altro, deve essere altro dallo sciopero dell'11 ottobre! Il 30 ottobre vengono i capi dei paesi imperialisti, i capi dei paesi che fanno le guerre, che provocano la fame nel mondo, che opprimono i popoli, che provocano, loro, le migrazioni di massa, a cui rispondono col razzismo, spesso armato, che sono responsabili del disastro ambientale, dei milioni di morti per la pandemia; i capi dei paesi che all'interno delle loro cittadelle imperialiste e capitaliste portano sfruttamento, miseria, repressione, smantellamento dei diritti, attacco alla salute, ecc. ecc.

Il 30 ottobre si deve porre lo scontro tra reazione/fascismo a livello mondiale e rivoluzione proletaria. Il 30 ottobre si pone il problema che i proletari, i lavoratori manifestino per dire: rovesciamo questo sistema, il potere deve essere operaio.

In questo senso non possiamo vedere il 30 ottobre come mera continuità dello sciopero dell'11 ottobre. Sarebbe sbagliato, economicista.


giovedì 23 settembre 2021

24 settembre - Verso lo sciopero generale dell'11 ottobre - L'intervento per l'Assemblea donne/lavoratrici all'assemblea nazionale del 19 settembre

 


https://drive.google.com/file/d/1_K7DYb7EVGOTFgKaZBZe1mskHT2h3hm0/view?usp=drive_web

Per la maggioranza delle donne la condizione di doppio sfruttamento, precarietà, miseria dei salari, discriminazioni per e sul lavoro, si è manifestata nella maniera più tragica con gli assassinii seriali nelle fabbriche.

Laila El Harim, ad agosto è morta sul lavoro e in modo orribile, assassinata dai padroni, a 40 anni, madre di una bimba di quattro anni, lavorava in un’azienda di imballaggi a Bombonette di Camposanto (Modena), è stata trascinata e schiacciata da un macchinario, una fustellatrice. Anche per Laila, come a Prato per Luana, come per l'operaia di Piacenza finita incastrata coi capelli in una macchina agricola si è trattato di tragedie annunciate: Laila aveva denunciato e segnalato invano più volte il malfunzionamento del macchinario che l'ha uccisa.

Una realtà che non è un caso! Sono assassini che accusano apertamente questo sistema capitalista sfruttatore e criminale in cui la condizione di maggiore necessità e maggiore difficoltà a trovare un lavoro, a mantenerlo viene usata dai padroni che se ne approfittano in pieno per ottenere più lavoro, con meno sicurezza e meno diritti e che in un sistema sociale che trasuda da ogni ambito, sessismo, maschilismo, patriarcalismo si dà anche per scontato.

Gli assassini seriali delle operaie gridano vendetta! E’ una condizione quella della maggioranza delle donne, non solo sul lavoro/non lavoro, ma di vita più in generale che richiede una lotta senza quartiere!

Per le operaie uccise non basta il lutto! Per le operaie e lavoratrici sfruttate e oppresse, porci padroni pagherete tutto! Sono sì slogan che gridiamo nelle iniziative di lotta, ma c’è la necessità ogni giorno di più che si concretizzi in ribellione, in lotta, in azione e organizzazione.

In questo senso lazione messa in campo subito dopo la morte di Laila a Modena con i due presidii organizzati da Slai Cobas s.c. e Si Cobas uno davanti alla fabbrica, l'altro, cittadino, dove abbiamo partecipato come Assemblea donne lavoratrici e Mfpr, si è calata in questa ottica, un segnale piccolo ma immediato e importante di azione e lotta che ha mostrato che così bisogna fare, partendo anche da piccole situazioni ma agendo concretamente, invece di stare su internet a lanciare parole d’ordine; ma poi che lotte si fanno su quelle parole d’ordine?

Oggi l’azione dello sciopero generale dell’11 contro i padroni, contro questo governo al servizio della classe dominante borghese deve calarsi nuovamente e concretamente nella pesante condizione che vive la maggioranza delle donne proletarie in questo paese e che la pandemia ha aggravato e amplificato con la odiosa ipocrisia dei governi che parlano di "aiuti" alle donne per conciliare lavoro e famiglia mentre i padroni licenziano direttamente le lavoratrici o le inducono a dimettersi, lo dimostrano i dati presentati in agosto per esempio dall'Ispettorato in una commissione in Comune Bologna, che mette in fila centinaia di dimissioni volontarie di donne a seguito di orari part-time negati dalle imprese o trasferimenti che rendono complicata la cura dei figli più piccoli.

Mentre aumentano gli orrendi femminicidi ormai quasi quotidiani, una vera e propria guerra di bassa intensità contro le donne.

Questa è una condizione che non può emergere solo l’8 marzo, quando va bene, e poi sparire o che si circoscrive in alcuni momenti solo ad alcune lotte del propria vertenza sindacale, anche quella più conflittuale; proprio perchè si tratta di un attacco a 360 gradi pretende una risposta adeguata che deve guardare ad ogni lotta delle donne/lavoratrici/proletarie che ci può essere in atto grande o piccola che sia e lo sciopero in questo senso può essere un’arma efficace per collegarle.

La lunga lotta delle lavoratrici hotel Gallia che si è chiusa con la loro riassunzione per esempio è una lotta che abbiamo fatto conoscere a livello nazionale e sostenuto concretamente, dandone visibilità, cercando di estendere il sostegno e solidarietà in diverse mobilitazioni da Milano o in Sicilia; come abbiamo fatto con la lotta delle operaie di Bergamo, delle instancabili lavoratrici di Palermo e ultimamente della Dupon a Pavia, e tante altre. Questa è l'ottica e l'azione che si deve porre anche nel percorso verso lo sciopero generale, ma deve essere reciproca, verso tutte le lotte:lotta una lottano tutte”, contro dannose logiche settarie e autoreferenziali.

Questo è la ragione e il lavoro dell’Assemblea nazionale donne/lavoratrici, per creare legami con altre lavoratrici in lotta, o quella che ancora non lottano a cui va portato il messaggio della lotta, per sviluppare il protagonismo diretto delle donne proletarie su tutti i terreni di attacco.

Le inchieste che abbiamo fatto in questi mesi estivi verso lavoratrici di vari settori, dalle operaie di Montello la cui lotta difficile ma di forte resistenza sta portando a processare i padroni il 14 ottobre, ad altre operaie di fabbriche metalmeccaniche, della Evoca, Brembo, alle lavoratrici delle pulizie, precarie del settore turistico e delle coop sociali/servizi di assistenza del sud, lavoratrici della scuola… mettono chiaramente in luce la necessità urgente di riprenderci in mano la lotta, di rafforzarla laddove si fa, di portare il messaggio laddove ancora non c’è. E' per questo che lo sciopero dell'11 deve impattare con tutto questo, finiamola con le generiche affermazioni di “discriminazioni di genere”, basta con il ridurre le donne ad un generico punto della piattaforma che anche gli stessi sindacati confederali sottoscriverebbero.

Si devono portare e si deve invece lavorare per rivendicazioni necessarie, chiare e articolate secondo le diverse situazioni di lavoro, di non lavoro, di precarietà, di doppio sfruttamento, ecc ma anche secondo le diverse situazioni di lotta che si stanno già mettendo in campo (le precarie di città del Sud come Palermo o Taranto lottano in particolare per l’internalizzazzione dei servizi e per un reddito in attesa del lavoro, le operaie Montello lottano contro condizioni sul piano della sicurezza e contro le discriminazioni che subiscono rispetto ai lavoratori maschi, le lavoratrici Ata della scuola costrette a lavorare in condizioni di rischio/stress correlato lavoro amplificato dall’emergenza sanitaria), rivendicazioni che concretizzino e rendano visibile il nuovo protagonismo delle lavoratrici anche nello sciopero generale dell’11 ottobre, perchè anche quando si tratta di obiettivi simili per le donne essi hanno un significato più complessivo; per esempio la rivendicazione del lavoro per tutte le donne è sempre anche un motivo di emancipazione per le donne, ed è legato alla lotta contro le discriminazioni, le oppressioni sul posto di lavoro e in casa.

Questo sciopero è una nuova sfida contro i padroni, il governo in cui la marcia in più delle donne/lavoratrici deve portare una spinta in avanti nel percorso di lotta più generale.


24 settembre - Verso lo sciopero generale dell'11/10: INTERVENTO DELLO SLAI COBAS SC ALL'ASSEMBLEA NAZIONALE DI BOLOGNA

 

 intervento slai cobas sc.mp4 

 


 

Necessario più che mai lo sciopero contro padroni, governo,
e sindacati collaborazionisti

23 settembre - Verso lo sciopero generale dell'11/10: INTERVENTO OPERAIO DALMINE SLAI COBAS SC ALL'ASSEMBLEA NAZIONALE DEL 19 A BOLOGNA

 

  intervento slai cobas sc dalmine.mp4


 

La centralità delle fabbriche nello sciopero dell'11 ottobre

lunedì 20 settembre 2021

20 settembre - Comunicato a cura dello Slai Cobas sc: IMPORTANTE RIUSCITA DELL'ASSEMBLEA NAZIONALE DEL 19 SETT. VERSO LO SCIOPERO GENERALE DELL'11 OTTOBRE

 400 lavoratori, lavoratrici ieri hanno riempito la sala Dumbo a Bologna per l'assemblea nazionale in preparazione dello sciopero generale nazionale dell'11 ottobre. Si è svolta in un clima combattivo, riscaldato in alcuni momenti anche dagli slogan dei lavoratori, soprattutto immigrati, venuti dalle lotte dure, difficili, represse, ma mai sconfitte, della logistica ("la lotta è dura ma non ci fa paura..." e altri). 

Un'assemblea rappresentativa delle effettive realtà di lotta, sia dei lavoratori e lavoratrici, operai di fabbrica, realtà sociali di lotta, che delle organizzazioni sindacali combattive e di classe, il Si.cobas e Slai Cobas per il sindacato di classe, che da tempo stanno lavorando per lo sciopero dell'11 ottobre.

Tanti sono stati gli interventi, soprattutto delle realtà di lotta, come gli interventi delle organizzazioni sindacali sulle ragioni sempre più urgenti dello sciopero generale, sul significato importante per tutti i lavoratori dell'11 ottobre per unire, elevare le lotte in corso nei vari posti di lavoro in una lotta generale contro padroni, governo, ma anche contro i sindacati collaborazionisti (come diceva uno striscione nella sala), e cominciare a far pesare a livello nazionale i lavoratori per cambiare i rapporti di forza. 

Riportiamo il link del video dell'intera assemblea realizzato dal Si.cobas per restituire a tutte le lavoratrici, lavoratori, giovani, donne, compagni il dibattito che c'è stato:  

https://it-it.facebook.com/sicobas.lavoratoriautorganizzati.9/videos/2798674047047434/

Un dibattito, in alcuni momenti, e secondo noi questo è ancor più necessario, anche franco, che non vuole nascondere i problemi del cammino necessario per una battaglia comune sindacale di classe, combattiva e anticapitalista (su questo invitiamo ad ascoltare gli interventi - che pubblichiamo in altri post - dello Slai Cobas sc).

L'assemblea si è conclusa con una bozza di mozione - che ancora deve essere definita - sia perchè

all'atto della sua lettura molti erano dovuti andare via, sia perchè venga migliorata affinchè risponda e sia in sintonia con le lotte avanzate dei lavoratori su tutti i campi dello scontro attuale ma anche perchè il suo messaggio, la sua piattaforma venga riconosciuta pure dai lavoratori ancora non in lotta, dovunque siano.    

La riuscita dell'assemblea del 19 ha fatto miseramente fallire il tentativo di buona parte dei sindacati di base, con il loro defilamento all'ultimo momento, di indebolire il lavoro per lo sciopero generale. In realtà si è dimostrato che è importante l'unità di tutte le realtà per la riuscita dello sciopero, ma questa unità o è al servizio della crescita della lotta combattiva, di classe dei lavoratori, o diventa una catena che prima o poi si rompe. E, come è stato detto in assemblea al Si.cobas in particolare: non si può sollevare una pietra (l'intersindacalità), che poi rischia di cadere sui piedi, se non si opera nello stesso tempo per l'autonomia delle realtà di classe e combattive. 

 


la locandina/volantino, con la parola
d'ordine, portata a Firenze dallo
Slai cobas per il sindacato di classe

 Dobbiamo anche dire che realtà che ieri, soprattutto delle fabbriche in lotta, non erano all'assemblea, o non hanno comunque fatto sentire la loro voce (dalla Gkn - che il giorno prima aveva fatto la grande manifestazione a Firenze -, alla Whirpool, alla Stellantis, e altre), sbagliano. 

Questo battaglia contro padroni, governo, Stato la si può affrontare se tutte le lotte e le realtà, grandi o piccole che siano, soprattutto operaie, si uniscano, non si illudano di vincere da soli, per trovare invece insieme la strada difficile per opporre la guerra di classe dei proletari alla guerra che fanno padroni e governi, in autonomia/distinzione/contrapposizione dai sindacati confederali. 



sabato 18 settembre 2021

18settembre - VACCINAZIONI - CONTRASTIAMO LE POSIZIONI DI UNA ESTREMA MINORANZA NELLA SCUOLA e nel fronte del sindacalismo di base e di classe

Lo Slai Cobas per il sindacato di classe è nettamente contrario alla posizione e prassi del "Coordinamento docenti e Ata contro il green pass. A partire dal fatto che è una estrema minoranza il personale della scuola che non si è vaccinato e non vuole vaccinarsi. Pochissimi, pertanto, in nome di una difesa individualista, becera e cieca si pongono in contrasto con la maggioranza e se ne fregano della salute e sicurezza collettiva in una pandemia.

L'abbiamo detto e ripetiamo: o la critica al green pass (che noi facciamo ma da un punto di vista di classe, in cui il governo scarica sui singoli lavoratori una scelta individuale, invece che risolvere una condizione collettiva in una situazione di pandemia e risolvere i problemi strutturali della sanità che hanno trasformato una pandemia in strage) si accompagna alla priorità della vaccinazione per tutti obbligatoria o, di fatto, per quante distinzione si dicono di fare, sono posizioni simili a quelle fasciste dei no vax, Meloni, ecc.

Noi siamo decisamente contro che nella piattaforma dell'11 ottobre si inseriscano rivendicazioni equivoche sul “NO” al green-pass, mentre si deve inserire chiara la rivendicazione della vaccinazione di massa.

Slai Cobas per il sindacato di classe

 

IL COMUNICATO del COORDINAMENTO NAZIONALE DOCENTI E ATA CONTRO IL GREEN-PASS
L’auspicio che si inauguri una “stagione di disciplina”, formulato recentemente dal Presidente del Consiglio Draghi, è stato accolto e interpretato, da molti protagonisti della scena politica e pubblica, come un compito da svolgere con grande diligenza: c’è chi, come i premurosi e solleciti sindacati concertativi, invoca un obbligo vaccinale che nessun paese europeo ha imposto, senza aver avuto alcun mandato da parte dei lavoratori e delle lavoratrici, e c’è chi si impegna ad insultare e compulsare, con la nota sensibilità da varano, i lavoratori del pubblico impiego, prospettando l’estensione a tutto il settore del lasciapassare verde, cioè del green-pass, definito “geniale” in ragione della doppia (op)pressione, psicologica ed economica, che esso esercita su chi ha scelto di avvalersi del suo diritto costituzionalmente garantito di non vaccinarsi, senza per questo venir meno ai suoi doveri di solidarietà sociale. 
Il personale della Scuola che ha costituito il Coordinamento nazionale docenti ed ata contro il green-pass, all’inizio di questo complicatissimo anno scolastico, che vede docenti ed ata alle prese con ipotesi anche radicali e drammatiche di reazione all’obbligo di esibire un titolo attestante il proprio status sanitario per accedere al proprio istituto, pena la sospensione dallo stipendio e la “smaterializzazione” del proprio stesso corpo (senza il green-pass si è considerati assenti!), continuerà ad offrire uno spazio di confronto aperto a quanti, vaccinati e non vaccinati, percepiscono il green-pass come una misura illegittima, nonché come un furbo e vessatorio espediente per scaricare su chi non ha voluto o potuto vaccinarsi la responsabilità dei mancati interventi per mettere in sicurezza le scuole, ripetutamente richiesti dalle “piazze pandemiche” e anche per quest’anno ridotti al simpatico ed amichevole invito a tenere aperte le finestre in aula pure col gelo siberiano. 
Il gruppo organizzerà altre iniziative unitarie di lotta per la revoca del provvedimento ricattatorio che impone il green-pass, del tutto privo di ricadute sull’andamento dei contagi ma capace, invece, di estenuare i lavoratori, umiliandoli, depauperandoli e costringendoli, nel caso, ad effettuare tamponi con sadica e parimenti inutile frequenza. Già il 30 agosto scorso il Coordinamento ha dato vita ad un riuscito presidio davanti al Ministero dell’Istruzione, che ha visto almeno 500 persone radunarsi per protestare in modo assolutamente pacifico e civile. 
Duole riconoscere che in questa battaglia per la salvaguardia e la riaffermazione di principi democratici elementari e oggettivamente lesi, la stampa risulta essere troppo spesso parziale e negligente nel riportare le contestazioni alle direttive del governo, amplificando episodi marginali, spesso addirittura artatamente provocati, ed omettendo di riportare le voci di chi avanza rivendicazioni sacrosante, con argomentazioni convalidate dalle analisi e dalle denunce di illustri ed autorevoli giuristi e intellettuali, firmatari di accorati ed allarmanti appelli contro il green-pass. 
La manifestazione del 30 agosto, ad esempio, nel corso della quale è stato anche protocollato, al Ministero, un documento redatto dal gruppo e contenente precise istanze per la Scuola, è stata liquidatoriamente riportata come una piazza “no-vax” - un’etichetta nata per demonizzare e criminalizzare ogni critica alla gestione governativa della pandemia -, nonostante gli organizzatori del presidio avessero rilasciato diverse interviste contestuali e successive, cui le redazioni non hanno avuto interesse a dare spazio, ritenendo, evidentemente, di aver esaurito il proprio dovere di cronaca nell’enfatizzazione di un singolo episodio occorso, peraltro, prima dell’inizio della manifestazione. Ovviamente, nonostante si sia aperto qualche spiraglio, nel mondo dell’informazione, proprio perché la verità dirompe e prorompe, soprattutto quando viene a lungo compressa, è assai flebile la speranza di vedere, in una delle tante trasmissioni di approfondimento televisivo, qualche sostenitore della libertà di scelta e, dunque, contrario al coercitivo green-pass, per tutte le ragioni più volte esposte. 
Consapevole del pesante clima di intimidazione, irreggimentazione e limitazione, il Coordinamento invita tutte e tutti i lavoratori della Scuola a resistere, con le modalità a ciascuno/a e per ciascuno/a più idonee e fruttuose, evitando di contrapporre in modo asfittico e controproducente il rifiuto totale del green-pass, culminante nella sospensione “funzionale” al ripristino del diritto violato, alle diverse e non meno dignitose strategie attendistiche di resistenza attiva. 
A proposito di resistenza, infine, nel ricordare che sono state intraprese, da diversi avvocati e sindacati, numerose e significative iniziative legali per l’abrogazione del green-pass, indirizzate sia alla magistratura nazionale che alla Corte Europea, cui è possibile aderire, attigendo le informazioni ai numerosi canali alternativi alla vulgata mainstream attivati sui social, il Coordinamento segnala le seguenti prossime azioni di lotta, cui aderisce ed esorta ad aderire, conscio della grave emergenza, nell’intento di amplificare le ragioni del dissenso e i suoi spazi di agibilità politica, pur senza avere legami organici o contiguità ideologica e operativa con alcune delle forze promotrici:
1. SCIOPERO CONTRO L’OBBLIGO DI POSSESSO ED ESIBIZIONE DEL GREEN-PASS PER ACCEDERE AGLI ISTITUTI SCOLASTICI, indetto da ANIEF e SISA PER L’INTERA GIORNATA, NELLA DATA DI INZIO DELLE LEZIONI dell’anno scolastico 2021/2022
2. MOBILITAZIONE NAZIONALE DI “PRIORITA’ ALLA SCUOLA” (Movimento composto da genitori, insegnanti, educatori/trici e studenti/esse) il 20 SETTEMBRE 2021 in tutte le piazze d’Italia, per chiedere l’adozione di politiche di investimento nella Scuola pubblica e statale e la riduzione delle sperequazioni tra Regioni
3. SCIOPERO GENERALE DEI SINDACATI DI BASE UNITI (Cobas, Unicobas, Cub, Usb, Sgb, SI Cobas, Usi, AdlCobas ed altri), PER L’INTERA GIORNATA DELL’11 OTTOBRE.
Riguardo all’ultima iniziativa, il Coordinamento, plaudendo alla raggiunta unità delle sigle, chiede con forza che i sindacati coinvolti inseriscano nella condivisibile piattaforma di rivendicazioni il più fermo “NO” al green-pass e alla sua logica inaccettabilmente ritorsiva contro i lavoratori e le lavoratrici.
Oltre a monitorare le iniziative ufficialmente lanciate e a parteciparvi, il Coordinamento continuerà a creare ulteriori occasioni di protesta e a sostenere, a livello pubblicistico e culturale, la necessità di uscire dall’emergenza pandemica senza sacrificare diritti e scelte che godono di tutela costituzionale e sovranazionale. 
Il nuovo anno scolastico impone ai docenti e agli ata di testimoniare quella passione per il comune ruolo educativo che è sottesa alla vita scolastica e che non era mai stata così duramente e direttamente attaccata, specie se si tiene conto della pressione vergognosa esercitata sui giovani, la cui vita sociale viene negata e la cui libertà viene condizionata ad una scelta che è e deve restare assolutamente volontaria e legata a personali valutazioni.   
Non bisogna rassegnarsi né arrendersi, perché, come dicevano gli Antichi, “gutta cavat lapidem”, la goccia scava la pietra. E la nostra rabbia ci trasforma in gocce corrosive. Buon anno di lotta a noi!


18 settembre - ABERRAZIONI E CONFUSIONE NEL NOSTRO CAMPO

 

Comunicato

mettere insieme la repressione verso avanguardie del movimento e lotte dei lavoratori e le inchieste contro fascio/nazisti Novax è gravemente sbagliato e disorientante e richiede che tutte le forze del sindacalismo di classe, dell'opposizione politica proletaria e rivoluzionaria si dissociano da simili aberrazioni che nulla possono avere a che fare con un patto d'azione anticapitalista e meno che mai con un fronte unico di classe

Slai Cobas per il sindacato di classe

18 settembre 2021

Il 17/09/2021 22:34, Il pungolo rosso ha scritto:

Care/i compagne/i,
abbiamo postato questa mattina la denuncia di un altro grave fatto repressivo contro il Movimento 7 novembre: l'imputazione per una sua attivista di associazione a delinquere. Ieri il compagno Emilio dei No Tav; oggi la compagna Maria del Movimento 7 novembre; ieri l'altro ingenti forze di polizia contro il picchetto alla Unes di Trucazzano e i fogli di via a 13 licenziati... e potremmo continuare a lungo in questo elenco, mettendoci dentro anche la ridicola accusa di "terrorismo" scagliata contro alcuni dei partecipanti alle proteste "no green pass", al netto di ogni giudizio di merito su queste proteste. 
Anche dal lato del contrasto alla repressione statale, sempre più stringente, urge una risposta di classe unitaria, urge dare forza alla preparazione dello sciopero generale dell'11 ottobre e all'Assemblea di domenica a Bologna.

Il Pungolo rosso - com.internazionalista@gmail.com



18 settembre - FEDEX: UNA TRATTATIVA A PERDERE

 

Incontro Fedex-SI Cobas “Ricollocamenti per almeno la metà dei lavoratori”

Si è tenuto l’incontro fra il sindacato S.I.Cobas e i rappresentanti della multinazionale Fedex, alla presenza anche del fornitore Alba Srl, in merito alla chiusura dello stabilimento piacentino avvenuta il marzo scorso, che aveva comportato il licenziamento di 280 lavoratori.

Il S.I. Cobas spiega con una nota stampa che ultime settimane ha sollecitato più volte il Ministro del Lavoro Andrea Orlando, il quale aveva promesso che Fedex avrebbe avanzato una proposta di ricollocamento dei lavoratori coinvolti. Tale proposta era attesa per venerdì scorso, ma al suo posto è giunta una nuova richiesta di incontro per a Roma. All’incontro nella giornata di venerdì 17, Alba Srl e Fedex – afferma la nota – hanno proposto una soluzione per 51 posizioni coinvolte, di cui 23 sull’hub di Bologna, 27 all’hub di Firenze e 1 all’hub di Ancona, assunti direttamente dalla multinazionale americana.

Il S.I. Cobas ha rifiutato la proposta, sostenendo che non è disponibile a trattare sotto la metà dei complessivi 280 lavoratori in quanto a ricollocamenti. A questo punto Fedex ha proposto per la restante parte un incentivo all’esodo, rispetto al quale il S.I. Cobas ha ribadito che qualsiasi incentivo deve essere su base volontaria in subordine al ricollocamento. L’azienda ha chiesto qualche giorno per valutare la controproposta del S.I.Cobas rispetto ai ricollocamenti – conclude la nota del sindacato autonomo – se la risposta non sarà esaustiva riprenderanno le azioni di sciopero dei lavoratori.


venerdì 17 settembre 2021

Palermo - Le precarie Assistenti igienico personale di nuovo in lotta... VERSO LO SCIOPERO GENERALE DELL'11 OTTOBRE

Palermo - Le Assistenti igienico personale e genitori di studenti disabili in protesta il 16 settembre contro il mancato avvio del servizio di assistenza specializzata nelle scuole...

VERSO LO SCIOPERO GENERALE DELL'11 OTTOBRE

Per l'internalizzazione dei servizi scolastici e la stabilizzazione del lavoro, basta precarietà e disoccupazione

Per un reddito garantito in attesa del lavoro

Per la piena garanzia del diritto allo studio di tutti gli studenti

Contro le politiche di macelleria sociale del governo Draghi

Contro la repressione delle lotte

(queste lavoratrici come tanti altri lavoratori stanno subendo un processo penale per avere difeso il loro diritto al lavoro, prossima udienza a dicembre)








https://palermolive.it/scuola-studenti-fragili-penalizzati-assistenza-studenti-fragili/?fbclid=IwAR0XnsxNGBsqNnge3KLVvXLuljbFWOuffFCCWm01klsR-cFInvpBgWtFL2U

https://palermo.repubblica.it/cronaca/2021/09/16/news/inizia_la_scuola_ma_non_per_tutti_cosi_la_burocrazia_ha_lasciato_a_casa_gli_alunni_disabili-318098073/?fbclid=IwAR0-RTUbRj4qooKuoTpmwBnAAnwhvdCZQGv-G_vUP581CNthhrdFKOSr5gw



 

giovedì 16 settembre 2021

FEMMINICIDI - E' UN'EMERGEMZA CHE RICHIEDE EMERGENZA DI COMPRENSIONE E LOTTA!

sette-donne-uccise-negli-ultimi-dieci-giorni

Ogni giorno donne, operaie vengono uccise dagli uomini, dai loro mariti o conviventi.

Questo richiede che anche tra i lavoratori d'avanguardia ci sia una vera comprensione del perchè aumentano i femminicidi e il loro stretto legame con la situazione di reazione, humus fascista, attacco in generale e che colpisce tutti.

Per questo chiamiamo i lavoratori con coscienza di classe, le realtà di lotta di classe e combattive a ritenere questo strategico fronte di lotta delle donne, anche un fronte politico, ideologico, di lotta della classe operaia, per una nuova umanità.

Lavoratrici Slai cobas per il sindacato di classe
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Ridurre i femminicidi a casi individuali, come il più delle volte fanno giornali e Tv, o anche personaggi istituzionali è voler "normalizzare", quando questi femminicidi gridano una vera e propria guerra di bassa intensità contro le donne, una guerra di emergenza, che richiede risposte di emergenza soprattutto da parte delle stesse donne. 
Negli anni 70/inizio 80 quando vi era un grande movimento delle donne, e migliaia quasi ogni giorno scendevano in piazza e imponevano a tutti la volontà, la forza delle donne, i femminicidi e gli stupri erano pochi; a dimostrazione che solo la lotta collettiva delle donne è una diga e che questa oggi bisogna ricostruire. 
Il sindaco di Agnosine, Giorgio Bontempi, ha commentato: "Parliamo di una famiglia normale, due grandi lavoratori non si riesce a capire...". Invece si capisce benissimo - e chi lo copre è oggettivamente, se non soggettivamente complice. Si capisce se si vuole guardare a tutto quello che succede intorno, alla natura di questa società borghese, al clima odierno sempre più reazionario, fascista nei "valori" che si espande e inquina, ammorba tutto e tutti.

Si tratta di una tendenza che andrà purtroppo accentuandosi e che può trovare come risposta soltanto una mobilitazione diretta delle donne.

In questo senso le uccisioni non si potranno fermare, né ci sono interventi di legge, di controllo che possano frenarli. Il moderno fascismo le alimenta a livello di massa: le uccisioni hanno la caratteristica di essere ripetitive, emulative. La stampa, la televisione sono in questo uno strumento fondamentale: amplificano o minimizzano o nascondono, su alcune vicende costruiscono dei talk show osceni, su altre fanno calare il silenzio; in questo modo indirizzano e/o deviano l’attenzione, impongono idee, giudizi, con criteri di scelta/selezione spesso razzisti, di classe o che comunque rispondono all’utilizzo di tali uccisioni e violenze per rafforzare la politica, l’ideologia, i “valori” dominanti e nasconderne la cause sociali, lì dove invece i motivi di questa recrudescenza di uccisioni delle donne vanno visti sempre come espressione della condizione generale delle donne e della realtà sociale. 

Spesso si tende a motivare il femminicidio come vicenda privata, frutto della gelosia, o di un raptus di follia. Ma anche esaminando specifici episodi, vediamo che i singoli uomini che uccidono trovano l’humus adatto, favorevole, che in un certo senso li fa sentire legittimati, niente affatto in colpa, anzi, quasi autorizzati. “Tu devi essere mia, o sei mia o non sei”. Questo humus è il moderno fascismo e questo rende differente oggi la questione della violenza sulle donne ed in particolare le uccisioni, fatte prevalentemente reazione, a volte preventiva,  alle donne che si vogliono ribellare, che vogliono rompere legami oppressivi - ruolo della famiglia.

Oggi le donne sopportano meno, rompono i rapporti, si ribellano, cacciano i fidanzati, i mariti ecc; è la rottura del concetto di possesso, di proprietà, che c’era anche prima ma che oggi, da parte delle donne viene messo in discussione, non viene accettato.

Queste uccisioni e violenze sono delitti fascisti, perchè mossi da una concezione di supremazia, di odio, di attacco verso chi dovrebbe essere succube e invece si ribella. Sono delitti fascisti perchè uccidono le donne in quanto donne. Come fascista è spesso il clima generato di complicità diffusa pre e post uccisioni, in cui gli uomini vengono considerati perbene, e chi sa non parla e copre non solo perchè ha una concezione individualista, ma perchè ha la stessa concezione maschilista verso le donne.

L’altra questione che rende “nuovo” il femminicidio è il ruolo oggi della famiglia. La famiglia è stata sempre terreno di oppressione per la donna, di tomba dell’amore, di ghetto. Noi diciamo “in morte della famiglia” perché la maggior parte delle uccisioni avvengono nell’ambito familiare o di rapporti familiari. Che cos’è la famiglia? Perché la famiglia è morte? In termini sociali è la cellula della società, che esprime in sintesi processi, contraddizioni che avvengono poi nell’intera società. Il problema è che ora la famiglia, da un lato effettivamente è in crisi, non riesce più a conservare, ad essere un elemento di conservazione, nello stesso tempo viene iper-esaltata dalla Chiesa, dal governo, dallo Stato.


Movimento femminista proletario rivoluzionario.