lunedì 31 luglio 2023

1 agosto - dal blog proletari comunisti: Salario minimo e lotta per aumenti salariali

 

1) Chiaramente il governo Meloni come sta facendo la lotta ai poveri, ai senza reddito, disoccupati, a tante donne e famiglie che non possono neanche mangiare, togliendo a 169 mila da domani il reddito di cittadinanza (comunque una miseria, "spiccioli" in confronti alle spese di Ministri, sottosegretari, parlamentari, e ancora più spiccioli in confronto ai finanziamenti ai padroni e ai miliardi di spese militari per la guerra), accompagnando questa mannaia da un campagna mediatica nei giornali governativi oscena, della serie: la colpa di non avere lavoro è di chi non lo vuole trovare, ed è quindi lui colpevole della sua povertà... e vuole pure un reddito...; e tutto questo mentre in questi stessi giorni aumentano i prezzi dei generi alimentari, della spesa minima quotidiana, aumenta la benzina; il governo sul salario minimo ha deciso di rinviare il tutto in autunno - un rinvio (mossa della Meloni per cercare di attutire lo scontro parlamentare) che di fatto sarà un nuovo NO! 

E' un'altra mano ai padroni, che sfruttano lavoratori e soprattutto lavoratrici con contratti poveri e poverissimi, nel sud un lavoratore su 2,7, pari al 37 per cento, ha una paga oraria inferiore ai 9 euro.

Quindi, la rivendicazione di una legge sul "salario minimo" che riguarderebbe migliaia di lavoratori delle pulizie, servizi, turismo, cooperative sociali, ecc., va oggi sostenuta perchè è parte della lotta contro il governo dei padroni che, come per i poveri, considera i lavoratori e le lavoratrici precarie, a sottosalario un fastidioso peso.

2) Per la Confindustria di Bonomi il salario minimo, rinvio o non rinvio, non gli tocca - "non è un tema che riguarda Confindustria". I nostri contratti sono sopra quella cifra di 9 euro... Si dice che si pagano poco i lavoratori ma non è l'industria italiana".

Quest'ultima affermazione è un falso. I salari, come dicono le stesse statistiche, nel Mezzogiorno in generale hanno perso il 12% di potere reale, e nel Centro-Nord il 3%. Quindi, sono anche questi "salari minimi"! E gli operai anche di questi settori, di medie e grandi aziende non ce la fanno più a vivere con quel poco salario, e vengono ridotti anch'essi a lavoratori poveri. 

1 agosto - da Napoli: REDDITO DI CITTADINANZA: CHE FARE?

 

Il Governo Meloni, in continuità con il Governo Draghi, continua l'attacco ai disoccupati e lavoratori. Con un SMS lascia per strada 169mila famiglie.

Mentre si aumentano le spese militari, non si toccano paradisi fiscali, i profitti miliardari, si porta avanti la pace fiscale per evasori, in Campania - contemporaneamente al taglio dei finanziamenti per i progetti di riqualificazione delle nostre periferie - ci saranno 37 mila nuclei, oltre 21 mila nella provincia di Napoli da agosto, più ricattabili accettando lavori di merda, sottopagati e senza un salario dignitoso.

Noi siamo da anni in piazza contro disoccupazione, precarietà, sfruttamento e per garantire la redistribuzione del lavoro necessario dal punto di vista sociale ed ambientale. E la stessa nostra vertenza è uno strumento per unire i bisogni materiali immediati e l'opposizione alle politiche governative.

Crediamo che le giuste e speriamo tante iniziative anche spontanee che si stanno determinando devono alimentarsi dentro un piano chiaro ed evitare che forze politiche istituzionali possano imprigionare la disponibilità alla lotta dei percettori e non.

Per cui crediamo che bisogna una campagna unitaria ed un percorso di lotta contro l'economia di guerra ai poveri, l'aumento delle spese militari e dei vitalizi e lo stop del reddito di cittadinanza: per un salario minimo intercategoriale ed un reddito per campare, per un piano del lavoro socialmente necessario, per ridurre l'orario di lavoro a parità di salario:

- Rafforzare le lotte dei disoccupati/e

- Costruire comitati di quartiere di riferimento

- Partecipare a tutte le prossime iniziative

- Lanciare mobilitazione unitaria a Napoli

- Sostenere scioperi del sindacalismo di classe

- Organizzare piazza nazionale a Roma

Ci vediamo all'iniziativa spontanea di Mercoledì h 10:00 a Porta Capuana.


31 luglio - TARNTO: Stamattina all'appalto Acciaierie presidio/comizio sulla recente morte di Antonio Bellanova

Vari dibattiti con gruppi di operai. Tra le cose dette dagli operai: 

"non doveva succedere questa morte...", "i sindacati in fabbrica sono inesistenti...", "dobbiamo chiedere aumenti salariali e riduzione orario di lavoro... in tante ditte col caldo non si può lavorare", "il governo non vuole neanche il salario minimo ma anche con 10 euro non si riesce a vivere...", "dovremmo fare come in Francia..."


 

IL COMIZIO DELLO SLAI COBAS:

 https://drive.google.com/file/d/1-SiuTXfv7PESBerMhposrpcLB9dCzRQ4/view?usp=sharing

 

IL VOLANTINO DIFFUSO 



domenica 30 luglio 2023

30 luglio - TARANTO: LUNEDÌ 31 LUGLIO PRESIDIO ALLA PORTINERIA INDOTTO E ASSEMBLEA AL PORTO

La morte di Antonio Bellanova di 31 anni, giovane

 operaio dell’Ecologica facente parte dell’appalto

 Porto ed ex Ilva

NON DOVEVA SUCCEDERE!

E’ la terza morte che si verifica 

in meno di tre anni al porto. 

Questa morte ha colpito un 

operaio in contratto di 

somministrazione, a basso 

salario, che pur di lavorare ‘si è 

sempre massimamente impegnato nel lavoro’, come dicono i 

suoi colleghi. E invece è morto, schiacciato da un ecoballa.

Se non vogliamo morti sul lavoro devono finire i contratti 

precari, i bassi salari, le condizioni di lavoro in mancanza di 

sicurezza, la giungla degli appalti, gli appalti al massimo 

ribasso. Il taglio dei costi sulla sicurezza e salute.

Noi vogliamo innanzitutto contratti stabili a tempo 

indeterminato, qualunque sia il tipo di lavoro e 

qualunque sia il committente.

No al contratto Multiservizi, vogliamo un contratto 

unico, metalmeccanico alle Ditte e portuale al porto,

 con clausola sociale.

Vogliamo che i lavoratori esprimano delegati Rls 

dotati di potere e messi al riparo da rappresaglie 

padronali, che possano essere un riferimento quotidiano 

dei lavoratori in materia di sicurezza.

Vogliamo una postazione ispettiva effettiva e 

permanente al porto, Acciaierie e appalto, e in tutta l'area

 industriale.

Le condizioni di lavoro al porto, i contratti precari 

testimoniano se non la complicità sicuramente l'assenza di

una tutela sindacale quotidiana e corrispondente alla 

situazione. 

Serve una lotta continuata, oltre lo sciopero 

immediato, necessario e obbligato, che metta i 

lavoratori in condizione di ottenere risultati

rafforzare la convinzione, la speranza che si fermi la 

catena delle morti, originata sempre e comunque dalla 

logica della produzione in ogni condizione, dello scarico 

dei costi sulla pelle dei lavoratori, dalla maledetta, 

permanente logica del profitto capitalistico.

SLAI COBAS per il sindacato di classe

WA 3519575628 – slaicobasta@gmail.com via Livio Andronico 47 Taranto


30 luglio - SABATO A TARANTO

 sabato manifestazione a Taranto contro legge Varchi anti maternità surrogata 

adesione Slai Cobas intervento mfpr in piazza


il volantino mfpr

 

MATERNITA’ SURROGATA: NO A REPRESSIONE, 

NO A IPOCRISIE SU DONNE E BAMBINI

Nei giorni scorsi è passata in parlamento l’oscena/illegale proposta di legge sulla “maternità surrogata come reato universale”. Governo, partiti in parlamento denunciano la maternità surrogata in nome di posizioni e concezioni di destra, familiste, del ruolo della donna come riproduttrice al servizio solo della "sacra famiglia: "donna, uomo, bambino" famiglia di pura razza bianca, occidentale. Sono contro la GPA con la stessa ideologia reazionaria, cattolico-integralista con cui sono contro il diritto d'aborto, la maternità come scelta della donna, la fecondazione artificiale, e oggi contro il riconoscimento dei figli di coppie omogenitoriali.

Coprono queste posizioni con una grossa squallida ipocrisia sui bambini, sulla famiglia, sulle stesse donne.

Non si può permettere, ancora di più oggi che chi, il governo Meloni e in parlamento, appoggia e alimenta la guerra - che è la più feroce, orrenda arma degli Stati, governi imperialisti per uccidere i "diritti" dell'umanita'; chi lascia morire in mare decine e decine di bambini - possa passare per difensore dei bambini.

QUESTO OGGI E' IL PRIMO FRONTE DI LOTTA, contro questa crociata da moderno medioevo.

Occorre contrastare, combattere la proposta di legge, prima di tutto nelle piazze, come stasera.

No a leggi che hanno come unico scopo la repressione. 

Primo, perchè chi dovrebbe fare le leggi per reprimere sono gli stessi Stati imperialisti che portano avanti la massima oppressione istituzionalizzata verso le donne in tutti i campi, che massacrano donne e bambini - pensiamo ai migranti, ai bombardamenti, a quanto succede in Palestina, ecc,, a cui l'Italia ampiamente contribuisce, con la fornitura di armi e gli accordi neocolonialisti con i regimi reazionari/assassini, come Libia, Tunisia, nello scambio: blocco migranti/affari per i padroni italiani.

Secondo, perchè in questo sistema capitalista come, avviene per la prostituzione, per l'aborto clandestino, sono poi anche le donne che verrebbero colpite dagli interventi repressivi, diventando due volte vittime.

E' evidente che la maternità surrogata in questo sistema capitalista/imperialista nella grande maggioranza dei casi è sfruttamento violento del corpo delle donne. E' espressione di una inaccettabile disparità, che è soprattutto di classe. In generale si tratta di un rapporto mercificato: c'è chi compra perchè ha i soldi, c'è chi vende perchè ha bisogno di soldi.

Quindi non è un rapporto di volontà alla pari. Non ci può essere in un sistema sociale basato sulla divisione in classi. La stragrande maggioranza delle maternità surrogate avvengono sfruttando la povertà delle donne, e soprattutto delle donne dei paesi del terzo mondo, mettendo in luce, anche su questo. il rapporto di dominio, di oppressione, di rapina da parte dei paesi imperialisti verso le popolazioni dei paesi dipendenti. Finchè ci sono le classi, finchè c'è l'imperialismo e le popolazioni schiacciate da esso, finchè le donne sono doppiamente sfruttate e oppresse, non si può parlare di libertà.

Ma occorre sgombrare il campo dalle ipocrisie borghesi.

Viene tanto e in tanti modi sfruttato, violentato il corpo delle donne, che i neofiti “difensori delle donne” non possono certo emergersi a loro difensori. Oggi, proprio da questo governo e dai suoi Ministri, con la campagna sulla natalità, le donne sono considerate "macchina di riproduzione" per dare forza-lavoro per il capitale e corpi per la guerra.

Poi, quante donne, nel rapporto di subordinazione che sono costrette a vivere con il proprio uomo, fanno figli perchè glielo impone il marito, la famiglia (d'origine o quella del marito), figli da loro non desiderati o frutto a volte anche di violenza sessuale, e quindi niente affatto di "libera scelta"; questo non è abbastanza simile alla Gpa (Gravidanza per altri)? Le nostre sorelle "prostitute" non vendono il loro corpo ad altri? Fra un pò ci sarà anche per loro una legge repressiva "universale"? 

Si dice: "invece che Gpa, adozioni". Ma anche questa è ipocrisia! In tante adozioni - soprattutto nei paesi dipendenti dall'imperialismo - si tratta di bambini partoriti da una donna che è stata, però, impossibilitata a tenerli, per vari motivi (in primis la povertà) e presi, divenuti figli di coppie al 90% occidentali. Dov'è la differenza?

Senza rovesciare questo sistema barbaro, sessista, marcio dentro, fascista, senza costruire una nuova società, socialista verso il comunismo, in cui centrale è il ruolo diretto delle donne nella rivoluzione e nella rivoluzione nella rivoluzione, non ci può essere liberazione delle donne e dell’intera umanità.

Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario

mfpr.naz@gmail.comWA 3339199075 – c/o sede Slai cobas via L. Andronico, 47 Taranto



27 luglio - Basta morti per il profitto dei padroni! - dal blog tarantocontro

 

Lo Slai Cobas per il sindacato di classe di Taranto, a fronte della morte del giovane operaio Antonio Bellanova di 31 anni, esprime innanzitutto la vicinanza solidale alla famiglia del giovane operaio e a tutti i suoi colleghi di lavoro colpiti da questo lutto. 

Ma siamo soprattutto indignati perchè questa morte non doveva succedere! Peraltro è la terza morte che si verifica in meno di tre anni al porto. Siamo indignati perchè questa morte ha colpito un operaio in contratto di somministrazione, cioè precario, a basso salario, che pur di lavorare e portare il "pane" alla famiglia si è sempre massimamente impegnato nel lavoro, come dicono i suoi colleghi. E invece è morto, schiacciato da un ecoballa.

Ogni parola è superflua su questo! 

Se non vogliamo morti sul lavoro devono finire i contratti precari, i bassi salari e quindi le inevitabili mancanze in materia di sicurezza, che sono compagni di strada sempre di questo tipo di situazione, al porto, e non solo, qualunque sia il tipo di lavoro, e qualunque sia il committente.

Certo, anche noi siamo impegnati e attivi e aspettiamo di sapere con esattezza le circostanze e le inosservanze delle norme di sicurezza che hanno prodotto questo inaccettabile infortunio mortale. Ma non ci uniamo al coro di doglianze, nè alle dichiarazioni dei sindacati confederali che sono maggioritari nel porto.

Ci uniamo senz'altro allo sciopero, ci uniamo se non altro alla denuncia e alle richieste che in questa occasione vengono fatte, ma non all'ipocrisia. 

Le condizioni di lavoro al porto, i contratti precari testimoniano se non la complicità sicuramente l'assenza di una tutela sindacale quotidiana e corrispondente alla situazione. 

Noi vogliamo innanzitutto la fine dei contratti precari. Noi vogliamo che i lavoratori esprimano delegati Rls dotati di potere e messi al riparo da rappresaglie padronali, che possano essere un riferimento quotidiano dei lavoratori in materia di sicurezza. Noi vogliamo una postazione ispettiva effettiva e permanente al porto e in tutta l'area industriale.

Lunedì con un presidio all'appalto acciaierie e con un'assemblea all'interno del porto in una delle realtà in cui siamo presenti, ci confronteremo con i lavoratori per avviare una nuova strada, che certo non restituisce la giovane vita spezzata, ma deve dare consistenza ad una fase di lotta, sì di lotta continuata, oltre lo sciopero immediato, necessario e obbligato, che metta i lavoratori in condizione di ottenere risultati e di rafforzare la convinzione, la speranza che si fermi la catena delle morti, originata sempre e comunque dalla logica del profitto, della produzione e lavoro in ogni condizione dei ricatti sui lavoratori, del taglio dei costi. 


mercoledì 26 luglio 2023

26 luglio - Muore un giovane operaio interinale nel porto di Taranto - dentro la catena infernale dei morti sul lavoro : 14 morti in due giorni

 

Taranto nel porto muore 

Antonio Bellanova, 31 

anni, travolto da 

un’ecoballa

 

La strage continua con 14 morti negli ultimi due giorni (24 e 25 luglio)...


513 Muore bracciante tunisino per il caldo in provincia di Viterbo mentre raccoglie cocomeri 

514 In provincia di La Spezia muore Inghemar Torriti, 31 anni, albanese in cucina per il caldo

515 muore cadendo dal 3° piano operaio albanese di 55 anni a Vado Ligure

516 Porto di Ancona: muore per il caldo marittimo straniero

517 muore anziano agricoltore trovato esamine per il caldo in provincia di Agrigento

518 provincia di Agrigento muore cadendo in un burrone il pastore Rosario Alaimo, 55 anni

519 in provincia di Cosenza un autotrasportatore è morto scontrandosi con un Tir

520 Caserta Raffaello Carrillo, 48 anni, muore in un magazzino per il caldo

521 Agrigento muore cadendo dall’alto Antonino Burgio, 69 anni, su un ponteggio del cimitero di Aragona. Ancora lavorava come il 40% delle vittime di infortuni sui luoghi di lavoro di questo anno

522 in provincia di Modena muore mentre pota gli alberi in un condominio 

523 Nell’Ogliastra in Sardegna muore per il caldo Gianfranco Incollu, con un contratto da precario per 6 mesi. Il precariato non riguardi solo i giovani, sono precari tutti i nuovi assunti

524 Taranto nel porto muore Antonio Bellanova, 31 anni, travolto da un’ecoballa 

525 In provincia di Torino muore il 7° lavoratore morto per il caldo tra il 24 e il 25 luglio, trovato esanime sul camion

526 In provincia di Savona muore cadendo dal 3° piano l’albanese Alfredo N.

Nell’elenco ci sono solo i morti nei luoghi di lavoro, con quelli in itinere si superano gli 800 morti. A cura di Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Nazionale di Bologna morti sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.it 


martedì 25 luglio 2023

25 luglio - PALERMO: DA LAVORATRICI/LAVORATORI. Inferno di fuoco a Palermo e dintorni ma tutta la Sicilia brucia - Organizzarsi e lottare contro i veri mandanti della distruzione della vita delle popolazioni

 

Notte di inferno a Monte Gallo/Mondello, Baida, San Martino, Monreale, Cinisi ecc ecc... brucia anche una delle discariche di Bellolampo con il grave rischio del propagarsi di nubi tossiche in tutta Palermo e nel circondario.

Tante famiglie in strada per tutta la notta scappate dalle case a rischio di prendere fuoco, le fiamme hanno messo a rischio anche l'Ospedale Cervello mentre al Policlinico la terapia intensiva è stata chiusa per il mal funzionamento degli impianti di condizionamento, sospesi i voli nella mattinata all'aeroporto Falcone/Borsellino, una signora malata è morta a San Martino, l'ambulanza non ha potuto raggiungere l'abitazione perchè è rimasta bloccata dagli incendi.

In volo un solo Canadair in grado di alzarsi con il vento di Scirocco mentre in tutta la Sicilia tante famiglie come a Catania e non solo restano gravemente per giorni senza luce e acqua... ma ci sono incendi anche nella provincia di Trapani

MALEDETTI!!!

La vita delle popolazioni per questi governi borghesi al potere, veri nostri nemici di classe, non conta nulla mentre si permette di distruggere la natura senza alcuno scrupolo, tutto esclusivamente per il profitto e lo sporco guadagno anche della lurida manovalanza criminale.

Finiamola con le cazzate degli incendi causati solo dallo scirocco!

Mentre si destinano milioni di euro per la guerra imperialista e si tagliano invece anche le risorse necessarie per la prevenzione, la messa in sicurezza dei territori, per massicce assunzioni di vigili del fuoco (in questo momento a Palermo in Via Giafar una pompa di benzina è a rischio esplosione e non ci sono vigili del fuoco disponibili https://palermolive.it/palermo-in-via-giafar-pompa-di.../), per massicce dotazioni di strumenti antincendio assolutamente inadeguati e insufficienti... E' proprio di alcuni giorni fa , nella manovra all’Ars, la oscena beffa approvata contro gli alluvionati: su iniziativa in particolare della DC di Cuffaro, con il beneplacito di Schifani, un milione di euro sono stati dirottati sulle sagre e processioni come regalie alle varie clientele filomafiose. 


 Anche questa grave condizione proletaria e popolare di questi giorni dimostra che questo sistema capitalista con i governi borghesi al loro servizio sempre più reazionari e antipopolari non non possono e non vogliono risolvere neanche mezzo problema sociale, un sistema che deve essere combattuto ad ampio raggio, dalle battaglie più immediate e urgenti su cui lavoratori e lavoratrici, masse popolari in primis devono prendere posizione e organizzarsi, a quelle più generali, una lotta urgente e necessaria perchè in gioco ci sono le nostre vite che i governi al potere distruggono senza alcuno scrupolo.

Slai Cobas per il sc Palermo

25 luglio - LAVORATORI E DIRITTO ALL'ABITARE, info/denuncia da radio onda d'urto: BRESCIA: MANCANO CASE IN AFFITTO. “LAVORATORI COSTRETTI A VIVERE IN DORMITORIO E PER STRADA” DENUNCIA “DIRITTI PER TUTTI”

 

A Brescia l’Associazione “Diritti per Tutti”  ha denunciato l’emergenza abitativa dovuta all’impossibilità di trovare case in affitto, a causa delle troppe che risultano sfitte oppure convertite in affitti brevi e turistici. Lo spiega Umberto gobbi dell’ Associazione.Ascolta o scarica

L’Associazione ha raccolto e diffuso alcune testimonianze di lavoratori costretti a vivere in dormitori o addirittura per strada. Sono le storie di Hamid, muratore di 31 anni, che da 8 mesi dorme nel parcheggio di Brescia centro;  Youssef, 50 anni, metalmeccanico a Pontevico, che da ormai un anno non riesce a trovare casa, mentre Mohammed  che vive in dormitorio, nonostante lavori in una grande fabbrica della città. In dormitorio vive da 3 mesi anche Giuseppe, 46 anni, operaio metalmeccanico specializzato. Ve le proponiamo. Ascolta o scarica

Diritti per tutti, parla di “situazioni inaccettabili e ben conosciute dal Comune, che più volte ha affermato di volerle affrontare. Mancano soluzioni abitative per chi ha redditi medi o bassi”. Su questo ancora Umberto Gobbi.Ascolta o scarica

domenica 23 luglio 2023

23 luglio - "Fa caldo... Governo ladro" - Non si possono "uccidere" anche così i lavoratori e lavoratrici

Anni fa nei movimenti era in voga uno slogan, un pò satirico ma che dava il senso della denuncia contro un sistema causa di tutti i mali: "Piove... Governo ladro".

Oggi non è satirico riprenderlo cambiandolo in "Fa caldo... governo ladro", e non è neanche tanto per dire... Qui ci troviamo effettivamente a un caldo impossibile in cui sono chiarissime le cause e le responsabilità dirette di questo sistema capitalista/imperialista che per i suoi profitti, per il massimo dello sfruttamento della natura, e degli uomini, sta distruggendo l'ambiente, l'intera terra, le forze produttive; e oggi, nella sua fase di ultimo stadio, diventa più avido e feroce.

Non si contano le denunce, le segnalazioni, in alcuni casi purtroppo ancora pochi, le proteste e qualche fermata/sciopero dai luoghi di lavoro, dalle fabbriche come dai cantieri, dalle campagne, ecc., che tra l'altro dimostrano che i rischi non sono solo per chi lavora all'esterno sotto il sole, ma anche per chi lavora all'interno di capannoni, strutture in cui si soffoca, si sviene per il caldo e per lo sfruttamento che continua nella stessa maniera, senza tregua. 
E dire che questa condizione di lavoro sta anche uccidendo non si esagera affatto: sono almeno 5, per quelli che sono arrivati alle cronache, finora i lavoratori morti a causa del caldo.

Governo e mass media asserviti tendono a rappresentare questa situazione come "eccezionale", dipendente da una natura "impazzita", e cazzate di questo genere.

I padroni sono un pò più preoccupati, e Bonomi dice al governo di intervenire con misure tipo quelle usate nel periodo della pandemia: in particolare con cassintegrazione e smart working.

Ma la loro "preoccupazione" e richiesta sono solo ad usum difesa dei loro profitti e dei loro costi, non dei lavoratori e lavoratrici: che, al massimo, sia il governo a mettere qualche riparo ma non loro.

Per i lavoratori, invece che soluzioni sarebbe un ulteriore attacco al salario sempre più misero (con la cig) o (con lo smart working) uno scarico sui lavoratori (ma solo per una minima parte, spesso donne) della continuità del lavoro a casa, con costi energetici scaricati sulle lavoratrici o in condizioni di stessa calura ma con più carico e ore di lavoro.

E i padroni non devono fare nulla... in tanti lavori non forniscono neanche le bottiglie di acqua (perchè anche questa miseria non deve pesare sulle loro tasche), e su questo sono uguali sia i padroni piccoli che i padroni medi o grandi che hanno rifatto grandi e più profitti (da loro stessi dichiarati) dopo il covid.

23 luglio - MONDIALPOL TRA COMMISSARIAMENTO, SFRUTTAMENTO E COMPLICITÀ DEI SINDACATI FIRMATARI, un articolo per il dibattito: Un colpo di genio, si fanno delegare e pagare dalle vittime – di Gianni Giovannelli

 

O si deve , invece, accettare la scommessa
straziante e meravigliosa dell’assurdo?
(Albert Camus, Il mito di Sisifo)

Il sostituto procuratore di Milano, dottor Paolo Storari, con provvedimento cautelare urgente, affidato per l’esecuzione alla Guardia di Finanza, ha disposto il commissariamento della società Mondialpol, fra le principali strutture d’impresa nel settore della vigilanza, con migliaia di dipendenti. L’iniziativa segue, a brevissima distanza, quella analoga nei confronti di un altro colosso che opera nel medesimo segmento, Servizi Fiduciari, del gruppo Sicuritalia.

L’indagine parte da un dato oggettivo, ovvero la ridottissima retribuzione corrisposta ai dipendenti, assunti per svolgere compiti di sorveglianza su committenza di importanti aziende, quali ad esempio Banca Intesa San Paolo o Poste Italiane, per citarne due che in questo periodo di declamata crisi economica si sono distinte sia per il notevolissimo incremento del profitto sia per la decisa ferma opposizione a qualsiasi aumento dell’imposizione fiscale a loro carico (la cosiddetta tassa sugli extra profitti qualunque sia il significato di questa espressione gergale, oggetto di molto sproloquio e di nessuna pratica applicazione). Il crimine contestato è lo sfruttamento di prestazione lavorative abusando di una posizione dominante, dunque con un sostanziale violento ricatto. L’indagine è a modo suo semplicissima, proprio perché fondata su fatti noti e documentali: orario e salario non sono per nulla occulti o occultati, ma costituiscono l’applicazione di patti stipulati fra imprese e sindacato.

sabato 22 luglio 2023

22 luglio - I testi di ORE 12 Controinformazione Rossoperaia - 34 - La questione mafiosa e il governo Meloni-Nordio/ la scuola in tempi di Meloni/Valditara

 

La Meloni ha avuto paura delle contestazioni e per questo non ha partecipato alle iniziative del 19 luglio. La notizia è stata ripresa dai mezzi di stampa a grandi titoli perché è legata ad un'altra questione, a quella sulla riforma della giustizia.

Ogni anno, da 31 anni a questa parte, infatti, il 19 luglio ci sono iniziative a Palermo che ricordano la strage di via D’Amelio. In quella data, nel 92 una Fiat 126 imbottita con 90 chili di tritolo, saltò in aria subito dopo l'arrivo delle macchine del giudice Borsellino e della sua scorta sotto il palazzo in cui abitava la madre e dove guarda caso, non era stata istituita la zona rimozione. Si tratta di una strage che dopo 31 anni viene ancora definita piena di misteri, nel senso che non si sono trovati, non ci sono gli autori materiali, ma i mandanti, e tra i mandanti Riina e Messina Denaro, ma non i mandanti politici. Non ci sono i nomi dei servizi segreti.

Il primo mistero è quello che riguarda la sparizione della famosa agenda rossa, in cui Borsellino teneva gli appunti sulle sue indagini e che, a detta da chi fa le indagini, è stata rubata da qualcuno estraneo alle forze dell'ordine che si aggirava in via D'Amelio, dei servizi segreti appunto. L'altro mistero è “il più grande depistaggio della storia italiana”, così è stato definito, e cioè quello di scaricare su un piccolo mafiosetto di quartiere, tutta la responsabilità dell'attentato. Tutto questo, naturalmente, per coprire gli interessi congiunti di politici, servizi segreti, mafiosi... borghesia in generale, che in tutto questo fa gli affari e si arricchisce.

Mafia e politica, quindi come la strage di capaci del 23 maggio del 92 in cui morì il giudice Falcone. In quel caso però, sotto il tunnel dell'autostrada erano stati piazzati ben 500 chili di tritolo. Politica e mafia che si intrecciano, una di quelle verità che oramai viene gridata anche negli slogan. Per esempio, è stato riportato da un giornale che Salvatore Borsellino, il fratello, ha detto, ha gridato “fuori lo stato dalla mafia”, facendo un po’ di ironia probabilmente; “noi combattiamo la mafia-Stato, la mafia dei colletti

bianchi che ha ucciso mio fratello per prendere il potere”, accusando la melone, appunto, di non essersi presentata per paura delle contestazioni.

Naturalmente il potere, la borghesia ce l'ha ben saldo nelle mano in questo momento. Gli scontri che ci sono, sono scontri all'interno delle fazioni della borghesia per chi deve di volta in volta guidare, stare a capo di questo comitato d'affari che è la borghesia nel nostro paese.

La polemica però, quest'anno è stata così forte che la fascista Meloni, attuale capo del governo, non ha voluto presenziare a nessuna delle iniziative pubbliche né a quelle del mattino, né alla fiaccolata serale dei suoi colleghi fascisti, deputati e consiglieri comunali, tutti raccolti in questa fiaccolata. Ma si è ritagliata uno spazio di tipo istituzionale, così ha detto e presenziando poi alla fine ad una seduta del comitato per l'ordine e la sicurezza, di cui non si capiva il senso. Ma il senso si capisce perché chiaramente voleva sottrarsi alle domande, perfino di giornalisti a cui è stato vietata la presenza durante la deposizione della corona alla caserma Lungaro. Solo nell'atrio della prefettura ha rilasciato qualche dichiarazione e in particolare ha voluto ricordare il suo incontro con il figlio di Borsellino per darsi un tono di importanza e di riconoscimento ricambiando il saluto. Ha approfittato però nell'occasione per dire che la lotta alla mafia loro la fanno eccome. E siccome alla Meloni piacciono i numeri, ha ricordato che in 8 mesi ci sono state ben 1300 arresti. Beh, naturalmente non ha detto che si tratta fondamentalmente di piccola manovalanza, più o meno piccola, e che questi vengono rilasciati, tantissimi vengono rilasciati dopo qualche giorno. E che Palermo, questi sono altri “dati” non detti, e la Sicilia, continua ad essere invasa invece dalla droga, che i morti per droga stanno aumentando, tanto che ci sono iniziative perfino dei preti nei quartieri, che anche i bambini addirittura piccolissimi, finiscono all'ospedale perché in casa trovano droga e la ingeriscono. Che ci sono stati altri scontri armati per il controllo del territorio… sono tornati, anche se non tantissimi, ma sono tornati all'ordine del giorno. E come addirittura aggiunge anche don Ciotti alla domanda di un giornalista - Don Ciotti ha fattore dichiarazioni più interessanti in questo senso, per prendere ad esempio uno dei preti impegnati in questa che viene definita la lotta alla mafia – “c'è più droga… c'è più gioco d'azzardo. I boss oramai sono diventati imprenditori, manager, professionisti. Investono nell'immobiliare e sono in grado di aprire banche”. Altro che debolezza, nonostante i grandi arresti anche di nomi importanti. Ma la denuncia, appunto, viene da qui. La denuncia dei politici che fanno passerella viene da questo, dai preti, dai politici cosiddetti antimafia. E viene sul fatto che non c'è risposta. E quindi la denuncia della passerella diventa più acuta. E così come l'imbarazzo evidente di chi, come per esempio il vescovo Lorefice che nelle sue omelie dice che bisogna combattere l'egemonia della mafia in città. E lo deve dire mentre davanti a lui sono seduti il sindaco di Palermo, Lagalla, sponsorizzato da Cuffaro, che si è fatto gli anni di galera per sostegno alla mafia e Schifani, l'attuale presidente della Regione, che è stato sostenuto da Dell'Utri, il compare di Berlusconi. Morto da poco e mafioso da sempre. Come fanno a parlare di giustizia questi, quando il mafioso Brusca, quello che ha premuto il tasto del telecomando della strage di Capaci, è a piede libero?

In particolare, quest'anno la polemica, che certo è legata al fatto che dopo 31 anni ancora si cercano gli autori e non ci sono risposte, è stata attivata anche dall'arroganza di un ministro di questo governo di stampo fascista, il ministro della giustizia Nordio, che qualche giorno prima aveva annunciato di voler modificare il codice penale, abolire il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Proprio quell'articolo, come hanno ricordato un po’ tutti, voluto da Falcone e Borsellino che ha permesso in questi anni di far venire alla luce i legami stretti tra politici e la mafia, cioè di quelle “zone grigie della complicità”, come ha detto perfino Mattarella.

E quindi, da un lato abbiamo tutti i buoni propositi, di volta in volta in queste iniziative, che sono quelli di combattere la mafia. Tajani, l'insignificante Tajani, attuale Segretario della di Forza Italia, ha detto ripetendo una frase famosa di Cuffaro, “La mafia ci fa schifo”... Ma Nordio e il governo Meloni hanno in corso una politica che di fatto spiana la strada agli affari mafiosi e illegali di ogni tipo. Altroché! E quindi: abolizione dell'abuso d'ufficio, liberalizzazione degli appalti e tutto ciò che può ostacolare gli affari della borghesia in generale e della mafia in particolare, di quella legata alla mafia. Ma proprio questa politica è la più grande smentita delle chiacchiere, delle tante chiacchiere che si fanno in queste occasioni, ma non solo, in queste occasioni da parte del governo. È invece la conferma chiara e palese che questo governo non può, non vuole, non può dare alcuna risposta alla lotta alla mafia, anzi, appunto, spiana la strada, si alleggeriscono, si tolgono i vincoli che sono stati posti allo spadroneggiare dei padroni di ogni tipo, compresi i padroni mafiosi collegati direttamente alla mafia.

Ma il problema è che i danni che la borghesia ha fatto e fa attraverso questo suo braccio armato, sono stati e sono enormi e innanzitutto vengono pagati dai lavoratori, dalle masse popolari che subiscono queste stragi. Poi con la corruzione generale ad ogni livello, con i fiumi di droga, come titolano i giornali, le intimidazioni per il pizzo, il famoso controllo del territorio. E appunto, quando le contraddizioni tra pezzi della borghesia diventano troppo forti, allora lo scontro tra parti di questa borghesia diventa anche scontro violento e si ricorre alle stragi. Ma le stragi riguardano soprattutto il proletariato, la classe, la classe operaia in generale, le masse. Perché è dalla strage di Portella della Ginestra che questo metodo viene utilizzato nel contrasto alla classe che si è organizzata nei propri partiti e che pretende nella lotta di classe di far valere i propri interessi.

È chiaro che rileggere i particolari, le testimonianze delle stragi di chi c'è stato…viene fuori tutta la ferocia che viene usata da parte della borghesia per salvaguardare i propri interessi e quindi morti in quantità veramente grande, le stragi sparse un po’ per tutta Italia.

Una ferocia, però che è innanzitutto contro la classe. E contro questo non c'è nessuna antimafia che tenga, è una parola che - per ripetere quello che ha detto don Ciotti appunto, che va cancellata o posta in quarantena permanente. Non c’è antimafia dei preti né dei politici “puliti”, né dei cosiddetti movimenti. La concezione di chi parla di antimafia, compreso questo che c'è stata in questi giorni durante il corteo, durante i cortei è sempre quella come di un corpo estraneo alla società, un qualcosa che si può espellere dallo Stato, quello stesso Stato che poi invece si definisce stato mafioso, appunto.

Ma è questo invece il sistema capitalistico, questo è l'imperialismo italiano. In particolare, questa è la sua storia, appunto, dalla strage di Portella alle stragi politico-mafioso-fasciste e tutte intrecciate, e tutte tese all'attacco contro la classe, come dicevamo.

Ma quello che risalta in queste occasioni, e su questo bisogna puntare l'attenzione, è che queste iniziative vengono giocate dai governi, dai politici e da chi gli sta attorno, come fattore di distrazione di massa, perché l'attenzione non viene concentrata mai su danni alla classe operaia, all’uso come strumento politico di una parte della borghesia, la borghesia nel suo complesso contro la classe operaia, le masse popolari. L'attenzione viene concentrata sui danni: danni all’economia, all'immagine delle istituzioni, della politica… e purtroppo a tutto questo, a questa visione, concorrono appunto tutti coloro che non hanno una posizione di classe chiara e aperta.

Dalla polemica, dalle attività complessive di queste iniziative, oggettivamente, sono rimaste fuori, rimangono fuori come attivismo vero e proprio, masse popolare, lavoratrici e lavoratori.

Per questo bisogna concentrare la lotta contro il governo, che è il vero cancro, diciamo sociale, che nel suo scontro appunto con le masse, con le lavoratrici, proletari ammorba l’aria diciamo sociale in cui si vive. E questa organizzazione, questo concentrare la lotta contro il governo deve passare attraverso l'organizzazione di classe, attraverso l'organizzazione del partito rivoluzionario. Si tratta da parte della borghesia, di una violenza apertamente armata. Sono solo le masse organizzate che possono esercitare una violenza opposta, per dare una risposta a tutto questo che ogni anno si ripropone come una celebrazione di una parte della borghesia contro l'altra, ma soprattutto di una parte della borghesia nel suo complesso, contro il proletariato e le masse popolari.

La scuola in tempi di Meloni/Valditara

22 luglio - MANIFESTAZIONE A SOSTEGNO DELLA LOTTA DEI LAVORATORI DI MONDO CONVENIENZA. da Collettivo Di Fabbrica - Lavoratori Gkn Firenze, info

 

Domenica sera, tutte e tutti in corteo. Liberiamoci. Liberiamo Campi e non solo. Dalla paura e dal ricatto.

Lo sfruttamento non è un attitudine. È un interesse materiale. Che si difende, che contrattacca. Colpendoti nel portafoglio, o nella testa con il ricatto, o con la paura di una intimidazione, o fisicamente con una spranga.

Nello stesso giorno in cui un delegato sindacale del Si Cobas viene sprangato a Seano (Prato), ci giunge la notizia che è stato fatto ritrovare il bossolo di una cartuccia di fronte al Cpa con la scritta "zecche di merda" proprio sul manifesto di solidarietà a Mondoconvenienza.

Due indizi fanno la prova. La prova che provate a fermarci e che se si seguono i soldi generati dal nostro sfruttamento, si arriva molto lontano o forse molto vicino. Si finisce per sentire puzza di squadrismo, riciclaggio, malavita.

I territori "sicuri" li fanno le lotte che li attraversano. Domenica sera rispondiamo alla chiamata lanciata dall'assemblea solidale di martedì sera e dalla lotta di Mondoconvenienza.

#insorgiamo



22 luglio - AGGIORNAMENTO SULLA LOTTA ASILI/TARANTO: Asili, aumenta il servizio, ma la condizione di lavoro delle lavoratrici dell'ausiliariato e pulizie resta sempre al di sotto di ogni minima condizione dignitosa

 

Da Corriere di Taranto

"Più servizi negli asili nido comunali - Il ministero dell’Interno ha approvato la riprogrammazione richiesta dall’amministrazione comunale, rispetto al rafforzamento dei servizi educativi offerti dagli asili nido comunali. Grazie a questo risultato, da settembre a dicembre prossimi sarà esteso l’orario di servizio, dal lunedì al venerdì, sino alle 17:00/17:30 per almeno 5 asili nido comunali, oltre alla disponibilità di un ulteriore supporto alle fragilità grazie al maggior numero di educatrici destinate alle attività di sostegno.
«Con questo intervento – ha dichiarato l’assessore ai Servizi Educativi Fabiano Marti – rinforziamo ancora la prospettiva di crescita dei servizi all’infanzia degli asili nido comunali, per l’anno educativo 2023/2024. Stiamo lavorando ininterrottamente affinché i nostri bambini possano usufruire di ulteriori opportunità, andando incontro alle esigenze delle famiglie. Nelle prossime settimane verranno approvati gli atti necessari a concretizzare le attività proposte». 

Gli orari si allungano negli asili, si fanno nuove assunzioni di educatrici, si accrescono i servizi per i bambini... E il Comune alle 68 lavoratrici e lavoratori che garantiscono tutti i tanti e vari servizi di ausiliariato e pulizia cosa aumenta? Appena mezz'ora al giorno l'orario di lavoro, che da settembre quindi passerà dalle 3 ore attuali a 3 ore e 30 minuti! TUTTO QUA!!

Chi garantirà il servizio fino alle 17:30? 

 Scordatevi che questo dovrà avvenire con un sovraccarico di lavoro, con aumento dei turni per le lavoratrici e lavoratori di ausiliariato e pulizia, che continuano a prendere una miseria di salari, con un salario orario di 7,73 euro, molto al di sotto del cosiddetto "salario minimo". Così, chiaramente, impediremmo qualsiasi tentativo di far convivere più appalti per lo stesso servizio.

21 luglio - RESISTENZA OPERAIA AGLI ATTACCHI AL SALARIO, ALLA SKF

 

Sciopero alla SKF di Pianezza per il PDR decurtato di 1.300 euro

Torino –  lunedì 17 luglio 2023 si è tenuto uno sciopero di un’ora nella sede di Pianezza della SKF con alta adesione su tutti i turni di lavoro a causa della comunicazione aziendale sulla riduzione del PDR di circa €1.300,00 rispetto l’anno precedente.

: “Nonostante le innumerevoli segnalazioni fatte dalla RSU all’azienda, in merito alle errate scelte sulla gestione degli impianti che avrebbero determinato una inefficienza tale che si sarebbe manifestata in tutta la sua drammaticità sul PDR, l’azienda ha deciso di proseguire sulla sua strada additando a “sensazioni” e non a fatti concreti quanto segnalato dalla RSU nei vari incontri. Purtroppo i fatti ci danno ragione ed ora i lavoratori si ritrovano con un PDR decurtato di circa €1.300,00 rispetto all'anno precedente malgrado l’impegno e la determinazione dimostrate.


21 luglio - MIRAFIORI ALLARME CALDO: "MALORI IN MENSA PER ALCUNE LAVORATRICI, PORTATE IN INFERMERIA"

 

Il grande caldo di questi giorni non risparmia nemmeno la fabbrica. E Mirafiori non fa eccezione. Tanto da rendere necessario il ricorso all'infermeria per alcune lavoratrici nella giornata di ieri.

A segnalarlo sono le rsa di Fiom Cgil della Carrozzeria: "Succede nel 2023 che, a causa della scelta di non condizionare i locali mensa, alcune Lavoratrici abbiano accusato malori tanto da ricorrere al soccorso dell'infermeria di stabilimento. Le temperature, previste e ricorrenti anno dopo anno, non vengono tenute in considerazione, evidentemente.

Non solo anche chi vuole e può usufruire delle mense non trova il giusto recupero psicofisico ma anzi assomma ulteriore stress da clima".

La richiesta è di risolvere definitivamente la questione: "Intervenire in fretta e furia senza una pianificazione seria, e conseguenti investimenti risolutivi, tampona male la situazione. I guadagni incredibili che garantisce la fatica quotidiana delle lavoratrici e dei Lavoratori vanno ridistribuiti anche per migliorare le infrastrutture e i reparti, diversamente è chiaro che lo stabilimento è destinato a chiudere".

"Continuiamo a credere che si possa e si debba poter lavorare, per vivere in condizioni totalmente diverse dalle attuali", concludono i sindacalisti.


giovedì 20 luglio 2023

20 luglio - aggiornamento da Taranto: Per lav. ex Pasquinelli: un incontro all'Arpal, con Amiu che non fa passi avanti certi. Non servono altri incontri ma riprendere la protesta

 

Un incontro in cui non c'è stato nessun passo avanti di certezza da parte dell'Amiu, mentre il Comune non si è proprio presentato.

Noi vogliamo che le garanzie chiare e precise (come le abbiamo poste noi nell'incontro - vedi la nota in calce) debbano essere contenute nella gara d'appalto per la gestione dell'impianto di selezione e quindi obbligatorie per la ditta che prenderà in mano la gestione.

Al termine dell'incontro gli altri sindacati, di fatto seguendo le indicazioni di Mancarelli che al solito ha scaricato tutto sul Comune, hanno detto che chiederanno un ennesimo incontro al Comune.

Noi non ci stiamo a farci usare in questo palleggiamento Amiu/Comune!

Il 27 c'è il Consiglio comunale in cui ci dovrebbe essere all'OdG la famosa questione della delibera per affidare all'Amiu l'impianto pasquinelli ed è durante questo Consiglio che VALE LA PENA DI STARE!

Altrimenti sono ancora parole, incontri inconcludenti.

Slai Cobas 

 Le richieste poste dallo Slai Cobas

- data certa della ripresa del lavoro, che deve essere a settembre;

- nell'appalto per la gestione dell'impianto di selezione va posta in maniera chiara il vincolo dell'assunzione dei 21 lavoratori (con elenco nominativo);

- l'assunzione deve esser fatta a tempo indeterminato, con CCNL federambiente, con livelli retributivi adeguati alla qualifica e sicuramente non inferiori alle retribuzioni finora percepite dai lavoratori; l'orario di lavoro deve essere non inferiore alla 36 ore settimanali attuali.

- finchè non c'è l'avvio dell'impianto, comunque, l'attuale attività lavorativa (tampone) deve continuare, ma questa volta per tutti contemporaneamente e mantenendo l'orario di lavoro di 36 ore settimanali.


20 luglio - Che le fabbriche, le lotte per ora divise degli operai diventino esempio, prospettiva, presa di coscienza dell'intera classe - Il testo do ORE 12 della Controinformazione rossoperaia del 19/7

Questo speciale ORE 12 fatto da un operaio di proletari comunisti mette anche insieme testi già usciti sul blog, ma questo è necessario per dare unità a ciò che è ed appare ancora frammentato, ma è parte del percorso dell'unità della classe operaia.

SI PUO' ASCOLTARE E INVITARE AD ASCOLTARE ANCHE SU PODCAST

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Oggi vogliamo iniziare questa controinformazione rossoperaia con una lettera sulla situazione delle condizioni disumane lavorative di questi giorni, una lettera di un operaio: “a 50 gradi costretti a lavorare”

Mi chiamo Oreste , ho 37 anni e lavoro da quasi 16 anni in una fabbrica della provincia di Pisa, settore meccanico. Siamo una trentina di operai, in fabbrica non esiste il sindacato, il sindacato firmatario di contratto si presenta due volte l'anno per il premio di risultato e per fare tessere in cambio di servizi come il caf. La detassazione del premio conviene al datore di lavoro e assai meno a noi, sono briciole al cospetto dei guadagni e dei fatturati aziendali. Da giorni lavoriamo con temperature di quasi 50 gradi, i pochi ventilatori sono insufficienti, solo negli uffici c'è l'aria condizionata Alcuni operai hanno accusato malori, abbiamo anticipato di un'ora l'ingresso ma alle 9 l'aria è già irrespirabile, un caldo incredibile accresciuto dai macchinari. Chi lavora sul piazzale sta quasi sempre al sole a caricare e scaricare i camion, con e senza muletto.

Abbiamo chiesto di ridurre l'orario di lavoro approfittando delle eccedenze orarie accumulate in Giugno ma la proprietà non sente ragione, ci sono richieste continue da evadere, ordini dall'Italia e dall'estero. Un mulettista è andato a casa oggi per un colpo di sole, era svenuto sul piazzale, due operai oggi hanno accusato cali di pressione e hanno perso anche loro i sensi. Non hanno chiamato l'ambulanza ma solo acconsentito di uscire prima con un permesso speciale e senza recuperare le ore mancanti.

In questi anni con i soldi guadagnati avrebbero potuto dotare la fabbrica di aria condizionata, non averlo fatto è stata una decisione scellerata di cui paghiamo le conseguenze. Per tenerci buoni ci hanno promesso una sorta di una tantum di 100 euro netti da riscuotere al termine del mese di Luglio se la percentuale dei presenti sarà pari all'80 per cento degli organici. Ad oggi ci sono 6 colleghi a casa per il caldo che corrispondono a un quinto del personale, poi ci sono due colleghi infortunati e uno con il tumore, 8 assenti su 30 operai e con questi numeri non vedremo manco questi soldi.

Potremmo ricorre alla cassa integrazione o a turni ridotti lavorando magari solo la notte ma in tal caso non raggiungeremmo la produzione prevista in base alla domanda. Siamo senza tutele e disperati, abbiamo chiesto anche di fare sciopero ma regna la paura e purtroppo la rassegnazione, il sindacato ha poi firmato un accordo per scambiare pochi euro con l'aumento dei ritmi produttivi e vuole mantenere la parola data ad ogni costo, ossia sulla nostra pelle.

Dal blog https://delegati-lavoratori-indipendenti-pisa.blogspot.com/2023/07/a-50-gradi-costretti-lavorare.html

mercoledì 19 luglio 2023

SCIOPERO SLAI COBAS IMPROVVISO PER IL CALDO ALLA EVOCA. CONTRO LO SFRUTTAMENTO CHE NON DA TREGUA. UN PRIMO GRUPPO DI OPERAIE HA REAGITO LASCIANDO LE LINEE

Evoca, i programmi per alzare la produttività sulle linee sono bollenti quanto la temperatura  nei  capannoni

30,1 gradi, 74.4% di umidità ma non una macchina in meno

ritmi e disciplina. Niente pausa aggiuntiva, persino l'acqua messa a disposizione per il caldo (gratis) viene razionata, max 2 bottigliette, poi si paga!

delegati e sindacalisti collaborazionisti sono più preoccupati che si raggiungano i parametri dei loro premi che della condizione delle operaie

lo sciopero di oggi è stata una aperta ribellione, una pausa al clima rovente 'che ti fa arrivare a sera disrutta', conquistata con soddisfazione


 operaie
e operai come carne da macello

basta !

tutto lo dimostra in fabbrica

il forte aumento della temperatura, oltre che previsto, è da giorni che mette operaie e operai in difficoltà

per l’azienda il centro è sempre la produzione, il profitto. i ritmi non si possono abbassare, bisogna fare il numero di macchine a tutti i costi

e per ii capi devono mantenere la disciplina, niente concessioni

viene ordinato persino di non prendere più di due bottigliette d’acqua, quando lo stesso medico competente dovrebbe vigilare le linee, vigilare la distribuzione di liquidi, sali, a seconda delle necessità, legate anche al peso corporeo

L’aumento di caldo, oltre che non è più una novità, fa parte dei fattori di rischio e di stress, deve essere valutato, devono essere pianificati interventi efficaci, 

arrivano sempre all’ultimo, che vuol dire non fare e tirare avanti finché passa l’ondata