domenica 15 aprile 2012

L'"inquinamento" ILVA verso gli operai

In questi giorni l'"inquinamento" più grave sta in ciò che sta succedendo 
all'interno dell'ILva di Taranto, nell'azione combinata azienda/capi, contro 
gli operai.
Quanto è accaduto in particolare il 30 marzo, non è solo una manifestazione 
della contraddizione: difesa dell'ambiente/difesa dei posti di lavoro, ma 
una scesa in campo aperto di Riva e Direzione dell'azienda, tramite i capi 
per imporre agli operai di stare dalla parte dei loro interessi, dei loro 
profitti
Ritorniamo ai fatti per chiarezza: già lunedì 26 marzo....
avvengono cose 
strane. Vi è una convocazione da parte dei sindacati confederali, con il 
beneplacido aziendale, di un assemblea di 4 ore con presidio sotto la 
prefettura, gli operai vengono convocati con sms, "comandata" ridotta ai 
minimi livelli, chi non va all'assemblea viene guardato male non dai 
delegati ma dai capi. Non era mai successo tutto questo neanche quando vi 
sono stati scioperi importanti. Ma il massimo arriva venerdì 30. I dirigenti 
e i capi girano nei reparti dicendo che tutti devono andare alla 
manifestazione, diffondono assurdo allarmismo affermando che se il giudice 
va avanti nell'inchiesta l'Ilva può chiudere; minacciano, ricattano: "vieni, 
altrimenti.". Compaiono dei volantini e locandine anonimi fatti dall'azienda 
firmati "I lavoratori dell'Ilva", quando i lavoratori dell'Ilva non sanno 
niente, in cui si dice agli operai di schierarsi apertamente con padron 
Riva. Il 30 è di fatto una "libera uscita" forzata, con un incredibile 
capovolgimento: mentre quando vi sono scioperi sindacali l'Ilva punisce gli 
operai togliendo una parte del premio di produzione, il 30 gli operai 
rischiano di essere puniti SE NON partecipano alla manifestazione. Gli 
operai sono intimoriti o minacciati, o confusi e rimbecilliti dall'allarmismo, 
falso, sul rischio dei posti di lavoro. Vengono richiamati operai dalla 
cassintegrazione, dal turno di riposo; la giornata è coperta dall'azienda, 
che fornisce tutto per la manifestazione, bus, striscioni, kit... Una cosa 
mai vista. A cui l'Italia operaia guarda preoccupata e meravigliata.
Solo dove vi sono operai del neonato slai cobas si contrasta l'azione dei 
capi, come all'area del porto, dove gli operai si sono rifiutati di essere 
pilotati e non sono andati alla manifestazione.
Si è trattato di una marcia senza dignità con i capi a fare da attivisti, 
con toni arroganti. Tra gli operai, invece, è stata la "marcia della paura", 
sia per il clima creato dall'azienda, sia per la confusione/preoccupazione 
sulla possibile chiusura dello stabilimento. Il più esplicito elogio alla 
manifestazione viene dagli avvocati superpagati di Riva, che si vantano  in 
tribunale di questa manifestazione come un loro successo. Abbiamo visto con 
i nostri occhi l'avv. Albanese-Ilva andare il 29 dalla DIGOS, a fare CHE?
Ma basta che gli operai possano parlare liberamente e il buon senso viene 
fuori, come viene fuori la denuncia del clima interno, dei capi, come dei 
sindacati confederali e dei sindacalisti conniventi o latitanti.
Solo lo slai cobas ha portato l'informazione corretta alle portinerie e al 
tribunale spiegando che i primi ad essere colpiti nella salute e a volte 
nella vita sono gli operai, che è giusto che Riva paghi, che l'allarme che l'Ilva 
può chiudere è stato usato anche quando i sindacati hanno accettato una 
ingiustificata cigs, che se si molla su un diritto, si molla su tutto. 
L'Ilva non deve affatto chiudere, ma deve rispettare le leggi, non deve 
attaccare la salute, deve bonificare ciò che ha inquinato. E questo è 
possibilissimo, deve solo rinunciare ad una parte dei suoi profitti fatti 
sulla pelle degli operai e anche della popolazione.
Il comportamento delle direzioni sindacali e di molti delegati è invece una 
vergogna: da essere protagonisti come conniventi con l'azienda il 26 marzo, 
il 30 sono passati a trovarsi "dietro le quinte", perchè quando ci si 
comporta da servi dopo un pò è il padrone a prendere nelle mani direttamente 
la situazione.

Gli operai devono davvero pensare per la propria testa. Non lottare per 
unire lavoro e salute e per unire operai a studenti, cittadini, è la maniera 
migliore non per difendere il posto di lavoro, ma per metterlo a rischio. 
Per come sta l'Ilva, per i danni gravissimi che continua a fare alla salute 
degli operai e della popolazione dei quartieri e all'ambiente - a questi 
livelli non c'è in Italia una fabbrica più inquinante dell'Ilva di Taranto - 
è inevitabile che la magistratura adotti dei provvedimenti, come ultimamente 
per l'Eternit. Se quindi l'Ilva non adotta le misure necessarie, se gli 
operai non lottano perchè Riva paghi i danni, è questo che metterebbe a 
rischio il lavoro. Quindi sono le manifestazioni come quella del 30 a difesa 
di Riva, che dicono "tutto va bene" che mettono a rischio il lavoro!
Gli operai devono unirsi con chi sta lottando seriamente per la salute, 
l'ambiente e il futuro: migliaia di studenti preoccupati per il loro 
futuro - non li stiamo facendo studiare perchè siano senza lavoro e facciano 
la nostra vita di lavoro sfruttato e tumori, i cittadini dei quartieri più 
colpiti che realmente non ne possono più di contare i morti.
Insieme si può vincere contro Riva e Governo dei padroni.

SLAI COBAS per il sindacato di classe ILVA - v. Rintone 22 TA - 
3475301704 - cobasta@libero.it

Nessun commento:

Posta un commento