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Dal nostro inviato
Enrico Piovesana
L'attesissima giornata del primo maggio a New York, la prima organizzata dal
movimento Occupy Wall Street, inizia alle 8 di mattina a Bryant Park, nel
cuore di
Manhattan, sotto una pioggia battente.
In poco tempo si raduna qualche centinaio di manifestanti, sotto lo sguardo
vigile di
altrettanti poliziotti riparati da lunghe mantelle nere. Poco a poco i
dimostranti,............
ancora un po assonnati e intirizziti dal freddo, vengono smistati in decine
di
picchetti organizzati davanti alle sedi di banche e multinazionali che si
trovano
nelle vicinanze.
Nel frattempo, attraverso il tam tam di Twitter e Facebook, arriva la
notizia che i
paventati blocchi mattutini ai ponti e ai tunnel che collegano Manhattan
alla terra
ferma non sono avvenuti. "Evidentemente era solo una voce messa in giro per
mandare
in palla la polizia", commenta divertita una manifestante. C'è anche un po'
di
sollievo, perché in pochi condividevano un'azione che avrebbe danneggiato
solo i
lavoratori pendolari, non certo l'1 percento.
L'altra incognita della giornata è legata alla manifestazione non
autorizzata
annunciata per l'una da chi, nel movimento, non voleva che l'unica marcia
del 1°
maggio fosse 'la parata' ufficiale del pomeriggio, autorizzata e concordata
con la
polizia nei minimi dettagli. Lo spirito anarchico è molto forte all'interno
del
movimento. Il grosso dei partecipanti al corteo 'gatto selvatico' è formato
dai
manifestanti di Occupy Brooklyn, giunti in città marciando attraverso il
Ponte di
Williamsburg, e i gruppi anarchici locali.
La partenza della manifestazione è prevista da una piazza di Nolita (North
Little
Italy, oggi prevalentemente cinese). La polizia, presente in forze, è molto
nervosa.
Spuntano striscioni dai toni forti e compaiono diversi manifestanti
nerovestiti e con
il volto coperto. Insomma, i black bloc. Che qui però sono considerati parte
legittima del movimento (la chiamano rispetto della 'diversità tattica'), a
patto che
non lo danneggino.
Il corteo parte all'improvviso, guidato da un manipolo di anarchici del
blocco nero
che attraversano la strada prendendo di sorpresa la polizia, senza
concordare nulla -
come solitamente viene fatto ad ogni incrocio anche per le marce non
autorizzate.
Agli agenti saltano in nervi e reagiscono con violenza, sbattendo a terra e
arrestando tutti i black bloc alla testa del corteo. Gli 'osservatori legali'
del
movimento, avvocati volontari, protestano per la reazione spropositata.
La marcia parte comunque, ma la tensione tra gli agenti resta alta, e
infatti al
polizia inizia ad arrestare manifestanti a caso lungo il percorso,
improvvisato ad
ogni semaforo. Perfino i ciclisti del 'bike bloc' vengono scaraventati a
terra e
ammanettati. Uno ragazzo viene picchiato da un agente mentre è già steso sul
selciato
con le mani legate: quando lo rialzano per sbatterlo nel furgone, e tutti
vedono il
suo volto insanguinato, la situazione sembra sul punto di degenerare. Ma non
succede.
Dopo una sosta a Washington Square, dove ai manifestanti si uniscono i
ragazzi del
movimento universitario di Occupy Nyu (New York Univesrity), il corteo
arriva - dopo
qualche altro arresto e un po' sfilacciato - fino a Union Square: punto di
concentramento della manifestazione ufficiale.
Ha smesso di piovere, ed è subito uscito un sole che fa sudare. La grande
piazza
alberata è già stracolma di gente, almeno 20mila persone. Una folla enorme
ed
eterogenea di lavoratori e studenti, immigrati e disoccupati, pacifisti e
anarchici,
anziani, famiglie con bambini. Tutti riuniti sotto il simbolo di Occupy e
sotto lo
slogan del 99 percento. Una mamma con due bambini mostra un cartello con su
scritto:
"Sono venuta a mostrare ai miei figli che aspetto ha la democrazia".
Dopo un rapido concertino del chitarrista Tom Morello, seguito da alcuni
interventi
di lavoratori dal palco, la marcia ufficiale parte alle 17:30 in punto, come
previsto, imboccando la Broadway in direzione Wall Street. Una marea umana,
che non
si vedeva da molto a New York, invade la strada transennata e presidiata da
un numero
inverosimile di poliziotti. L'atmosfera è festosa e rilassata: slogan,
tamburi, banda
musicale. "E' proprio una parata, un po' come quella di San Patrizio.",
ironizza un
manifestante.
Sarà anche una parata, ma il suo significato è tutt'altro che 'leggero',
soprattutto
in Paese come gli Stati Uniti, dove il 1° maggio è sempre stato un giorno
di lavoro
come un'altro. Ad aprire il corteo è una fila di taxi, i classici 'yellow
cab' di New
York, guidati da pachistani aderenti al sindacato dei tassisti, seguiti da
uno
striscione rosso con su scritto "99%, organizzare, sindacalizzare,
scioperare" e uno
multicolore del movimento dei lavoratori immigrati.
Subito dietro ci sono tantissimi lavoratori di diversi sindacati, compatti e
tutti
vestiti con la maglietta della loro sigla: i lavoratori della metropolitana
e gli
autisti degli autobus, gli operai che fanno manutenzione di strade ponti e
ferrovie,
gli operai edili e gli impiegati comunali. Sono in maggioranza afroamericani
e
ispanici, ma ci sono anche molti bianchi. Alzano i pugni al cielo scandendo
slogan,
in inglese e in spagnolo, come "Viva il potere dei sindacati!" e "I
lavoratori uniti
non saranno mai sconfitti!". Fa un certo effetto.
Dietro i lavoratori, una marea infinita e colorata che riempie tutta la
Broadway a
perdita d'occhio. Uno spettacolo davvero inusuale, a giudicare dalle facce
della
gente che guarda inebetita dai marciapiedi.
La testa del corteo, che dopo un po vede passare in testa i ragazzi di
Occupy Wall
Street con il loro striscione giallo e nero, supera senza intoppi Zuccotti
Park -
presidiato da centinaia di agenti per il timore di una rioccupazione - ma si
ferma
all'angolo di Wall Street, sbarrata da transenne, agenti in tenuta
antisommossa e a
cavallo. La polizia ordina di procedere, ma nessuno si muove. Gli agenti
allora
irrompono nel corteo con decine di scooter: volano spintoni e insulti,
qualcuno viene
arrestato. Ma finisce lì, e corteo riparte per raggiungere Battery Park,
dove la
folla inizia a disperdersi.
Ma per Occupy Wall Street la giornata non è finita. Da Oakland arriva la
notizia del
corteo autorizzato attaccato dalla polizia con i gas lacrimogeni, da San
Francisco
quella della rioccupazione della Comune 888 Turk. Viene convocata un'assemblea
per
decidere il da farsi. Calata la notte, centinaia di manifestanti tornano a
Zuccotti
Park, che viene subito circondato dalla polizia.
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