sabato a Taranto,
mentre il governo Monti-Clini con l'appoggio dei sindacati confederali
licenzia una AIA che è all'insegna della gradualità degli interventi e che
va incontro ai desiderata dell'azienda e di una riduzione della produzione a
soli 8 milioni di tonnellate di acciaio, che è quello realmente producibile
in fase di crisi di mercato e recessione italiana e mondiale;
mentre fuori dalla fabbrica la Procura ancora non si è capito bene se vuol
procedere come un carro armato o accettare la situazione creatasi;
mentre gli ambientalisti riformisti e antioperai esprimono giudizi sull'Aia
e la situazione, che vanno in una sola direzione: la chiusura dell'ilva come
unica soluzione;
si è tenuta la manifestazione del 'Comitato 'liberi e pensanti' nel
quartiere Tamburi.
Una manifestazione che ha visto una partecipazione di oltre duemila persone
aperta da donne e bambini, con delegazioni di cittadini, gruppi limitati di
operai sciolti come cittadini, e gli spezzoni ultrà e studenteschi - questi
ultimi avevano spostato lo sciopero da venerdì a sabato.
Presenti anche delegazioni ambientaliste di altri comitati di Brindisi
contro il carbone, il comitato antidiscarica di Chiaiano, ecc.; presenti dei
rappresentanti del comitato cassintegrati di Pomigliano
Una manifestazione che ha mostrato ancora una volta l'ampiezza della giusta
protesta antinquinamento che produce morti da tumore e danni ambientali, ma
che viene purtroppo incanalata anch'essa verso la parola d'ordine sbagliata
della chiusura dell'Ilva e di un illusorio reddito di Stato per gli operai
che perderebbero il lavoro.
Uno degli slogan era infatti: "Operai, l'Ilva avvelena - fuori dalla
fabbrica a salario pieno".
Questa linea e questa parola d'ordine oltre che illusoria, alimenta la
contrapposizione verso gli operai Ilva di fatto considerati burattini di
padron Riva o colpevoli di inquinare.
La strada dei comunisti autentici e dei sostenitori dello sindacalismo
operaio di classe va in altra direzione:
lotta dura e senza sconti contro padron Riva per la messa a norma in tempi
rapidi dell'azienda con i soldi necessari, ben oltre gli interessi di Riva e
del Governo, e massima condanna di Riva e soci per le morti provocate nel
suo periodo;
sviluppo del movimento di massa dal quartiere Tamburi a tutta la città per
l'aumento dei fondi necessari alla bonifica del territorio dando lavoro e
salute.
La battaglia che è in corso, è una battaglia nazionale di tutta la classe
operaia e delle masse popolari, ed è necessario che la classe operaia e le
sue organizzazzioni all'iva si schierino e la conducano su posizioni di
sostegno e difesa alla lotta della classe operaia in fabbrica e in città
contro l'aziendalismo del sindacalismo confederale ma anche contro l'
ambientalismo antioperaio in tutte le sue forme.
circolo proletari comunisti -taranto
15 ottobre 2012
dal blog
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