Il processo penale istruito presso il tribunale di Paola nei confronti del“conte” Marzotto e di altri 14 dirigenti della Marzotto di Vicenza – tre sono
nel frattempo deceduti – rei, secondo l’accusa, di aver provocato presso la
Marlane di Praia a Mare il disastro ambientale ed oltre un centinaio di vittime
per incuria e palesi omissioni, a distanza di anni non ha ancora trovato la
giusta connotazione. Non è molto ottimista il coordinamento dello SLAI Cobas
cosentino, protagonista assoluto della lotta approdata a distanza di lustri
presso le aule giudiziarie. Non aiuta la presenza distratta di alcune decine di
avvocati delle parti civili, intenti a bighellonare presso il bar o lungo il
vasto disimpegno delle aule penali piuttosto che a seguire gl’interrogatori dei
testi e dei consulenti nominati dalla procura. Tuttavia un episodio inquietante
ha turbato l’ultima udienza, protagonista quel legale che oltre ad incassare
gli acconti dai suoi assistiti si è visto riconoscere 50 mila euro di gratuito
patrocinio con la moglie anch’essa avvocato. Motivo della contestazione,
peraltro giusto, è stato il non voler prendere immediatamente in considerazione
la corretta enumerazione delle cosiddette schede di sicurezza, ovvero la
documentazione esplicativa che segue i contenitori delle sostanze pericolose e
che l’azienda ha consegnato in numero diverso di volta in volta. Ciò ha indotto
il legale ad abbandonare l’aula non senza aver minacciato platealmente la
giuria di interessare la procura generale di competenza su quanto accaduto; è
degli ultimi giorni la notizia che la citata procura dovrebbe occuparsi non
solo di questo, ma anche degli oltre 1300 testimoni che verrebbero chiamati a
deporre facendo dilatare i tempi del processo in modo affatto insostenibile e
non ha senso convocare 28 testimoni per l’udienza del prossimo venerdì 9
novembre per accorciare i tempi. Il parterre legale delle parti civili
istituzionali non ha fatto ancora sentire la sua voce, né si capisce cosa ci
facciano Legambiente, WWF, CGIL, ASL, i comuni di Tortora e Praia a Mare, la
Provincia e la Regione, ieri complici ed oggi accusatori, dimentichi di essere
stati questi ultimi ad autorizzare lo scarico in mare dei liquami depurati si e
no. Intanto la gente si ammala e continua a morire, mentre in noi resta l’
amarezza per i tanti misfatti dei quali nessuno domani potrebbe rendere conto.
E sì che di misfatti i signori Marzotto ne hanno consumati tanti, l’ultimo l’
abbiamo appreso oggi dai media inerente il sequestro di beni per 65 milioni di
Euro per furbate nei confronti del fisco. Noi dello SLAI Cobas e Medicina
Democratica - quest’ultima degna compagna di viaggio - saremo presenti ad ogni
udienza, auspicando un pari coinvolgimento delle strutture legali del sindacato
la cui competenza non è seconda a nessuno.
Praia a Mare (CS), 5 novembre 2012
Alberto Cunto
Coordinatore prov. Slai Cobas Cosenza
SLAI COBAS
Sindacato dei lavoratori autorganizzati intercategoriale
Sede legale: via Masseria Crispi 4 / 80038 Pomigliano D'Arco NA / Tel. 0818037023
Sede nazionale: Viale Liguria, 49 20143 Milano / Tel. 02 8392117
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