I sindacati confederali sono stati messi sia collettivamente cheindividualmente sotto accusa, ai margini, in questo operai dello slai cobas
Ilva sono stati tra i più attivi nella denuncia e nell’isolamento di dirigenti
sindacali, come Talò della Uilm.
Gli operai, rappresentati in forma embrionale dagli operai del Comitato liberi
e pensanti, hanno imposto che il Direttore dell’Ilva Buffo - che prima aveva
detto di voler incontrare una delegazione degli operai e dei rappresentanti
comitato e sindacati di base alle ore 14 - uscisse fuori intorno alla 10,30 tra
gli operai in presidio davanti alla Direzione per parlare con tutti i
lavoratori che avevano minacciato di bloccare tutto, se non fosse sceso.
Buffo ha parlato dall’apecar, anche se ha chiesto a tutti quelli che stavano
prima sopra di scendere dall’apecar perché l’incontro non era con loro.
Buffo ha confermato sostanzialmente le dichiarazioni già fatte da Ferrante: Si
all’AIA, ma se non possiamo produrre non possiamo fare gli investimenti
necessari per l’Aia, noi vogliamo restare, mettere a norma, ma ci devono far
produrre... Ora io non posso produrre e voi non potete lavorare…
In merito alle questioni immediate poste dagli operai: riattivazione dei
tesserini, ritiro delle ferie forzate e della ‘messa in libertà’ per 5000
operai dell’area a freddo, Buffo ha dichiarato che nei giorni fino al riesame
contro il provvedimento di ieri della magistratura l’azienda non può far
lavorare gli operai, ma le giornate sono pagate. Il riesame dovrebbe avvenire
nell’arco di una settimana.
Ma Buffo non ha risposto alle domande fatte dallo slai cobas Ilva e da altri
operai: se le giornate sono pagate allora perché il blocco dei tesserini? Se il
riesame dà esito negativo all’azienda, che succede?
E’ evidente che tale blocco ha un senso ricattatorio, di prefigurare già uno
scenario futuro, di soluzione definitiva nel caso di parere negativo da parte
del riesame, di effetto di divisione tra i lavoratori. Pertanto a tuttora la
questione riattivazione tesserini è rimasta confusa.
Il comitato liberi e pensanti ha poi spostato le domande sulla questione
visite mediche e altri punti delle loro richieste – oggettivamente secondari
nella situazione odierna.
Mentre altri operai con esempi concreti hanno denunciato la contraddizione tra
le parole dell’azienda, e dello stesso Buffo, di “disponibilità” e i fatti che
vanno invece in tutt’altro verso.
Sul problema di come proseguire la giornata di oggi, che è stata a tutti gli
effetti una rivolta, non c’è ancora una decisione unica e generale. Vi sono
varie proposte in discussione tra gli operai: il blocco dell’impianto di
acciaieria su due direzioni; continuazione dei presidi alle portinerie; entrare
domani per formalizzare il risultato strappato oggi contro la serrata
aziendale, compreso l’effettiva attuazione della riattivazione dei tesserini,
ma continuare il presidio all’interno dello stabilimento…
In questo la linea radicata del comitato liberi e pensanti di opposizione a
portare la rivolta anche in città, alcune critiche moraliste verso gli operai,
non aiuta a prendere una decisione unitaria in sintonia con il clima presente
tra gli operai.
Poi c’è la questione di Roma di giovedì, allo stato attuale i sindacati
confederali sono contrari a far andare la massa degli operai a Roma, e sono per
andare solo loro all’incontro con Monti; gli operai vogliono andare, ma c’è la
questione dei mezzi che se non messi dai sindacati confederali sono un grosso
problema…
Nei fatti oggi vi è stata una vera e propria rivolta degli operai dell’Ilva
che ha permesso di respingere la serrata aziendale, ha scavalcato le
indicazioni delle OO.SS e ha invaso la fabbrica, facendo un grandissimo corteo
interno di migliaia e migliaia dei lavoratori, ha sfondato le porte della
Direzione e occupato gli uffici, ha infine imposto che Buffo parlasse davanti a
tutti gli operai e strappato il risultato di far saltare i provvedimenti dell’
azienda di considerare già fuori dall’Ilva 5000 operai.
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