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sabato 8 giugno 2013
ILVA: CHE ASPETTIAMO?!LA VERA “NOTIZIA” LA DEVONO DARE GLI OPERAI
comunicato
Il governo si è incartato, non sa quale soluzione dare. Ministri, partiti,
Vendola, Sindacati, esperti, associazioni industriali tarantine e nazionali,
ognuno tira dal cappello una "soluzione".
Uilm, Fiom, parlano di "nazionalizzazione" (e anche l'Usb), ma il governo ha
detto in mille modi che è impossibile, che non ci sono i soldi...
La Fim, fedele al padrone, vuole un ritorno di Bondi, lasciando la proprietà
così com'è.
Vendola parla di commissariamento.
I padroni nazionali e locali, chi più, chi meno, dicono datacela a noi (ma i
soldi metteteli voi)...
Il governo vuole evitare provvedimenti che abbiamo il sapore di un
esproprio, e punta più sull'amministrazione straordinaria e l'ultima trovata
è recente e fantasiosa, quanto impossibile: un "blind trust". Vale a dire,
"la famiglia Riva (sempre che sia disponibile) potrebbe conferire la
maggioranza della holding Riva Fire spa. Ma figurarsi se Riva, che ha
depositato al Tribunale del riesame richiesta di revoca del sequestro degli
8,1 mld, dovrebbe dire Sì a questo.
Cosa ne può uscire da questo guazzabuglio?
Poi c'è il problema dei tempi. Il prefetto di Taranto ha detto che
l'applicazione del decreto 231/12 non è affatto semplice e rapida, tra
notifiche e tempi da dare a Riva per fare il ricorso passano mesi. Il Pdl,
tanto per non essere messo da parte, ha chiesto il dibattito in parlamento e
questo avverrà martedì - che è già 4 giugno. Il 5 giugno dovrebbero essere
ratificate le dimissioni del CdA dell'Ilva.
Possono, in questa situazione, gli operai stare solo ad aspettare?
Mentre lo Stato invece che impegnarsi sul fronte lavoro/salute si sta
preoccupando solo di inviare più forze dell'ordine a Taranto, quasi ad
annunciare che non ci saranno risposte positive.
Tutti parlano, gli unici che non si fanno ancora sentire con i loro
strumenti di lotta, sono gli operai.
Che intanto lavorano ad alto rischio, non solo del prossimo futuro, non solo
con la spada di Damocle del non pagamento dello stipendio di giugno e di
essere messi via via fuori dalla fabbrica - a cominciare dal Treno Nastri 1
(per l'ennesima volta), ma a forte rischio sicurezza, visto che oggi la
fabbrica è di fatto "abbandonata" da quegli stessi che sono corresponsabili
di questa situazione.
Di che ci dobbiamo preoccupare, se non che da un giorno all'altro gli operai
possono trovarsi senza lavoro e salute?
La magistratura ha fatto il suo ulteriore passo, ma i miliardi in corso di
sequestro resteranno congelati fino alla sentenza definitiva, cioè per anni,
quindi non verranno utilizzati immediatamente per la messa a norma; d'altra
parte finora degli 8,1 mld, è stato recuperato solo 1, e a leggere di dove
parte di questo miliardo viene recuperato cadono le braccia: la foresteria
dell'Ilva, la sede del Centro studi nella Città vecchia di Taranto, il
poligono di tiro... Con le briciole quanti anni ci vorranno?
In questa situazione, la vera notizia la devono provocare gli operai!
La notizia che tutti temono e vogliono scongiurare: quella della scesa in
campo con la lotta, dentro e fuori la fabbrica, per essere realmente gli
operai il centro delle discussioni.
SLAI COBAS ILVA per il sindacato di classe
3475301704 – slaicobasta@gmail.com
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