oggi facciamo volantinaggio ai lavoratori appalto eni e da martedì o gli
operai rientrano o dobbiamo cercare di riprendere la lotta nelle dovute
forme riprende
sappiamo bene che la crisi della lottaoperaia non dipende sia dal mal comportamento dei sindacati confederali che agiscono per loro tornaconto, ma anche dalla crisi di valori che pervade anche il mondo operaio; io credo che se i lavoratori, fossero più coraggiosi invece che credere alle promesseindividualisticheil movimento sindacale ,potrebbe rimettersi incarreggiataDi questo da vari decenni, sono in parte responsabili i sindacaticonfederali,e il loro deciso passare dall'altro campo hannoucciso anche la memoria della lotta di classe e dei valori collettivi;In questa situazione, chiaramente gli operai non sono innocenti, eper una lotta coerente e nel necessario scontro con i sindacaticonfederalia volte pensano, male e illudendosi, di ricavare per loro delle bricioleda questo "pensare asè" e ora sempre più ne sono loro le prime e vere vittimeOra nche in questo accordo appalto eni in corso gli stessi opera potranno
verificare e si renderanno conto, di chi li ha solo e veramentestrumentalizzati, noi dobbiamo bisogna puntare sul pubblicizzare edenunciare il misfatto,per far capire ai lavoratori e anche all'opinione pubblica, da che partesta la verità e lagiustizia. !"oggi facciamo volantinaggio ai lavoratori appalto eni e da martedì o gli
operai rientrano o la lotta nelle dovute forme riprende
operai rendelin appalto eni
salvatore galasso
RSA slai cobas
21 giugno
ENI la situazione è peggio di come l'avevamo pensata.
Dobbiamo confermare il nostro giudizio critico, sia rispetto all'accordo che
si è fatto in confindustria e che si sta facendo con le aziende, sia alle
procedure che si stanno portando avanti che sono anche peggio di ciò che in
un primo momento poteva sembrare.
Innanzitutto NON E' VERO che si sta applicando la clausola sociale di
salvaguardia, perchè clausola significa che in caso di cambio di appalto la
nuova azienda subentrante è obbligata ad assumere i lavoratori della
precedente azienda.
Qui invece si fissa un generico "bacino" dal quale attingere secondo le
necessità delle aziende subentranti. Questo vuol dire innanzituttio che ne
viene assunta una parte soltanto degli operai licenziati. Inoltre questo
sistema dei colloqui individuale non è trasparente, e si presta a manovre
discriminatorie di tipo aziendale e sindacale, e comporterà sicuramente il
mancato rispetto dei livelli e diritti acquisiti dagli operai.
Non è vero che è per questo che si sono fatti circa 10 giorni di sciopero e
di presidi/blocchi di tutti gli operai dell'appalto.
E questo tipo di accordo è la vera ragione per cui si è voluto tenere fuori
lo Slai cobas che tutela lavoro e diritti dei lavoratori.
I lavoratori, quindi, si trovano ad accettare questa situazione
obiettivamente sotto ricatto e pressione e quindi non possono fare una
scelta libera circa la lotta e i risultati di essa.
Per questo lo slai cobas fa appello ai lavoratori a ragionare veramente con
la propria testa e a trovare le condizioni per cercare di migliorare.
In ogni caso se dopo il 27 giugno rimarranno fuori dal lavoro senza garanzie
i lavoratori, lo slai cobas promuoverà anche da solo la ripresa della lotta
e impugnerà anche legalmente questi accordi.
Nessuno pensasse di intimidirci e minacciarci! Il diritto al lavoro e i
diritti per tutti non sono merce di scambio.
Ma questo accordo non lo accettiamo anche per un'altra ragione. Il Prefetto
e la Confindustria non solo hanno sostenuto ion questa vertenza innanzitutto
l'Eni, ma vogliono fare di più. In un articolo apparso sulla stampa
Berrettini della Fim-Cisl dice: "questa doverbbe essere la strada da
imboccare per tutti gli appalti. Dalla Raffineria all'arsenale, dall'Ilva
alle altre realtà industriali del territorio". Quindi si vuole far saltare
sostanzialmente l'applicazione rigida della clausola sociale per tutte le
ditte dell'appalto, trasformando in generici "bacini" da cui attingere, in
maniera graduale, con tutto quello che significa sui criteri... il diritto
invece ad un passaggio diretto e immediato dei lavoratori.
Lo Slai cobas non ci sta! E inviterà tutti i lavoratori degli appalti
industriali delle fabbriche della nostra provincia a respoingere questa
logica.
SEDE LEGALE E NAZIONALE TARANTO VIA LIVIO ANDRONICO, 47 tel 099/4792086 347/5301704 slaicobasta@gmail.com
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