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sabato 31 agosto 2013
Più armamenti con i soldi dell' Università. Prepariamo a mobilitare tutto il movimento studentesco nelle università !
Nessun taglio in vista per l'acquisto di armamenti e sistemi militari nel "Bel" Paese. Anzi, una bella impennata, fortemente voluta dall'Esecutivo.
Così in uno scenario di dismissione strategica del welfare complessivo, in cui le élites tendono a fare quadrato per consolidare i profitti, la mossa a tenaglia è presto servita: rafforzare il budget e gli investimenti alla Difesa. Saranno oltre 14 miliardi quelli previsti per le forze armate quest'anno, 800 milioni di euro in più rispetto all'anno precedente.
La voce in capitolo più consistente, manco a dirlo, l'acquisto di caccia EuroFighter, con preventivi che raggiungono cifre da capogiro (stime lievitate a oltre 20 miliardi di euro spalmati in diversi anni).
La "crisi", che in tal modo assume caratteri ancor più grotteschi, prevede dunque che si spenda di più in armamenti che nel periodo pre-crisi. Ce n'é per tutti i gusti: nuove navi per completare la flotta, nuovi elicotteri, jet, blindati, fregate,sottomarini,Lince, nuovi Kit per i soldati. .
Tutto qui? Non sia mai; all'armamentario "tradizionale", si aggiungano i finanziamenti per nuovi sistemi da applicare a droni e radar. E qui ci soffermiamo, perche nell'inchiesta pubblicata dall'Espresso una settimana fa risulta che a questa voce 500 milioni di euro ce li mettono il Ministero dell'Università e Ricerca e l'Agenzia Spaziale.
DAll' Università già spolpata da Gelmini e Spending Review vengono destinati dunque (ulteriori)centinaia di milioni di Euro dritti dritti in tasca alle lobby dell'industria bellica.
Niente di cui stupirsi. Se da un lato vediamo i venti di guerra spirare minacciosi lungo le coste del Mediterraneo e le terre mediorientali, in "casa" constatiamo che le larghe intese minano ancorpiù le possibilità di una larga fascia, soprattutto giovanile, di intravedere uno scampolo di futuro che non sia quello fatto di lavori ulteriormente sottopagati e indebitamento.
Alla faccia di un Esecutivo che aveva dichiarato di prendere di petto come nodo fondamentale la "questione giovanile".Per tagliargli le gambe?
Così in uno scenario di dismissione strategica del welfare complessivo, in cui le élites tendono a fare quadrato per consolidare i profitti, la mossa a tenaglia è presto servita: rafforzare il budget e gli investimenti alla Difesa. Saranno oltre 14 miliardi quelli previsti per le forze armate quest'anno, 800 milioni di euro in più rispetto all'anno precedente.
La voce in capitolo più consistente, manco a dirlo, l'acquisto di caccia EuroFighter, con preventivi che raggiungono cifre da capogiro (stime lievitate a oltre 20 miliardi di euro spalmati in diversi anni).
La "crisi", che in tal modo assume caratteri ancor più grotteschi, prevede dunque che si spenda di più in armamenti che nel periodo pre-crisi. Ce n'é per tutti i gusti: nuove navi per completare la flotta, nuovi elicotteri, jet, blindati, fregate,sottomarini,Lince, nuovi Kit per i soldati. .
Tutto qui? Non sia mai; all'armamentario "tradizionale", si aggiungano i finanziamenti per nuovi sistemi da applicare a droni e radar. E qui ci soffermiamo, perche nell'inchiesta pubblicata dall'Espresso una settimana fa risulta che a questa voce 500 milioni di euro ce li mettono il Ministero dell'Università e Ricerca e l'Agenzia Spaziale.
DAll' Università già spolpata da Gelmini e Spending Review vengono destinati dunque (ulteriori)centinaia di milioni di Euro dritti dritti in tasca alle lobby dell'industria bellica.
Niente di cui stupirsi. Se da un lato vediamo i venti di guerra spirare minacciosi lungo le coste del Mediterraneo e le terre mediorientali, in "casa" constatiamo che le larghe intese minano ancorpiù le possibilità di una larga fascia, soprattutto giovanile, di intravedere uno scampolo di futuro che non sia quello fatto di lavori ulteriormente sottopagati e indebitamento.
Alla faccia di un Esecutivo che aveva dichiarato di prendere di petto come nodo fondamentale la "questione giovanile".Per tagliargli le gambe?
giovedì 29 agosto 2013
I lavoratori tessili egiziani di Mahalla di nuovo in sciopero
da proletaricomunisti 29 agosto - operai egiziani tornano in sciopero - ma oggi il vero scontro di classe è con la dittatura militare neomubarakiana che è al servizio dei padroni egiziani e dell'imperialismo
Abbiamo tradotto questo articolo tratto da ahram online che resoconta di una tra le prime lotte operaie post-Morsi. In questo caso si fa riferimento alla lotta degli operai del tessile di Mahalla, città faro dei processi rivoluzionari in Egitto che ha vissuto per mesi in pieno autogoverno. Oltre alla lotta degli operai di Mahalla va registrata l’importante mobilitazione metalmeccanica a Suez dove la rigidità degli operai si è scontrata con le aggressioni e le provocazioni della polizia guidata dal nuovo governo militare. Ci sono stati arresti e dura repressione contro lo sciopero ad oltranza convocato dalle organizzazioni sindacali più conflittuali. Ad oggi però le iniziative repressive non hanno piegato la lotta di operai e proletari abituati a contare solo sulle proprie forze, intelligenza, e organizzazione. Anzi nello scenario attuale l’attacco della polizia di el-Sissi non può che approfondire il “chiarimento” all’interno delle burocrazie sindacali, comprese le organizzazioni indipendenti (di cui una parte indipendente di nome, ma nei fatti emanazione diretta degli interessi del regime e dell’alta imprenditoria), dando ragione a quella sostanziosa minoranza che nei vertici delle segreterie si oppose strenuamente all’adesione della manifestazioni convocata dal regime militare in cerca di legittimazione popolare. A questo proposito suggeriamo di leggere l’intervento tradotto in italiano della compagna Fatma Ramadan (pubblicato giorni fa sul sito dei S.I.Cobas) messa in minoranza durante il Comitato Esecutivo della Federazione Egiziana dei Sindacati Indipendenti. Il monito della compagna Fatma oggi suona quanto mai attuale nei reparti della Weaving and Textile Company di Mahalla o della Suez Steel Company, e ci auguriamo che possa essere anche l’occasione per approfondire con intransigenza “quel fare chiarezza” che la giusta direzione sindacale delle lotte operaie oggi in Egitto ha davvero bisogno.
I lavoratori della più grande fabbrica tessile egiziana hanno fermato le loro macchine e dichiarato uno sciopero a tempo indeterminato finché le loro rivendicazioni non saranno accolte Lunedì mattina diecimila lavoratori turnisti della Weaving and Textile Company del settore pubblico egiziano a Mahalla City hanno avviato uno sciopero, sostenendo che la direzione della compagnia non abbia rispettato la scadenza del pagamento dei bonus dei loro dividendi. I lavoratori di Mahalla, in totale attorno alle 24.000 persone, sono andate in sciopero il mese scorso, dopo essere stati pagati solo la metà del bonus concordato (l'equivalente del salario di 45 giorni). La direzione ha promesso
Siria: presa di posizione di ATIK organizzazione democratica dei lavoratori Turchi in Europa
Atik “Noi condanniamo il massacro della Giunta militare fascista contro le masse popolari in Egitto. - dichiarazione di appoggio dei maoisti italiani
Gli attacchi contro le masse che riempivano le piazze in Egitto, in sfida contro il colpo di Stato militare si sono trasformati in un massacro. Centinaia di persone che prendevano le piazze contro il golpe militare fascista sono state uccise, migliaia sono state ferite durante l'attacco. E nello stesso tempo questi brutali attacchi continuano con tutte le loro barbarie e lo stato di emergenza è stato dichiarato in molte città dell'Egitto.
Le profonde contraddizioni in Egitto non sono state risolte e hanno messo il paese in una situazione ancora più complessa.
Come tutti sanno, le masse popolari egiziane ora sono sempre più povere e soffrono ancor più repressione, nonostante avessero rovesciato il regime di Mubarak con la ribellione iniziata due anni fa.
Tuttavia la rivolta spontanea delle masse, mancante di una direzione rivoluzionaria, ha permesso all'esercito egiziano di controllare la rivolta, supervisionare le elezioni e il governo di Moamed Morsi è andato al potere.
Com'è nella sua natura anche questo governo, nella sua sostanza ha continuato sulla strada del precedente governo.
Davanti a questo le masse sono tornate a sollevarsi. Seguendo questa rivolta l'esercito è stato una volta in più attivo nel prevenire che la crescente opposizione popolare si indirizzasse in senso rivoluzionario. A questo scopo è stato sviluppato un colpo di Stato dal Consiglio supremo delle forze armate per conquistare la direzione.
Morsi è stato arrestato il 3 luglio. In seguito a questo l'organizzazione dei fratelli musulmani ha guidato le masse della sua sfera di influenza in manifestazioni.
Morsi è stato arrestato il 3 luglio. In seguito a questo l'organizzazione dei fratelli musulmani ha guidato le masse della sua sfera di influenza in manifestazioni.
I segmenti di arretrati del suo governo volevano usare le dottrine basate sulla religione in nazionalismo delle masse povere a proprio profitto. Questo è ciò che il movimento Fratelli musulmani stava facendo.
Il colpo di Stato in Egitto non indipendente dagli imperialisti, nei fatti il colpo di Stato del Consiglio militare supremo è stato fatto con le direttive degli Usa.
La situazione attuale chiaramente riflette questo. Eseguendo questo l'imperialismo Usa non ha potuto rivendicare apertamente il sostegno che hanno dato al colpo di Stato in Egitto, ma hanno sostenuto che non era un colpo di Stato e che avrebbero continuato nel sostegno finanziario al regime.
Quindi, gli imperialisti Usa ed Europei hanno “condannato” gli attacchi della Giunta che massacra centinaia di persone semplicemente per giustificare sé stessi. Ma nonostante queste condanne il ruolo che essi hanno giocato in questo massacro non po' essere camuffato. Al contrario essi hanno giocato un ruolo determinante nel golpe e nel massacro delle masse.
L'esercito egiziano ha effettuato il golpe per proteggere l'ordine esistente, per sopprimere l'opposizione popolare e restaurare la sua posizione danneggiata.
La parte che si opposta della popolazione è stata brutalmente attaccata e un massacro selvaggio è stato realizzato, con centinaia di morti e migliaia di feriti.
Come Atik noi condanniamo il brutale massacro, esprimiamo le nostre condoglianze alle famiglie di coloro che sono morti e auspichiamo che coloro che sono feriti possano riprendersi.
Noi chiamiamo le masse democratiche a non restare in silenzio contro questo massacro e a prendere posizione contro questo crimine contro l'umanità.
NOI CONDANNIAMO IL MASSACRO CONTRO IL POPOLO IN EGITTO!
ABBASSO IL COLPO DI STATO MILITARE FASCISTA!
ABBASSO L'IMPERIALISMO E LA REAZIONE DI OGNI TIPO!
ATIK – 16.8.13
dichiarazione di appoggio
Il PCm Italia e le organizzazioni sindacali, femminili e giovanili che esso orienta e dirige salutano la posizione ferma e decisa presa dalla grande organizzazione, Atik, che raccoglie i lavoratori turchi all'estero, in particolare in Europa, che condanna il colpo di Stato militar fascista, i suoi massacri, solidarizza con le masse uccise, ferite e represse, e fa appello alla mobilitazione democratica.
Questa posizione assesta in Europa un colpo al regime neo Mubarak, neo Pinochet, che ha preso il potere in Egitto per conto e con l'appoggio dell'imperialismo Usa, il sionismo israeliano e il regime saudita. A fronte, invece, di posizioni opportuniste e confuse che parti delle organizzazioni che pur si dicono democratiche, proletarie e antimperialiste, che hanno scelto il vile silenzio, l'odiosa giustificazione comunque travestita del colpo di Stato militare.
Chiediamo a tutti coloro che hanno condannato il golpe di essere coerenti e di attivare un ampio fronte antimperialista contro la dittatura militare e al sostegno dei proletari e delle mase popolari egiziane che la combattono.
PCm Italia
28.8.13
mercoledì 28 agosto 2013
contro l'aggressione imperialista alla Siria . la posizione e l'azione di proletari comunisti - PCm Italia
dal blog http://proletaricomunisti.blogspot.com
Si prepara un attacco imminente contro la Siria da parte dell'imperialismo
americano, insieme agli imperialisti inglesi e francesi. Un intervento
militare che gode sicuramente della partecipazione dell'Arabia Saudita e del
sostegno politico-logistico anche di Turchia e Israele.
Ma la Siria non è la Libia e non è neanche, in questa congiuntura, l'Iraq.
E' impossibile immaginare che l'Iran non ne sia coinvolto e la posizione di
Cina e Russia non è tale perchè l'intervento possa avere l'appoggio Onu.
Quindi si tratta di un'aggressione imperialista unilaterale che prosegue
l'intervento militare fatto tramite quella parte dell'opposizione che è una
pura filiazione delle potenze imperialiste.
L'attacco alla Siria può creare effetti a catena e incendiare per davvero la
prateria del Medio Oriente e del mondo intero.
Obama, come prima Reagan e Bush, usa lo stesso copione di inventare e
amplificare "prove" come foglia di fico di un intervento già deciso e che
viene da lontano e che ha sempre lo stesso oggetto: petrolio e controllo
dell'assetto geopolitico e geostrategico dell'area.
Proletari Comunisti- PCm Italia denuncia e sviluppa la massima opposizione
all'aggressione imperialista della Siria e esprime il proprio sostegno alle
masse siriane ed arabe che ad essa si oppongono.
La nostra azione si svilupperà autonomamente perchè non condividiamo alcun
tipo di appoggio al regime di Assad e non certo perchè ha usato
eventualmente le armi chimiche - cosa probabilmente falsa e montata - mentre
è sicuro che questo lo hanno già fatto i cosiddetti "ribelli" e come a suo
tempo fece Saddam nei confronti dei Kurdi, ma perchè Assad, come prima
Saddam e Gheddafi non sono governi antimperialisti, ma di un settore del
capitalismo burocratico e della borghesia compradora che opprime proletari e
popoli
Questi governi sono ora amici, ora "nemici" degli Stati imperialisti che si
contendono la zona. Questi governi non sono la soluzione ma una parte del
problema per le masse siriane e arabe.
Sappiamo che forze di "sinistra" in Siria, nel mondo arabo, tra i
palestinesi hanno goduto dell'appoggio del regime di Assad. Noi non pensiamo
che questo sia stato un bene nel passato, né lo pensiamo adesso, né ci
impressiona che queste forze chiaramente, che godono anche di un certo
credito nella sinistra occidentale, si mobiliteranno contro l'aggressione
imperialista.
Ma noi siamo marxisti-leninisti-maoisti, noi vogliamo rappresentare gli
interessi della classe operaia nei nostri paesi come nei paesi arabi, come
nel mondo intero.
Non siamo assolutamente equidistanti tra aggressione imperialista e regime
di Assad aggredito. L'imperialismo deve essere combattuto in tutte le forme,
in tutti i modi. Ma il punto di vista proletario e comunista in questa
vicenda deve essere chiaro verso tutte le parti in causa,
Proletari Comunisti si mobilita da subito autonomamente verso i proletari
compreso gli immigrati, i giovani, le piazze, con manifesti, volantini,
pannelli, striscioni, interventi.
Noi denunciamo il ruolo dell'imperialismo italiano,
Si prepara un attacco imminente contro la Siria da parte dell'imperialismo
americano, insieme agli imperialisti inglesi e francesi. Un intervento
militare che gode sicuramente della partecipazione dell'Arabia Saudita e del
sostegno politico-logistico anche di Turchia e Israele.
Ma la Siria non è la Libia e non è neanche, in questa congiuntura, l'Iraq.
E' impossibile immaginare che l'Iran non ne sia coinvolto e la posizione di
Cina e Russia non è tale perchè l'intervento possa avere l'appoggio Onu.
Quindi si tratta di un'aggressione imperialista unilaterale che prosegue
l'intervento militare fatto tramite quella parte dell'opposizione che è una
pura filiazione delle potenze imperialiste.
L'attacco alla Siria può creare effetti a catena e incendiare per davvero la
prateria del Medio Oriente e del mondo intero.
Obama, come prima Reagan e Bush, usa lo stesso copione di inventare e
amplificare "prove" come foglia di fico di un intervento già deciso e che
viene da lontano e che ha sempre lo stesso oggetto: petrolio e controllo
dell'assetto geopolitico e geostrategico dell'area.
Proletari Comunisti- PCm Italia denuncia e sviluppa la massima opposizione
all'aggressione imperialista della Siria e esprime il proprio sostegno alle
masse siriane ed arabe che ad essa si oppongono.
La nostra azione si svilupperà autonomamente perchè non condividiamo alcun
tipo di appoggio al regime di Assad e non certo perchè ha usato
eventualmente le armi chimiche - cosa probabilmente falsa e montata - mentre
è sicuro che questo lo hanno già fatto i cosiddetti "ribelli" e come a suo
tempo fece Saddam nei confronti dei Kurdi, ma perchè Assad, come prima
Saddam e Gheddafi non sono governi antimperialisti, ma di un settore del
capitalismo burocratico e della borghesia compradora che opprime proletari e
popoli
Questi governi sono ora amici, ora "nemici" degli Stati imperialisti che si
contendono la zona. Questi governi non sono la soluzione ma una parte del
problema per le masse siriane e arabe.
Sappiamo che forze di "sinistra" in Siria, nel mondo arabo, tra i
palestinesi hanno goduto dell'appoggio del regime di Assad. Noi non pensiamo
che questo sia stato un bene nel passato, né lo pensiamo adesso, né ci
impressiona che queste forze chiaramente, che godono anche di un certo
credito nella sinistra occidentale, si mobiliteranno contro l'aggressione
imperialista.
Ma noi siamo marxisti-leninisti-maoisti, noi vogliamo rappresentare gli
interessi della classe operaia nei nostri paesi come nei paesi arabi, come
nel mondo intero.
Non siamo assolutamente equidistanti tra aggressione imperialista e regime
di Assad aggredito. L'imperialismo deve essere combattuto in tutte le forme,
in tutti i modi. Ma il punto di vista proletario e comunista in questa
vicenda deve essere chiaro verso tutte le parti in causa,
Proletari Comunisti si mobilita da subito autonomamente verso i proletari
compreso gli immigrati, i giovani, le piazze, con manifesti, volantini,
pannelli, striscioni, interventi.
Noi denunciamo il ruolo dell'imperialismo italiano,
martedì 27 agosto 2013
contro l'intervento imperialista in Siria - a sostegno delle masse arabe
L'imperialismo americano con gli imperialisti inglesi a loro fianco e l'appoggio di Turchia e Israele preparano l'attacco alla SIRIA
proletari comunisti PCm Italia fa appello alla mobilitazione nazionale e locale
dal blog proletaricomunisti
Governo sempre più al servizio dell'Ilva e non certo del lavoro e della salute.
Infilate tra le pieghe del decreto della PA vengono approvate delle norme che consentiranno all'Ilva di realizzare e gestire due discariche una per i rifiuti pericolosi – unica nel sud Italia, l'altra per i rifiuti speciali, risparmiando circa 300 milioni di euro, saltando un iter amministrativo che era bloccato dalla commissione europea. Un'associazione a delinquere chiamata Consiglio dei Ministri, senza neanche metterlo all'OdG, è pronta ad approvare queste norme.
Tutto secondo la linea dei diktat già in atto da tempo e che ha trovato la sua massima manifestazione con la nomina del commissario Bondi.
Ma tutta la storia di quest'autorizzazione è scandalosa. Certo, scandalosa per modo di dire, dato che così funzionano Stato, padroni nel sistema capitalista e nel nostro paese.
Ma tutta la storia di quest'autorizzazione è scandalosa. Certo, scandalosa per modo di dire, dato che così funzionano Stato, padroni nel sistema capitalista e nel nostro paese.
Il primo tentativo di questo colpo di mano era già stato fatto, mettendolo nel decreto Ilva come emendamento. Ma in quell'occasione non potè essere accolto perchè il governo per fare presto aveva deciso di non accettare nessun emendamento. Ora però viene ripreso e inserito in quest'altro decreto sulla Pubblica Amministrazione.
Ma c'è qualcos'altro che è scandaloso. Questo emendamento nasce su proposta di quell'ignobile individuo che è Edo Ronchi, il subcommissario, che a parole era stato messo lì per tutelare l'ambiente ma, come abbiamo denunciato sin dal primo momento, è lì per fare invece il subcommissario al servizio di Bondi e di Riva.
Chiediamo alla Lega ambiente di non fare da copertura di queste operazioni, dato che proprio la Lega ambiente salutò con calore la nomina di Ronchi.
DICIAMO NO ALL'AUTORIZZAZIONE DI QUESTE DISCARICHE.
Ma soprattutto lavoriamo per rilanciare la LOTTA CONTRO PADRON RIVA E IL GOVERNO per cacciare e spazzare via i servi di padron Riva, Bondi-Ronchi.
C'è da dire che Florido e Conserva sono stati incriminato e messi in galera proprio perchè avevano accettato le pressioni dell'Ilva su queste autorizzazioni. Ora è tutto il Consiglio dei Ministri che dovrebbe essere messo in galera.
Giochi politici, giochi economici sulla pelle dei lavoratori della TCT e del Porto.
dal blog terantocontro
4 deputati renziani, non del territorio, hanno improvvisamente lanciato la notizia che Evergreen ed Hutchinson potrebbero mollare il Porto di Taranto. Il presidente dell'Autorità portuale smentisce e rivendica il percorso in corso e i piani dei lavori che dovrebbero cominciare a settembre.
Il PD e i suoi deputati sono ormai un partito fatto di lobby, correnti, impegnato in una guerra tra bande su scala nazionale come su scala territoriale; la componente renziana di questo partito, neoliberista e filo padronale vuole allargare la presa sul territorio tarantino in cui non è presente e, quindi, partendo da ritardi reali dei progetti in corso, si lancia in una ricerca di presa sul territorio tentando di mostrarsi una sorta di agenti, portavoci occulti delle grandi multinazionali. E' più o meno la stessa strategia di Renzi a livello nazionale. Mentre i parlamentari locali dello stesso partito, acquattati come sono all'ombra dell'attuale segreteria e dell'attuale governo, vogliono mantenere il controllo sul territorio.
Ma non ci sono solo questi interessi, c'è anche un effettivo scontro sulla gestione del Porto, sui rapporti con le multinazionali, sui fondi e sui lavori del Porto stesso.
Noi abbiamo denunciato da sempre questo gioco delle parti in corso e recentemente siamo stati testimoni di uno scontro in atto in Confindustria e di un tentativo di coinvolgere i lavoratori in questo scontro.
Al Porto non vogliono lo Slai cobas perchè, a tutela dei lavoratori, mette a nudo questi interessi.
I sindacati confederali sono parte della cogestione economica del Porto stesso. E vi sono componenti industriali e personaggi del Porto che non si ritrovano nell'attuale gestione, Prete, sindacati confederali, ecc., e pensano perfino di utilizzare i lavoratori e lo Slai cobas nello scontro in atto.
Come si vede la confusione è grande sotto il cielo e i lavoratori della TCT vengono considerati come 'sudditi' e 'pedine' in questo gioco.
Ma questi giochi prima o poi arrivano al dunque. E il dunque qual'è? A maggio 2014 scade la cassintegrazione per circa 500 lavoratori della TCT. I lavori che giustificano la cassa non hanno alcuna possibilità di concludersi in quella data; la cig stessa stando alle leggi attuali non potrebbe essere rinnovata; finora questa cassa è stata gestita con mano libera alla TCT con la complicità attiva dei sindacati confederali; i corsi di formazione poi che doveva fare la Provincia, assolutamente fasulli, hanno interessato finora solo una metà dei lavoratori e non si sa se possono mai partire gli altri.
Quindi, più che temere che Hutchinson e la Evergreen vadano via, prospettiva ancora non realmente all'orizzonte perchè resta vero che se il Porto di Taranto dentro un sistema industriale così consistente si sviluppa esso è fonte di veri profitti per queste multinazionali, c'è da temere per il lavoro degli operai della TCT attualmente in cassintegrazione.
Ma tra i lavoratori cammina il desiderio di organizzarsi per capire realmente i giochi in campo e lottare in autonomia per lavoro e diritti.
ENI e ALENIA esportano e fanno profitti sulla pelle di operai e cittadini
dal blog tarantocontro
I dati dell'export 2012 registrano un aumento nella provincia di Taranto del 18,2, superiore alla media regionale e all'intera area del mezzogiorno.
E questi sono dati che sembrano sorprendenti data la crisi dell'Ilva. Ma in realtà essi dipendono dal pieno funzionamento dell'ENI e dell'Alenia. I giornali salutano positivamente questi dati. NOI NO!
Perchè dietro i successi dell'ENI vi sono l'inosservanza delle norme sulla sicurezza e la tutela dell'ambiente che stanno impestando la città di gas, e gli appalti al massimo ribasso che stanno mettendo a rischio i posti di lavoro e i diritti ora degli operai della Rendelin e De Pasquale, poi di tutto l'appalto.
Dietro i successi dell'Alenia, vi è l'estendersi della produzione di tipo bellico, vi sono operai ridotti a soldatini della produzione sotto il comando congiunto di capi e sindacalisti venduti, vi sono le condizioni dell'appalto dove i lavoratori sono sempre più tenuti nella precarietà e nella flessibilità e quindi nella mancanza di diritti e nella ricattabilità, anche qui con l'aperta alleanza tra padroni e padroncini delle ditte dell'appalto e sindacalisti ad essi legati.
Quindi più produzione solo a servizio dei profitti, sulla pelle degli operai e della città.
Noi lottiamo perchè questo salti. Perchè se questo non salterà il futuro di Taranto sarà sempre e soltanto di una città militarizzata, inquinata – e qui non solo per l'Ilva, come si vede, ma per altre industrie che si vedono anche elogiate come alternative all'Ilva.
lunedì 26 agosto 2013
dal blog proletari comunisti 26 agosto - VIAGRA PER LAVORARE DI PIU'
Dopo le pillole di Viagra ai soldati Usa in Afghanistan, per
lottare "contro il terrorismo internazionale", ora viene fuori l'uso del Viagra per aumentare le prestazioni sul lavoro in Germania.
Per ora viene utilizzato soprattutto nei settori impiegatizi, soprattutto
medio alti, o manageriali. Ma a quando il capitale lo userà per aumentare la produttività degli operai? Quando verrà usato anche dal capitale italiano?
I lavoratori per il capitale sono come mucche, galline
a cui spremere più pluslavoro con metodi “normali” e sperimentati e metodi moderni.
L'efficienza e la “capacità” della Germania di tenersi
ancora fuori dagli effetti più pesanti della crisi capitalista, prese come esempio non solo dalla borghesia italiana, ma anche nelle “chiacchiere da bar” di una parte della gente, e degli stessi lavoratori, si basa anche su questi sistemi che sanno tanto di metodi nazisti. |
BERLINO – In Germania è boom di “viagra del lavoro”, psicofarmaci che aiutano a sentirsi più sicuri e in forma e a lavorare con più energia. Si tratta di medicine legalmente prescritte, non droghe vietate. Ma le conseguenze sono terribili: tossicodipendenza ed effetti collaterali chefiniscono per ammalare, con la conseguenza che i giorni di congedo per malattia si moltiplicano
I “viagra del lavoro”, ecco l’altra faccia dell’efficienza economica... dal 2002 al 2012 il consumo dei viagra del lavoro è aumentato di una cifra da capogiro, tra il 300 e il 400 per cento.
Il dato è una proiezione delle statistiche del numero delle ore di congedo malattie chieste e ottenute da persone attive nel mondo del lavoro che a causa della tossicodipendenza indetta da quei medicinali si sono ammalate, erano diventate zombie o ectoplasmi sotto la grisaglia o qualsiasi altro abito buono ai piani alti delle industrie esportatrici global player o delle banche di Francoforte. La Germania esporta più auto, aerei, elettronica high-tech, prodotti bancari, progetta auto di lusso jet o treni superveloci sempre più seducenti, abbassa ancora il rendimento dei Bund, i titoli sovrani federali...
|
domenica 11 agosto 2013
Lotta per la salute e sicurezza e minacce di repressione al Policlinico
Comunicato Stampa
Servizio Trasporto materiale biologico Policlinico Palermo
Replica dello SLAI Cobas per il sindacato di classe/Policlinico alle dichiarazioni del Dott. Roberto Firenze, dirigente sanitario dell’A.O.U.P., rilasciate al “Giornale Di Sicilia” l’8 agosto u.s. , in merito alla denuncia della scrivente O.S. sul provvedimento disciplinare nei confronti di tre lavoratori addetti al servizio in oggetto.
Innanzitutto ci preme smentire quanto affermato dal Dott. Firenze, relativamente alla presunta interruzione del servizio pubblico essenziale, da parte dei lavoratori “incriminati”. I lavoratori non hanno interrotto un bel niente, hanno semplicemente e giustamente richiesto, da mesi e mesi, idonee misure di sicurezza e un’adeguata riorganizzazione del servizio.
Inoltre, è bene ricordare, che i predetti dipendenti, dal 2 maggio scorso, sono in stato di agitazione e che da allora, per tramite di questo SLAI Cobas, hanno declinato ogni responsabilità sugli eventuali disservizi.
NORME SU FEMMINICIDIO E STALKING O PACCHETTO SICUREZZA?
NON IN NOSTRO NOME!
FIDUCIA NELLO STATO NON ABBIAMO
NO ALLA DELEGA, SI ALLA LOTTA E ALL'AUTORGANIZZAZIONE DELLE DONNE.
Il governo Letta sta facendo un'operazione politica truffaldina (in
continuità con operazioni simili fatti dal governo Monti e prima da
Berlusconi): il provvedimento, presentato da Alfano e approvato dal
consiglio dei ministri come decreto contro femminicidio e stalking, contiene
tutta un'altra serie di provvedimenti che non hanno nulla a che vedere con
il tema ma hanno invece molto a che vedere con l'ordine, la sicurezza e la
repressione di altre manifestazioni.
La cosa più eclatante e grave è l'inserimento di misure di rafforzamento
della repressione del movimento No Tav, tra cui vi sono tantissime donne,
che prevedono una punizione più severa per "l'accesso abusivo" nei cantieri
della Tav; tra l'altro anche una vera provocazione, visto che proprio
recentemente le forze dell'ordine nel reprimere e arrestare giovani, donne,
compagni/e del movimento No Tav, ha usato anche molestie e pesanti offese
sessuali verso una donna arrestata, Marta.
Poi vi sono altre misure, sempre all'insegna di più repressione, più
presenza delle forze dell'ordine, tra cui: estendere gli arresti differiti
nelle manifestazioni sportive; rafforzare e dare maggiore flessibilità (=
più compiti) all'impiego dei militari sui territori; ecc.
Quindi se vogliamo parlare delle norme su 'femminicidio e stalking'
innanzitutto pretendiamo la cancellazione dal decreto di tutte le altre
norme e non permettiamo che in nome delle donne si impone un pacchetto
sicurezza da Stato di polizia e moderno fascismo.
In questi termini respingiamo nettamente questo decreto.
LA FILOSOFIA DI FONDO
Ma dobbiamo dire che anche nelle norme su femminicidio e stalking, la logica
generale che le guida è all'insegna del potenziamento del ruolo di controllo
dello Stato - d'altra parte come potrebbe essere diversamente con un
Ministro degli Interni come Alfano, uomo di punta di Berlusconi
FIDUCIA NELLO STATO NON ABBIAMO
NO ALLA DELEGA, SI ALLA LOTTA E ALL'AUTORGANIZZAZIONE DELLE DONNE.
Il governo Letta sta facendo un'operazione politica truffaldina (in
continuità con operazioni simili fatti dal governo Monti e prima da
Berlusconi): il provvedimento, presentato da Alfano e approvato dal
consiglio dei ministri come decreto contro femminicidio e stalking, contiene
tutta un'altra serie di provvedimenti che non hanno nulla a che vedere con
il tema ma hanno invece molto a che vedere con l'ordine, la sicurezza e la
repressione di altre manifestazioni.
La cosa più eclatante e grave è l'inserimento di misure di rafforzamento
della repressione del movimento No Tav, tra cui vi sono tantissime donne,
che prevedono una punizione più severa per "l'accesso abusivo" nei cantieri
della Tav; tra l'altro anche una vera provocazione, visto che proprio
recentemente le forze dell'ordine nel reprimere e arrestare giovani, donne,
compagni/e del movimento No Tav, ha usato anche molestie e pesanti offese
sessuali verso una donna arrestata, Marta.
Poi vi sono altre misure, sempre all'insegna di più repressione, più
presenza delle forze dell'ordine, tra cui: estendere gli arresti differiti
nelle manifestazioni sportive; rafforzare e dare maggiore flessibilità (=
più compiti) all'impiego dei militari sui territori; ecc.
Quindi se vogliamo parlare delle norme su 'femminicidio e stalking'
innanzitutto pretendiamo la cancellazione dal decreto di tutte le altre
norme e non permettiamo che in nome delle donne si impone un pacchetto
sicurezza da Stato di polizia e moderno fascismo.
In questi termini respingiamo nettamente questo decreto.
LA FILOSOFIA DI FONDO
Ma dobbiamo dire che anche nelle norme su femminicidio e stalking, la logica
generale che le guida è all'insegna del potenziamento del ruolo di controllo
dello Stato - d'altra parte come potrebbe essere diversamente con un
Ministro degli Interni come Alfano, uomo di punta di Berlusconi
CI SPIEGATE A CHE SERVE IL SUB COMMISSARIO RONCHI ALL'ILVA?
Abbiamo sempre pensato che la nomina dell'ex Min. Ronchi come subcommissario all'Ilva fosse, al di là della persona, una sorta di 'foglia di
fico' alla scelta grave di affidare tutto a Bondi, amministratore delegato
di fatto di Riva.
Si può dire che le prime iniziative di Ronchi confermano in pieno questo
nostro giudizio. La prima iniziativa che ha preso è quella di proporre la
formazione di un gruppo di ingegneri - cosa obiettivamente marginale in
tutta questa vicenda. Ma nell'intervista odierna al Corriere del Mezzogiorno
anche Ronchi parla come "uomo dell'azienda" in sostanza, compiacendosi del
fatto che ordini, fatturato, spazi di mercato interni ed esteri dell'Ilva
vadano bene. Questo ci aspettiamo che lo dica Riva-Bondi, ma da Ronchi ci
aspettavamo che ci dica in materia di bonifica, messa a norma, salute e
sicurezza, cosa va bene.
Su questo Ronchi ripete
martedì 6 agosto 2013
Sacelit, morto un altro ex dipendente per amianto Le vittime salgono a 115
Giovedì 01 Agosto 2013 - 16:35''Le fibre killer colpiscono ancora - scrive Salvatore Nania, anche lui ex dipendente Sacelit e presidente del comitato 'Ex esposti amianto' - e, non esiste un tempo di latenza, non esiste un tempo di esposizione''.MILAZZO (MESSINA) - Salgono a 115 le vittime dell'amianto tra i dipendenti della società Sacelit nota anche come fabbrica della morte. E' infatti deceduto, ieri, a San Filippo del Mela, F.D.P., 80 anni, da oltre dieci sofferente di ''asbestosi pleuro, polmonare e insufficienza respiratoria''. ''Le fibre killer colpiscono ancora - scrive Salvatore Nania, anche lui ex dipendente Sacelit e presidente del comitato 'Ex esposti amianto' - e, non esiste un tempo di latenza, non esiste un tempo di esposizione''. L'anziano ha lavorato nella fabbrica di eternit di San Filippo del Mela per oltre 15 anni con mansioni di scarico sacchi amianto dai carri ferroviari, addetto alla produzione tubi di eternit, al rotolamento e pulizia sbavatura tubi.
Nel 1973, gli è stata riconosciuta dall'Inail di Milazzo la malattia professionale per ''asbestosi e discreta insufficienza respiratoria pari al 28 per cento''. ''Oltre ad avere sofferto sin dal lontano 1973, - scrive adesso Nania - negli ultimi dieci anni della sua vita, a causa dell'insufficienza respiratoria e dell'asbestosi, era costretto a muoversi con le bombole di ossigeno; ha patito enormi sofferenze che piano, piano lo hanno portato alla morte''. Con la morte dell'anziano filippese, la percentuale dei decessi fra gli ex dipendenti della Sacelit arriva al 52,5 per cento.
da livesicilia_______________________________________________
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PA: LAVORATORE FORMAZIONE LICENZIATO SI UCCIDE - RABBIA E RIBELLIONE... PAGHERETE CARO!
FORTE E' LA TRISTEZZA MA ANCORA PIU' FORTE E' LA RABBIA!LA MORTE DI RICCARDO NON E' UN ALTRO SUICIDIO MA E' UN OMICIDIO DI STATO FRUTTO DELLE POLITICHE SCELLERATE DEI GOVERNI AL POTERE, DAL NAZIONALE AL LOCALE, I CUI RAPPRESENTANTI DI TURNO CONTINUANO AD ARRICCHIRSI SOLO E SULLA PELLE DI LAVORATORI, PRECARI, DISOCCUPATI, GIOVANI, MASSE POPOLARI LA CUI VITA NON GLI INTERESSA MENO CHE NULLA!LA NOSTRA LOTTA LEGITTIMA PER IL LAVORO E IL DIRITTO AD UNA VITA DIGNITOSA NON SI FERMERA' E LOTTEREMO ANCHE PER RICCARDO E PER TUTTI COLORO CHE SONO STATI SCHIACCIATI DALLA DISPERAZIONEVOI CHE STATE AL POTERE, DAI VARI LETTA/ALFANO AI VARI CROCETTA E COMPAGNIA, CHE CONTINUATE AD INGRASSARVI CON PRIVILEGI, RUBERIE, LEGGI AD HOC, MALAFFARE... DI OGNI SORTA E A SUON DI REPRESSIONE CONTRO LAVORATORI, PRECARI, GIOVANI...PAGHERETE DAVVERO CARO PAGHERETE DAVVERO TUTTO!LAVORATORI, PRECARI, DISOCCUPATI IN LOTTA SLAI COBAS PER IL S.C. PALERMO
Le operaie della "differenziata" si fermano! Senza acqua per bere e docce non si lavora!
Le operaie e gli operai del servizio di "selezione della raccoltadifferenziata" della Pasquinelli di Taranto, questa mattina dalle 10 si
bloccano. Dopo la pausa non riprenderanno il lavoro, fino a soluzione del
problema di essere forniti di acqua da bere (che non è a disposizione tutti
i giorni e sta comunque distante dal loro posto di lavoro) e delle docce e
armadietti personalizzati; lo stesso faranno al 2° turno.
IN QUESTO PERIODO DI CALDO INTENSO, NON E' POSSIBILE RINVIARE ANCORA LA
SOLUZIONE DI QUESTE QUESTIONI, che sono basilari per la nostra salute.
NOI AVEVAMO AVVISATO L'AZIENDA: NON SI PUO' E NON SI DEVE LAVORARE IN QUESTE
CONDIZIONI! E CHE DAL 1° DI AGOSTO METTEVAMO IN PRATICA QUESTO "PRINCIPIO"
DI CIVILTA E DI DIGNITA'.
Noi facciamo un lavoro altamente sporco, a contatto con rifiuti di ogni
genere e tipo, che dovrebbero essere già differenziati ma di fatto sono
"indifferenziati", dove veniamo a contatto anche con rifiuti organici,
addirittura pezzi di corpi di animali, rifiuti di ospedali e quindi
pericolosi, con topi e insetti che girano indisturbati...
Non possiamo lavorare come schiavi, a cui si nega anche l'acqua per bere e
lavarsi.
Diciamo alle Coop- L'Ancora e all'Amiu di non permettersi di esercitare
pressioni di fatto ricattatorie su di noi operai, perchè noi finora siamo
stati gli unici a farci
carico dei problemi del lavoro.
ORA BASTA! NIENTE ACQUA, NIENTE LAVORO!
Le operaie della Pasquinelli
Finalmente si comincia a fare chiarezza sul reale numero di morti sul lavoro in Italia
*Osservatorio Indipendente di Bologna morti sui luoghi di lavoro*
*Report morti sul lavoro dall’1 gennaio 31 luglio 2013*
* *
*Dall’1 gennaio al 31 luglio 2013* sono morti sui luoghi di lavoro
*348*lavoratori,
*50* nel mese di luglio e *69 *in giugno, se contiamo le morti sulle strade
e in itinere si arriva a superare le *700 vittime. *
Dopo tanti anni di denuncia del fenomeno da parte nostra, finalmente si
comincia a fare chiarezza sulla vera entità del numero di morti sul lavoro.
Nel suo rapporto *l’INAIL *dichiara che i morti sul lavoro nel 2012 sono
stati* 790*, compresi 409 lavoratori morti sulle strade. Se si detraggono i
*409* morti sulle strade per l’INAIL nel *2012* risultano* 381* lavoratori
morti *sui luoghi di lavoro*.
landini alla fiat.. riconciliamoci
Fiat: la lettera di Landini a Marchionne, superare vie giudiziarie30 Luglio 2013 - 20:33
(ASCA) - Torino, 30 lug - ''Superare le vie giudiziarie''. E' quanto ha
scritto il leader della fiom Maurizio Landini nella sua lettera all'ad Fiat
Sergio Marchionne e al responsabile delle relazioni sindacali Pietro de
Biasi, il 9 luglio scorso, dopo che venne reso noto il dispositivo della
sentenza della Consulta sulla rappresentanza. La missiva e' alla base
dell'incontro di venerdi' prossimo tra Fiat e sindacati firmatari e tra Fiat
e Fiom. ''Gentilissimi - scrive Landini - la recente pronuncia della Corte
Costituzionale indica a tutti l'opportunita' di superare le vie giudiziarie
e di costruire un piu' proficuo e utile confronto di natura negoziale sulla
base di normali e qualificate relazioni industriali, capaci di affrontare al
meglio la difficile situazione produttiva e occupazionale che coinvolge le
lavoratrici e i lavoratori di tutto il gruppo Fiat. Con la presente, alla
luce di quanto sopra, siamo a richiedervi un incontro. In attesa di un
vostro cortese riscontro, cogliamo l'occasione per porgere i nostri piu'
distinti saluti''. eg/sam/bra
Consulta -ARTICOLO 19
il problema è ora se vale per tutti o solo per la fiom,perchè stato, parlamento,padroni,sindacati confederali e spesso giudici
applicano a loro modo ciò che dovrebbe essere chiaro
slai cobas per il sindacato di classe
30 luglio 2013
Consulta: articolo 19 statuto lavoratori illegittimo!
Dall’origine della norma alla sentenza di incostituzionalità
Una delle notizie più interessanti in materia di diritto del lavoro è
sicuramente la recente pronuncia della Corte Costituzionale, avente ad
oggetto l’articolo 19 dello Statuto del Lavoratori, che affronta il
dibattuto tema della rappresentanza sindacale nei luoghi di lavoro.
Lo scorso 3 luglio la Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale
dell’art. 19, comma 1, lettera b), dello Statuto (legge 20 maggio 1970, n.
300), “nella parte in cui non prevede che la rappresentanza sindacale
aziendale sia costituita anche nell’ambito di associazioni sindacali che,
pur non firmatarie di contratti collettivi applicati nell’unità produttiva,
abbiano comunque partecipato alla negoziazione relativa agli stessi
contratti, quali rappresentanti dei lavoratori dell’azienda”.