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martedì 22 ottobre 2013
*A ROMA 18 E 19 OTTOBRE, PER LO SCIOPERO DELLE DONNE*
Sia il 18 che il 19 ottobre a Roma, in occasione delle 2 importanti
manifestazioni nazionali a Piazza San Giovanni sotto un sole splendente
si è svolta l'assemblea nazionale delle donne, proposta dalle compagne
del Mfpr, per discutere insieme della giornata dello /sciopero delle
donne/ prevista per il 25 novembre prossimo. *Ma è stato fatto anche
tanto altro...*
Tante compagne, operaie di fabbrica, precarie, studentesse, donne
impegnate nei movimenti, come No Muos, nei coordinamenti precarie
scuola, compagne di associazioni di sostegno alle donne, ecc. di varie
città, dal sud e dal nord, tra cui Roma, Bologna, Ferrara, l'Aquila,
Taranto, Pavia, Modena, Brescia, Palermo, Lecce, Milano, Latina, Nocera,
ecc. - circa un centinaio - hanno partecipato nei 2 giorni; alcune
avevano già partecipato alla mobilitazione nazionale del 6 luglio contro
femminicidi e stupri, molte altre lavoratrici, ragazze, sono venute in
questa occasione, ed per alcune era la prima volta che partecipavano a
questo tipo di iniziativa.
I due momenti di assemblea sono stati niente affatto usuali e si sono
svolti in un clima combattivo, allegro, impegnato; si sono fatti
volutamente sul prato dove stava l'”accampata”, realizzando una “zona di
donne in rosso” con grandi striscioni, tra cui "/contro gli uomini che
odiano le donne, contro i governi che odiano le donne, contro gli Stati
che odiano le donne/", "/costruiamo lo sciopero delle donne/", /“moderno
medioevo doppia oppressione donne in lotta per la rivoluzione”/, poi
cartelli con le foto di alcune delle tante donne uccise all'interno
della "sacra famiglia", locandine, in particolare quella delle *donne
immigrate annegate a Lampedusa per la strage di Stato – a loro sono
state dedicate le due assemblee*. Abbiamo voluto realizzare così
l'assemblea perchè non fosse un momento separato ma interno e rivolto a
tutte le donne che stavano nella 2 giorni; anche la preparazione delle
assemblee è stata fatta con questo spirito, andando in giro per tutta
piazza S. Giovanni e chiamando le donne a venire.
Questo ha suscitato interesse, adesione, partecipazione attiva e anche
parecchia curiosità.
Sia il 18 che il 19 le assemblee si sono colorite e arricchite con la
presenza di *“Menestrella Femminista” che con le sue canzoni* sui vari
aspetti della vita delle donne ha dato un grande contributo a creare un
clima bello e caldo, con canti e balli, che ha investito anche tante
altre donne della piazza che si sono unite a chi già c'era.
Nell'assemblea, dopo avere brevemente ripercorso il cammino di lotta che
dalla mobilitazione del 6 Luglio contro femminicidi e stupri, conclusa
con l'indicazione di costruire in autunno lo sciopero delle donne – una
vera e propria novità di rottura nel panorama del nostro paese - ci ha
portato a queste assemblee, si è discusso su come organizzarci sia in
termini di contenuti che di pratica per la giornata di sciopero del 25
novembre. Lo sciopero delle donne è stato ripreso da alcune giornaliste
free lance e altri settori di donne che hanno proposto di farlo nella
giornata mondiale di lotta contro la violenza sulle donne. Noi – è stato
detto – consideriamo positivo che altre abbiano fatto propria l'idea
dello sciopero delle donne, ma consideriamo questo appello riduttivo e
insufficiente, perchè ancora interno ad una linea di delega alle
politiche governative e istituzionali che dovrebbero dare le soluzioni
alla questione della violenza delle donne quando nella realtà quotidiana
e con le loro leggi e attacchi alla condizione di vita delle donne, sono
proprio i governi e le istituzioni il problema e non la soluzione - vedi
il recente decreto del governo sul femminicidio, o nuovo pacchetto
sicurezza? -; perchè la violenza sulle donne non può essere circoscritta
solo ad un fatto culturale, perchè è sistemica; nello stesso tempo è
riduttivo indire uno “sciopero” solo 15 minuti, che può costituire sì
un'azione simbolica ma non incide concretamente in quella che deve
essere concepita come una giornata di rottura, che pesa e dia
“fastidio”: “provate voi a stare senza le donne".
*Si è quindi deciso di organizzare uno sciopero vero per l'intera
giornata del 25, a partire dai luoghi di lavoro, con l'indizione di 24
ore di sciopero, dalle scuole, e investendo quartieri, caseggiati*; è
uno sciopero totale che partendo dalla violenza/femminicidi si allarghi
alla condizione complessiva di doppio sfruttamento e oppressione delle
donne sia sul piano della classe che del genere; una risposta di lotta
in cui le donne siano soggetto attivo e protagoniste dirette.
Alcune donne sono intervenute sia ribadendo la necessità sempre più
impellente della mobilitazione di lotta delle donne "perché le donne la
crisi la pagano per prime" ha detto un'operaia di Modena della Fiom,
"sui posti di lavoro, in fabbrica, ritornano sempre più spesso i ricatti
sessuali… la mobilitazione deve essere dal basso…", "tutte le donne
devono fermarsi quel giorno non solo le lavoratrici ma anche le
casalinghe che per un intero giorno non devono fare nulla…" ha detto la
Menestrella femminista, "noi donne ci siamo e dobbiamo farci sentire
lottando…" ha detto una ragazza…; sia proponendo di costruire noi donne
una nostra “legge popolare” - su questo si è detto che le compagne del
Mfpr hanno cominciato a costruire una piattaforma che sarà posta
all'interno delle ragioni dello sciopero, ma che oggi è prioritario e
centrale la lotta delle donne, perchè senza lotta anche rivendicazioni
giuste si ritorcono contro le donne, in termini di normalizzazione,
delega, ecc.; infine, è stato messo in evidenza anche il fatto negativo
che dinnanzi ad una reale potenzialità di lotta della maggioranza delle
donne – come si è vista nella grande partecipazione delle donne,
tantissime immigrate, alle due manifestazioni del 18 e 19 - si risponda
invece con ipocrisia e tendendo a frenare questa lotta, vedi la Cgil e
la Camusso che da un lato hanno aderito all'appello delle giornaliste
per lo sciopero delle donne ma dall'altro non hanno neanche dato a
tutt'oggi la copertura sindacale neppure per i “15 minuti di fermata”…
Nelle assemblee le lavoratrici hanno posto la necessità della indizione
dello sciopero nei luoghi di lavoro, perchè, o pochi minuti o l'intera
giornata, senza proclamazione sindacale dello sciopero, soprattutto per
il clima pensante di ricatto e attacco che c'è, si rischia e tante pur
volendo sarebbero costrette a non fare lo sciopero – come, per esempio,
hanno detto le lavoratrici precarie degli asili di Bologna.
Per questo nell'assemblea si è deciso di chiedere pubblicamente ai
sindacati, e in particolare ai sindacati di base che erano a Roma, di
appoggiare, indicendo lo sciopero per il 25 novembre a livello
nazionale, ma facendo appello alle iscritte, alle delegate di questi
sindacati a pretenderlo o a indirlo loro direttamente nei posti di
lavoro in cui sono presenti.
Ma su questo le donne, compagne, lavoratrici, giovani in assemblea hanno
deciso di fare già il 18 qualcosa di più e concreto. *Dopo l'assemblea,
con striscioni e gridando “sciopero, sciopero delle donne” hanno invaso
il palco in piazza S. Giovanni,* dove stavano provando i gruppi che
avrebbero cantato la sera, per lanciare a gran voce a tutte le donne
presenti nella piazza lo sciopero delle donne; ma nello stesso tempo per
dire con forza a tutti i sindacati di base presenti di proclamare a
livello nazionale lo sciopero del 25 novembre, denunciando che la
questione delle donne non è posta neanche nel sindacalismo di base nel
modo giusto, spesso considerata un generico punto all'interno di una
piattaforma, senza dare ad essa la centralità di principio e il valore
arricchente anche per l'intera classe proletaria che invece deve avere.
E, purtroppo, questo lo si è visto anche dalla reazione che hanno avuto
alcuni sindacalisti, a cominciare da dirigenti dell'Usb, accorsi subito
agitati sotto il palco, che all'inizio non volevano darci la parola,
alquanto infastiditi e arrabbiati, perchè messi oggettivamente davanti
una scelta di coerenza. Alla fine la determinazione delle donne, e la
vivacità combattiva delle ragazze ha fatto cambiare decisione (vedi il
video sul blog femminismorivoluzionario).
Ciò che è venuto fuori dalle assemblee a Roma è stata una maggiore
consapevolezza e unione fra le donne presenti a volere a tutti i costi
questo sciopero; così come a costruire *una Rete delle donne *– già
iniziata il 6 luglio – per organizzare lo sciopero e oltre lo sciopero.
In questo clima è stato naturale decidere – su proposta di compagne di
Bologna – di essere *presenti nella grande manifestazione del 19 con un
spezzone, con lo striscione “Prepariamo lo sciopero delle donne” e le
locandine-foto delle donne assassinate e delle donne immigrate di
Lampedusa.*
Questa presenza ha fatto sì che altre donne, ragazze si avvicinassero e
si mettessero in contatto.
Si è deciso insieme di:
* fare un nuovo appello: “Anche noi/io faccio lo sciopero delle donne”
da far circolare dovunque, posti di lavoro, scuole, città, nelle
mobilitazioni sui territori, sia direttamente, sia in internet, ecc.
per raccogliere adesioni, contatti, costruendo le realtà e una sorta
di “mappa” dello sciopero;
* fare un manifesto nazionale di propaganda dello sciopero
* fare richiesta ufficiale ai sindacati di base, alla fiom/cgil e
altre realtà sindacali di settore, perchè indicano a livello
nazionale la giornata di sciopero (hanno già dato conferma lo Slai
Cobas per il sindacato di classe e l'Usi Ait).
* Preparare comunque un modulo apposito di indizione sciopero che
possa essere utilizzato nei vari posti di lavoro dalle delegate;
* creare una mailing list apposita per collegare le varie iniziative
territoriali da qui al 25 novembre, a cui far giungere informazioni,
adesioni, contributi, ecc.
Assemblea nazionale donne "Anche io sciopero il 25 novembre"
18 e 19 novembre 2013
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