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martedì 3 dicembre 2013
Occupata da precari, studenti e disoccupati l'agenzia Porta Futuro
Occupata da precari, studenti e disoccupati l'agenzia Porta Futuro, in
preparazione della mobilitazione generale del 6 dicembre. Qui di seguito il
comunicato diffuso alla stampa dagli attivisti e occupanti:
Ci troviamo a Portafuturo: uno spazio aperto dalla provincia nel 2011 e
voluto da Smeriglio,attuale vicepresidente della regione lazio, uno spazio
che rispecchia perfettamente le dinamiche speculative e di commistione tra
interessi pubblici e privati che da anni sono il punto cardine delle
strategie di governabilità territoriale. Uno spazio che dovrebbe
rappresentare un punto di raccordo tra chi cerca lavoro e le imprese; nella
realtà 1600 metri quadri di inutilità.
Siamo qui perchè riteniamo questo luogo un simbolo della contraddizione tra
mondo della formazione e mercato del lavoro; da una parte infatti un tasso
di disoccupazione giovanile che secondo i dati istat ha raggiunto il 44% con
aumenti del 12% annuo; dall'altra un'università ormai completamente
aziendalizzata dove il sapere che viene trasmesso, lungi dall'essere neutro
è un dispositivo che educa allo sfruttamento; un'università che gli stessi
signori che hanno voluto PORTA FUTURO stanno continuando a smembrare, con la
diminuzione progressiva di servizi agli studenti, di borse di studio, posti
alloggio e mense, contemporanea alla sempre maggiore libertà decisionale dei
privati all'interno dei CdA.
Il tanto invocato inserimento lavorativo dei giovani, millantato da
strutture come questa, è solo un punto per programmi elettorali di una
classe dirigente che si ostina a perpetrare politiche sempre più distanti
dalle reali esigenze della popolazione,un'altro modo di obbligare alla
precarietà e allo sfruttamento chi non ha altra possibilità che accettare
condizioni lavorative pessime, orari inumani e nessun diritto.
Noi, studenti medi e universitari,occupanti,precari, abbiamo capito da tempo
che la sola possibilità materiale per uscire da questa empasse si realizza
solo partendo dal basso, portando avanti pratiche di riappropriazione di
spazi e tempi di vita, tenendo sempre ben presente che riuscire ad aprire
spazi di confronto è l'elemento vincente per la propagazione del conflitto.
Le giornate di questo autunno ci mostrano piazze composite, arricchite
esponenzialmente dal "contagio" tra esperienze diverse e nelle quali
l'elemento dell'eterogeneità categoriale assume una rilevanza strategica; la
sfida che siamo chiamati a raccogliere, come componente studentesca e
giovanile di questo percorso tutto in divenire, è quindi quella di
ricominciare dagli elementi concreti che caratterizzano le istanze di lotta,
ripartire dalle piccole vertenze per tematizzare l'attacco sistematico al
diritto allo studio come uno tra gli elementi che, dal bologna process, si
mettono in atto negli atenei; e abbiamo già iniziato!
Dagli studentati liberati De lollis e Boccone del Povero alle esperienze
delle mense occupate, dal progetto di filesharing datastorm a tutti gli
spazi aggregativi riaperti nelle varie città; tutto riporta alla necessità
di ricomporre una soggettività giovanile sempre più composita e stratificata
al suo interno, e allo stesso modo sempre più determinata ad agire e reagire
ricostruendo spazi di agibilità politica non solo nei contesti usuali come
scuole e università, ma nella totalità del contesto metropolitano.
Per questo abbiamo accolto la sfida di lanciare una giornata di
mobilitazione che riesca a fare emergere le istanze e le rivendicazioni di
quel "settore giovanile" che ha attraversato in maniera incidente le piazze
d'autunno, in questo senso l'assedio al dipartimento delle politiche
giovanili della presidenza del consiglio e la contestazione al ministro
Carozza durante l'inaugurazione dell'anno accademico di tor vergata vogliono
essere un' passaggio obbligato per segnalare come la stratificazione degli
interessi pubblici,completamente dipendenti da quelli privati, si riduca
ormai a una dicotomia nettissima: da una parte chi paga la crisi,dall'altra
chi specula nascondendo dietro le drastiche misure di austerity gli ingenti
finanziamenti destinati alle grandi opere inutili, dal tav al muos.
A chi ci vuole ordinati in fila agli sportelli ad aspettare graduatorie per
cui risulteremo non idonei, composti a prendere appunti ascoltando lezioni
molto poco stimolanti, silenziosi e servili con i nostri grembiuli da
cameriere mentre ci facciamo sfruttare dall'ennesimo locale alla moda,
rispondiamo che siamo stanchi di farci prendere in giro da politici, baroni
e padroni di turno, che la precarietà e le misure di austerity non abbiamo
la minima voglia di accettarle a testa bassa..
NON CHIEDIAMO NIENTE, CI RIPRENDIAMO TUTTO!
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