Facchine
all'interporto di Bologna costrette a lavorare nelle stesse condizioni disumane
a cui si sono ribellati già molti operai e operaie della città. Ma sta volta
c'è qualcosa in più che oltre al fisico e alla morale prendeva a cazzotti la
dignità di queste operaie: le continue molestie sessuali del caporale. Sono le
facchine della Mr Job cooperativa a servizio della Yoox, azienda smart e fiore
all'occhiello dell'imprenditoria italiana giovane e allegra, dove tutto sembra
essere un sorriso e il lavoro una piacevole attività. Le facchine per anni
hanno subito molestie e ricatti sessuali del capo reparto a cui si aggiungevano
gravissime irregolarità nella busta paga e lo spregio di qualsiasi diritto .
Dopo l'ennesimo abuso, il licenziamento a voce di due operaie, le facchine
della Yoox, organizzate dal S.I.Cobas, da ieri sono in sciopero e per 48 ore
hanno picchettato il loro magazzino [Leggi il
comunicato pubblicato dal S.I.COBAS]. Questa mattina è arrivata la prima violenta
ritorsione delle autorità che a soldo della Yoox hanno arruolato una quarantina
di celerini per aggredire le operaie e i loro compagni e compagne di lotta. Si
sono avventati addosso al picchetto e durante l'operazione repressiva sono
stati fermati 20 manifestanti per più di sei ore, non prima di venire
trascinati sull'asfalto rovente, procurando alle braccia, alle gambe e alla
schiena, tagli ed escoriazioni. Durante l'aggressione dei celerini alcune
facchine e solidali sono riusciti a restare sotto il camion parcheggiato
davanti all'ingresso del magazzino riuscendo così a continuare fino alle cinque
del pomeriggio il picchetto che era iniziato alle sette della mattina. [Guarda
il video
dell'inizio dello sgombero - guarda il secondo
video in cui polizia e carabinieri si fanno più brutali]
La celere è
stata particolarmente brusca al fine, molto probabile, di intimidire le
operaie, per la maggior parte migranti, e farle tornare in silenzio
nell'inferno in cui avevano consumato le loro vite fino a due giorni fa, ma
l'obiettivo non è stato raggiunto! Le facchine determinatissime e sostenute da
molti compagni e compagne che sono accorsi all'interporto di Bologna durante
tutto il giorno hanno continuato con intransigenza e dignità l'iniziativa di
lotta fino a quando non hanno deciso che per oggi poteva bastare. L'avevano
promesso ieri notte davanti a centinaia e centinaia di studenti che
partecipavano al Batti Il Tuo Tempo Festival ai Giardini Filippo Re occupati
dal CUA: dal palco del concerto avevano detto chiaramente che il tempo dei
soprusi era finito e che la giornata di oggi sarebbe stata la prova della loro
fermezza e forza. Intanto l'avvocato del foro di Bologna Marina Prosperi ha
fatto sapere che sono state depositate le denunce per i trattamenti riservati
alle facchine della Yoox da parte del caporale.
La Redazione
di Infoaut insieme al Lab Crash ha lavorato in queste settimane ad un'inchiesta
su quanto è avvenuto fino ad oggi nel magazzino Mr Job che lavora per la Yoox.
Nei prossimi giorni coerentemente allo sviluppo e negli interessi della lotta
verrà pubblicato il resto dell'inchiesta in cui le operaie raccontano di quanto
hanno dovuto subire e di quanto coraggio hanno dovuto trovare per sollevare in
questi giorni i pugni contro gli schiavisti e molestatori made in Yoox:
“Io Sono
stata assunta tre anni fa con un contratto di apprendistato. Avevo da poco
superato il periodo di prova quando iniziarono le molestie da parte di uno dei
responsabili della cooperativa Mr Job. Lui si avvicinò a me stando attento a
non farsi sentire dalle altre e mi sussurò all'orecchio che lui "sapeva
che noi marocchine eravamo tutte porche, soprattutto quelle di 18 anni come me" e con quel suo ghigno lurido mi
disse che mi conveniva essere carina e sorridergli un pò di più quando lo
incrociavo nei corridoi... io restai esterefatta, lui poteva avere il doppio se
non di più dei miei anni ed era un mio datore di lavoro, come poteva parlarmi
in quel modo? Gli dissi di non usare quel linguaggio con me, di lasciarmi stare
e farmi fare il mio lavoro. Il giorno seguente mi fece chiamare da un altro
responsabile che mi disse che per qualche giorno non c'era bisogno di me al
lavoro... Mi richiamarono dopo tre settimane consigliandomi di essere più
educata.”
“Tu devi
scegliere tra me, Dio e lo stipendio, perché lo stipendio te lo do io e io sono
il tuo Dio . Qui Allah non esiste”. Frasi del genere il responsabile le rivolge
spesso a me e ad altre mie colleghe in riferimento al nostro essere mussulmane.
Sono capitate di frequente delle convocazioni solo per noi ragazze marocchine
in cui ci veniva rimproverato di fare troppi figli. D'ora in poi se avessimo
avuto l'intenzione di rimanere in cinta avremmo dovuto comunicarlo prima
all'azienda che avrebbe deciso se ciò poteva essere possibile, ma in ogni caso,
ci dicevano: è meglio se usate i contraccettivi!”
“Mi si
diceva : “Come sei bella! Fammi veder come balli la danza del ventre”. Una
volta lui si avvicinò a me e mi toccò in maniera impropria baciandomi sul
collo. Io mi irrigidì e lo pregai di non farlo mai più. Di fronte ai miei
espliciti rifiuti il suo atteggiamento cambiò e le sue attenzioni mutarono in
atteggiamenti punitivi. Venivo spostata continuamente di reparto. Mi venivano
addebitati errori che io sapevo di non aver fatto . Mi furono negate
sistematicamente le ferie che in tre anni non potei mai fare, nemmeno per un
solo giorno.”
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