Con una
determinazione ed una costanza più unici che rari gli operai della Dielle, dopo
le cariche della polizia di mercoledì scorso hanno continuato imperterriti a
presentarsi ogni giorno davanti ai cancelli della fabbrica rallentando di
diverse ore, o addirittura impedendo, l'ingresso del consorzio "La sella"
(di Brescia) che ha ricevuto l'ultimo degli innumerevoli affidamenti in appalto
del riciclaggio della plastica
Questa
mattina, giunti al centesimo giorno di battaglia, una piccola (grande) novità
si è affacciata sullo scenario del conflitto in atto: il consorzio bresciano di
cui sopra, sembra intenzionato a mollare l'osso a causa degli enormi disguidi
creati della lotta del SI.Cobas e infatti i crumiri non si sono nemmeno
presentati ai cancelli
Ovviamente
gli operai in lotta, pur salutando questo avvenimento come un frutto diretto
della propria battaglia restano più che guardinghi e senza alcuna illusione. Ma
certamente si rafforza la convinzione di aver scelto l'unica strada che
permetto loro di andare alla radice del problema e intaccare seriamente il
sistema di sfruttamento che, a Cassina de' Pecchi come altrove, sembra dilagare
in molte piccole-grandi aziende di questo paese e non solo
La schiavitù
operaia non è condizione che si può combattere, di per sé, attraverso la logica
dei piccoli miglioramenti progressivi, su un terreno cioè squisitamente
sindacale. Come ogni proletario sulla faccia della terra gli operai della
Dielle devono pensare a sbarcare il proprio lunario quotidianamente e ogni
aumento salariale è sempre il benvenuto.
Ma la pur
breve esperienza da loro maturata è stata sufficiente a far maturare un livello
di coscienza di classe sufficiente a far capir loro che al primo posto, nella
scala gerarchica degli obiettivi da perseguire, viene la lotta per distruggere
la prassi schiavista del nemico di classe e che, solo questa prospettiva potrà,
eventualmente, garantire loro di tornare a lavorare senza le catene di un
tempo, a condizioni migliori ma, soprattutto, come protagonisti insostituibili
del proprio stesso futuro sociale e politico
S.I. COBAS
Nessun commento:
Posta un commento