DAL 25 NOVEMBRE 2013 DELLO "SCIOPERO DELLE
DONNE", I PASSI FATTI E SOPRATTUTTO DA FARE - DAL MFPR
Il 25
novembre di un anno fa aveva visto il raggiungimento di un obiettivo nuovo e
per nulla facile, nè scontato, lo Sciopero delle Donne, con la partecipazione
di tantissime donne, operaie, precarie, le lavoratrici del settore scuola, le
studentesse che hanno partecipato con numeri significativi cosi da rendere
questo sciopero storico anche nei dati - circa 20mila donne che hanno
scioperato e fatto iniziative di lotta - oltre che nei contenuti.
Questo è un
punto fermo, dal quale non dobbiamo andare indietro, ma avanti.
Ora, per
preparare in futuro meglio un nuovo, più vasto sciopero delle donne, che tocchi
in particolare tutti i settori di operaie, lavoratrici, precarie, disoccupate
spesso già in lotta sui loro posti di lavoro e per le loro vertenze e che
stanno subendo pesantemente i doppi attacchi di padroni, governo Renzi, con
tutto quello che comporta per le donne in termini di più oppressione, subordinazione,
ritorno nella casa che diventa spesso un incubo, in termini di violenza
maschilista che si rafforza nella crisi - è il tempo di consolidare quanto
messo in campo, per avanzare.
“Nella
odierna società imperialista, le donne sia nel campo delle lotte sia
nell’impegno personale e delle idee hanno una marcia in più, mostrano ogni
giorno che sono sempre di più una forza poderosa che tutti devono contribuire a
scatenare, in particolare nelle organizzazioni di classe e nelle organizzazioni
rivoluzionarie. Il partito comunista di tipo nuovo maoista in questo è il
principale strumento e bersaglio.” (dal libretto 'Pillole Comuniste').
La marcia in
più vale per tutte le donne che si ribellano alla doppia oppressione di questo
sistema imperialista e capitalista, in un intreccio tra classe e genere; una
ribellione che vogliamo e dobbiamo far diventare una forza poderosa per la
lotta rivoluzionaria, che rovesci terra e cielo, perchè tutta la nostra vita
cambi.
Non ci può
essere rivoluzione e cambiamento in questa società senza questo movimento delle
donne. Così come è decisiva la lotta e la coscienza teorica e pratica della
doppia rivoluzione delle donne per la costruzione del partito rivoluzionario
comunista di tipo nuovo e del sindacato di classe, in cui il protagonismo e il
ruolo dirigente delle donne deve essere un "principio" distintivo e
centrale.
In questo
senso esperienze importanti nell'anno “politico” 2013/2014, oltre lo Sciopero
delle Donne, sono state le mobilitazioni dell’8 marzo con l'appello del Mfpr a
tutto il movimento delle donne a riprendersi e rialzarsi un'8 marzo rosso e
proletario, le lotte di lavoratrici, precarie disoccupate che sono continuate,
con momenti forti di scontro, le mobilitazioni di sostegno, unità con le lotte
delle nostre sorelle nel mondo.
Le parole
d’ordine, i contenuti, le iniziative pratiche di lotta portate avanti nei mesi
scorsi sono state in sintonia con la realtà, con i bi-sogni, i sentimenti delle
maggioranza delle donne verso un vero cambiamento della condizione di vita, in
particolare delle operaie, le lavoratrici, le precarie, le disoccupate,
casalinghe, le ragazze.
Importante è
stata l’eco internazionale che hanno avuto queste esperienze di lotta,
collocate e collegate dal Mfpr alle lotte che in tanti paesi le donne portano
avanti - dalle donne palestinesi di Gaza alle combattenti curde, recentemente -
e all'interno di queste, alle esperienze più avanzate delle donne
rivoluzionarie e comuniste nelle guerre popolari. Per questo l'eco del lavoro,
dello sciopero delle donne, della battaglia di principio e pratica del Mfpr è
arrivata fino in India dove tantissime bambine, donne vengono stuprate,
martoriate e uccise, ma dove tantissime donne sono parte integrante e dirigente
della guerra popolare, e, nel ruolo all'interno di essa, portano già una
trasformazione non solo sul fronte pratico, ma anche ideologico.
L'Mfpr è
impegnata ora a portare più avanti, sia a livello nazionale che internazionale
(abbiamo fatto un'assemblea con collettivi di donne, femministe in Austria
sullo sciopero delle donne e il 29, 30 faremo due assemblee con lavoratrici e
compagne in Galizia), questo patrimonio di concezione, linea-prassi intorno
alle questioni della necessità, per un movimento di lotta generale, che
comprende un nuovo sciopero delle donne che si rivolge alla maggioranza delle
donne, di sviluppare un "movimento" (visibile, di lotta, combattivo)
che sia femminista (per unire tutte le ribellioni delle donne)
"proletario" (perchè le donne proletarie, le lavoratrici, le disoccupate,
le donne in lotta per la casa, le ragazze a cui viene negato il futuro prendano
in mano questa lotta di classe e di genere), "rivoluzionario” (perchè non
vogliamo falsi e piccoli miglioramenti ma un mondo nuovo che trasformi la terra
e il cielo e in cui le donne siano in prima fila nella "rivoluzione nella
rivoluzione").
Un aspetto
che dobbiamo tener presente è che le esperienze non si possono meramente
ripetere.
Per un nuovo
più vasto "Sciopero delle donne", ora è necessario lavorare perchè la
linea-concezione che si è concretizzata nello Sciopero delle Donne del 25
novembre 2013, si affermi estesamente e si diffonda, liberandoci delle tendenze
che soffocano, sottovalutano o ostacolano lo “sciopero delle donne” o che lo
vogliono rendere solo virtuale.
Così sulla
questione della violenza sulle donne, dei femminicidi, stupri, una violenza
strutturale sistemica che questa società che ne è la causa continuerà
inevitabilmente a riprodurre, non possiamo fare solo tante e giuste denunce, ma
occorre combattere qui ed ora (una piccolo esempio, ma indicativo per il
metodo, è stata la pronta iniziativa, che ha conseguito risultati, contro l'uso
dell'immagine maschilista delle donne a fini commerciali) e preparare la strada
della lotta rivoluzionaria contro il sistema sociale che genera stupri e
femminicidi; respingendo tutte quelle posizioni che vogliono portare le donne a
sperare in un cambiamento (impossibile) all’interno di questo sistema borghese
e inevitabilmente maschilista.
In questa
battaglia gli opuscoli come “La scintilla dello Sciopero delle Donne”,
“S/catenate – donne lavoro e non lavoro – una lotta di classe e di genere”,
“Uccisioni delle donne, oggi” e altri da noi fatti sono strumenti, “armi” per
la mobilitazione delle donne; ed essi servono non solo alle donne ma all’intera
classe proletaria, al movimento rivoluzionario.
Ma proprio
per questo, far conoscere, diffondere questi testi non richiede solo un nostro
maggiore impegno, ma è un'azione di combattimento per farne strumenti di
lotta.
Vogliamo organizzare,
e chiamiamo le compagne, le lavoratrici, tutte le donne che un anno fa hanno
condiviso, partecipato allo "sciopero delle donne" a organizzarle
insieme, iniziative di diffusione, presentazione degli opuscoli, a partire
dalle fabbriche e posti di lavoro protagonisti dello sciopero delle donne e
nelle città in cui nel 2013 ci siamo mobilitate.
Vogliamo
organizzare anche gruppi di studio aperti, pure on line, su testi quali la
“Concezione materialistica della storia” di Marx ed Engels e “L’origine della
famiglia, della proprietà privata e dello Stato” di Engels, riprendendo anche
un opuscolo del 1° seminario del Mfpr di Agrigento "Spunti di dibattito
per un movimento femminista proletario rivoluzionario" che critica
l'idealismo del femminismo borghese e piccolo borghese.
Movimento
femminista proletario rivoluzionario
mfpr.naz@gmail.com
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