Mentre avanzano i
tagli, che il duo Renzi-Maroni hanno pianificato e stanno mettendo in atto
nella Sanità, sia nazionale che regionale, si lasciano ai posti di comando i
manager corrotti e collusi. Ovvero si legittima l’attacco ai diritti dei
lavoratori di un lavoro stabile e sicuro e delle masse popolari ad avere una
Sanità Pubblica, gratuita e degna di questo nome. Con l’obiettivo di
“santificare” lo sfruttamento selvaggio e la precarietà diffusa. Il tutto
applicato con arroganza e pugno di ferro.
Anche per queste
ragioni il 24 aprile, in occasione dello Sciopero della Scuola, faremo delle
iniziative di denuncia e lotta per costruire uno Sciopero Generale dal Basso,
che unisca tutti i lavoratori per cacciare questo governo e la barbarie dei
vari Jobs Act-Buona Scuola-Legge di Stabilità.
Slai Cobas “INT” per il
sindacato di classe, Milano
cobasint@tiscali.it
Sanità, il manager è indagato
per gli appalti truccati: la Regione Lombardia lo reintegra
Mauro
Lovisari è un direttore generale indagato nell’inchiesta sulla cosiddetta
'cupola degli appalti'. Valmaggi (Pd): "Auspicavamo un cambio di rotta, ma
la giunta Maroni la pensa diversamente"
di
ALESSANDRA CORICA
03 aprile
2015
La Regione
Lombardia reintegra Mauro Lovisari, direttore generale indagato nell’inchiesta
sulla “cupola” di Gianstefano
Frigerio. Il manager
era stato sospeso a maggio, dopo la richiesta d’arresto a suo carico. Su cui,
dopo un iter fatto di ricorsi e contro ricorsi, si è espressa a titolo
definitivo la Cassazione a febbraio, rigettandola. Di qui il reintegro, anche
se in una sede diversa: dal 13 aprile Lovisari sarà dg dell’Asl di Sondrio. E
non dell’ospedale di Lecco, dove era dal 2011 in quota Lega e dove ora resterà
come commissario Giuseppina Panizzoli. La delibera che sancisce il reintegro —
pensata anche per prevenire ricorsi davanti al tribunale del lavoro — parte
dalla valutazione fatta dalla commissione che la Regione ha istituito per
indagare sulla questione. E si ingarbuglia non poco. Visto che nell’atto si
spiega che Lovisari, che per i pm dopo l’intermediazione di Frigerio avrebbe
favorito l’aggiudicazione di un appalto, secondo la commissione avrebbe violato
«i canoni di riservatezza (se non segretezza)» sulla procedura di gara. Con una
condotta incompatibile «con gli obblighi di servizio» nonché con «i principi
etico comportamentali contenuti nel codice etico aziendale». Nonostante ciò la
giunta sceglie di far rientrare il manager in servizio (non senza, si dice, le
remore dell’assessore leghista Maria Cristina Cantù). Ritenendo il rapporto
fiduciario tra il dg e la Regione «incrinato ma non definitivamente
pregiudicato». La scelta fa seguito a quanto deciso per Paolo Moroni (ex dg di
Melegnano, ora all’Asl di Lecco) e Luca Stucchi (numero uno del Carlo Poma a
Mantova). Anche loro coinvolti in inchieste e sospesi, ma tornati ai vecchi
ruoli. All’attacco il Pd: «Le decisioni della giunta sono ancora una volta
deludenti e contraddittorie — dice Sara Valmaggi — Quel che è peggio è che la
nuova bozza di riforma della sanità conferma il sistema di nomine in vigore da
tempo, che prescinde dal merito e promuove la vicinanza alle forze politiche
che governano. Auspicavamo un deciso cambio di rotta, ma dobbiamo constatare che
la giunta di Roberto Maroni la pensa diversamente».
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