Nuove ipotesi
formulate dal pubblico ministero al processo Michelin per indagare sulle
possibili cause di malattia e morte per le parti lese. Amianto, ortotulidina e
la trasformazione dei composti durante la lavorazione “possibili concause”
ALESSANDRIA – Anche l'amianto potrebbe essere una concausa delle
morti e casi di malattia per ex dipendenti e dipendenti dello stabilimento
Michelin di Spinetta Marengo. Al processo, che si sta svolgendo davanti al
tribunale di Alessandria contro cinque tra ex dirigenti e direttori accusati di
omicidio colposo e lesioni personali per le condizioni di lavoro negli anni '80
e '90, il pubblico ministero Marcella Bosco getta altra carne al fuoco.
Nell'udienza di ieri, lunedì, è stato ascoltato un nuovo teste, un ingegnere di
Arpa Piemonte che aveva seguito uno studio, nel 2006, sugli stabilimenti di
lavorazione della gomma in Regione e, in particolare, negli stabilimenti
Pirelli e Michelin. Dalla testimonianza resa ieri è emerso come alcuni
reparti fossero in effetti dotati di impianti di aspirazione tramite cappe;
altri avevano sistemi di aspirazione parziale, altri ancora ne erano del tutto
sprovvisti. E, dove l'aspirazione era meno efficiente, i valori di
inquinanti rilevato erano maggiori. E' stato accertato anche come nelle
fasi di lavorazione fosse usata una ammina, la ortotulidina, anche se non in
concentrazioni al di sopra dei limiti. Ma il dubbio instillato dalla pubblica
accusa è quella di una possibile “modificazione” delle sostanze, durante la
lavorazione ed in combinazione con altre con effetti cancerogeni o effetti
di incidenza su modificazioni genetiche. Possibilità accertata in laboratorio.
“Non c'è una soglia al di sotto della quale si può essere 'al sicuro' – è stato
osservato in aula – tanto che le stesse agenzie internazionali modificano di
volta in volta i limiti soglia considerati pericolosi”. Il pubblico ministero
ha poi chiesto di acquisire agli atti una perizia tecnica che ha
accertato la presenza di amianto usato come coibientante. La perizia era
stata eseguita a seguito di una causa civile per il riconoscimento della
malattia professionale. Il lavoratore, che vinse in appello, svolgeva mansioni
di addetto alla manutenzione. Nella medesima posizione hanno prestato servizio
anche altri lavoratori oggi parte lese al processo, uno dei quali deceduto per
mesotelioma. L'integrazione entrerà nel dibattimento probabilmente dalla
prossima udienza, il 6 luglio, durante la requisitoria della pubblica accusa.
9/06/2015
I. N. - irene.navaro@alessandrianews.it
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