Dalla
repubblica
MONFALCONE. Sequestrate aree nello stabilimento Fincantieri
a Panzano, aMonfalcone. Sette gli indagati, fra quadri e dirigenti.
E da oggi cinquemila operai sono costretti a rimanere a casa. Il blitz è stato
messo in atto ieri mattina dai carabinieri del Nucleo operativo
ecologico (Noe) di Udine. Sono stati apposti i sigilli a quattro aree
destinate a cernita e stoccaggio di scarti di lavorazione. Interessato anche il
reparto sabbiature. Al termine di una giornata convulsa, il proseguimento
dell’attività produttiva è rimasto in bilico fino a questa mattina, quando
l’azienda ha diramato un comunicato in cui annuncia la chiusura del cantiere di
Panzano a partire dalla giornata di oggi, martedì 30 giugno: “Fincantieri,
ferma restando l’intenzione di assumere con urgenza tutte le opportune
iniziative in sede giudiziaria al fine di ottenere la revoca di detta misura,
che considera particolarmente gravosa anche in ragione dei danni che il
permanere degli effetti della stessa potrebbe provocare, è costretta, in
ottemperanza al predetto provvedimento delTribunale, a disporre a far
data da oggi la sospensione dell’attività lavorativa di tutto il personale
coinvolto nel ciclo produttivo del cantiere di Monfalcone” si legge nella nota.
Questi i numeri del “disastro”: dei cinquemila operai da oggi a casa, 1600 sono
dipendenti diretti di Fincentieri, 3400 sono invece addetti delle ditte
esterne. Aperta la procedura per consentire l’accesso all’istituto della Cassa
integrazione: a questo proposito qualcosa di più preciso si saprà nel corso
della giornata. Tutto è scaturito nella mattinata di lunedì, quando i carabinieri
del Noe si sono presentati in cantiere e hanno proceduto ad apporre i
sigilli e a notificare le sette denunce, con gli indagati in stato di libertà. La
contestazione ipotizzata dalTribunale di Gorizia è quella digestione
illecita di rifiuti, in violazione dell’articolo 256 del decreto
legislativo 152/2006. Si tratta cioè di rifiuti gestiti in assenza della
relativa prescrizione autorizzativa. L’operazione messa in atto dagli uomini
del Noe è scattata verso le 9 ed è proseguita per l’intera mattinata. In
particolare, i carabinieri “ecologici” hanno posto sotto sequestro l’area
adibita a selezione e cernita dei rifiuti derivanti dagli scarti di lavorazione
delle navi passeggeri, nonchè altre tre aree destinate alle operazioni di
stoccaggio dei materiali. Si parla quindi anche del reparto sabbiature. Aree
piuttosto estese e tali da pregiudicare il regolare processo produttivo. L’azione
dei Noe fa riferimento, secondo quanto si è potuto apprendere, a un’indagine
partita lo scorso anno e culminata in una sentenza, emessa dallaCorte di
Cassazione, rinviata allo stesso Tribunale di Gorizia, che ha quindi
proceduto con l’intervento nello stabilimento di Panzano.
L’intervento del Nucleo ecologico
dei carabinieri all’interno dello stabilimento di Panzano per un’inchiesta
sulla gestione illecita dei residui da produzione. Sette indagati tra dirigenti
e funzionari. L’azienda convoca d’urgenza la Rsu: si va verso una giornata di
fermo lavori
Il ricorso in Cassazione era stato promosso dal
pubblico ministero che, all’epoca dell’inchiesta, aveva impugnato la decisione
del giudice per le indagini preliminari, il quale non aveva dato corso invece
al sequestro. La Cassazione, quindi, rinviando al Tribunale goriziano la
sua decisione, una sentenza peraltro già pubblicata sui siti e sulle riviste
specializzate, ha portato all’emanazione dell’ordinanza in questione. Quella di
ieri è stata una mattinata incalzante, con le prime indiscrezioni che via, via
trapelavano sulla “visita” dei carabinieri del Nucleo operativo ecologico
di Udine. Nel pomeriggio l’azienda ha convocato laRappresentanza sindacale
unitaria di stabilimento, prospettando la delicata situazione, pur senza
entrare nei dettagli, e riservandosi di approfondire i contenuti dell’ordinanza
del Tribunale, anche avvalendosi della consulenza dell’ufficio legale. Tutto è
rimasto in stand-by, di fronte a un provvedimento giudiziario pesante, tanto da
prospettare conseguenze operative immediate nell’ambito dell’attività
lavorativa. Il sequestro delle aree destinate alla cernita e allo stoccaggio
dei rifiuti ha comportato la necessità di valutare una soluzione nella gestione
di questi rifiuti, nell’ambito delle disposizioni di legge, e a verificare le
vie migliori da seguire. Così come, soprattutto, si sono dovuto analizzare le
conseguenze in ordine all’operatività dello stabilimento e alla gestione
dell’attività lavorativa, anche per la giornata odierna, fino alla decisione
dello stop.
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