Gli scandali infiniti dei
sindacalisti complici
...Poi la
scomparsa improvvisa di Raffaele Bonanni, da segretario generale della Cisl a
“invisibile”, ha cominciato a far uscir fuori alcuni comportamenti decisamente
incompatibili col ruolo di “difensore dei diritti dei lavoratori”. A
cominciare dagli stipendi, autoattribuiti nella più totale segretezza e a
livelli da far invidia al presidente degli Stati Uniti.
La cifra
esatta dello stipendio di Bonanni è stata a lungo un mistero della fede. Il
Fatto Quotidiano, qualche anno fa, l'aveva quantificato in 336.000 euro
annui (Obama prende 250.000 dollari, poso più di 200.000 euro...). L'unica cosa
certa è che il maxiaumento retributivo per il segretario generale, deciso poco
dopo la sua ascesa a quella poltrona, è arrivato giusto in tempo per arricchire
il suo monte contributivo in vista della pensione, per cui fece domanda nel
2011. A proposito di tempismo, giova ricordare che quella domanda venne fatta
mentre già si preparava la sostituzione di Berlusconi con Monti, e quindi
quella “riforma delle pensioni” ordinata dalla lettera
della Bce (agosto 2011) e che avrebbe poi preso il nome dalla signora Fornero.
della Bce (agosto 2011) e che avrebbe poi preso il nome dalla signora Fornero.
Voci di
corridoio riferiscono che al dunque, la sua pratica sia stata espletata in soli
tre giorni, giusto qualche mese in meno di quel che è necessario per un
qualsiasi lavoratore. Dal 2012 al momento delle dimissioni – nell'autunno del 2014 – riuscì a sommare il ragguardevole stipendio con un
assegno mensile netto di 5.391,50 euro mensili (lui dice 5.122, ma insomma
siamo lì), ovvero altri 65.000 annui.
La sostituta
di Bonanni, Annamaria Furlan, nuova segretaria generale nazionale della Cisl,
si era impegnata a riportare la situazione a livelli accettabili. E quindi ha
ridotto, per esempio, il suo stesso stipendio portandolo dai 336.000 euro del
predecessore a “soli” 156.627,52 euro annui- Che comunque, rispetto ai compensi
previsti del 2008 (anno di esplosione della crisi generale e di inizio delle
politiche di “austerità” prescritte dalla Troika), segna un aumento del 58,11%
ai 76.201,60 euro annui (più un 30% di “indennità”); totale 99.000 euro.
Ma il “vizietto” di attribuirsi stipendi faraonici è decisamente più
diffuso e coinvolge livelli molto meno importanti della segreteria generale.
Pochi giorni
fa, Fausto Scandola, iscritto dal '68 alla Cisl (il
'68 non è stato uguale per tutti, diciamolo, e comunque allora anche una parte
della Cisl divenne improvvisamente conflittuale), naturalmente oggi pensionato
in quel di Verona, ha preso carta e penna per fare nomi e cifre.
In cima a tutto la domanda politica inaggirabile: “I nostri
Rappresentanti/Dirigenti ai massimi livelli Nazionali della nostra Cisl sono
ancora, si possono ancora considerare Rappresentanti Sindacali dei Soci
finanziatori, lavoratori dipendenti e pensionati? I loro comportamenti, lo
svolgere dei loro ruoli, come gestiscono il potere, si possono ancora
considerare da esempio e guida della nostra associazione che punta a curare gli
interessi dei lavoratori dipendenti e pensionati soci finanziatori? O
rappresentano caratteristiche più affini a chi gestisce una sua proprietà? Come
poterli definire, da come esercitano il rispetto delle regole Confederali nel
costruirsi i propri compensi, ricavati dal finanziamento volontario dei soci
iscritti?”.
Per stare sul sicuro, Scandola denuncia casi che conosce direttamente e di
cui presumibilmente, ha in mano le carte per provare ciò che dice. Per esempio
Antonino Sorgi, presidente nazionale dell'Inas Cisl – il patronato, di fatto -
che nel 2014 si sarebbe messo in tasca 77.969,71 euro di pensione, 100.123,00
euro di “compensi” da parte dell'istituto che dirige e altri 77.957,00 euro
grazie al ruolo dirigente nell'Inas immobiliare. Il totale (256.049,71 euro),
anche qui, supera seppur di poco lo stipendio di Obama. Ma volete mettere
quant'è più difficile e faticoso dirigere un patronato rispetto a guidare gli
Stati Uniti d'America?
Meglio di lui avrebbe fatto però l'ex presidente del Caf della Cisl,
Valeriano Canepari, che l'anno prima sarebbe riuscito a sommare 97.170,00 euro
di pensione e 192.071,00 euro di compensi da parte dell'Usr Cisl Emilia Romagna
– l'Unione Sindacale Regionale - per un totale di 289.241,00 euro. I nomi denunciati dall'orripilato
Scandola sono molti di più, spesso noti soltanto agli addetti ai lavori. Ma
appunto il loro numero e il loro “grado”, alla testa di funzioni minori del
sindacato nazionale, fa a cazzotti con l'entità delle cifre percepite.
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