Morti sul lavoro, dal primo gennaio sono 445. Ieri
l'ultimo episodio nel Sannio
Dal 1 gennaio al 31 agosto sono 445 le
morti bianche. La cifra emerge dai dati pubblicati dall’Osservatorio
Indipendente di Bologna dei morti sul Lavoro. Nel Sannio ieri l’ultimo
incidente.
Dall’inizio dell’anno sono 445 i
lavoratori morti sui luoghi di lavoro. I dati sono quelli forniti
dall’Osservatorio Indipendente di Bologna dei morti sul Lavoro, che nel report
fornito tuona: “altro che cali delle morti per infortuni sul lavoro, si sono
solo trasferiti in categorie non tutelate direttamente dall’INAIL e dallo Stato
Italiano”.
L’ultimo incidente sul lavoro, nel
Sannio, risale solo a ieri quando un operaio 50enne è morto travolto
da materiale di rivalsa durante uno scavo per la costruzione di una nuova rete
fognaria ad Arpaia. La salma dell’operaio, di origine siciliana ma residente ad Apollosa da
un ventennio, che lascia moglie e figli è stat poi trasferita presso l’obitorio
del Rummo dove sarà il medico legale Vincenzo Migliorelli ad effettuare l’esame
autoptico su disposizione del sostituto procuratore Assunta Tillo. Il fenomeno
delle morti bianche non accenna a diminuire. “L’allungamento dell’età
pensionabile con la Legge Fornero, l’abolizione dell’articolo 18 per i nuovi
assunti, il Jobs act e l’alleggerimento delle normative sulla Sicurezza – si
legge nel rapporto – degli ultimi governi stanno producendo questi risultati. “L’Inail – continua il rapporto - ha registrato nel 2014
complessivamente 662 morti sul lavoro, di questi oltre 300 sono morti in
itinere ma le denunce per infortuni mortali sono state 1107. Noi nel 2014
abbiamo registrati ben 661 morti sui luoghi di lavoro (tutti documentati) se si
aggiungono i morti sulle strade e in itinere si superano nel 2014 i 1300 morti.
Come potete vedere i morti per infortuni sui luoghi di lavoro non sono mai
stati così tanti da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio. In
questi otto anni di monitoraggio delle vittime abbiamo registrato che i morti
per infortunio si sono in larga parte trasferiti dall’Inail a altre
categorie”.
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