Poste, l'appello dei
lavoratori di UpTime: non liquidarci
La società
di call center, coinvolta dallo scandalo per bancarotta fraudolenta del gruppo
Gepin, è del 30% di Sda/Poste. Che adesso vuole liberarsene
Poste Italiane sta per lasciare a casa 100 lavoratori
della UpTime, società di call center romana al 30% di Poste/SDA. A seguito di
un grave scandalo ai vertici della Gepin (che controllava al 70% il call
center), Poste Sda sta pensando, dopo 15 anni di intensi rapporti, di
abbandonare UpTime. Vi proponiamo la loro storia e l'appello che hanno lanciato per difendere i
loro posti di lavoro.
Siamo lavoratrici e lavoratori di una società di call center di Roma, Up Time Spa, nata dalla cessione di ramo d'azienda della SDA Express Courier (società di corriere espresso 100% proprietà di Poste Italiane) che da ormai 15 anni lavora quotidianamente con professionalità per il monocliente Poste Italiane. Sda/Poste è proprietaria del 30% di Uptime mentre il resto della proprietà era del gruppo Gepin, cui faceva capo un tale Enzo Zavaroni, che lo scorso febbraio è finito in carcere per lo scandalo della bancarotta fraudolenta della ex Getek, oggetto di varie interrogazioni parlamentari. A seguito di questo grave scandalo, Poste, società pubblica in procinto di quotarsi in borsa, e la sua controllata Sda stanno pensando, dopo 15 anni di intensi rapporti con questi signori, di ripulirsi l'immagine divincolandosi subdolamente da UpTime e dai suoi dipendenti, e lasciando a casa 100 lavoratrici e lavoratori, di cui la stragrande maggioranza sono DONNE e MADRI di famiglia, che hanno fondato il servizio assistenza clienti pacchi postali del numero verde di Poste, e che lavorano quotidianamente a contatto con la stessa dirigenza di Poste Italiane con grande professionalità e grande merito. Poste pensa di toglierci il nostro lavoro, mettendolo a gara al prezzo più basso, dopo 15 anni! Si prepara a mettere per strada circa 80 mamme lavoratrici, e intere famiglie nate grazie all'amore di giovani uomini e donne, impiegati nel medesimo posto di lavoro. Vi preghiamo di firmare affinché Poste Italiane e SDA non lascino a casa 100 lavoratrici e lavoratori di un'azienda partecipata, ma che ci reinternalizzino: diritto SACROSANTO dopo 15 anni di lavoro.
Siamo lavoratrici e lavoratori di una società di call center di Roma, Up Time Spa, nata dalla cessione di ramo d'azienda della SDA Express Courier (società di corriere espresso 100% proprietà di Poste Italiane) che da ormai 15 anni lavora quotidianamente con professionalità per il monocliente Poste Italiane. Sda/Poste è proprietaria del 30% di Uptime mentre il resto della proprietà era del gruppo Gepin, cui faceva capo un tale Enzo Zavaroni, che lo scorso febbraio è finito in carcere per lo scandalo della bancarotta fraudolenta della ex Getek, oggetto di varie interrogazioni parlamentari. A seguito di questo grave scandalo, Poste, società pubblica in procinto di quotarsi in borsa, e la sua controllata Sda stanno pensando, dopo 15 anni di intensi rapporti con questi signori, di ripulirsi l'immagine divincolandosi subdolamente da UpTime e dai suoi dipendenti, e lasciando a casa 100 lavoratrici e lavoratori, di cui la stragrande maggioranza sono DONNE e MADRI di famiglia, che hanno fondato il servizio assistenza clienti pacchi postali del numero verde di Poste, e che lavorano quotidianamente a contatto con la stessa dirigenza di Poste Italiane con grande professionalità e grande merito. Poste pensa di toglierci il nostro lavoro, mettendolo a gara al prezzo più basso, dopo 15 anni! Si prepara a mettere per strada circa 80 mamme lavoratrici, e intere famiglie nate grazie all'amore di giovani uomini e donne, impiegati nel medesimo posto di lavoro. Vi preghiamo di firmare affinché Poste Italiane e SDA non lascino a casa 100 lavoratrici e lavoratori di un'azienda partecipata, ma che ci reinternalizzino: diritto SACROSANTO dopo 15 anni di lavoro.
Grazie i lavoratori Up Time Spa di Roma
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