giovedì 8 ottobre 2015

8 ottobre - Gli operai perdono 40.000 euro in 5 anni per 5 miliardi di ore di cassa integrazione: su chi si scarica la "crisi"?



Da uno studio della Cgil che ha pure il coraggio di pubblicarlo!


Ciascun cassintegrato a zero ore ha perso 40.000 euro di compensi in 5 anni
 Cinque anni difficili per i lavoratori, tra crisi aziendali, recessione e nuove leggi. Cinque anni, le cui difficoltà trovano perfetta corrispondenza nelle cifre di un ammortizzatore sociale come la cassa integrazione, la cui durata per regola, sia nei trattamenti di Cig ordinaria che di Cig straordinaria, non può estendersi complessivamente oltre i 36 mesi nell’arco di un quinquennio ‘rigido’. Quello appena concluso era partito il 12 agosto del 2010 ed è terminato l’11 agosto scorso. È stato il periodo più voluminoso e in cinque anni ha prodotto un taglio netto di retribuzione pari per ciascun lavoratore coinvolto a zero ore, quelli con più possibilità di perdere il posto, di 40mila euro. I numeri mostrano un andamento crescente sin dal 2011 con segnali di miglioramento avvenuti solo nei primi otto mesi dell’ultimo anno. La Cig è data dalla somma di ordinaria, straordinaria e in deroga: su un totale di 5,17 miliardi di ore, la più utilizzata con oltre 2,39 miliardi è stata quella in deroga. I lavoratori coinvolti a zero ore sui cinque anni, invece, sono stati circa 500mila e hanno sofferto una decurtazione di reddito complessiva di oltre 20miliardi di euro. Dall’inizio del 2015 ad agosto, le aziende hanno continuato a far ricorso alla Cig, ma con minore intensità. Sono circa 330 mila le posizioni rimaste a zero con una perdita di reddito di circa 5.300 euro a testa. «Il calo del 22% della Cigo e del 27% della Cigs è solo l’ultimo dei segnali di ripartenza dell’economia italiana», ha commentato Filippo Taddei, responsabile economico del Pd. E il segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino, ha chiesto più impegno: «Proprio perché la cassa diminuisce e gli ordinativi sembrano migliorare, ci sarebbe bisogno di strumenti di qualificazione per i lavoratori e di più risorse. Invece, con gli ultimi decreti relativi al jobs act siamo in presenza di una riduzione degli ammortizzatori».
(05 ottobre 2015)


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