Da uno studio della Cgil che ha pure il coraggio di pubblicarlo!
Ciascun cassintegrato a zero ore ha perso 40.000 euro di compensi in 5 anni
Cinque anni
difficili per i lavoratori, tra crisi aziendali, recessione e nuove leggi.
Cinque anni, le cui difficoltà trovano perfetta corrispondenza nelle cifre di
un ammortizzatore sociale come la cassa integrazione, la cui durata per regola,
sia nei trattamenti di Cig ordinaria che di Cig straordinaria, non può
estendersi complessivamente oltre i 36 mesi nell’arco di un quinquennio
‘rigido’. Quello appena concluso era partito il 12 agosto del 2010 ed è
terminato l’11 agosto scorso. È stato il periodo più voluminoso e in cinque
anni ha prodotto un taglio netto di retribuzione pari per ciascun lavoratore
coinvolto a zero ore, quelli con più possibilità di perdere il posto, di 40mila
euro. I numeri mostrano un andamento crescente sin dal 2011 con segnali di
miglioramento avvenuti solo nei primi otto mesi dell’ultimo anno. La Cig è data
dalla somma di ordinaria, straordinaria e in deroga: su un totale di 5,17
miliardi di ore, la più utilizzata con oltre 2,39 miliardi è stata quella in
deroga. I lavoratori coinvolti a zero ore sui cinque anni, invece, sono stati
circa 500mila e hanno sofferto una decurtazione di reddito complessiva di oltre
20miliardi di euro. Dall’inizio del 2015 ad agosto, le aziende hanno continuato
a far ricorso alla Cig, ma con minore intensità. Sono circa 330 mila le
posizioni rimaste a zero con una perdita di reddito di circa 5.300 euro a
testa. «Il calo del 22% della Cigo e del 27% della Cigs è solo l’ultimo dei
segnali di ripartenza dell’economia italiana», ha commentato Filippo Taddei,
responsabile economico del Pd. E il segretario confederale della Cgil, Serena
Sorrentino, ha chiesto più impegno: «Proprio perché la cassa diminuisce e gli
ordinativi sembrano migliorare, ci sarebbe bisogno di strumenti di
qualificazione per i lavoratori e di più risorse. Invece, con gli ultimi
decreti relativi al jobs act siamo in presenza di una riduzione degli
ammortizzatori».
(05 ottobre 2015)
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