“Se domani scioperi sei licenziato”, benvenuti nel
Lager Coop.
Prima la beffa: “Dovreste baciare a terra dove è più
sporco e dire grazie se avete un lavoro” dice il dirigente della Coop ai
lavoratori. Poi l’intimidazione: “Se domani scioperi rischi il posto”. Ed è
così, tra “avvertimenti” e ricatti, che i lavoratori della Coop – e delle altre
catene della Grande Distribuzione – si preparano allo sciopero nazionale di
domani contro la riduzione dei salari e il taglio delle maggiorazioni per il
lavoro festivo e domenicale. Ma non solo: “Vogliono intervenire anche sul
trattamento di malattia”, “Ci chiedono di lavorare le domeniche e i
giorni festivi e pretendono pure di non pagarceli. E, quel che è più
sconcertante, è che non possiamo nemmeno ammalarci”. “Non saranno i
ricatti ad impedirmi di scioperare".
Benvenuti nel “Lager Coop”.Quello che un tempo era il
simbolo dell’emancipazione imprenditoriale della sinistra in chiave cooperativa
oggi è diventato un tempio dello sfruttamento più cinico e sfrenato.
Non va meglio nemmeno nelle altre multinazionali della
Grande Distribuzione. Per esempio Auchan. Anche da quelle parti piovono
ricatti: “Mi hanno detto di stare attenta a scioperare che un altro posto di
lavoro in Sicilia non lo trovo facilmente” racconta una lavoratrice del colosso
francese. “Ma se pensano che me ne stia zitta e buona mentre mi tolgono i
diritti non hanno capito niente. Domani sciopero e come me tutti miei colleghi.
Siamo determinati e non abbasseremo la testa”.
La posta in gioco è altissima: la difesa dei salari e
dei diritti, come quello, appunto, a potersi ammalare senza essere penalizzati,
puniti. Ma anche la richiesta del rinnovo contrattuale del Commercio che è
fermo, ormai, a 22 mesi fa. Il clima nei luoghi di lavoro è caldissimo. Si
prevede un’adesione pressoché totale allo sciopero. “Ai cittadini, ai clienti –
dice un lavoratore – chiediamo per domani di supportare la nostra lotta evitando
i centri commerciali e restando a manifestare con noi, fuori dal centro
commerciale. Tutti fuori!”. E “Tutti fuori” è, infatti, il titolo della
mobilitazione di domani oltreché un invito a disertare i negozi. E c’è da
scommettere, a sentire.
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