INDICE
Cobas Telecomunicazioni Roma cobascomunicazione@virgilio.it
COBAS : CALL CENTER LAVORARE NUOCE GRAVEMENTE
Gino Carpentiero ginocarpentiero@teletu.it
4 MARZO INIZIATIVA SOCIETA’ NAZIONALE OPERATORI DELLA PREVENZIONE SUGLI
INFORTUNI
Posta
Resistenze posta@resistenze.org
SALARIO E TUTELE PER GLI STUDENTI IN STAGE
Teoria & Prassi teoriaeprassi@yahoo.it
PIENA SOLIDARIETA’ AGLI OPERAI ILVA!
Orizzonte degli Eventi orizzontedeglieventi79@gmail.com
CONVEGNO SICUREZZA E SALUTE NELLE AZIENDE
Federazione Toscana P-CARC federazionetoscana@gmail.com
COMUNICATO SUI LICENZIAMENTI ALLA DNA DI PONTEDERA
Rete Nazionale Sicurezza sui luoghi di lavoro e
territori bastamortesullavoro@gmail.com
CAMPAGNA NAZIONALE DI PRESENTAZIONE DEL LIBRO “ILVA: UNA TEMPESTA PERFETTA”
Riccardo Antonini erreemmea@libero.it
VIAREGGIO: INIZIATIVA SUL JOBS ACT
Muglia la
Furia fmuglia@tin.it
Maria Nanni mariananni1@gmail.com
PORTE KILLER: QUINDICENNE TRASCINATA DAL TRENO
CUB Trasporti cub-trasporti@libero.it
COMUNICATO
FINE SCIOPERO IESU FIRENZE 16/17 GENNAIO
COMUNICATO STAMPA: LAVORATORI
OTTANA ESPOSTI AMIANTO
Roberto Grosso robertogrosso@alice.it
ANCORA INCIDENTI IN FERROVIA
Vittorio Agnoletto vagnoletto@primapersone.org
LE MORTI "MISTERIOSE" CHE PARLANO AL NOSTRO FUTURO
Assemblea 29 Giugno assemblea29giugno@gmail.com
MOSTRA "INCANCELLABILE"
Riccardo Antonini erreemmea@libero.it
NOI NON
DIMENTICHIAMO
---------------------
From: Cobas Telecomunicazioni
Roma cobascomunicazione@virgilio.it
To:
Sent:
Sunday, January 10, 2016 9:38 PM
Subject: COBAS :
CALL CENTER LAVORARE NUOCE GRAVEMENTE
Ad agosto 2015 una rivista medica online (Salute Pubblica.Net), ha pubblicato una nuova inchiesta conoscitiva indipendente sullo stato di benessere nei call center, basata su questionari distribuiti alla Telecom di Bologna. L’inchiesta è stata realizzata per iniziativa spontanea di un gruppo di lavoratori e lavoratrici del call center, grazie alla collaborazione del dottor Vito Totire ex ispettore della AUSL di Bologna e oggi facente parte del Centro Studi per il Benessere Lavorativo di Bologna. Della indagine e del lavoro venero messe al corrente anche RSU ed RLS.
I risultati dell’indagine (di seguito troverete una sintesi) si
sommano a quanto emerso dai questionari effettuati nel 2004 e nel 2006 nei call
center di Telecom Italia a Roma (indagine presentata in un Convegno pubblico il
24 giugno 2006).
La ricerca di Bologna evidenzia il malessere
generale presente nell’organizzazione del lavoro nei call center di Telecom e i
possibili danni sulla “nostra” salute che questa può determinare.
La situazione di stress lavorativo sta, inoltre, ulteriormente
peggiorando con l’applicazione degli accordi del marzo 2013, la timbratura in
postazione e l’introduzione del “controllo totale”, a livello individuale,
della prestazione lavorativa, già fortemente penalizzata per la costanti
pressioni sui tempi di risposta e gli obiettivi da raggiungere. Non è un caso
che alla prima vera occasione di mobilità interna centinaia di colleghi e
colleghe abbiano accolto come “una salvezza” la possibilità di migrare ad altre
funzioni (pur sempre operative).
Nel corso delle assemblee
degli ultimi mesi è emerso che nei diversi call center (187, 119, help desk ASA, ecc., nei quali l’organizzazione del lavoro,
prospettive professionali e ritmi di produzione conseguono a un unico modello
dell’attività lavorativa), il
cosiddetto “stress correlato” è una delle
cause di maggior disagio per il personale, tanto da
rappresentare uno dei motivi principali per i quali i lavoratori e le
lavoratrici richiedono di essere sottoposti a visita medica con il medico
competente.
L’Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro (European Agency for Safety and
Health at Work) ha adottato la seguente definizione: “lo stress lavoro correlato viene esperito
nel momento in cui le richieste provenienti dall’ambiente lavorativo eccedono
le capacità dell’individuo nel fronteggiare tali richieste“.
L’articolo 3, comma 1 dell’Accordo Europeo dell’8 ottobre 2004 (così
come recepito dall’Accordo Interconfederale del 9 giugno 2008) definisce lo
stress lavoro correlato come “condizione
che può essere accompagnata da disturbi o disfunzioni di natura fisica,
psicologica o sociale ed è conseguenza del fatto che taluni individui non si
sentono in grado di corrispondere alle richieste o aspettative riposte in loro”.
E’ bene dire che tutto ciò è accompagnato da
una legislazione e da normative contrattuali sempre più orientate a favorire il
libero arbitrio delle aziende. Il risultato è sotto gli
occhi di tutti: decine di migliaia di persone sono soggette a una
organizzazione del lavoro simile alla catena di montaggio di inizio secolo
scorso, in continua ristrutturazione e alle prese con una serie di problemi
psicologici e sanitari che affrontano spesso in perfetta solitudine. Una situazione che le istituzioni pubbliche
preposte alla tutela della salute dei lavoratori e delle lavoratrici continuano
a far finta di non vedere per non scontrarsi con il potere economico delle
imprese.
La pubblicazione dei
risultati del questionario è un piccolo contributo a questa lotta infinita per
la tutela dei nostri diritti e della nostra salute. E’ nostra intenzione,
inoltre, concordare con gli autori della ricerca citata, la somministrazione
del questionario nei call center di Telecom Italia e delle
altre aziende del settore in altre città italiane.
Le decisioni e le politiche di Telecom riguardo alla
organizzazione del lavoro, il cambiamento di linguaggio nell’indicare le
mansioni (“Direzione Generale” è diventata “Headquarter”...siamo
in guerra?) continue pressioni/intimidazioni al personale, scelte sbagliate
persino a livello Assilt (l’abolizione dei rimborsi per counseling
psicologico col rischio di psichiatrizzazione delle problematiche
lavorative) mettono a dura prova nervi, resistenza, dignità dei lavoratori,
persone da salvaguardare contro tutte queste forme di sopraffazione.
COBAS Telecomunicazioni
* * * * *
L’indagine di Bologna è stata pubblicata il 24
agosto 2015 dalla rivista web Salute Pubblica:
Prende il via dopo che il 18/06/13 Telecom
Italia decide di sopprimere la pausa “626” per i lavoratori e le lavoratrici part-time
al 50%, utilizzando come pretesto l’orario lavorativo che non li configura come
addetti ai video terminali (lavorano meno di 20 ore a settimana, con orario
giornaliero di 3:50 ore 5 giorni su 7).
Nel 2014 nasce (ad opera di un gruppo di lavoratori e lavoratrici appartenenti
a diverse Organizzazioni Sindacali) l’idea di riprendere un lavoro di inchiesta
già svolto nel 2004 dai sindacati di Base e RLS della Emilia Romagna,
estendendolo anche al 119, mediante un gruppo di lavoro indipendente e
autorganizzato che riesce a coinvolgere lavoratrici e lavoratori e Vito Totire
all’epoca ancora in servizio alla Medicina del Lavoro di Bologna (fonderà poi
il Centro Studi per il Benessere Lavorativo).
I questionari (rigorosamente anonimi) distribuiti nel 2014, sono stati
redatti ed elaborati per “categorie di lavoratori omogenee”, con il metodo
scientifico Karasek, e l’introduzione di alcune modifiche, metodo riconosciuto
a livello UE.
Il questionario si può scaricare al link:
Hanno ricevuto il questionario 61 tra lavoratrici e lavoratori. 49 le
risposte di cui 8 maschi e 40 femmine; una persona non ha dichiarato il genere
di appartenenza; l’età media è risultata molto simile in relazione alla
differenza di genere: 41,3 anni nei maschi, 43,8 nelle femmine.
Vale la pena leggere tutto l’articolo di cui
pubblichiamo solo alcuni stralci, soprattutto la parte lasciata ai liberi
commenti.
SINTOMI: si collocano nel
range del disagio lavorativo sintomatologicamente scompensato ben 25 persone su
48; questo significa che più della metà
dei lavoratori presenta un quadro di disagio occupazionale evidente.
VINCOLATIVITA'/COSTRITTIVITA’: situazione molto grave: percezione di grave disagio per la quasi
totalità delle persone (tutte meno 2) e
anche dal punto di vista dei sintomi.
Percezione di sovraccarico: percezione generalizzata (di tutti!) di eccessivo sovraccarico;
risposte collocate al 100% ai gradi estremi del range del distress lavorativo
Complessivamente dunque più del 50% (33
persone) vivono in maniera molto frustrante la propria attività mentre questo lavoro
risulta soddisfacente solo per 1 persona su 49
L’AMBIENTE RISULTA SGRADEVOLE a causa di sovraffollamento (33 persone), rumore (43 persone), microclima (29
persone), illuminazione (27 persone).
USO DI PSICOFARMACI: il quadro appare frastagliato e complesso; abbiamo un numero di
utilizzatori di psicofarmaci, in termini di uomo-equivalente che giunge a 17
unità su 49 persone…che sono conferma degli alti livelli di di stress al quale
questi lavoratori sono sottoposti e che pongono le percentuali al di sopra di
quelle rilevate dal CNR sui campioni della popolazione italiana totale.
CONCLUSIONI
A partire dalla situazione molto critica che abbiamo fotografato non
solo occorre ragionare concretamente sulle azioni di miglioramento da adottare
ma occorre fermare alcune “innovazioni” organizzative che sono state ventilate
che potrebbero, se messe in atto, comportare un ulteriore incremento dei
livelli di costrittività/vincolatività.
Il quadro emerso appare uno dei “peggiori” tra quelli indagati negli
ultimi 15 anni in Italia e nel mondo anche se confrontati (questo il dato più
preoccupante) con attività lavorative a tempo pieno.
il testo completo ed integrale lo trovate nel link della rivista e
fornisce un quadro molto più esaustivo.
LA NOSTRA INDAGINE
Le relazioni legate all’indagine da noi svolta nei call center di Roma fra il 2005 e il 2006 (Telecom
Italia, TIM, H3G, Telecontact Center, Atesia e B2win le aziende interessate)
che ha raccolto 282 questionari compilati da lavoratori e lavoratrici
con diverse tipologie di contratto e durata della prestazione lavorativa (Full Time
e Part Time) si possono scaricare al
link:
Da allora sono accadute molte cose ma i dati sono ancora interessanti
soprattutto perché il clima generale (mescolato alle incertezze lavorative nel
settore) è rimasto inalterato.
COBAS Telecomunicazioni
---------------------
From: Gino
Carpentiero ginocarpentiero@teletu.it
To:
Sent:
Wednesday, January 13, 2016 5:00 PM
Subject: 4 MARZO
INIZIATIVA SOCIETA’
NAZIONALE OPERATORI DELLA PREVENZIONE SUGLI INFORTUNI
La Società Nazionale
Operatori della Prevenzione
in
collaborazione con
Associazione
Ambiente e Lavoro
organizza il seminario
INFORTUNI
SUL LAVORO : PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI, COMUNICAZIONE
L’Organizzazione Mondiale della
Sanità afferma che bisogna migliorare la conoscenza degli operatori sanitari
circa il legame tra salute e lavoro e le opportunità di risolvere i problemi di
salute attraverso interventi nei luoghi di lavoro (dal Piano regionale
Prevenzione Regione Toscana).
SNOP (Società Nazionale Operatori
della Prevenzione, vedi sito www.snop.it ) sta organizzando una serie di
Seminari di confronto operativo, rivolta in particolare a operatori delle
strutture pubbliche di prevenzione. Il primo evento ha avuto come tema le
malattie professionali, ed è stato trattato in due edizioni, la prima il 18
settembre 2015 a
Milano, la seconda il 30 settembre 2015 a Viterbo.
Nel Seminario di Milano del 4
marzo 2016 verrà affrontata la questione degli infortuni sul lavoro partendo
dai risultati positivi ottenuti dai Piani Nazionali Edilizia e Agricoltura
nella prevenzione degli infortuni, dando risalto all’importanza della
programmazione (settori a elevato rischio di infortuni, liste di aziende
ricavabili dai Flussi informativi e da altri archivi disponibili, piani
mirati). Verrà dato rilievo anche all’importanza dell’analisi della dinamica
degli infortuni, fondamentale per rendere omogenea la lettura del fenomeno , ma
anche per comunicare in modo efficace le principali cause di infortunio e
trovare misure adeguate per prevenire gli incidenti, valorizzando anche quanto
pubblicato sui siti web delle ASL , sul sito DORS, sul nuovo sito Banca Dati
delle Soluzioni.
1°
appuntamento
4 marzo
2016 Milano
FAST
–piazzale Morandi 2 Milano ore 9.00-17.30
8.45 Registrazione partecipanti
9.00 Saluti e breve introduzione
Norberto Canciani - Segretario
Associazione Ambiente e Lavoro), Laura Bodini e Giorgio di Leone - SNOP
9.30-11.30
Infortuni e programmazione degli interventi di prevenzione
Infortuni
serie storica, dati mancanti e riflessioni
Claudio Calabresi - SNOP,
Antonella Bena e Osvaldo Pasqualini - AIE
Utilizzo
dei sistemi informativi correnti per la programmazione delle attività di
prevenzione nei luoghi di lavoro a livello territoriale: gli infortuni
Roberto Agnesi - ASL Treviso
La
prevenzione degli infortuni nei PRP 2014-2018. I Piani Regionali Prevenzione,
piani mirati edilizia e agricoltura, progetti di intervento sulla sicurezza:
quali indicazioni emergono per la programmazione degli interventi
Battista Magna –ATS Città
metropolitana Milano, Lalla Bodini - SNOP
11.30–13.30
Dal fenomeno infortunistico alla ricostruzione dei singoli infortuni
La
ricostruzione della dinamica degli infortuni da parte dei servizi ASL e delle
aziende, come fonte di programmazione degli interventi di Prevenzione
Celestino Piz - ASL Vicenza
Le
storie d’infortunio come strumento di prevenzione
Luisella Gilardi – DORS
La Banca Dati
Soluzioni: un progetto di Regione Emilia Romagna, Dipartimento di Ingegneria
Industriale della Università di Bologna, ASL Bologna
Cristina Mora – Dipartimento
Ingegneria Industriale Università di Bologna
L’esperienza
della Regione Lombardia e di ASL Milano
Battista Magna - ATS Città
metropolitana Milano
L’applicazione
pratica del metodo INFORMO nell’analisi del fenomeno infortunistico con
particolare riferimento all’esperienza EXPO
Nicola Delussu, Graziella Zanoni e
collaboratori ATS Città metropolitana Milano
14.30-17.30
Interventi preordinati e dibattito
Presentazione
di “Vite Spezzate”
Fulvio Longo - ASL Bari
Piani
mirati di comparto
Roberto Cecchetti – ATS della
Brianza (ex ASL Monza)
Il caso
degli Infortuni Stradali
Michele Montresor - ATS della Val
Padana (ex ASL Mantova)
Fattori
di rischio prossimi e remoti degli infortuni lavorativi: un esempio di utilizzo
del metodo Infor.mo
Marcello Libener - ASL Alessandria
L’indagine
giudiziaria per infortuni gravi e mortali e modello di organizzazione e
gestione aziendale
Massimo Bonfanti e Manuela Peruzzi
- ASL Verona
Seminario
in collaborazione con Associazione Ambiente e Lavoro che curerà la segreteria e
la pubblicazione degli atti. I materiali dei Seminari SNOP verranno pubblicati
infatti in un numero speciale di Dossier Ambiente in collaborazione con SNOP.
La FAST - Federazione delle
Associazioni Scientifiche e Tecniche dipiazzale Morandi 2 è raggiungibile dalla
stazione centrale di Milano con MM3 linea gialla fermata Turati poi 3 minuti a
piedi, oppure con MM1 linea rossa fermata Palestro poi 10 minuti a piedi.
Il Seminario è gratuito con iscrizione al link:
---------------------
From: Posta
Resistenze posta@resistenze.org
To:
Sent: Thursday, January 14,
2016 1:08 AM
Subject: SALARIO E TUTELE PER GLI STUDENTI IN STAGE
SALARIO E TUTELE PER GLI STUDENTI IN STAGE
PARTE LA CAMPAGNA
DEL FGC CONTRO LO SFRUTTAMENTO IN ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO
Con il 2016
si sbloccano i 100 milioni previsti per i progetti di alternanza scuola-lavoro,
che interessano gli studenti degli ultimi tre anni delle scuole superiori per
un monte di 400 ore per gli istituti tecnici e professionali e 200 ore per i
licei. Nel frattempo, tutto tace sulla
"Carta" che dovrebbe definire i diritti degli studenti in stage,
annunciata addirittura per lo scorso settembre.
Ci
raccontano che l'alternanza scuola-lavoro serve a combattere la disoccupazione
giovanile, ma in realtà a trarne vantaggio sono soltanto le imprese private.
Gli studenti vengono ridotti a manodopera a basso costo a disposizione delle
imprese, la cui priorità è quella di far fronte alle proprie esigenze immediate
e non quella di formare dei lavoratori che abbiano competenze capaci di
garantire un futuro stabile. Una realtà che nel mondo del lavoro precario del
Jobs Act si traduce in una educazione alla precarietà, altro che lotta alla
disoccupazione: sostituendo alla formazione professionale vera e propria la
sterile esperienza in azienda con mansioni assolutamente dequalificanti, agli
studenti resta solo una "formazione" estremamente parcellizzata.
Le imprese presso le quali gli studenti svolgeranno i tirocini, secondo
lo schema previsto dalla riforma di Renzi, saranno in sostanza quelle che,
accordandosi col Dirigente Scolastico, elargiranno finanziamenti alle scuole
intendendoli come un vero e proprio investimento sulla fornitura di manodopera
giovane e priva di diritti.
Questo
disegno sta già dando i suoi frutti negli istituti tecnici e professionali
(quello dell'ENEL rappresenta a tutti gli effetti un caso
"apripista", che anticipa ciò che avverrà nei prossimi anni) ed è già
collaudato da tempo negli istituti alberghieri, i cui studenti svolgono
tirocini estivi con turni estenuanti e privi di qualsiasi diritto o tutela. Risale a pochi mesi fa un'inchiesta della
Guardia di Finanza che ha portato alla denuncia di 6 imprenditori, accusati di
aver sfruttato la manodopera di 2.700 studenti provenienti da 36 scuole
del centro-sud. Gli studenti coinvolti, fra cui molti minorenni, ufficialmente
erano in alternanza scuola-lavoro, ma nella realtà erano impiegati come
manodopera a basso costo presso alberghi e ristoranti, con retribuzioni
inferiori ai 60 euro settimanali. Tutt'altro che un caso isolato, al contrario
è sempre più evidente la vera natura dell'alternanza scuola-lavoro voluta da
Renzi.
Finora da
nessuna parte si è mai parlato dei diritti degli studenti in alternanza
scuola-lavoro. Negli articoli della Legge 107/15 (la cosiddetta "Buona
scuola") si parla unicamente del "diritto degli studenti ad esprimere
una valutazione sui percorsi di alternanza" e della formazione in
materia di salute e sicurezza sul lavoro, ma non si fa nessun cenno ai diritti
sul luogo di lavoro.
L'obbligatorietà
dell'alternanza scuola-lavoro sancita per tutti gli studenti non può che
determinare, nel breve e medio periodo, il progressivo inserimento degli
studenti nell'organizzazione aziendale, come elemento sempre più strutturale
nonostante il carattere "formativo", e che in quanto tale pone un nuovo terreno per uno scontro che prende
forma proprio sul tema dei diritti degli studenti sul luogo di lavoro.
L'organizzazione
della lotta degli studenti contro lo sfruttamento in alternanza scuola-lavoro
diventa un tema centrale sul quale la gioventù comunista deve indirizzare la
propria azione. Per questa ragione il Fronte della Gioventù Comunista lancia
una campagna nazionale di agitazione contro lo sfruttamento in alternanza
scuola-lavoro, avanzando le seguenti rivendicazioni:
-
una retribuzione oraria minima per gli
studenti in alternanza, pari al 60% del salario di categoria (da innalzare al
70% se lo stage avviene in estate);
-
la
limitazione dell'orario di lavoro
a 4 ore giornaliere e 20 settimanali, innalzabili rispettivamente a 6 ore e 30
ore per i tirocini estivi per contrastare lo sfruttamento selvaggio degli
stagisti (specie nel settore alberghiero e turistico);
-
l'istituzione
di una commissione paritetica per
garantire la partecipazione di studenti e insegnanti alla definizione dei
progetti di alternanza e sottrarre gli stessi all'arbitrio del Dirigente
Scolastico;
-
la formazione in merito ai diritti sul luogo di
lavoro, da affiancare a quella già prevista per le norme in materia di
salute e sicurezza, e infine l'incremento dei finanziamenti statali alle scuole pubbliche, che restano l'unica
garanzia dell'indipendenza degli istituti dai finanziamenti privati, necessaria
per impedire che gli studenti finiscano a fare i tirocini nelle aziende
disposte a finanziare la scuola in cambio di una didattica asservita ai loro
interessi.
12/01/16
Fronte della Gioventù Comunista (FGC) scuola@gioventucomunista.it
Leggi l'analisi del FGC sull'alternanza scuola-lavoro al link:
---------------------
From: Teoria
& Prassi teoriaeprassi@yahoo.it
To:
Sent:
Thursday, January 14, 2016 8:50 AM
Subject: PIENA
SOLIDARIETA’ AGLI OPERAI ILVA!
Si riaccende la lotta degli operai ILVA.
A Genova, l’11 gennaio sono scesi in
corteo e hanno occupato il comune. Protestano contro il Jobs Act che riduce
l’ammontare del contratti di solidarietà, vanificando l’Accordo di programma
precedente, e non si sentono garantiti per il loro futuro. Hanno completamente
ragione: la politica del governo Renzi è dichiaratamente antioperaia, l’ILVA a
Taranto ha già annunciato oltre 3.500 esuberi temporanei e si sta preparando
una privatizzazione del Gruppo a spese dei lavoratori.
Il sindaco Doria e il segretario
provinciale PD Terrile sono stati duramente contestati dagli operai.
Quest’ultimo è stato inseguito e fermato dai lavoratori che chiedevano il
rispetto degli accordi e adeguate garanzie occupazionali, continuità,
integrazione e certezza del salario. La rabbia degli operai è esplosa quando ha
affermato che “Ciò che abbiamo fatto a Roma non risolve, ma una prima risposta
la dà. Oggi avere il 70% è meglio di niente”. Gli sputi e gli insulti ricevuti
dall’esponente liberal-riformista sono una concreta dimostrazione
dell’atteggiamento della classe operaia nei confronti del PD e del governo
Renzi, che fanno una politica a esclusivo servizio del capitale monopolistico.
L’occupazione del Comune è stata sospesa
alla notizia dell’annuncio della convocazione per il 18 gennaio di una riunione
del Collegio di Vigilanza sull’Accordo di programma. Ma gli operai sono pronti
a rilanciare la lotta con più forza e determinazione.
Il sindaco Doria e le altre autorità
locali hanno definito l’occupazione un “atto gravissimo, antidemocratico e
inaccettabile”. Evidentemente ritengono corretto, democratico e accettabile
affamare e licenziare i lavoratori, calpestare i diritti e gli accordi. Da
parte loro, i bonzi regionali di UILM e FIM hanno incitato gli operai a non
partecipare all’occupazione, mentre i dirigenti FIOM dopo
tante parole sulle occupazioni delle fabbriche tengono a freno gli operai, non
preparano le masse alla lotta più dura, non vogliono radicalizzare la
mobilitazione e tanto meno unificare la lotta degli operai di Genova con quella
di Taranto e di tutta la classe operaia.
La classe operaia non può e non deve
compiere altri sacrifici per salvare i profitti dei capitalisti!
E’ la violenza padronale e governativa, la
politica di miseria per le masse e di profitti per un pugno di parassiti, di
guerra contro i popoli che deve essere condannata!
Di fronte alla offensiva capitalista e alla
politica reazionaria del governo, alla divisione voluta dai burocrati
sindacali, è indispensabile creare il fronte unico di lotta della classe
operaia contro i capitalisti e il loro governo.
Va rilanciata subito la vertenza di tutto
il gruppo ILVA e dell’indotto, rivendicando lavoro e salario garantito al 100%
per tutti, ritiro degli “esuberi” e dei licenziamenti, sicurezza sul lavoro.
Diciamo NO alla privatizzazione dell’ILVA! Spingiamo per una giornata di lotta
nazionale di tutta la classe sfruttata e oppressa per l’occupazione, i
contratti nazionali, contro la soppressione dei posti di lavoro e dei diritti!
Il mezzo migliore per battere i piani
padronali è coalizzare tutte le forze della classe sfruttata e delle masse
oppresse, lottare contro la dispersione e la divisione, aumentare la
partecipazione alla lotta, costruire gli organismi di massa, rafforzare il
sindacalismo di classe, collegando la prospettiva rivoluzionaria alle lotte
quotidiane perché solo il socialismo potrà risolvere i problemi degli operai e
degli altri lavoratori sfruttati.
I comunisti, gli operai coscienti e
combattivi si organizzino e costituiscano il nucleo dirigente della lotta in
tutte le fabbriche e i luoghi di lavoro!
Gennaio 2016
Piattaforma
Comunista per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia
---------------------
From:
Orizzonte degli Eventi orizzontedeglieventi79@gmail.com
To:
Sent:
Thursday, January 14, 2016 9:16 PM
Subject: CONVEGNO
SICUREZZA E SALUTE NELLE AZIENDE
LA GESTIONE DEL RISCHIO PSICOSOCIALE TRA OSTACOLI E
OPPORTUNITA'
Orizzonte
degli Eventi insieme al Servizio Prevenzione e Protezione dell’Università degli
Studi di Firenze vi invita a partecipare al convegno multidisciplinare
Sicurezza e Salute nelle aziende. La gestione del rischio psicosociale tra
ostacoli e opportunità.
Il
convegno avrà luogo il 22 gennaio prossimo presso l’aula Magna dell’Università,
la partecipazione è gratuita, ma è necessaria l’iscrizione.
Il
programma del convegno è scaricabile al link
La scheda di
iscrizione è scaricabile al link:
---------------------
From:
Federazione Toscana P-CARC federazionetoscana@gmail.com
To:
Sent:
Saturday, January 16, 2016 11:58 AM
Subject: COMUNICATO
SUI LICENZIAMENTI ALLA DNA DI PONTEDERA
TERRORISTA E’ IL PADRONE CHE
LICENZIA E IL GOVERNO CHE LO SOSTIENE!
SOLIDARIETÀ A SANDRO
GIACOMELLI, DELEGATO COBAS DELLA DNA DI PONTEDERA
La Federazione Toscana del P-CARC
esprime la propria solidarietà al compagno Sandro, licenziato con il pretesto
di mancanze disciplinari con cui si vorrebbero mascherare le motivazioni
politiche della cacciata di un operaio; un delegato che lotta per il rispetto
dei diritti suoi e dei colleghi, che combatte per strappare dei miglioramenti
alle miserrime condizioni nel quale i padroni vorrebbero costringere la classe
operaia, che non china la testa.
E' un sistema non certo nuovo e che in questi giorni
si sta estendendo velocemente: sono almeno tre i delegati sindacali licenziati
nelle ultime due settimane: alla Basell di Ferrara, alla Metalcastello e alla
OM in provincia di Bologna.
Stiamo parlando di uno degli effetti della crisi, che
spinge i padroni a rimuovere ogni ostacolo alla corsa per massimizzare i
profitti e li spinge a prendere misure terroristiche nei confronti dei
lavoratori; un attacco che deve essere respinto al mittente. Va nella giusta
direzione il presidio odierno dei lavoratori DNA, che dovrebbero subire altri
16 licenziamenti per “motivi economici”.
Queste ritorsioni avvengono in una fase particolare,
quella del rinnovo di molti CCNL e in particolare quello dei metalmeccanici,
che da sempre ha fatto da riferimento e apripista agli altri; si colpiscono i
delegati combattivi che sono o possono diventare centro di coagulo, di mobilitazione e di
organizzazione. Gli attacchi contro di loro confermano che i lavoratori
sono in numero crescente insofferenti della complicità dei sindacati di regime
con i padroni e il governo, sono in numero crescente insoddisfatti dei
risultati della linea di resa dei sindacati di regime.
La Federazione Toscana e la
sezione di Pisa del P-CARC appoggiano ogni iniziativa a sostegno della lotta di
Sandro Giacomelli e dei colleghi della DNA.
Partito
dei Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo
(P-CARC)
Federazione
Toscana
E-mail: federazionetoscana@gmail.com
Web: www.carc.it
---------------------
From: Rete Nazionale
Sicurezza sui luoghi di lavoro e territori bastamortesullavoro@gmail.com
To:
Sent: Sunday,
January 17, 2016 9:09 AM
Subject: CAMPAGNA NAZIONALE DI
PRESENTAZIONE DEL LIBRO “ILVA: UNA TEMPESTA PERFETTA”
Una campagna nazionale di presentazione del libro “ILVA: Una tempesta
perfetta” si svilupperà in tutte le città italiane in cui si potrà e si vorrà, a
partire dalla ripresa del maxi processo ai padroni assassini e ai loro complici
politici e istituzionali il 5 febbraio prossimo.
Il libro è edito dalla Casa del Sole.
Tutte le forze, organismi sociali e politici e gli individui interessati a
organizzare le presentazioni lo comunichino per poter organizzare un calendario
che possa vedere la presenza dei compagni di Taranto autori del libro.
Info per l’occasione
cellulare: 347 11 02 638
---------------------
From: Riccardo
Antonini erreemmea@libero.it
To:
Sent:
Monday, January 18, 2016 3:00 PM
Subject: VIAREGGIO:
INIZIATIVA SUL JOBS ACT
SABATO 30 GENNAIO 2016
Ore 17.00
Viareggio c/o la ex
Circoscrizione Marco Polo
via Repaci 1 (sull'Aurelia
nord)
INCONTRO-DIBATTITO
JOBS ACT: l'ennesima
vergogna del governo Renzi ovvero la lotta di classe dei padroni contro i
lavoratori
Ore 20.30
CENA SOCIALE
al Circolo “Partigiani Sempre”
via del Terminetto, 35
Coordinamento Comunista
Toscano
Per contatti e informazioni:
coordcomtosc@gmail.com
---------------------
To:
Sent:
Monday, January 18, 2016 4:25 PM
Tra i cosiddetti "formanti del diritto" ormai non troviamo più
soltanto la legge, la giurisprudenza, la dottrina, la scienza e l'esperienza.
No! Oggi troviamo anche "gli interpelli" e, ahi noi, le discussioni
nei vari forum, gruppi ecc. che prolificano sui “social”.
Anche senza voler sposare in toto le dichiarazioni di Umberto Eco, secondo
il quale internet dà la parola a legioni di imbecilli, e senza voler fare di
tutta l'erba un fascio, come non rimanere perplessi di fronte all’ignoranza,
alla pigrizia ed alla supponenza di cui trasudano certi frequentatori dei
social?
Il primato spetta sicuramente a Facebook. Alcune delle domande postate nelle discussioni di gruppi specializzati (o
che si vantano di essere tali) che si occupano di sicurezza sul lavoro,
lasciano davvero perplessi.
E al fianco delle domande, ma anche delle risposte "ignoranti",
questi imprudenti e sprovveduti baldi giovani ci mettono nome, cognome e pure
la foto senza porsi il problema della possibile figuraccia.
Il livello delle domande spesso è del tipo: "sono al mio primo incarico
e devo redigere un DVR (un PSC n.d.r.) di un cantiere edile...suggerimenti ed
indicazioni?". E ancora: "... non so se è lecito ma vorrei chiedere
se qualcuno può fornirmi delle slides per un corso lavori in quota poichè devo
erogare un corso tra qualche giorno e non ho il tempo di elaborarle...",
e, infine, "vorrei avere una buona base su cui partire per svolgere il mio
ruolo da RSPP esterno… che tipo di software mi consigliate per fare la
valutazione dei rischi per le aziende clienti?".
Se dalla loro, questi giovani
"specialisti della prevenzione", possono avere per lo meno
l'inesperienza, lo stesso non si può dire per chi formula i quesiti, ma nemmeno
per chi risponde, agli interpelli, argomento principale del post.
Avrete sicuramente letto delle recenti risposte ad alcuni interpelli in
materia di sicurezza sul lavoro.
Ebbene, che opinione vi siete fatta?
Non importa, in ogni caso siamo di fronte a quesiti, banali ai quali spesso
vengono date risposte scontate.
Ai sensi dell'articolo 12 del Testo Unico, le domande possono essere poste
da soggetti qualificati (associazioni a rilevanza nazionale, ordini
professionali, associazioni sindacali, enti pubblici...) e le risposte vengono
date dalla Commissione degli interpelli composta da rappresentanti dei Ministeri
del lavoro e della salute e da quelli delle regioni e province autonome (4 +
4). Il terzo comma dello stesso articolo precisa che le risposte ai quesiti
costituiscono criteri interpretativi e direttivi per l'esercizio delle attività
di vigilanza. Come dire: "su con le orecchie, che noi la pensiamo così e
se pensate di cavarvela con altre interpretazioni, cavoli vostri".
Ricordate l'interpello sulla mancata sanzione prevista dalla normativa per
il non coinvolgimento degli organismi paritetici? Ebbene trovatemi un solo
riferimento nel D.Lgs.81/08 che preveda una sanzione per tale inadempimento. E
noi sappiamo che nel nostro sistema giuridico non si può sanzionare quando, per
quella specifica violazione, non sia
prevista una sanzione. Ebbene? Beh come dire che, a fronte della domanda se
l'acqua bolle a 100°C, la risposta fosse ... si, è vero, l'acqua bolle a 100°C.
Ma la cosa grave di una risposta del genere è il fatto che molti, sempre
sui “social” (ma in questo caso anche più qualificati come ad esempio Linkedin)
ne abbiano tratto il convincimento che, siccome la mancata richiesta di
collaborazione non è sanzionata, ecco che per incanto l'obbligo non esiste più
e, pertanto, inutile perdere tempo per mandare il programma formativo agli
Organismi Paritetici.
Ecco alcuni commenti che dovrebbero far riflettere le parti sociali che
degli organismi paritetici sono i protagonisti.
"Per quanto riguarda la formazione il datore di lavoro deve a
tutt'oggi mandare la raccomandata all'ente bilaterale? Le aziende non sono
sanzionabili per la mancata richiesta di collaborazione all'organismo
paritetico. Ci siamo un po' rotti di questa collaborazione che crea solo casini
e incomprensioni. Finalmente non si pagheranno più questi maledetti enti
paritetici..."
In questo caso più che la domanda, rileva la risposta che è stata scelta
tra quelle formulate con maggior serietà e decenza perché, altra caratteristica
dei social, in particolare ancora una volta di FB, gli insulti e le offese
gratuite sono davvero di casa.
E’ davvero un paese poco civile quello in cui un obbligo si manifesta come
tale nella coscienza collettiva solo se si accompagna ad una sanzione.
Altrimenti, secondo voi, cosa sarebbe, un consiglio?
L'altra sera, a proposito dell'introduzione del sistema di pagamento POS
(non il piano operativo di sicurezza ma il bancomat) in tutti gli esercizi
commerciali, ecco che un barista intervistato da un TG, a chi gli chiedeva se
avesse già provveduto ad installare la macchinetta come previsto dalla legge,
ha risposto papale papale: "io non la metto, e non accetterò pagamenti
effettuati con il bancomat, tanto non c'è sanzione".
Franco
Mugliari alias Muglia La Furia
mail: fmuglia@tin.it
---------------------
From: Maria
Nanni mariananni1@gmail.com
To:
Sent: Monday,
January 18, 2016 10:45 PM
Subject: PORTE
KILLER: QUINDICENNE TRASCINATA DAL TRENO
13 gennaio 2016
TRAGEDIA A GARLASCO: 15ENNE RIMANE INCASTRATA TRA LE PORTE DEL TRENO, VIENE TRASCINATA PER METRI
ieri
mattina, verso le 7, una ragazzina di 15 anni è arrivata all’ultimo momento
sulla banchina della stazione di Garlasco (Pavia), proprio mentre arrivava il
suo treno. Decisa a prenderlo a tutti i costi, ha tentato di infilarsi
all’ultimo momento tra le porte di un vagone che stavano per chiudersi.
Un tentativo
finito in tragedia dato che la quindicenne è rimasta incastrata tra le porte
del treno, ed è stata trascinata per diversi metri. Trasportata d’urgenza
all’ospedale Policlinico San Matteo di Pavia, ora è in gravi condizioni e
rischia di perdere il braccio destro.
Ma la
versione dei fatti fornita da Trenord differisce parecchio da quella dei
pendolari che hanno assistito all’incidente. Secondo Trenord, infatti, il
capotreno avrebbe controllato che le “operazioni di incarrozzamento” fossero
state correttamente ultimate prima di far partire il treno, come da prassi.
Toccherà
alla Polfer stabilire cosa è realmente accaduto ieri mattina.
13 gennaio 2016
TENTA DI PRENDERE IL TRENO IN CORSA, GRAVISSIMA STUDENTESSA A PAVIA
La ragazza, boccata tra le porte, è stata trascinata per diversi metri prima di cadere. La polizia ferroviaria ha aperto un'inchiesta
Ha cercato di
prendere il treno in corsa alla stazione
di Garlasco (Pavia), in Lomellina, ma è rimasta incastrata tra le porte di un vagone, trascinata per
diverse decine di metri dal treno prima di cadere. Protagonista una studentessa di 15 anni, ricoverata
ora in gravi condizioni al Policlinico San Matteo di Pavia. A
destare le maggiori preoccupazioni sono, in particolare, le condizioni del
braccio rimasto incastrato.
La giovane è
arrivata vicino al treno Vercelli-Pavia, con il quale doveva raggiungere la
scuola, mentre il convoglio ripartiva lentamente e le porte si chiudevano. E'
riuscita solo ad infilare il braccio cercando un appoggio ed è stata trascinata
per diverse decine di metri prima di liberarsi e finire a terra, sotto gli
occhi atterriti degli altri passeggeri, la maggior parte dei quali studenti
come lei.
Martedì sera la
15enne è stata operata per cercare di salvare il braccio destro della giovane
rimasto seriamente ferito nella caduta. Trenord ha comunicato che sarà aperta
un'inchiesta sull'accaduto ed ha anche smentito la prima versione che era stato
fornita sul fatto, quando sembrava che la ragazza fosse rimasta incastrata tra
le porte di una carrozza. In realtà pare che le operazioni di salita e discesa
dei viaggiatori fossero già state completate al momento della chiusura delle
porte. La ragazza si sarebbe quindi aggrappata alle maniglie di una porta
chiusa per cercare di entrare, perdendo l'equilibrio e cadendo. Anche la
polizia ferroviaria ha avviato un'inchiesta.
---------------------
To:
Sent: Monday,
January 18, 2016 11:45 PM
Subject: COMUNICATO FINE SCIOPERO IESU
FIRENZE 16/17 GENNAIO
A SEGUIRE COMUNICATO DI FINE SCIOPERO IESU FIRENZE DEL 16 /17 GENNAIO 2016.
COMPLIMENTI
AI LAVORATORI PER LA GRANDE ADESIONE.
LA VERTENZA
VA AVANTI, RISCATTIAMO I NOSTRI DIRITTI.
SCIOPERO
IESU FIRENZE 16/17 GENNAIO 2016
Comunicato
di fine sciopero
Terminata
da poco la terza azione di sciopero CUB Trasporti sulla vertenza dell’Impianto
Equipaggi Servizio Universale di Firenze.
Ottime
percentuali di adesione fra i lavoratori che, con circa il 70%, confermano
l’urgenza delle rivendicazioni che sono alla base della vertenza stessa.
ASSUNZIONI, COPERTURA DEGLI ORGANICI DEGLI IMPIANTI A TERRA, RISPETTO DEI
TERMINI CONTRATTUALI, LOGISTICA, PROVVEDIMENTI DISCIPLINARI.
La
soddisfazione per noi della CUB è, anzitutto, quella di poter essere in qualche
modo utili ad un gruppo cospicuo di lavoratori che hanno dimostrato negli
ultimi anni di saper promuovere, organizzare e gestire le rivendicazioni, senza
attendere i soliti ed ipocriti avalli confederali. Questa è l’unica strada per
svincolarsi dalle decisioni capestro delle segreterie firmatarie che, ora più
che mai in forza dell’accordo vergogna sulla rappresentanza, fanno a gara a
firmare intese a perdere per mantenere il proprio strapuntino al tavolo.
Questa
vertenza non fa eccezione: dopo ipocriti proclami sull’unità nella lotta fanno
di tutto per rinviare ogni azione per poi tirare fuori in gran segreto, senza
alcun passaggio assembleare ed anzi in contrasto con il mandato ricevuto,
un’intesa con l’azienda che vorrebbe “legalizzare” almeno tre anni di azioni
unilaterali aziendali. Di più, hanno pure l’ardire di proporre loro stessi
un’organizzazione degli impianti a terra più realista del re.
Tutto
ciò che i lavoratori (e noi della CUB) hanno contrastato anche duramente in
questi anni, e che loro hanno seguito esclusivamente a chiacchiere, ora gli sta
benissimo tanto da metterlo nero su bianco, trovando anche il coraggio di
argomentare la loro decisione.
La
madre delle nostre rivendicazioni è quella sulle assunzioni di personale, un
dovere istituzionale di ogni sindacato e l’unico modo per garantire una
continuità per l’impianto; in questa “intesa” di assunzioni neanche l’ombra. Un
argomento che non gli interessa evidentemente, ma su questo sono coerenti
perchè non c’è accordo o contratto negli ultimi vent’anni che non preveda tagli
al personale!
Il
sistema delle segreterie nazionali calato nelle realtà territoriali: chi ancora
non l’aveva capito ora ne ha prova concreta.
Crediamo
che tutto debba passare dalle decisioni delle assemblee, senza eccezioni,
perchè solo i lavoratori hanno la visione del loro presente e possono decidere
sulle azioni necessarie a garantire il loro futuro, il resto è una zona grigia
che non ci appartiene. Per noi la vertenza continua!!!
CUB
Trasporti
---------------------
From: Mario
Murgia info@associazioneespostiamiantovalbasento.it
To:
Sent: Tuesday,
January 19, 2016 12:52 PM
Subject: COMUNICATO STAMPA: LAVORATORI OTTANA ESPOSTI
AMIANTO
Ottana, 19 gennaio 2016
LAVORATORI OTTANA ESPOSTI AMIANTO
Convocazione incontro Ottana
Poniamo fine a un'ingiustizia che dura da decenni: a Ottana l'incontro il
23 gennaio, ore 10, per informare e discutere sulle modalità di attivazione del
diritto alla sorveglianza sanitaria gratuita, sanciti dalla legge regionale 22
del 2005 e dei benefici previdenziali della Legge 257 del '92, finora
assurdamente negati ai lavoratori ex esposti amianto del sito industriale di
Ottana.
Alla luce della grave emergenza dell'aumento di decessi e gravi patologie
riconducibili alla esposizione all'amianto nell’area industriale di Ottana, i
lavoratori ed ex lavoratori degli stabilimenti chimici hanno deciso di convocare
un'incontro sabato 23 Gennaio 2016, ore 10, presso il Centro Polifunzionale in
Via Via Emilio Lussu a Ottana per discutere sulle modalità di accesso alla
sorveglianza sanitaria gratuita ed ai benefici previdenziali di legge per
migliaia di lavoratori, finora esclusi per precise responsabilità e colpevoli
negligenze del “sistema ENI” e delle stesse Istituzioni. A questo primo
incontro informativo abbiamo invitato a partecipare l’Associazione Italiana
Esposti Amianto AIEA, rappresentata dal Vice Presidente Nazionale Mario Murgia
e dalla Presidente regionale dell’Associazione Sabina Contu.
Ci appelliamo alla sensibilità degli organi di informazione affinchè
seguano questa iniziativa autoconvocata, a cui parteciperanno lavoratori ed ex
lavoratori provenienti da diversi comuni della Sardegna centrale: vogliamo denunciare
con forza di fronte all'opinione pubblica e ai responsabili delle Istituzioni sarde
che stiamo assistendo al moltiplicarsi di patologie gravissime e di morti fra
quanti, per decenni hanno lavorato nel sito industriale di Ottana. Qui le
autorità di competenza hanno negato la presenza di amianto, che invece, come un
micidiale killer a tempo, sta mietendo vittime fra persone ancora giovani o
appena giunte all'età della pensione!
Chiediamo infatti, che venga posta fine al trattamento, ingiusto e
discriminatorio, che ha escluso i lavoratori di Ottana dai diritti sanciti
dalla legge 257 del 1992, che, vietando l'utilizzo dell'amianto in qualsiasi
forma, ha imposto gli obblighi di sorveglianza sanitaria e il diritto ai
benefici previdenziali.
Ottana è infatti, l'unica realtà del gruppo ENI a subire questa assurda
discriminazione! Mentre per i lavoratori di Marghera, Brindisi e Ravenna, tutte
aziende del gruppo ENI, il riconoscimento è arrivato, a suo tempo, attraverso
gli atti di indirizzo ministeriale, con il riconoscimento, da subito, dei
diritti e benefici previsti dalla legge. Ai lavoratori di Ottana tutto questo è
stato negato! Anni di incontri e di lotte in Sardegna e a Roma, finora non
hanno prodotto i risultati sperati, nella sostanziale e colpevole indifferenza
generale e delle stesse istituzioni regionali.
Qualcuno dovrebbe spiegarci come mai la stessa legge, nello stesso Paese ha
una interpretazione e un’applicazione diversa: Ottana e Pisticci erano
stabilimenti gemelli, stesse produzioni, stessa tecnologia e i lavoratori con
le stesse mansioni, stessi livelli di esposizione, a Pisticci l’INAIL ha
riconosciuto 450 casi di esposizione all’amianto, e ad Ottana?
Con le nostre forze abbiamo fatto causa all’INPS e nel 2008 si sono svolti
i processi nel Tribunale di Nuoro, vinti in prima istanza ma, purtroppo,
bocciati in appello a Sassari per decadenza dei termini, grazie ai cavilli di
legge.
La prescrizione non cancella comunque il riconoscimento dell’esposizione.
Oltre al danno la beffa! Dobbiamo essere consapevoli che nei nostri confronti è
stata consumata una grande ingiustizia. Secondo gli studi, l'esposizione
all'amianto produce i suoi effetti devastanti sulla salute e sulla vita dopo un
lungo periodo di incubazione, ed è per questo che si stanno moltiplicando
adesso le morti, anche a trenta/quarant'anni dall'esposizione! E' in serio
pericolo il futuro di centinaia di lavoratori e delle loro famiglie: la
preoccupazione è molto alta perché il periodo critico, il picco di mortalità,
si avvicina molto velocemente. Chiediamo inoltre che venga dato immediato avvio
all'opera di bonifica dell'intera area industriale, che da 15 anni attendiamo,
per restituire un territorio integro alle future generazioni.
MOLTI NOSTRI COMPAGNI DI LAVORO,nel corso di questi anni sono deceduti,
senza nessun tipo di riconoscimento e soprattutto senza una assistenza
sanitaria adeguata: queste morti per il lavoro chiedono giustizia: nessuno può
restare indifferente! In questi giorni sono arrivati i primi segnali di
attenzione al dramma di Ottana, con alcune iniziative parlamentari: ne
attendiamo con comprensibile attenzione gli eventuali sviluppi
Ottana, 19 gennaio 2016
Per info.
Francesco Tolu
LAVORATORI OTTANA ESPOSTI AMIANTO
cellulare 338 33 18 127
---------------------
From: Roberto Grosso robertogrosso@alice.it
To:
Sent:
Tuesday, January 19, 2016 14:13 PM
Subject: ANCORA
INCIDENTI IN FERROVIA
SCONTRO TRA DUE TRENI A CAGLIARI: 30 FERITI, GRAVE IL MACCHINISTA
Due convogli della metropolitana leggera
di Cagliari si sono scontrati questa mattina, intorno alle 8.15, in via
Vesalio. Circa trenta passeggeri sono rimasti contusi o feriti nell’incidente.
Nessuno è in gravi condizioni, escluso il conducente di uno dei due treni
rimasto incastrato nelle lamiere per poi essere estratto dai vigili del fuoco
immediatamente intervenuti sul luogo dell’incidente. Da quanto si apprende,
l’uomo non è comunque in pericolo di vita.
Sul posto sono intervenuti, oltre ai
vigili, sette ambulanze del 118 e gli agenti della polizia municipale. Con
tutta probabilità, essendo quello in cui viaggia la metropolitana un binario
unico, non ha funzionato uno scambio per cui i treni che, pure non viaggiano a
velocità sostenuta, si sono trovati l’uno di fronte all’altro per cui l’impatto
è stato inevitabile.
---------------------
From: Vittorio
Agnoletto vagnoletto@primapersone.org
To:
Sent: Tuesday,
January 19, 2016 11:02 PM
Subject: LE MORTI
"MISTERIOSE" CHE PARLANO AL NOSTRO FUTURO
La notizia è una di quelle che non può scivolare via in silenzio: secondo
l’Istat nei primi otto mesi del 2015 in Italia vi sono stati 45.000
decessi in più di quelli verificatisi durante lo stesso periodo nel 2014 ; se
questo trend continuerà il 2015 si concluderà con ben 67.000 morti in più dello
scorso anno. Gli esperti di statistica sostengono che un aumento comparabile si
era verificato, fino ad ora, solo nel 1943 in pieno periodo bellico.
I dati forniti dall’Istat risulterebbero, ad una prima osservazione, del
tutto incomprensibili anche perché nei due anni precedenti, tra il 2012 e il
2014 il numero dei decessi/anno era diminuito : meno 4.000 tra il 2014 e
il 2013. Non solo. Secondo i dati forniti sempre dalla medesima fonte, l’attesa
di vita nel nostro Paese lo scorso anno era ancora aumentata, seppur
leggermente, giungendo per gli uomimi a 80,2 anni e per le donne a 84,9; dato
confermato da un recente documento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità
che colloca l’Italia al secondo posto al mondo con un’ aspettativa di
vita media di 83 anni , dietro al Giappone che raggiunge quota 84.
Di fronte a questi dati, da più parti si è ipotizzato un errore
dell’Istat; ma alla vigilia di Natale la Toscana ha comunicato che fino al 31
agosto i decessi negli ospedali della regione sono aumentati del 7.5% rispetto
a quelli verificatisi nel medesimo periodo lo scorso anno, senza che
contemporaneamente vi sia stata una diminuzione di quelli extraospedalieri.
I decessi ospedalieri sono utilizzati dall’Istat come un indicatore valido
per comprendere l’andamento della mortalità generale e sembrano confermare
quanto rilevato dai ricercatori a livello nazionale.
Per cercare una spiegazione da più parti si sono indicate due ragioni: un
aumento del numero di coloro che, spaventati dalle polemiche su un’ipotetica
pericolosità, lo scorso inverno hanno scelto di non sottoporsi alla vaccinazione contro
l’influenza stagionale; e una crescita della mortalità connessa all’ aumento
del numero delle persone anziane viventi. Ma le medesime fonti attribuiscono,
al massimo, alle due ipotetiche cause citate rispettivamente la responsabilità
di 8.000 e 15.000 morti/anno in più; la loro somma arriverebbe a giustificare
circa un terzo dell’aumento totale di decessi previsto al 31 dicembre 2015.
Rimarrebbe quindi il mistero.
Ma forse è possibile trovare qualche spiegazione per comprendere quanto si
sta verificando e se queste fossero vere non ne discenderebbero buone nuove per
il nostro futuro.
Infatti, secondo il rapporto dell’Ocse "Health at Glance
2015" ( "Uno sguardo sulla salute nel 2015" ) in Italia
“l’aspettativa di vita in buona salute per la popolazione sopra i 65 anni” è
tra le più basse tra i Paesi analizzati. Questo indicatore, utilizzato da tutte
le principali agenzie internazionali attive nel settore della salute, indica
gli anni che una persona ultrasessantacinquenne può vivere senza avere
limitazioni significative nelle attività quotidiane ; in sostanza ci dice per
quanto tempo una persona, superati i 65 anni, è ancora autonoma. In Italia per
l’Ocse non solo questo indicatore è estremamente basso, ma il suo trend
nell’ultimo anno risulta in caduta libera; dato confermato da altre recenti
ricerche svolte a livello nazionale.
Un peggioramento della qualità di vita degli anziani implica un aumento del
fabbisogno di assistenza, dalla fisioterapia alle cure dentarie alle terapie
farmacologiche in campo neurologico, solo per fare degli esempi; ma secondo
diverse inchieste, non ultima quella realizzata da Altroconsumo, sono
proprio questi gli interventi medico-sanitari ai quali, sotto i colpi
della crisi economica, ha rinunciato il 46% delle famiglie italiane. Ma
non è solo questo; ci troviamo di fronte a un circolo vizioso: infatti non è
difficile immaginare che parte degli ultrasessantacinquenni, che hanno perso
nell’ultimo anno la loro autonomia nella vita quotidiana, non abbiano avuto la
possibilità economica di accedere a terapie che avrebbero permesso loro di
permanere più a lungo in una situazione di autosufficienza. Una situazione
quindi che si autoalimenta e destinata, in assenza di interveni correttivi, ad
aggravarsi.
Se consideriamo che i dati Ocse, sul peggioramento delle condizioni di
salute degli ultrasessantacinquenni, fotografano la situazione del 2014, mentre
quelli Istat, sull’aumento della mortalità, si riferiscono ai primi otto mesi
del 2015 non è azzardato, partendo da una successione temporale dei due
rilevamenti, immaginare anche una consequenzialità causale.
L’analisi che l’Istat condurrà nei prossimi mesi sulle cause dei decessi e
sulla loro stratificazione per fasce di popolazione ci forniranno
delle spiegazioni più esaurienti , ma, se l’ipotesi qui illustrata fosse
confermata, staremmo assistendo ai primi documentati effetti dell’impatto
della crisi economica sullo stato di salute della popolazione italiana,
effetti destinati a peggiorare ulteriormente e ad aggravarsi sotto l’incedere
dei tagli alla sanità decisi dal governo.
di Vittorio Agnoletto
---------------------
From: Assemblea
29 Giugno assemblea29giugno@gmail.com
To:
Sent:
Wednesday, January 20, 2016 7:29 AM
Subject:
MOSTRA "INCANCELLABILE"
L'Associazione
“Il Mondo che vorrei” presenta la Mostra Foto...Grafica “INCANCELLABILE” sul
disastro ferroviario del 29 giugno 2009.
Giovedì,
Venerdì e Sabato fino al 29 febbraio 2016 alle ore 09.30 - 12.30 e alle ore
15.00 - 19.00 in via San Martino, 166 a Viareggio (zona mercato)
L'apertura
ha inizio da domani 21 gennaio 2016.
Altri giorni
sarà aperta in base alle nostre disponibilità.
Chi vuole può
impegnarsi per l'apertura della mostra.
Strage
ferroviaria annunciata:
NO alla
prescrizione per Viareggio
Associazione
dei familiari delle 32 Vittime
Assemblea 29
giugno
---------------------
From: Riccardo
Antonini erreemmea@libero.it
To:
Sent:
Wednesday, January 20, 2016 2:14 PM
Subject: NOI NON DIMENTICHIAMO
Esternazione a caldo sollecitata da "utili
idioti".
Sorpresa,
sconcerto e indignazione per la nomina di Pucci (condannato in appello per la
strage operaia alla Thyssen krupp) a direttore generale dell'Ilva. Nomina a
opera del ministro di Stato allo Sviluppo economico, Federica Guidi.
E allora?!
Cosa dire delle nomine, rinomine, promozioni da parte dei governi Berlusconi,
Letta e Renzi a Moretti, Elia, Soprano...amministratori delegati della Holding
FS, di RFI e Trenitalia e imputati eccellenti con accuse pesantissime per la
strage ferroviaria del 29 giugno 2009?
Cosa dire
del cavalierato a Moretti dall'allora capo di Stato Napolitano?
Cosa dire di
uno Stato che non si costituisce parte civile al processo di Viareggio, in
corso dal novembre 2013?
Cosa dire di
un consiglio comunale, per l'appunto quello di Viareggio, che tra i banchi di
maggioranza ed opposizione annovera soggetti che il 28 giugno 2014 hanno
bocciato la mozione presentata dall'Associazione dei familiari delle 32
Vittime?
Ma tutto
ciò, non sorprende, non sconcerta, non indigna!?
Almeno il
sig. Pucci, non ancora definitivo quanto a condanne, ha avuto il “garbo” di rinunciare
alla nomina dell'Ilva. I Moretti, gli Elia, i Soprano neppure hanno manifestato
questo...
E quei
“soggetti” siedono nel consiglio comunale di Viareggio senza mai aver avanzato
alcun cenno di sincere scuse.
Noi non
dimentichiamo...
Nessun commento:
Posta un commento