venerdì 22 gennaio 2016

21 gennaio - SICUREZZA SUL LAVORO: KNOW YOUR RIGHTS! “LETTERE DAL FRONTE” DEL 20/01/16 di M. Spezia



INDICE

Cobas Telecomunicazioni Roma cobascomunicazione@virgilio.it
COBAS : CALL CENTER LAVORARE NUOCE GRAVEMENTE

Gino Carpentiero ginocarpentiero@teletu.it
4 MARZO INIZIATIVA SOCIETA’ NAZIONALE OPERATORI DELLA PREVENZIONE SUGLI INFORTUNI

Posta Resistenze posta@resistenze.org
SALARIO E TUTELE PER GLI STUDENTI IN STAGE

Teoria & Prassi teoriaeprassi@yahoo.it
PIENA SOLIDARIETA’ AGLI OPERAI ILVA!

Orizzonte degli Eventi orizzontedeglieventi79@gmail.com
CONVEGNO SICUREZZA E SALUTE NELLE AZIENDE

Federazione Toscana P-CARC federazionetoscana@gmail.com
COMUNICATO SUI LICENZIAMENTI ALLA DNA DI PONTEDERA

Rete Nazionale Sicurezza sui luoghi di lavoro e territori bastamortesullavoro@gmail.com
CAMPAGNA NAZIONALE DI PRESENTAZIONE DEL LIBRO “ILVA: UNA TEMPESTA PERFETTA”


Riccardo Antonini erreemmea@libero.it
VIAREGGIO: INIZIATIVA SUL JOBS ACT

Muglia la Furia fmuglia@tin.it

PORTE KILLER: QUINDICENNE TRASCINATA DAL TRENO

COMUNICATO FINE SCIOPERO IESU FIRENZE 16/17 GENNAIO
COMUNICATO STAMPA: LAVORATORI OTTANA ESPOSTI AMIANTO

Roberto Grosso robertogrosso@alice.it
ANCORA INCIDENTI IN FERROVIA

Vittorio Agnoletto vagnoletto@primapersone.org
LE MORTI "MISTERIOSE" CHE PARLANO AL NOSTRO FUTURO

Assemblea 29 Giugno assemblea29giugno@gmail.com
MOSTRA "INCANCELLABILE"

Riccardo Antonini erreemmea@libero.it
NOI NON DIMENTICHIAMO

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From: Cobas Telecomunicazioni Roma cobascomunicazione@virgilio.it
To:
Sent: Sunday, January 10, 2016 9:38 PM
Subject: COBAS : CALL CENTER LAVORARE NUOCE GRAVEMENTE

Ad agosto 2015 una rivista medica online (Salute Pubblica.Net), ha pubblicato una nuova inchiesta conoscitiva indipendente sullo stato di benessere nei call center, basata su questionari distribuiti alla Telecom di Bologna. L’inchiesta è stata realizzata per iniziativa spontanea di un gruppo di lavoratori e lavoratrici del call center, grazie alla collaborazione del dottor Vito Totire ex ispettore della AUSL di Bologna e oggi facente parte del Centro Studi per il Benessere Lavorativo di Bologna. Della indagine e del lavoro venero messe al corrente anche RSU ed RLS.
I risultati dell’indagine (di seguito troverete una sintesi) si sommano a quanto emerso dai questionari effettuati nel 2004 e nel 2006 nei call center di Telecom Italia a Roma (indagine presentata in un Convegno pubblico il 24 giugno 2006).
La ricerca di Bologna evidenzia il malessere generale presente nell’organizzazione del lavoro nei call center di Telecom e i possibili danni sulla “nostra” salute che questa può determinare.
La situazione di stress lavorativo sta, inoltre, ulteriormente peggiorando con l’applicazione degli accordi del marzo 2013, la timbratura in postazione e l’introduzione del “controllo totale”, a livello individuale, della prestazione lavorativa, già fortemente penalizzata per la costanti pressioni sui tempi di risposta e gli obiettivi da raggiungere. Non è un caso che alla prima vera occasione di mobilità interna centinaia di colleghi e colleghe abbiano accolto come “una salvezza” la possibilità di migrare ad altre funzioni (pur sempre operative).
Nel corso delle assemblee degli ultimi mesi è emerso che nei diversi call center (187, 119, help desk ASA, ecc., nei quali l’organizzazione del lavoro, prospettive professionali e ritmi di produzione conseguono a un unico modello dell’attività lavorativa), il cosiddetto stress correlato” è una delle cause di maggior disagio per il personale, tanto da rappresentare uno dei motivi principali per i quali i lavoratori e le lavoratrici richiedono di essere sottoposti a visita medica con il medico competente.
L’Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro (European Agency for Safety and Health at Work) ha adottato la seguente definizione: “lo stress lavoro correlato viene esperito nel momento in cui le richieste provenienti dall’ambiente lavorativo eccedono le capacità dell’individuo nel fronteggiare tali richieste“.
L’articolo 3, comma 1 dell’Accordo Europeo dell’8 ottobre 2004 (così come recepito dall’Accordo Interconfederale del 9 giugno 2008) definisce lo stress lavoro correlato come “condizione che può essere accompagnata da disturbi o disfunzioni di natura fisica, psicologica o sociale ed è conseguenza del fatto che taluni individui non si sentono in grado di corrispondere alle richieste o aspettative riposte in loro”.
E’ bene dire che tutto ciò è accompagnato da una legislazione e da normative contrattuali sempre più orientate a favorire il libero arbitrio delle aziende. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: decine di migliaia di persone sono soggette a una organizzazione del lavoro simile alla catena di montaggio di inizio secolo scorso, in continua ristrutturazione e alle prese con una serie di problemi psicologici e sanitari che affrontano spesso in perfetta solitudine. Una situazione che le istituzioni pubbliche preposte alla tutela della salute dei lavoratori e delle lavoratrici continuano a far finta di non vedere per non scontrarsi con il potere economico delle imprese.
La pubblicazione dei risultati del questionario è un piccolo contributo a questa lotta infinita per la tutela dei nostri diritti e della nostra salute. E’ nostra intenzione, inoltre, concordare con gli autori della ricerca citata, la somministrazione del questionario nei call center di Telecom Italia e delle altre aziende del settore in altre città italiane.
Le decisioni e le politiche  di Telecom riguardo alla organizzazione del lavoro, il cambiamento di linguaggio nell’indicare le mansioni (“Direzione Generale” è diventata “Headquarter”...siamo in guerra?) continue pressioni/intimidazioni al personale, scelte sbagliate persino  a livello Assilt (l’abolizione dei rimborsi per counseling psicologico  col rischio di psichiatrizzazione delle problematiche lavorative) mettono a dura prova nervi, resistenza, dignità dei lavoratori, persone da salvaguardare contro tutte queste forme di sopraffazione.
COBAS Telecomunicazioni

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L’indagine di Bologna è stata pubblicata il 24 agosto 2015 dalla rivista web Salute Pubblica:
Prende il via dopo che il 18/06/13 Telecom Italia decide di sopprimere la pausa “626” per i lavoratori e le lavoratrici part-time al 50%, utilizzando come pretesto l’orario lavorativo che non li configura come addetti ai video terminali (lavorano meno di 20 ore a settimana, con orario giornaliero di 3:50 ore 5 giorni su 7).
Nel 2014 nasce (ad opera di un gruppo di lavoratori e lavoratrici appartenenti a diverse Organizzazioni Sindacali) l’idea di riprendere un lavoro di inchiesta già svolto nel 2004 dai sindacati di Base e RLS della Emilia Romagna, estendendolo anche al 119, mediante un gruppo di lavoro indipendente e autorganizzato che riesce a coinvolgere lavoratrici e lavoratori e Vito Totire all’epoca ancora in servizio alla Medicina del Lavoro di Bologna (fonderà poi il Centro Studi per il Benessere Lavorativo).
I questionari (rigorosamente anonimi) distribuiti nel 2014, sono stati redatti ed elaborati per “categorie di lavoratori omogenee”, con il metodo scientifico Karasek, e l’introduzione di alcune modifiche, metodo riconosciuto a livello UE.
Il questionario si può scaricare al link:
Hanno ricevuto il questionario 61 tra lavoratrici e lavoratori. 49 le risposte di cui 8 maschi e 40 femmine; una persona non ha dichiarato il genere di appartenenza; l’età media è risultata molto simile in relazione alla differenza di genere: 41,3 anni nei maschi, 43,8 nelle femmine.
Vale la pena leggere tutto l’articolo di cui pubblichiamo solo alcuni stralci, soprattutto la parte lasciata ai liberi commenti.
SINTOMI: si collocano nel range del disagio lavorativo sintomatologicamente scompensato ben 25 persone su 48; questo significa che più della metà dei lavoratori presenta un quadro di disagio occupazionale evidente.
VINCOLATIVITA'/COSTRITTIVITA’: situazione molto grave: percezione di grave disagio per la quasi totalità delle persone (tutte meno 2) e anche dal punto di vista dei sintomi.
Percezione di sovraccarico: percezione generalizzata (di tutti!) di eccessivo sovraccarico; risposte collocate al 100% ai gradi estremi del range del distress lavorativo
Complessivamente dunque più del 50% (33 persone) vivono in maniera molto frustrante la propria attività mentre questo lavoro risulta soddisfacente solo per 1 persona su 49
L’AMBIENTE RISULTA SGRADEVOLE a causa di sovraffollamento (33 persone), rumore (43 persone), microclima (29 persone), illuminazione (27 persone).
USO DI PSICOFARMACI: il quadro appare frastagliato e complesso; abbiamo un numero di utilizzatori di psicofarmaci, in termini di uomo-equivalente che giunge a 17 unità su 49 persone…che sono conferma degli alti livelli di di stress al quale questi lavoratori sono sottoposti e che pongono le percentuali al di sopra di quelle rilevate dal CNR sui campioni della popolazione italiana totale.
CONCLUSIONI
A partire dalla situazione molto critica che abbiamo fotografato non solo occorre ragionare concretamente sulle azioni di miglioramento da adottare ma occorre fermare alcune “innovazioni” organizzative che sono state ventilate che potrebbero, se messe in atto, comportare un ulteriore incremento dei livelli di costrittività/vincolatività.
Il quadro emerso appare uno dei “peggiori” tra quelli indagati negli ultimi 15 anni in Italia e nel mondo anche se confrontati (questo il dato più preoccupante) con attività lavorative a tempo pieno.
il testo completo ed integrale lo trovate nel link della rivista e fornisce un quadro molto più esaustivo.
LA NOSTRA INDAGINE
Le relazioni legate all’indagine da noi svolta nei call center di Roma fra il 2005 e il 2006 (Telecom Italia, TIM, H3G, Telecontact Center, Atesia e B2win le aziende interessate) che ha raccolto 282 questionari compilati da lavoratori e lavoratrici con diverse tipologie di contratto e durata della prestazione lavorativa (Full Time  e Part Time) si possono scaricare al link:
Da allora sono accadute molte cose ma i dati sono ancora interessanti soprattutto perché il clima generale (mescolato alle incertezze lavorative nel settore) è rimasto inalterato.

COBAS Telecomunicazioni

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From: Gino Carpentiero ginocarpentiero@teletu.it
To:
Sent: Wednesday, January 13, 2016 5:00 PM
Subject: 4 MARZO INIZIATIVA SOCIETA’ NAZIONALE OPERATORI DELLA PREVENZIONE SUGLI INFORTUNI

La Società Nazionale Operatori della Prevenzione
in collaborazione con
Associazione Ambiente e Lavoro
organizza il seminario
INFORTUNI SUL LAVORO : PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI, COMUNICAZIONE
L’Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che bisogna migliorare la conoscenza degli operatori sanitari circa il legame tra salute e lavoro e le opportunità di risolvere i problemi di salute attraverso interventi nei luoghi di lavoro (dal Piano regionale Prevenzione Regione Toscana).
SNOP (Società Nazionale Operatori della Prevenzione, vedi sito www.snop.it ) sta organizzando una serie di Seminari di confronto operativo, rivolta in particolare a operatori delle strutture pubbliche di prevenzione. Il primo evento ha avuto come tema le malattie professionali, ed è stato trattato in due edizioni, la prima il 18 settembre 2015 a Milano, la seconda il 30 settembre 2015 a Viterbo.
Nel Seminario di Milano del 4 marzo 2016 verrà affrontata la questione degli infortuni sul lavoro partendo dai risultati positivi ottenuti dai Piani Nazionali Edilizia e Agricoltura nella prevenzione degli infortuni, dando risalto all’importanza della programmazione (settori a elevato rischio di infortuni, liste di aziende ricavabili dai Flussi informativi e da altri archivi disponibili, piani mirati). Verrà dato rilievo anche all’importanza dell’analisi della dinamica degli infortuni, fondamentale per rendere omogenea la lettura del fenomeno , ma anche per comunicare in modo efficace le principali cause di infortunio e trovare misure adeguate per prevenire gli incidenti, valorizzando anche quanto pubblicato sui siti web delle ASL , sul sito DORS, sul nuovo sito Banca Dati delle Soluzioni.
1° appuntamento
4 marzo 2016 Milano
FAST –piazzale Morandi 2 Milano ore 9.00-17.30
8.45 Registrazione partecipanti
9.00 Saluti e breve introduzione
Norberto Canciani - Segretario Associazione Ambiente e Lavoro), Laura Bodini e Giorgio di Leone - SNOP
9.30-11.30 Infortuni e programmazione degli interventi di prevenzione
Infortuni serie storica, dati mancanti e riflessioni
Claudio Calabresi - SNOP, Antonella Bena e Osvaldo Pasqualini - AIE
Utilizzo dei sistemi informativi correnti per la programmazione delle attività di prevenzione nei luoghi di lavoro a livello territoriale: gli infortuni
Roberto Agnesi - ASL Treviso
La prevenzione degli infortuni nei PRP 2014-2018. I Piani Regionali Prevenzione, piani mirati edilizia e agricoltura, progetti di intervento sulla sicurezza: quali indicazioni emergono per la programmazione degli interventi
Battista Magna –ATS Città metropolitana Milano, Lalla Bodini - SNOP
11.30–13.30 Dal fenomeno infortunistico alla ricostruzione dei singoli infortuni
La ricostruzione della dinamica degli infortuni da parte dei servizi ASL e delle aziende, come fonte di programmazione degli interventi di Prevenzione
Celestino Piz - ASL Vicenza
Le storie d’infortunio come strumento di prevenzione
Luisella Gilardi – DORS
La Banca Dati Soluzioni: un progetto di Regione Emilia Romagna, Dipartimento di Ingegneria Industriale della Università di Bologna, ASL Bologna
Cristina Mora – Dipartimento Ingegneria Industriale Università di Bologna
L’esperienza della Regione Lombardia e di ASL Milano
Battista Magna - ATS Città metropolitana Milano
L’applicazione pratica del metodo INFORMO nell’analisi del fenomeno infortunistico con particolare riferimento all’esperienza EXPO
Nicola Delussu, Graziella Zanoni e collaboratori ATS Città metropolitana Milano
14.30-17.30 Interventi preordinati e dibattito
Presentazione di “Vite Spezzate”
Fulvio Longo - ASL Bari
Piani mirati di comparto
Roberto Cecchetti – ATS della Brianza (ex ASL Monza)
Il caso degli Infortuni Stradali
Michele Montresor - ATS della Val Padana (ex ASL Mantova)
Fattori di rischio prossimi e remoti degli infortuni lavorativi: un esempio di utilizzo del metodo Infor.mo
Marcello Libener - ASL Alessandria
L’indagine giudiziaria per infortuni gravi e mortali e modello di organizzazione e gestione aziendale
Massimo Bonfanti e Manuela Peruzzi - ASL Verona
Seminario in collaborazione con Associazione Ambiente e Lavoro che curerà la segreteria e la pubblicazione degli atti. I materiali dei Seminari SNOP verranno pubblicati infatti in un numero speciale di Dossier Ambiente in collaborazione con SNOP.
La FAST - Federazione delle Associazioni Scientifiche e Tecniche dipiazzale Morandi 2 è raggiungibile dalla stazione centrale di Milano con MM3 linea gialla fermata Turati poi 3 minuti a piedi, oppure con MM1 linea rossa fermata Palestro poi 10 minuti a piedi.
Il Seminario è gratuito con iscrizione al link:

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From: Posta Resistenze posta@resistenze.org
To:
Sent: Thursday, January 14, 2016 1:08 AM
Subject: SALARIO E TUTELE PER GLI STUDENTI IN STAGE

SALARIO E TUTELE PER GLI STUDENTI IN STAGE
PARTE LA CAMPAGNA DEL FGC CONTRO LO SFRUTTAMENTO IN ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO
Con il 2016 si sbloccano i 100 milioni previsti per i progetti di alternanza scuola-lavoro, che interessano gli studenti degli ultimi tre anni delle scuole superiori per un monte di 400 ore per gli istituti tecnici e professionali e 200 ore per i licei. Nel frattempo, tutto tace sulla "Carta" che dovrebbe definire i diritti degli studenti in stage, annunciata addirittura per lo scorso settembre.
Ci raccontano che l'alternanza scuola-lavoro serve a combattere la disoccupazione giovanile, ma in realtà a trarne vantaggio sono soltanto le imprese private. Gli studenti vengono ridotti a manodopera a basso costo a disposizione delle imprese, la cui priorità è quella di far fronte alle proprie esigenze immediate e non quella di formare dei lavoratori che abbiano competenze capaci di garantire un futuro stabile. Una realtà che nel mondo del lavoro precario del Jobs Act si traduce in una educazione alla precarietà, altro che lotta alla disoccupazione: sostituendo alla formazione professionale vera e propria la sterile esperienza in azienda con mansioni assolutamente dequalificanti, agli studenti resta solo una "formazione" estremamente parcellizzata.  Le imprese presso le quali gli studenti svolgeranno i tirocini, secondo lo schema previsto dalla riforma di Renzi, saranno in sostanza quelle che, accordandosi col Dirigente Scolastico, elargiranno finanziamenti alle scuole intendendoli come un vero e proprio investimento sulla fornitura di manodopera giovane e priva di diritti.
Questo disegno sta già dando i suoi frutti negli istituti tecnici e professionali (quello dell'ENEL rappresenta a tutti gli effetti un caso "apripista", che anticipa ciò che avverrà nei prossimi anni) ed è già collaudato da tempo negli istituti alberghieri, i cui studenti svolgono tirocini estivi con turni estenuanti e privi di qualsiasi diritto o tutela. Risale a pochi mesi fa un'inchiesta della Guardia di Finanza che ha portato alla denuncia di 6 imprenditori, accusati di aver sfruttato la manodopera di 2.700 studenti provenienti da 36 scuole del centro-sud. Gli studenti coinvolti, fra cui molti minorenni, ufficialmente erano in alternanza scuola-lavoro, ma nella realtà erano impiegati come manodopera a basso costo presso alberghi e ristoranti, con retribuzioni inferiori ai 60 euro settimanali. Tutt'altro che un caso isolato, al contrario è sempre più evidente la vera natura dell'alternanza scuola-lavoro voluta da Renzi.
Finora da nessuna parte si è mai parlato dei diritti degli studenti in alternanza scuola-lavoro. Negli articoli della Legge 107/15 (la cosiddetta "Buona scuola") si parla unicamente del "diritto degli studenti ad esprimere una valutazione sui percorsi di alternanza" e della formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro, ma non si fa nessun cenno ai diritti sul luogo di lavoro.
L'obbligatorietà dell'alternanza scuola-lavoro sancita per tutti gli studenti non può che determinare, nel breve e medio periodo, il progressivo inserimento degli studenti nell'organizzazione aziendale, come elemento sempre più strutturale nonostante il carattere "formativo", e che in quanto tale pone un nuovo terreno per uno scontro che prende forma proprio sul tema dei diritti degli studenti sul luogo di lavoro.
L'organizzazione della lotta degli studenti contro lo sfruttamento in alternanza scuola-lavoro diventa un tema centrale sul quale la gioventù comunista deve indirizzare la propria azione. Per questa ragione il Fronte della Gioventù Comunista lancia una campagna nazionale di agitazione contro lo sfruttamento in alternanza scuola-lavoro, avanzando le seguenti rivendicazioni:
-         una retribuzione oraria minima per gli studenti in alternanza, pari al 60% del salario di categoria (da innalzare al 70% se lo stage avviene in estate);
-         la limitazione dell'orario di lavoro a 4 ore giornaliere e 20 settimanali, innalzabili rispettivamente a 6 ore e 30 ore per i tirocini estivi per contrastare lo sfruttamento selvaggio degli stagisti (specie nel settore alberghiero e turistico);
-         l'istituzione di una commissione paritetica per garantire la partecipazione di studenti e insegnanti alla definizione dei progetti di alternanza e sottrarre gli stessi all'arbitrio del Dirigente Scolastico;
-         la formazione in merito ai diritti sul luogo di lavoro, da affiancare a quella già prevista per le norme in materia di salute e sicurezza, e infine l'incremento dei finanziamenti statali alle scuole pubbliche, che restano l'unica garanzia dell'indipendenza degli istituti dai finanziamenti privati, necessaria per impedire che gli studenti finiscano a fare i tirocini nelle aziende disposte a finanziare la scuola in cambio di una didattica asservita ai loro interessi.

12/01/16
Fronte della Gioventù Comunista (FGC) scuola@gioventucomunista.it
Leggi l'analisi del FGC sull'alternanza scuola-lavoro al link:
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From: Teoria & Prassi teoriaeprassi@yahoo.it
To:
Sent: Thursday, January 14, 2016 8:50 AM
Subject: PIENA SOLIDARIETA’ AGLI OPERAI ILVA!

Si riaccende la lotta degli operai ILVA.
A Genova, l’11 gennaio sono scesi in corteo e hanno occupato il comune. Protestano contro il Jobs Act che riduce l’ammontare del contratti di solidarietà, vanificando l’Accordo di programma precedente, e non si sentono garantiti per il loro futuro. Hanno completamente ragione: la politica del governo Renzi è dichiaratamente antioperaia, l’ILVA a Taranto ha già annunciato oltre 3.500 esuberi temporanei e si sta preparando una privatizzazione del Gruppo a spese dei lavoratori.
Il sindaco Doria e il segretario provinciale PD Terrile sono stati duramente contestati dagli operai. Quest’ultimo è stato inseguito e fermato dai lavoratori che chiedevano il rispetto degli accordi e adeguate garanzie occupazionali, continuità, integrazione e certezza del salario. La rabbia degli operai è esplosa quando ha affermato che “Ciò che abbiamo fatto a Roma non risolve, ma una prima risposta la dà. Oggi avere il 70% è meglio di niente”. Gli sputi e gli insulti ricevuti dall’esponente  liberal-riformista sono una concreta dimostrazione dell’atteggiamento della classe operaia nei confronti del PD e del governo Renzi, che fanno una politica a esclusivo servizio del capitale monopolistico.
L’occupazione del Comune è stata sospesa alla notizia dell’annuncio della convocazione per il 18 gennaio di una riunione del Collegio di Vigilanza sull’Accordo di programma. Ma gli operai sono pronti a rilanciare la lotta con più forza e determinazione.
Il sindaco Doria e le altre autorità locali hanno definito l’occupazione un “atto gravissimo, antidemocratico e inaccettabile”. Evidentemente ritengono corretto, democratico e accettabile affamare e licenziare i lavoratori, calpestare i diritti e gli accordi. Da parte loro, i bonzi regionali di UILM e FIM hanno incitato gli operai a non partecipare all’occupazione, mentre i dirigenti FIOM dopo tante parole sulle occupazioni delle fabbriche tengono a freno gli operai, non preparano le masse alla lotta più dura, non vogliono radicalizzare la mobilitazione e tanto meno unificare la lotta degli operai di Genova con quella di Taranto e di tutta la classe operaia.
La classe operaia non può e non deve compiere altri sacrifici per salvare i profitti dei capitalisti!
E’ la violenza padronale e governativa, la politica di miseria per le masse e di profitti per un pugno di parassiti, di guerra contro i popoli che deve essere condannata!
Di fronte alla offensiva capitalista e alla politica reazionaria del governo, alla divisione voluta dai burocrati sindacali, è indispensabile creare il fronte unico di lotta della classe operaia contro i capitalisti e il loro governo.
Va rilanciata subito la vertenza di tutto il gruppo ILVA e dell’indotto, rivendicando lavoro e salario garantito al 100% per tutti, ritiro degli “esuberi” e dei licenziamenti, sicurezza sul lavoro. Diciamo NO alla privatizzazione dell’ILVA! Spingiamo per una giornata di lotta nazionale di tutta la classe sfruttata e oppressa per l’occupazione, i contratti nazionali, contro la soppressione dei posti di lavoro e dei diritti!
Il mezzo migliore per battere i piani padronali è coalizzare tutte le forze della classe sfruttata e delle masse oppresse, lottare contro la dispersione e la divisione, aumentare la partecipazione alla lotta, costruire gli organismi di massa, rafforzare il sindacalismo di classe, collegando la prospettiva rivoluzionaria alle lotte quotidiane perché solo il socialismo potrà risolvere i problemi degli operai e degli altri lavoratori sfruttati.
I comunisti, gli operai coscienti e combattivi si organizzino e costituiscano il nucleo dirigente della lotta in tutte le fabbriche e i luoghi di lavoro!

Gennaio 2016
Piattaforma Comunista per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia

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From: Orizzonte degli Eventi orizzontedeglieventi79@gmail.com
To:
Sent: Thursday, January 14, 2016 9:16 PM
Subject: CONVEGNO SICUREZZA E SALUTE NELLE AZIENDE

LA GESTIONE DEL RISCHIO PSICOSOCIALE TRA OSTACOLI E OPPORTUNITA'
Orizzonte degli Eventi insieme al Servizio Prevenzione e Protezione dell’Università degli Studi di Firenze vi invita a partecipare al convegno multidisciplinare Sicurezza e Salute nelle aziende. La gestione del rischio psicosociale tra ostacoli e opportunità.
Il convegno avrà luogo il 22 gennaio prossimo presso l’aula Magna dell’Università, la partecipazione è gratuita, ma è necessaria l’iscrizione.
Il programma del convegno è scaricabile al link
La scheda di iscrizione è scaricabile al link:

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From: Federazione Toscana P-CARC federazionetoscana@gmail.com
To:
Sent: Saturday, January 16, 2016 11:58 AM
Subject: COMUNICATO SUI LICENZIAMENTI ALLA DNA DI PONTEDERA

TERRORISTA E’ IL PADRONE CHE LICENZIA E IL GOVERNO CHE LO SOSTIENE!
SOLIDARIETÀ A SANDRO GIACOMELLI, DELEGATO COBAS DELLA DNA DI PONTEDERA
La Federazione Toscana del P-CARC esprime la propria solidarietà al compagno Sandro, licenziato con il pretesto di mancanze disciplinari con cui si vorrebbero mascherare le motivazioni politiche della cacciata di un operaio; un delegato che lotta per il rispetto dei diritti suoi e dei colleghi, che combatte per strappare dei miglioramenti alle miserrime condizioni nel quale i padroni vorrebbero costringere la classe operaia, che non china la testa.
E' un sistema non certo nuovo e che in questi giorni si sta estendendo velocemente: sono almeno tre i delegati sindacali licenziati nelle ultime due settimane: alla Basell di Ferrara, alla Metalcastello e alla OM in provincia di Bologna.
Stiamo parlando di uno degli effetti della crisi, che spinge i padroni a rimuovere ogni ostacolo alla corsa per massimizzare i profitti e li spinge a prendere misure terroristiche nei confronti dei lavoratori; un attacco che deve essere respinto al mittente. Va nella giusta direzione il presidio odierno dei lavoratori DNA, che dovrebbero subire altri 16 licenziamenti per “motivi economici”.
Queste ritorsioni avvengono in una fase particolare, quella del rinnovo di molti CCNL e in particolare quello dei metalmeccanici, che da sempre ha fatto da riferimento e apripista agli altri; si colpiscono i delegati combattivi che sono o possono diventare centro di coagulo, di mobilitazione e di organizzazione. Gli attacchi contro di loro confermano che i lavoratori sono in numero crescente insofferenti della complicità dei sindacati di regime con i padroni e il governo, sono in numero crescente insoddisfatti dei risultati della linea di resa dei sindacati di regime.
La Federazione Toscana e la sezione di Pisa del P-CARC appoggiano ogni iniziativa a sostegno della lotta di Sandro Giacomelli e dei colleghi della DNA.

Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo (P-CARC)
Federazione Toscana

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From: Rete Nazionale Sicurezza sui luoghi di lavoro e territori bastamortesullavoro@gmail.com
To:
Sent: Sunday, January 17, 2016 9:09 AM
Subject: CAMPAGNA NAZIONALE DI PRESENTAZIONE DEL LIBRO “ILVA: UNA TEMPESTA PERFETTA”

Una campagna nazionale di presentazione del libro “ILVA: Una tempesta perfetta” si svilupperà in tutte le città italiane in cui si potrà e si vorrà, a partire dalla ripresa del maxi processo ai padroni assassini e ai loro complici politici e istituzionali il 5 febbraio prossimo.
Il libro è edito dalla Casa del Sole.
Tutte le forze, organismi sociali e politici e gli individui interessati a organizzare le presentazioni lo comunichino per poter organizzare un calendario che possa vedere la presenza dei compagni di Taranto autori del libro.

Info per l’occasione
cellulare: 347 11 02 638

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From: Riccardo Antonini erreemmea@libero.it
To:
Sent: Monday, January 18, 2016 3:00 PM
Subject: VIAREGGIO: INIZIATIVA SUL JOBS ACT

SABATO 30 GENNAIO 2016
Ore 17.00
Viareggio c/o la ex Circoscrizione Marco Polo
via Repaci 1 (sull'Aurelia nord)
INCONTRO-DIBATTITO
JOBS ACT: l'ennesima vergogna del governo Renzi ovvero la lotta di classe dei padroni contro i lavoratori
Ore 20.30
CENA SOCIALE
al Circolo “Partigiani Sempre
via del Terminetto, 35

Coordinamento Comunista Toscano
Per contatti e informazioni: coordcomtosc@gmail.com

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From: Muglia la Furia fmuglia@tin.it
To:
Sent: Monday, January 18, 2016 4:25 PM

Tra i cosiddetti "formanti del diritto" ormai non troviamo più soltanto la legge, la giurisprudenza, la dottrina, la scienza e l'esperienza. No! Oggi troviamo anche "gli interpelli" e, ahi noi, le discussioni nei vari forum, gruppi ecc. che prolificano sui “social”.
Anche senza voler sposare in toto le dichiarazioni di Umberto Eco, secondo il quale internet dà la parola a legioni di imbecilli, e senza voler fare di tutta l'erba un fascio, come non rimanere perplessi di fronte all’ignoranza, alla pigrizia ed alla supponenza di cui trasudano certi frequentatori dei social?
Il primato spetta sicuramente a Facebook. Alcune delle domande postate  nelle discussioni di gruppi specializzati (o che si vantano di essere tali) che si occupano di sicurezza sul lavoro, lasciano davvero perplessi.
E al fianco delle domande, ma anche delle risposte "ignoranti", questi imprudenti e sprovveduti baldi giovani ci mettono nome, cognome e pure la foto senza porsi il problema della possibile figuraccia.
Il livello delle domande spesso è del tipo: "sono al mio primo incarico e devo redigere un DVR (un PSC n.d.r.) di un cantiere edile...suggerimenti ed indicazioni?". E ancora: "... non so se è lecito ma vorrei chiedere se qualcuno può fornirmi delle slides per un corso lavori in quota poichè devo erogare un corso tra qualche giorno e non ho il tempo di elaborarle...", e, infine, "vorrei avere una buona base su cui partire per svolgere il mio ruolo da RSPP esterno… che tipo di software mi consigliate per fare la valutazione dei rischi per le aziende clienti?".
Se dalla loro, questi  giovani "specialisti della prevenzione", possono avere per lo meno l'inesperienza, lo stesso non si può dire per chi formula i quesiti, ma nemmeno per chi risponde, agli interpelli, argomento principale del post.
Avrete sicuramente letto delle recenti risposte ad alcuni interpelli in materia di sicurezza sul lavoro.
Ebbene, che opinione vi siete fatta?
Non importa, in ogni caso siamo di fronte a quesiti, banali ai quali spesso vengono date risposte scontate.
Ai sensi dell'articolo 12 del Testo Unico, le domande possono essere poste da soggetti qualificati (associazioni a rilevanza nazionale, ordini professionali, associazioni sindacali, enti pubblici...) e le risposte vengono date dalla Commissione degli interpelli composta da rappresentanti dei Ministeri del lavoro e della salute e da quelli delle regioni e province autonome (4 + 4). Il terzo comma dello stesso articolo precisa che le risposte ai quesiti costituiscono criteri interpretativi e direttivi per l'esercizio delle attività di vigilanza. Come dire: "su con le orecchie, che noi la pensiamo così e se pensate di cavarvela con altre interpretazioni, cavoli vostri".
Ricordate l'interpello sulla mancata sanzione prevista dalla normativa per il non coinvolgimento degli organismi paritetici? Ebbene trovatemi un solo riferimento nel D.Lgs.81/08 che preveda una sanzione per tale inadempimento. E noi sappiamo che nel nostro sistema giuridico non si può sanzionare quando, per quella specifica violazione,  non sia prevista una sanzione. Ebbene? Beh come dire che, a fronte della domanda se l'acqua bolle a 100°C, la risposta fosse ... si, è vero, l'acqua bolle a 100°C.
Ma la cosa grave di una risposta del genere è il fatto che molti, sempre sui “social” (ma in questo caso anche più qualificati come ad esempio Linkedin) ne abbiano tratto il convincimento che, siccome la mancata richiesta di collaborazione non è sanzionata, ecco che per incanto l'obbligo non esiste più e, pertanto, inutile perdere tempo per mandare il programma formativo agli Organismi Paritetici.
Ecco alcuni commenti che dovrebbero far riflettere le parti sociali che degli organismi paritetici sono i protagonisti.
"Per quanto riguarda la formazione il datore di lavoro deve a tutt'oggi mandare la raccomandata all'ente bilaterale? Le aziende non sono sanzionabili per la mancata richiesta di collaborazione all'organismo paritetico. Ci siamo un po' rotti di questa collaborazione che crea solo casini e incomprensioni. Finalmente non si pagheranno più questi maledetti enti paritetici..."
In questo caso più che la domanda, rileva la risposta che è stata scelta tra quelle formulate con maggior serietà e decenza perché, altra caratteristica dei social, in particolare ancora una volta di FB, gli insulti e le offese gratuite sono davvero di casa.
E’ davvero un paese poco civile quello in cui un obbligo si manifesta come tale nella coscienza collettiva solo se si accompagna ad una sanzione. Altrimenti, secondo voi, cosa sarebbe, un consiglio?
L'altra sera, a proposito dell'introduzione del sistema di pagamento POS (non il piano operativo di sicurezza ma il bancomat) in tutti gli esercizi commerciali, ecco che un barista intervistato da un TG, a chi gli chiedeva se avesse già provveduto ad installare la macchinetta come previsto dalla legge, ha risposto papale papale: "io non la metto, e non accetterò pagamenti effettuati con il bancomat, tanto non c'è sanzione".

Franco Mugliari alias Muglia La Furia

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From: Maria Nanni mariananni1@gmail.com
To:
Sent: Monday, January 18, 2016 10:45 PM
Subject: PORTE KILLER: QUINDICENNE TRASCINATA DAL TRENO

13 gennaio 2016

TRAGEDIA A GARLASCO: 15ENNE RIMANE INCASTRATA TRA LE PORTE DEL TRENO, VIENE TRASCINATA PER METRI

ieri mattina, verso le 7, una ragazzina di 15 anni è arrivata all’ultimo momento sulla banchina della stazione di Garlasco (Pavia), proprio mentre arrivava il suo treno. Decisa a prenderlo a tutti i costi, ha tentato di infilarsi all’ultimo momento tra le porte di un vagone che stavano per chiudersi.
Un tentativo finito in tragedia dato che la quindicenne è rimasta incastrata tra le porte del treno, ed è stata trascinata per diversi metri. Trasportata d’urgenza all’ospedale Policlinico San Matteo di Pavia, ora è in gravi condizioni e rischia di perdere il braccio destro.
Ma la versione dei fatti fornita da Trenord differisce parecchio da quella dei pendolari che hanno assistito all’incidente. Secondo Trenord, infatti, il capotreno avrebbe controllato che le “operazioni di incarrozzamento” fossero state correttamente ultimate prima di far partire il treno, come da prassi.
Toccherà alla Polfer stabilire cosa è realmente accaduto ieri mattina.

 

13 gennaio 2016

TENTA DI PRENDERE IL TRENO IN CORSA, GRAVISSIMA STUDENTESSA A PAVIA

La ragazza, boccata tra le porte, è stata trascinata per diversi metri prima di cadere. La polizia ferroviaria ha aperto un'inchiesta

Ha cercato di prendere il treno in corsa alla stazione di Garlasco (Pavia), in Lomellina, ma è rimasta incastrata tra le porte di un vagone, trascinata per diverse decine di metri dal treno prima di cadere. Protagonista una studentessa di 15 anni, ricoverata ora in gravi condizioni al Policlinico San Matteo di Pavia. A destare le maggiori preoccupazioni sono, in particolare, le condizioni del braccio rimasto incastrato.
La giovane è arrivata vicino al treno Vercelli-Pavia, con il quale doveva raggiungere la scuola, mentre il convoglio ripartiva lentamente e le porte si chiudevano. E' riuscita solo ad infilare il braccio cercando un appoggio ed è stata trascinata per diverse decine di metri prima di liberarsi e finire a terra, sotto gli occhi atterriti degli altri passeggeri, la maggior parte dei quali studenti come lei.
Martedì sera la 15enne è stata operata per cercare di salvare il braccio destro della giovane rimasto seriamente ferito nella caduta. Trenord ha comunicato che sarà aperta un'inchiesta sull'accaduto ed ha anche smentito la prima versione che era stato fornita sul fatto, quando sembrava che la ragazza fosse rimasta incastrata tra le porte di una carrozza. In realtà pare che le operazioni di salita e discesa dei viaggiatori fossero già state completate al momento della chiusura delle porte. La ragazza si sarebbe quindi aggrappata alle maniglie di una porta chiusa per cercare di entrare, perdendo l'equilibrio e cadendo. Anche la polizia ferroviaria ha avviato un'inchiesta.

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From: CUB Trasporti cub-trasporti@libero.it
To:
Sent: Monday, January 18, 2016 11:45 PM
Subject: COMUNICATO FINE SCIOPERO IESU FIRENZE 16/17 GENNAIO
 
A SEGUIRE COMUNICATO DI FINE SCIOPERO IESU FIRENZE DEL 16 /17  GENNAIO 2016.
COMPLIMENTI  AI LAVORATORI PER LA GRANDE ADESIONE.
LA VERTENZA VA AVANTI,  RISCATTIAMO I NOSTRI DIRITTI.

SCIOPERO IESU FIRENZE 16/17 GENNAIO 2016
Comunicato di fine sciopero
Terminata da poco la terza azione di sciopero CUB Trasporti sulla vertenza dell’Impianto Equipaggi Servizio Universale di Firenze.
Ottime percentuali di adesione fra i lavoratori che, con circa il 70%, confermano l’urgenza delle rivendicazioni che sono alla base della vertenza stessa. ASSUNZIONI, COPERTURA DEGLI ORGANICI DEGLI IMPIANTI A TERRA, RISPETTO DEI TERMINI CONTRATTUALI, LOGISTICA, PROVVEDIMENTI DISCIPLINARI.
La soddisfazione per noi della CUB è, anzitutto, quella di poter essere in qualche modo utili ad un gruppo cospicuo di lavoratori che hanno dimostrato negli ultimi anni di saper promuovere, organizzare e gestire le rivendicazioni, senza attendere i soliti ed ipocriti avalli confederali. Questa è l’unica strada per svincolarsi dalle decisioni capestro delle segreterie firmatarie che, ora più che mai in forza dell’accordo vergogna sulla rappresentanza, fanno a gara a firmare intese a perdere per mantenere il proprio strapuntino al tavolo.
Questa vertenza non fa eccezione: dopo ipocriti proclami sull’unità nella lotta fanno di tutto per rinviare ogni azione per poi tirare fuori in gran segreto, senza alcun passaggio assembleare ed anzi in contrasto con il mandato ricevuto, un’intesa con l’azienda che vorrebbe “legalizzare” almeno tre anni di azioni unilaterali aziendali. Di più, hanno pure l’ardire di proporre loro stessi un’organizzazione degli impianti a terra più realista del re.
Tutto ciò che i lavoratori (e noi della CUB) hanno contrastato anche duramente in questi anni, e che loro hanno seguito esclusivamente a chiacchiere, ora gli sta benissimo tanto da metterlo nero su bianco, trovando anche il coraggio di argomentare la loro decisione.
La madre delle nostre rivendicazioni è quella sulle assunzioni di personale, un dovere istituzionale di ogni sindacato e l’unico modo per garantire una continuità per l’impianto; in questa “intesa” di assunzioni neanche l’ombra. Un argomento che non gli interessa evidentemente, ma su questo sono coerenti perchè non c’è accordo o contratto negli ultimi vent’anni che non preveda tagli al personale!
Il sistema delle segreterie nazionali calato nelle realtà territoriali: chi ancora non l’aveva capito ora ne ha prova concreta.
Crediamo che tutto debba passare dalle decisioni delle assemblee, senza eccezioni, perchè solo i lavoratori hanno la visione del loro presente e possono decidere sulle azioni necessarie a garantire il loro futuro, il resto è una zona grigia che non ci appartiene. Per noi la vertenza continua!!!

CUB Trasporti

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To:
Sent: Tuesday, January 19, 2016 12:52 PM
Subject: COMUNICATO STAMPA: LAVORATORI OTTANA ESPOSTI AMIANTO

Ottana, 19 gennaio 2016
LAVORATORI OTTANA ESPOSTI AMIANTO
Convocazione incontro Ottana
Poniamo fine a un'ingiustizia che dura da decenni: a Ottana l'incontro il 23 gennaio, ore 10, per informare e discutere sulle modalità di attivazione del diritto alla sorveglianza sanitaria gratuita, sanciti dalla legge regionale 22 del 2005 e dei benefici previdenziali della Legge 257 del '92, finora assurdamente negati ai lavoratori ex esposti amianto del sito industriale di Ottana.
Alla luce della grave emergenza dell'aumento di decessi e gravi patologie riconducibili alla esposizione all'amianto nell’area industriale di Ottana, i lavoratori ed ex lavoratori degli stabilimenti chimici hanno deciso di convocare un'incontro sabato 23 Gennaio 2016, ore 10, presso il Centro Polifunzionale in Via Via Emilio Lussu a Ottana per discutere sulle modalità di accesso alla sorveglianza sanitaria gratuita ed ai benefici previdenziali di legge per migliaia di lavoratori, finora esclusi per precise responsabilità e colpevoli negligenze del “sistema ENI” e delle stesse Istituzioni. A questo primo incontro informativo abbiamo invitato a partecipare l’Associazione Italiana Esposti Amianto AIEA, rappresentata dal Vice Presidente Nazionale Mario Murgia e dalla Presidente regionale dell’Associazione Sabina Contu.
Ci appelliamo alla sensibilità degli organi di informazione affinchè seguano questa iniziativa autoconvocata, a cui parteciperanno lavoratori ed ex lavoratori provenienti da diversi comuni della Sardegna centrale: vogliamo denunciare con forza di fronte all'opinione pubblica e ai responsabili delle Istituzioni sarde che stiamo assistendo al moltiplicarsi di patologie gravissime e di morti fra quanti, per decenni hanno lavorato nel sito industriale di Ottana. Qui le autorità di competenza hanno negato la presenza di amianto, che invece, come un micidiale killer a tempo, sta mietendo vittime fra persone ancora giovani o appena giunte all'età della pensione!
Chiediamo infatti, che venga posta fine al trattamento, ingiusto e discriminatorio, che ha escluso i lavoratori di Ottana dai diritti sanciti dalla legge 257 del 1992, che, vietando l'utilizzo dell'amianto in qualsiasi forma, ha imposto gli obblighi di sorveglianza sanitaria e il diritto ai benefici previdenziali.
Ottana è infatti, l'unica realtà del gruppo ENI a subire questa assurda discriminazione! Mentre per i lavoratori di Marghera, Brindisi e Ravenna, tutte aziende del gruppo ENI, il riconoscimento è arrivato, a suo tempo, attraverso gli atti di indirizzo ministeriale, con il riconoscimento, da subito, dei diritti e benefici previsti dalla legge. Ai lavoratori di Ottana tutto questo è stato negato! Anni di incontri e di lotte in Sardegna e a Roma, finora non hanno prodotto i risultati sperati, nella sostanziale e colpevole indifferenza generale e delle stesse istituzioni regionali.
Qualcuno dovrebbe spiegarci come mai la stessa legge, nello stesso Paese ha una interpretazione e un’applicazione diversa: Ottana e Pisticci erano stabilimenti gemelli, stesse produzioni, stessa tecnologia e i lavoratori con le stesse mansioni, stessi livelli di esposizione, a Pisticci l’INAIL ha riconosciuto 450 casi di esposizione all’amianto, e ad Ottana?
Con le nostre forze abbiamo fatto causa all’INPS e nel 2008 si sono svolti i processi nel Tribunale di Nuoro, vinti in prima istanza ma, purtroppo, bocciati in appello a Sassari per decadenza dei termini, grazie ai cavilli di legge.
La prescrizione non cancella comunque il riconoscimento dell’esposizione. Oltre al danno la beffa! Dobbiamo essere consapevoli che nei nostri confronti è stata consumata una grande ingiustizia. Secondo gli studi, l'esposizione all'amianto produce i suoi effetti devastanti sulla salute e sulla vita dopo un lungo periodo di incubazione, ed è per questo che si stanno moltiplicando adesso le morti, anche a trenta/quarant'anni dall'esposizione! E' in serio pericolo il futuro di centinaia di lavoratori e delle loro famiglie: la preoccupazione è molto alta perché il periodo critico, il picco di mortalità, si avvicina molto velocemente. Chiediamo inoltre che venga dato immediato avvio all'opera di bonifica dell'intera area industriale, che da 15 anni attendiamo, per restituire un territorio integro alle future generazioni.
MOLTI NOSTRI COMPAGNI DI LAVORO,nel corso di questi anni sono deceduti, senza nessun tipo di riconoscimento e soprattutto senza una assistenza sanitaria adeguata: queste morti per il lavoro chiedono giustizia: nessuno può restare indifferente! In questi giorni sono arrivati i primi segnali di attenzione al dramma di Ottana, con alcune iniziative parlamentari: ne attendiamo con comprensibile attenzione gli eventuali sviluppi
Ottana, 19 gennaio 2016

Per info.
Francesco Tolu
LAVORATORI OTTANA ESPOSTI AMIANTO
cellulare 338 33 18 127

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From: Roberto Grosso robertogrosso@alice.it
To:
Sent: Tuesday, January 19, 2016 14:13 PM
Subject: ANCORA INCIDENTI IN FERROVIA

SCONTRO TRA DUE TRENI A CAGLIARI: 30 FERITI, GRAVE IL MACCHINISTA
Due convogli della metropolitana leggera di Cagliari si sono scontrati questa mattina, intorno alle 8.15, in via Vesalio. Circa trenta passeggeri sono rimasti contusi o feriti nell’incidente. Nessuno è in gravi condizioni, escluso il conducente di uno dei due treni rimasto incastrato nelle lamiere per poi essere estratto dai vigili del fuoco immediatamente intervenuti sul luogo dell’incidente. Da quanto si apprende, l’uomo non è comunque in pericolo di vita.
Sul posto sono intervenuti, oltre ai vigili, sette ambulanze del 118 e gli agenti della polizia municipale. Con tutta probabilità, essendo quello in cui viaggia la metropolitana un binario unico, non ha funzionato uno scambio per cui i treni che, pure non viaggiano a velocità sostenuta, si sono trovati l’uno di fronte all’altro per cui l’impatto è stato inevitabile.

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From: Vittorio Agnoletto vagnoletto@primapersone.org
To:
Sent: Tuesday, January 19, 2016 11:02 PM
Subject: LE MORTI "MISTERIOSE" CHE PARLANO AL NOSTRO FUTURO

La notizia è una di quelle che non può scivolare via in silenzio: secondo l’Istat nei primi otto mesi del 2015 in Italia vi sono stati 45.000 decessi in più di quelli verificatisi durante lo stesso periodo nel 2014 ; se questo trend continuerà il 2015 si concluderà con ben 67.000 morti in più dello scorso anno. Gli esperti di statistica sostengono che un aumento comparabile si era verificato, fino ad ora, solo nel 1943 in pieno periodo bellico.
I dati forniti dall’Istat risulterebbero, ad una prima osservazione, del tutto incomprensibili anche perché nei due anni precedenti, tra il 2012 e il 2014 il numero dei decessi/anno era diminuito : meno 4.000 tra il 2014 e il 2013. Non solo. Secondo i dati forniti sempre dalla medesima fonte, l’attesa di vita nel nostro Paese lo scorso anno era ancora aumentata, seppur leggermente, giungendo per gli uomimi a 80,2 anni e per le donne a 84,9; dato confermato da un recente documento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che colloca l’Italia al secondo posto al mondo  con un’ aspettativa di vita media di 83 anni , dietro al Giappone che raggiunge quota 84.
Di fronte a questi dati, da più parti si è ipotizzato un errore dell’Istat; ma alla vigilia di Natale la Toscana ha comunicato che fino al 31 agosto i decessi negli ospedali della regione sono aumentati del 7.5% rispetto a quelli verificatisi nel medesimo periodo lo scorso anno, senza che contemporaneamente vi sia stata una diminuzione di quelli extraospedalieri. I decessi ospedalieri sono utilizzati dall’Istat come un indicatore valido per comprendere l’andamento della mortalità generale e sembrano confermare quanto rilevato dai ricercatori a livello nazionale.
Per cercare una spiegazione da più parti si sono indicate due ragioni: un aumento del numero di coloro che, spaventati dalle polemiche su un’ipotetica pericolosità, lo scorso inverno hanno scelto di non  sottoporsi alla vaccinazione contro l’influenza stagionale; e una crescita della mortalità connessa all’ aumento del numero delle persone anziane viventi. Ma le medesime fonti attribuiscono, al massimo, alle due ipotetiche cause citate rispettivamente la responsabilità di 8.000 e 15.000 morti/anno in più; la loro somma arriverebbe a giustificare circa un terzo dell’aumento totale di decessi previsto al 31 dicembre 2015. Rimarrebbe quindi il mistero.
Ma forse è possibile trovare qualche spiegazione per comprendere quanto si sta verificando e se queste fossero vere non ne discenderebbero buone nuove per il nostro futuro.
Infatti, secondo il rapporto dell’Ocse "Health at Glance 2015" ( "Uno sguardo sulla salute nel 2015" ) in Italia “l’aspettativa di vita in buona salute per la popolazione sopra i 65 anni” è tra le più basse tra i Paesi analizzati. Questo indicatore, utilizzato da tutte le principali agenzie internazionali attive nel settore della salute, indica gli anni che una persona ultrasessantacinquenne può vivere  senza avere limitazioni significative nelle attività quotidiane ; in sostanza ci dice per quanto tempo una persona, superati i 65 anni, è ancora autonoma. In Italia per l’Ocse non solo questo indicatore è estremamente basso, ma il suo trend nell’ultimo anno risulta in caduta libera; dato confermato da altre recenti ricerche svolte a livello nazionale.
Un peggioramento della qualità di vita degli anziani implica un aumento del fabbisogno di assistenza, dalla fisioterapia alle cure dentarie alle terapie farmacologiche in campo neurologico, solo per fare degli esempi; ma secondo diverse inchieste, non ultima quella realizzata da Altroconsumo, sono proprio questi gli interventi medico-sanitari ai quali, sotto i colpi della crisi economica, ha rinunciato il 46% delle famiglie italiane. Ma non è solo questo; ci troviamo di fronte a un circolo vizioso: infatti non è difficile immaginare che parte degli ultrasessantacinquenni, che hanno perso nell’ultimo anno la loro autonomia nella vita quotidiana, non abbiano avuto la possibilità economica di accedere a terapie che avrebbero permesso loro di permanere più a lungo in una situazione di autosufficienza. Una situazione quindi che si autoalimenta e destinata, in assenza di interveni correttivi, ad aggravarsi.
Se consideriamo che i dati Ocse, sul peggioramento delle condizioni di salute degli ultrasessantacinquenni, fotografano la situazione del 2014, mentre quelli Istat, sull’aumento della mortalità, si riferiscono ai primi otto mesi del 2015 non è azzardato, partendo da una successione temporale dei due rilevamenti, immaginare anche una consequenzialità causale.
L’analisi che l’Istat condurrà nei prossimi mesi sulle cause dei decessi e sulla loro stratificazione per fasce di popolazione ci forniranno delle spiegazioni più esaurienti , ma, se l’ipotesi qui illustrata fosse confermata, staremmo assistendo ai primi documentati effetti dell’impatto della crisi economica sullo stato di salute della popolazione italiana, effetti destinati a peggiorare ulteriormente e ad aggravarsi sotto l’incedere dei tagli alla sanità decisi dal governo.
di Vittorio Agnoletto

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From: Assemblea 29 Giugno assemblea29giugno@gmail.com
To:
Sent: Wednesday, January 20, 2016 7:29 AM
Subject: MOSTRA "INCANCELLABILE"

L'Associazione “Il Mondo che vorrei” presenta la Mostra Foto...Grafica “INCANCELLABILE” sul disastro ferroviario del 29 giugno 2009.
Giovedì, Venerdì e Sabato fino al 29 febbraio 2016 alle ore 09.30 - 12.30 e alle ore 15.00 - 19.00 in via San Martino, 166 a Viareggio (zona mercato)
L'apertura ha inizio da domani 21 gennaio 2016.
Altri giorni sarà aperta in base alle nostre disponibilità.
Chi vuole può impegnarsi per l'apertura della mostra.
Strage ferroviaria annunciata:
NO alla prescrizione per Viareggio

Associazione dei familiari delle 32 Vittime
Assemblea 29 giugno

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From: Riccardo Antonini erreemmea@libero.it
To:
Sent: Wednesday, January 20, 2016 2:14 PM
Subject: NOI NON DIMENTICHIAMO

Esternazione a caldo sollecitata da "utili idioti".
Sorpresa, sconcerto e indignazione per la nomina di Pucci (condannato in appello per la strage operaia alla Thyssen krupp) a direttore generale dell'Ilva. Nomina a opera del ministro di Stato allo Sviluppo economico, Federica Guidi.
E allora?! Cosa dire delle nomine, rinomine, promozioni da parte dei governi Berlusconi, Letta e Renzi a Moretti, Elia, Soprano...amministratori delegati della Holding FS, di RFI e Trenitalia e imputati eccellenti con accuse pesantissime per la strage ferroviaria del 29 giugno 2009?
Cosa dire del cavalierato a Moretti dall'allora capo di Stato Napolitano?
Cosa dire di uno Stato che non si costituisce parte civile al processo di Viareggio, in corso dal novembre 2013?
Cosa dire di un consiglio comunale, per l'appunto quello di Viareggio, che tra i banchi di maggioranza ed opposizione annovera soggetti che il 28 giugno 2014 hanno bocciato la mozione presentata dall'Associazione dei familiari delle 32 Vittime?
Ma tutto ciò, non sorprende, non sconcerta, non indigna!?
Almeno il sig. Pucci, non ancora definitivo quanto a condanne, ha avuto il “garbo” di rinunciare alla nomina dell'Ilva. I Moretti, gli Elia, i Soprano neppure hanno manifestato questo...
E quei “soggetti” siedono nel consiglio comunale di Viareggio senza mai aver avanzato alcun cenno di sincere scuse.
Noi non dimentichiamo...



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