Quattro avvisi di garanzia per l’amianto a Vespolate
Indagine
sulla bonifica delle strade campestri. Le ipotesi di reato: abuso d’ufficio,
turbativa d’asta e falso
13/02/2016
marco
benvenuti
VESPOLATE
Abuso d’ufficio, turbativa d’asta e falso. Sono i reati ipotizzati dalla
Procura di Novara nell’inchiesta sulla bonifica dell’amianto nelle strade
interpoderali di Vespolate. A distanza di alcuni mesi dall’avvio dell’indagine
(risale a luglio il sequestro di documenti eseguito dalla Forestale negli
uffici della Provincia in corso Cavallotti, seguito da quello del «sarcofago»
costruito vicino al cimitero per contenere il materiale), nei giorni scorsi il
pm Ciro Caramore ha mandato quattro avvisi di garanzia relativi a un primo
troncone: lo hanno ricevuto un dirigente e un tecnico del settore Ambiente
della Provincia, un libero professionista che seguiva la bonifica, tutti
novaresi, e il titolare della ditta che ha eseguito i lavori poi bloccati, la
Uno Emme di Medolago (Bergamo).
La ditta era già stata raggiunta lo scorso anno
da un’«informazione interdittiva antimafia» emessa dalla Prefettura di Bergamo,
con conseguente cancellazione dalla «white list» che consente di avere commesse
con la pubblica amministrazione. Un provvedimento, in ogni caso, che nulla
aveva a che vedere con l’incarico ottenuto a Novara. E’ una vicenda che si
trascina da oltre un decennio quella dell’amianto a Vespolate. Era l’estate
nel 2003 quando in nove chilometri di strada nelle campagne al confine con
Nibbiola venne notato pietrisco proveniente dallo smantellamento della
massicciata ferroviaria. Era stato venduto agli agricoltori a poco prezzo. Ci
fu anche un processo. Portò sul banco degli imputati i vertici delle società
che stavano eseguendo i lavori nella tratta tra Novara e Mortara. Vennero in
gran parte assolti. Iniziò la bonifica. I lavori sono fermi al 75%. La
bonifica, coordinata dalla Provincia, è stata finanziata dalla Regione per un
milione e 600 mila euro. Prevede la rimozione del sedime contaminato e lo
stoccaggio in due apposite vasche nel territorio di Vespolate. A provocare lo
«stop», a marzo, è stato un rilievo tecnico mosso dall’Asl sul
ridimensionamento della seconda vasca proposto dal direttore dei lavori, anche
nella direzione di un risparmio economico. Secondo l’azienda sanitaria questo
poteva provocare dispersione del materiale. La Regione ha sospeso i
finanziamenti. Poi le indagini. Riguarderebbero procedure e fondi legati al
progetto. E si dividerebbero in più filoni: in uno di questi ci sarebbero già
altri due denunciati.
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