Amianto all’ospedale
infantile, ma per la Asl non c’è allarme
Irene Navaro
Alessandria - «Tutto sotto controllo». Gli enti
rassicurano, tranquillizzano. Eppure sui tetti di una parte dell’ospedale
infantile di Alessandria ci sono ancora coperture in amianto, bandito
dagli anni Novanta in Italia come materiale di utilizzo in edilizia perché
cancerogeno. Ma l’azienda ospedaliera, da cui dipende “l’ospedaletto” in Spalto
Marengo, assicura che la copertura «non manifesta evidenze di criticità». Resta
il fatto che i pannelli di Eternit, secondo il piano amianto approvato dalla
Regione Piemonte, andranno smaltiti entro il 2025. Perché il problema non viene
affrontato subito? Perché i rischi legati alla salute di paziente, visitatori e
dipendenti vengono in secondo piano?
Nessuna fretta L’azienda ospedaliera non dà indicazioni sullo
smaltimento e sulla sostituzione delle coperture. Non c’è una data.
Non esiste
previsione di spesa. Anzi, al momento proprio non ne parla. «In riferimento
alla copertura del tetto del presidio Infantile, si comunica che l’Azienda
Ospedaliera effettua una stima del rischio periodica, a seguito della quale
viene stilata una relazione sullo stato di conservazione inviata allo Spresal.
Tale verifica viene effettuata da esperti e riguarda l’indice di degrado e
l’indice di esposizione; anche l’ultima verifica di ottobre non manifesta
evidenze di criticità», si limitano a dire dalla direzione. A mettere a nudo la
problematica era stata la recente mappatura, ancora in corso, effettuata da Arpa
Piemonte che attraverso un sistema di telerilevamento ha censito oltre 124 mila
punti in tutta la Regione, rilevando 11.726 casi nella sola provincia di
Alessandria. Il passo successivo al telerilevamento, è la verifica sul campo. I
tecnici Arpa hanno riscontrato 6.257 punti in cui la copertura era
effettivamente costituita da materiale in eternit. Di questi 1.264 punti sono
già stati bonificati, altre interventi sono in corso. All’infantile esiste
piano di controllo con sopralluoghi periodici per tenere monitorato lo stato di
salute della coperture, le quali sono considerate pericolose solo in caso di
sfaldamento.
No a controlli specifici «Come Arpa – spiega il direttore
Alberto Maffiotti – abbiamo effettivamente rilevato la presenza di coperture in
amianto. Non siamo stati tuttavia interessati dall’Aso per effettuare controlli
specifici». Arpa, in genere, interviene su segnalazione di enti pubblici o
privati e redige una relazione. Spetta poi al Comune intervenire con ordinanze
per intimare la rimozione in caso di pericolo, per quanto riguarda i privati.
Per gli enti pubblici, compresi gli stessi edifici comunali, spetta a questi
mettere a bilancio le risorse per la bonifica. La Regione, dopo l’approvazione
del piano amianto, lo scorso marzo, ha previsto delle risorse: l’ultima tranche
in ordine di tempo è di 1,1 milioni assegnati a consorzi di comuni per la
raccolta, il trasporto e lo smaltimento di manufatti contenenti asbesto.
Alessandria non è contemplata tra i beneficiari.
Interviene la Consulta La vicenda Ospedaletto è parallela
al lavoro di ricognizione, sempre in regione, delle strutture ospedaliere da
alienare o ammodernare. «Siamo consapevoli della problematica – dice il
presidente della commissione Sanità Domenico Ravetti – e non riguarda solo Alessandria.
A breve chiederò una relazione completa delle presenza di amianto nelle
strutture delle Asl. E’ bene che siano sotto costante controllo ma è
altrettanto evidente che occorre programmarne la rimozione». Pierluigi
Cavalchini dell’associazione Pro-Natura chiede però, a questo punto, di vederci
chiaro: «Metteremo la questione della bonifica all’ordine del giorno della
prossima riunione della consulta comunale della associazioni No profit, di cui
ne sono il presidente. Eravamo, come Pro natura, a conoscenza della presenza di
amianto e ci hanno assicurato che la copertura è sotto controllo. A questo
punto, però, va rimossa». © Riproduzione riservata
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