Invitiamo
tutti a firmare l'appello in difesa dei lavoratori licenziati della Fiat di
Pomigliano, perché il diritto di satira, a quanto pare, comincia a non essere
un diritto per gli operai. "No alla distruzione del diritto del lavoro:
difendiamo la libertà di opinione dei lavoratori", il manifesto 20 giugno
2016 Appello.
La vicenda dei lavoratori della FCA di Pomigliano, licenziati per aver inscenato al di fuori del luogo e dell'orario di lavoro il suicidio di un Marchionne angustiato per i lavoratori che si sono tolti la vita dopo il licenziamento mette in chiaro quanto sta accadendo nel nostro paese. Nella prima settimana di luglio si terrà a Napoli un incontro pubblico con giuristi, lavoratori, sindacalisti e semplici cittadini Nell’indifferenza del paese in questi ultimi decenni il diritto del lavoro italiano è radicalmente mutato.
Si moltiplicano i casi di lavoratori
licenziati per aver espresso pubblicamente opinioni critiche alle scelte delle
proprie aziende, anche fuori dall’orario e dalle sedi di lavoro. Licenziamenti
che sono confermati nei diversi gradi di giudizio con motivazioni riconducibili
all’obbligo primario di fedeltà alla propria azienda. Eppure l’articolo 2105
del codice civile dispone solo che il lavoratore non tratti affari in concorrenza
con l’imprenditore, né divulghi notizie attinenti all’organizzazione e ai
metodi di produzione dell’impresa, o ne faccia un uso che possa recargli danno.
Questo articolo è invece fatto valere estensivamente, rubricando anche la
semplice espressione di una critica come atto illegittimo. Questo principio,
insieme a quello della continenza nell’esercizio della critica, sono sempre più
spesso usati per limitare il dissenso e come strumento di deterrenza all’iniziativa
sindacale. La vicenda dei lavoratori della FCA di Pomigliano, licenziati per
aver inscenato al di fuori del luogo e dell’orario di lavoro il suicidio di un
Marchionne angustiato per i lavoratori che si sono tolti la vita dopo il
licenziamento, proprio per la crudezza dei toni, mette drammaticamente in
chiaro quanto sta accadendo nel nostro paese. Le recenti riforme del mondo del
lavoro hanno modificato le relazioni tra lavoratori e datori di lavoro,
indebolendo le tutele dei primi a favore dei secondi. La vicenda dei lavoratori della FCA di Pomigliano, licenziati per aver inscenato al di fuori del luogo e dell'orario di lavoro il suicidio di un Marchionne angustiato per i lavoratori che si sono tolti la vita dopo il licenziamento mette in chiaro quanto sta accadendo nel nostro paese. Nella prima settimana di luglio si terrà a Napoli un incontro pubblico con giuristi, lavoratori, sindacalisti e semplici cittadini Nell’indifferenza del paese in questi ultimi decenni il diritto del lavoro italiano è radicalmente mutato.
Allo stesso modo è cambiato radicalmente anche il diritto del lavoro. Con esiti che rischiano di incidere sul più generale godimento dei diritti di espressione e di critica sanciti dall’articolo 21 della Costituzione, e di annullare le tutele di quell’autonomia e libertà di critica che sono i prerequisiti di qualsiasi relazione sindacale. Quanto sta accadendo non è solo il risultato di cambiamenti normativi, ma anche e forse soprattutto l’indice di una profonda involuzione culturale, se è vero che i giudici interpretano e adattano ai casi concreti i principi generali della fedeltà e della continenza.
Interpretazioni sempre più ampie che stanno progressivamente cancellando ogni possibilità di dissenso da parte dei lavoratori, e delle organizzazioni sindacali, minacciando uno dei pilastri giuridici del sistema democratico del nostro paese. A fronte di queste trasformazioni riteniamo sia urgente una presa di posizione di giuristi, professionisti del diritto, di sindacalisti e di lavoratori, di cittadini che inverta quella che ci sembra una regressione della cultura giuridica, politica e civile del nostro paese. Crediamo che non siano più rinviabili iniziative pubbliche a difesa dei diritti e del diritto dei lavoratori e intendiamo farci promotori, con tutti coloro che condividono il nostro allarme, a promuovere occasioni di confronto, dibattito e mobilitazione per promuovere più giusta ed equa cultura giuridica del lavoro a partire dalla revisione delle norme che regolano l’obbligo di fedeltà. Nella prima settimana di luglio si terrà a Napoli un incontro pubblico con giuristi, lavoratori, sindacalisti e semplici cittadini.
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