REFERENDUM ALMAVIVA: SU 1666
LAVORATORI, 473 COL VOTO E 566 NON ANDANDO A VOTARE HANNO DETTO NO ALL'ACCORDO
VERGOGNA, MA DICONO CHE HA VINTO IL SI
Sulla carta ha
vinto il Sì, ma nessuno può nascondere che la maggioranza dei lavoratori ha
respinto di fatto l'accordo, nonostante il ricatto delle lettere di
licenziamento.
Questo risultato fa
ben sperare che nessuno, nè azienda, nè la cgil e gli altri sindacati
confederali possano considerare chiusa la partita, e che l'infame accordo può e
deve vedersela con la rabbia e l'opposizione dei lavoratori e delle
lavoratrici.
"590 voti favorevoli e 473
contrari. si sono espressi quasi 1.100 dipendenti del call center su un totale
di 1.666. Con questo risultato, quindi, dovrebbe essere estesa
anche alla sede romana, e non più solo a quella di Napoli, l'intesa tra
Almaviva Contact e le organizzazioni sindacali sottoscritta qualche giorno fa
al Mise.
L'azienda che gestisce call center ha già iniziato a far partire le lettere di licenziamento dirette a 1.666 lavoratori. Ora bisognerà vedere se sarà disponibile a trovare una soluzione, come avvenuto per la sede partenopea. Le Rsu di Roma avevano chiesto di interrompere la trattativa per far esprime i lavoratori, mentre le Rsu di Napoli, la sera del 21 dicembre, avevano firmato l'intesa al ministero dello Sviluppo economico che prevede la cassa integrazione da gennaio per tre mesi (gennaio a zero ore, febbraio al 70%, marzo al 50%) e la garanzia, entro il 31 marzo prossimo, di arrivare a un accordo che dovrebbe però portare a una riduzione sia dei costi sia dei salari e il controllo individuale".
L'azienda che gestisce call center ha già iniziato a far partire le lettere di licenziamento dirette a 1.666 lavoratori. Ora bisognerà vedere se sarà disponibile a trovare una soluzione, come avvenuto per la sede partenopea. Le Rsu di Roma avevano chiesto di interrompere la trattativa per far esprime i lavoratori, mentre le Rsu di Napoli, la sera del 21 dicembre, avevano firmato l'intesa al ministero dello Sviluppo economico che prevede la cassa integrazione da gennaio per tre mesi (gennaio a zero ore, febbraio al 70%, marzo al 50%) e la garanzia, entro il 31 marzo prossimo, di arrivare a un accordo che dovrebbe però portare a una riduzione sia dei costi sia dei salari e il controllo individuale".
Nessun commento:
Posta un commento