LA CADUTA DELLA CUPOLA
TRENITALIA
Il faraone Moretti, a.d. Trenitalia ed ex dirigente
C.G.I.L., da sempre nemico dei ferrovieri, delle loro lotte, dei loro diritti.
Grande ristrutturatore e privatizzatore, fautore del processo di spezzettamento
ferroviario alla base della divisionalizzazione di cui ancora paghiamo il
prezzo.
Inquisito ed “assolto”per la strage di Viareggio (32 morti!) viene oggi condannato a 7 anni per responsabilità in R.F.I., insieme all'Elia (ex .a.d. R.F.I.) a.d. Di passaggio verso i cuccioli renziani dell'oggi.
Con ogni probabilità in cassazione queste “pene” saranno ridotte o cancellate, come è normale ed ovvio per una magistratura ed un potere statuale sservito ai padroni ed ai loro servitori piu' devoti.
Nessuno potrà cancellare, però, la rabbia, l'indignazione, la sentenza di famigliari e ferrovieri contro chi ha assassinato, perchè la sicurezza costa, 32 persone.
Inquisito ed “assolto”per la strage di Viareggio (32 morti!) viene oggi condannato a 7 anni per responsabilità in R.F.I., insieme all'Elia (ex .a.d. R.F.I.) a.d. Di passaggio verso i cuccioli renziani dell'oggi.
Con ogni probabilità in cassazione queste “pene” saranno ridotte o cancellate, come è normale ed ovvio per una magistratura ed un potere statuale sservito ai padroni ed ai loro servitori piu' devoti.
Nessuno potrà cancellare, però, la rabbia, l'indignazione, la sentenza di famigliari e ferrovieri contro chi ha assassinato, perchè la sicurezza costa, 32 persone.
COLPEVOLI!
L'unica giustizia è quella proletaria!
L'unica giustizia è quella proletaria!
31/01/2017
Pino
ferroviere
Strage di Viareggio, i parenti
delle vittime: “Togliete il titolo di Cavaliere del lavoro a Moretti”
All'indomani della sentenza, che ha condannato anche
l'ex amministratore delegato di Ferrovie a 7 anni, la conferenza stampa dei
familiari delle vittime: “Si chiude una prima fase ma la nostra battaglia
continua”
“Togliete il cavalierato
a Mauro Moretti”. L’appello dei familiari delle vittime della
strage di Viareggio arriva dopo la sentenza del tribunale di
Lucca, che ha condannato per disastro
ferroviario e omicidio colposo plurimo gli ex vertici di Rete
Ferroviaria Italiana e Trenitalia. Tra questi anche Moretti, oggi a capo di Leonardo
(l’ex Finmeccanica) e all’epoca della strage, il 29 giugno 2009, amministratore
delegato di Ferrovie dello Stato. L’onorificenza di cavaliere del lavoro
gli fu conferita dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
nel 2010, quando era già indagato per la strage di Viareggio. “Come
si fa a dare un cavalierato del lavoro a uno che è stato condannato per la
morte di 32 persone?” chiede Marco Piagentini, in una sala della
circoscrizione del quartiere Marco Polo, a Viareggio.
Qui da anni, ogni
mese, si riuniscono i familiari, venti alla volta: l’assemblea di oggi è piena
di telecamere. “Come si può lasciare a ricoprire cariche statali chi è
stato condannato per questi reati? Così come Moretti, anche Giulio
Margarita, che, come tutti sapete, oggi è all’Ansf, l’Agenzia
Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria. La politica deve rispondere di
questo”. Piagentini, rappresentante dei familiari, torna a parlare di
prescrizione, in arrivo tra un mese per i due reati di incendio colposo e
lesioni colpose plurime gravi e gravissime, le stesse che lo hanno costretto a 60
operazioni e a dolorosissime pratiche di asportazione della carne nel suo
calvario che lo ha riportato lentamente alla vita. Una vita senza più due
figli, senza la moglie e sempre al riparo dal sole. Piagentini insiste,
rivolgendosi agli imputati eccellenti. L’aveva detto alla vigilia della
sentenza, l’ha ribadito dopo la sentenza, lo ripete ora: “Che i condannati rinuncino
alla prescrizione se veramente vogliono la verità come hanno sempre
detto e se veramente si sentono così non colpevoli. Vedremo nei prossimi giorni
se qualcuno rinuncerà alla prescrizione”. Quanto alle condanne – più basse
rispetto alle richieste dei pm – i familiari aspettano di leggere le
motivazioni, ma non si accontentano. “Saremo noi a ricorrere in appello
perché non ci basta quello che è stato detto ieri. Perché, per la
qualità e la quantità dei documenti prodotti dal lavoro disumano di questa
Procura, e per le richieste di pena fatte dai pm, quelle richieste devono
arrivare a essere complete”. La sentenza del tribunale di Lucca è stata
definita da Armando D’Apote, uno dei difensori di Mauro Moretti, “populista”.
Una “affermazione offensiva sia per noi che per il tribunale di Lucca. Quella
parola il signor D’Apote può anche rimangiarsela” ribatte Daniela
Rombi, che nella strage perse la figlia Emanuela, 21 anni, dopo 41 giorni
di agonia. Accanto a Marco e Daniela, questa mattina, ci sono tutti i familiari
delle 32 vittime. E il ferroviere viareggino Riccardo Antonini,
licenziato da Rfi a due anni dalla pensione perché si rifiutava di interrompere
la propria consulenza gratuita a una famiglia colpita dalla strage, durante
la fase delle indagini. Davanti ai giornalisti, Piagentini ricorda anche il suo
caso: “Si parla di garantismo in Italia. Questo è solo il primo grado e
bisogna aspettare il secondo e il terzo? Bene. Riccardo Antonini è stato
licenziato ancora prima della sentenza di primo grado. Allora come funziona il
garantismo in Italia, solo a senso unico? Adesso aspettiamo lo Stato, le
istituzioni e chi opera nel governo, che prenda gli stessi provvedimenti.
Questo sarebbe il garantismo. Il resto sono solo chiacchiere”. Infine,
Piagentini torna a battere sul tema sicurezza, che, insieme alla giustizia, è
l’unico che sta a cuore ai familiari: “Viareggio non è un cigno nero,
non è una meteora, non è stata una casualità. Potevano intervenire,
c’era la tecnologia, non l’hanno voluto fare”.
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