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Oggi 10 ottobre i morti per infortuni sui luoghi di
lavoro sono diventati 523
Con i morti con mezzo di trasporto, comprensivo
dell’itinere di superano i 1100
martedì 10 ottobre 2017
Purtroppo viviamo in un Paese ultra liberista, disumano e
direi anche stupido nei comportamenti. Un pensionato di 79 anni muore cadendo
dal tetto. Loperaio straniero che molto probabilet lavorava in nero con lui
avverte gli avventori di un bar sulla tragedie e fugge.
Nettuno di Latina. E' morto su un tetto
a 79 anni. Si chiamava Luigi Mollo l’uomo che questa mattina è caduto da
un tetto di una casa in via Trieste, morendo sul colpo. L’anziano si trovava lì
per fare riparazioni su un tetto di una vicina. Era in compagnia di un altro
operaio straniero. Per cause ancora da accertare, probabilmente nel momento di
tentare di salire sul tetto dell’abitazione, è caduto di sotto. Lo straniero è
corso per chiedere aiuto, ma si è dileguata poco dopo facendo perdere le
proprie tracce. Sul posto sono arrivati i sanitari del 118, accorsi anche con
l’eliambulanza, ma non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. La
Polizia di Anzio sta ora eseguendo le indagini del caso con la collaborazione
anche della polizia scientifica ed è anche alla ricerca dello straniero che era
a lavorare con lui. Questa tragedia rileva il livello in cui è sceso questo
paese dominato dal liberismo economico dove sembra cela vita di chi lavora
conta meno della merce. Poi c'è un altro apsetto che è opportuno
analizzare: ma questo ultras settantenne non aveva familiari che gli impedivano
di svolgere lavori pericolosi e probabilmente in nero? E chi ha commissiona
lavori pericolosi, non si rende conto della gravità delle conseguenze, economiche
ma anche penali in cui va incontro in caso d'infortunio di chi esegue i lavori?
Ma c'è poco da meravigliarsi con la stragrande maggioranza dei parlamentari che
non vanno a vedere o non si interessano di quanti lavoratori muoiono nel nostro
Paese, cosa ci si può aspettare?
lunedì 9 ottobre 2017
MORTI SUL LAVORO: SI ALZA LA VOCE DEGLI SCANDALIZZATI. MA
SOLO PER UNA DICHIARAZIONE. POI TUTTO COME PRIMA. GIA' 1100 MORTI DALL'INIZIO
DELL'ANNO
Due uomini hanno perso la vita alla diga Furore di Naro (Agrigento),
precipitando da una piattaforma. Un terzo lavoratore è deceduto in un silos ad
Ascoli Piceno e un quarto a Mirafiori. E’ l’ennesimo tragico bollettino degli
infortuni sul lavoro che ha visto morire quattro operai in un giorno
(all’indomani della giornata mondiale sulla sicurezza sul lavoro). “Non basta
ricordarle una volta l’anno le morti sul lavoro, con una specifica giornata
nazionale, come quella di ieri. Quando il dramma è all’ordine del giorno. La
politica può e deve fare di piu’. Lo sottolinea Marco Bazzoni,
operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza di
Firenze. “Non si può limitare al cordoglio e alle dichiarazioni di circostanza.
Le chiamano stragi nell’indifferenza e mai parole furono più vere. Il dramma è
per chi rimane, per chi ha perso il proprio caro, morto sul lavoro. E’ un
dramma enorme, che è quasi impossibile superare. Se poi ci mettiamo che il più
delle volte i familiari non ottengono giustizia e i processi vanno pure in
prescrizione, si arriva addirittura alla beffa. E’ come se il proprio caro
fosse morto una seconda volta. E per favore, non chiamatele più morti bianche,
perché ‘di bianco’ non hanno proprio nulla”. “Si alza il coro di scandalizzati
perché oggi sono morti 4 lavoratori, mentre è uno stillicidio giornaliero. Tra
l’altro un terzo dei lavoratori morti sul lavoro spariscono dalle statistiche,
Che fine fanno gli altri? Resuscitano ovviamente…”. Così Carlo
Soricelli, fondatore dell’Osservatorio indipendente di Bologna sulle morti
sul lavoro commenta la nuova strage sul lavoro. Guardando le statistiche di
dieci anni di monitoraggio sapevo che sarebbe stato inevitabile. E questo
lavoro serio devo farlo io che sono un volontario mentre le istituzioni se ne
fregano? Già la settimana scorsa, come avevo già fatto in passato, volevo
lanciare l’allarme, anche ieri ho avuto la tentazione di scriverlo. Ma poi dove
si sarebbe verificata la tragedia collettiva? E’ possibile anche prevedere
quali sono i giorni più a rischio in edilizia e agricoltura e per chi svolge il
lavoro all’aperto. Ma purtroppo non si riesce a scalfire l’indifferenza che c’è
nella politica, e non solo, per queste tragedie. Ormai sfioriamo a oggi i 1100
morti complessivi dall’inizio dell’anno. Ma i politici fanno finta di credere
che i morti calano da decenni, i media prendono per buono questo calo, ma sanno
anche loro che non è vero”.
Si alza il coro di scandalizzati perchè oggi sono morti 4
lavoratori, mentre è uno stillicidio giornaliero. Tra l'altro un terzo dei
lavoratori morti sul lavoro spariscono dalle statistiche, Che fine fanno gli
altri? Resuscitano ovviamente. Questa mattina del 9 ottobre sono morti a Naro
di Agrigento due lavoratori cadendo in una cisterna di una diga. A Torino
Mirafiori è morto un manovratore della ditta Villanava. Un operaio è morto in
provincia di Ascoli Piceno cadendo da un silos
Sono
diventati 4 i lavoratori morti in questa giornata. Ai due operai siciliani si
sono aggiunti altri due morti; a Torino Mirafiori è morto un manovratore, nella
provincia di Ascoli Piceno un operaio di 60 anni è caduto in un silos.
Purtroppo sapevo che a breve ci sarebbero state delle morti collettive sul
lavoro. Guardando le statistiche di dieci anni di monitoraggio
sapevo che sarebbe stato inevitabile. E questo lavoro serio devo farlo io che
sono un volontario mentre le istituzioni se ne fregano? Già la settimana
scorso, come avevo già fatto in passato, volevo lanciare l'allarme, anche
ieri ho avuto la tentazione di scriverlo. Ma poi dove si sarebbe verificata la
tragedia collettiva? E' possibile anche prevedere quali sono i giorni più
a rischio in edilizia e agricoltura e per chi svolge il lavoro all'aperto. Ma
purtroppo non si riesca a scalfire l'indifferenza che c'è nella politica, e non
solo, per queste tragedie. Tutti gli italiani sanno, e anche per merito di
questo Osservatorio, che le morti sul lavoro sono molte di più di quelle che
diffonde l'INAIL, ma anche ieri l'ANMIL, che collabora con l'INAIL prende per
buoni questo numero di morti, pur sapendo anche loro che quello che scriviamo è
vero. Tra l'altro, anche se sono parziali, quelle diffuse sono solo
denunce, e una buona parte di queste ogni anno non verranno riconosciute
come tali da l'INAIL. Ormai sfioriamo a oggi i 1100 morti complessivi
dall'inizio dell'anno Ma i politici fanno finta di credere che i morti calano
da decenni, i media prendono per buono questo calo, ma sanno anche loro che non
è vero. tra l'altro anche l'anno scorso in questo periodo era stato dato
l'allarme "Aumentano i morti sul lavoro". Poi nessuno va a vedere che
nei primi mesi dell'anno dopo, quando diffondono le morti per infortunio
riconosciute come tali un terzo delle denunce non vengono
riconosciute. Quando ci sarà il risveglio delle coscienze della
nostra classe dirigente e dei partiti politici informati mensilmente da questo
Osservatorio che i morti aumentano ogni anno? Ma tiriamo avanti e
continuiamo a fare il nostro lavoro volontario, che contraiamente a altri non
ha nessun interesse da difendere.
NARO (AGRIGENTO) -I due poveri lavoratori di cui non si conosce
ancora l'identità
stavano effettuando lavori all'interno
di una cisterna e sono precipitati da un'altezza di venti metri all'interno del
serbatoio. Secondo le prime ricostruzioni avrebbe ceduto la catena che reggeva
il cestello dove si trovavano i due poveri operai.
Ma ameno voi che dovreste occuparvene seriamente e non lo fate state in silenzio. Mi riferisco a politici, sindacalisti, giornalisti di stampa, televisioni e del web. che si occupano di queste tragedie solo quando ci sono morti collettive, mentre è uno stillicidio giornaliero, tra l'altro un terzo dei lavoratori morti per infortunio spariscono ogni anno da tutte le statistiche. Non appaiono quindi non sono morti. Fanno il miracolo di resuscitare, così fanno la gioia dei propri cari.
Ma ameno voi che dovreste occuparvene seriamente e non lo fate state in silenzio. Mi riferisco a politici, sindacalisti, giornalisti di stampa, televisioni e del web. che si occupano di queste tragedie solo quando ci sono morti collettive, mentre è uno stillicidio giornaliero, tra l'altro un terzo dei lavoratori morti per infortunio spariscono ogni anno da tutte le statistiche. Non appaiono quindi non sono morti. Fanno il miracolo di resuscitare, così fanno la gioia dei propri cari.
Pubblicato
da carlo
asoricelli
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