Marco
Fagandini
Vincenzo
Anselmi e Paolo Cò, in piedi (Facebook)
Il sostituto procuratore Marcello Maresca ha aperto un
fascicolo per omicidio colposo nei confronti di Roberto Cò, titolare di Aqua,
la società per la quale lavorava Vincenzo Anselmi, il marinaio di 54
anni di San Maurizio di Monti che sabato mattina è morto in un incidente sul
lavoro a bordo di una barca della stessa Aqua. Il provvedimento nei confronti
di Cò è un atto tecnico, per consentire l’autopsia sul corpo, che sarà fatta
oggi, e accertare se vi siano responsabilità dell’azienda nella scomparsa
di Anselmi, che sarebbe stato stritolato dal cavo della gru che si trovava a
bordo dell’imbarcazione.
Le indagini sono condotte dalla guardia costiera, che
ha sequestrato la barca e anche la gru e che ha acquisito della documentazione
dentro la sede della ditta Aqua. Mentre ad assistere Cò è l’avvocato Simone
Vernazza. Nel frattempo dall’ospedale San Martino di Genova arriva un
bollettino sulle condizioni di Paolo Cò, l’altro dipendente di Aqua che
nell’incidente è rimasto ferito in maniera molto grave. Dopo l’operazione di
otto ore effettuata l’altra sera al San Martino, Cò si è risvegliato. È
cosciente e ora si dovrà attendere per capire se il lavoro dei chirurghi abbia
permesso di salvare le sue gambe. «La prognosi è ancora riservata - spiega
Roberto Cò, che è anche suo cugino - Perché i medici dicono che c’è il rischio
di un’infezione. Nella tragedia, le condizioni di Paolo sono l’unica notizia
buona». Il marinaio ha 26 anni e vive in via Torino, a Rapallo.
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