LA REPRESSIONE
CONTINUA AD ABBATTERSI
PURE
SUI LAVORATORI DELLA SANITA’ PUBBLICA
SOLIDARIETA’ AI LAVORATORI DEL POLICLINICO
UMBERTO I DI ROMA COLPITI DA PROVVEDIMENTI DISCIPLINARI E MINACCE DI
LICENZIAMENTO
Le
lavoratrici e i lavoratori del Policlinico di Palermo, aderenti allo SLAI Cobas
per il sindacato di classe, esprimono la propria solidarietà ai tre lavoratori
del Policlinico Umberto I di Roma colpiti dalla repressione aziendale
(provvedimenti disciplinari e minacce di licenziamento) in seguito ad una
intervista rilasciata il 7 febbraio scorso sulle gravi ed ataviche carenze del
suddetto nosocomio tra cui: mancanza di personale, che impedisce un’adeguata
assistenza agli ammalati; privatizzazione ed esternalizzazione dei servizi e
precarizzazione dei lavoratori; mancanza di posti letto con conseguente
Carenze peraltro denunciate ancor prima, ovvero il 12 gennaio c.a., da
“Striscia la Notizia” con un servizio che, in particolare, ha posto in rilievo
la vergognosa questione del pronto soccorso e della penuria di barelle, che costringe le ambulanze
a restare ferme per ore all'interno dell'ospedale, impedendo il soccorso a chi
ne abbisogna.
In pratica, i tre lavoratori “incriminati” hanno parlato di misfatti noti a
tutto il Paese, oltreché ai poveri pazienti dell’Umberto I. Misfatti che
toccano l’intera sanità pubblica, oramai allo sfascio, grazie a politiche
antipopolari e moderno fasciste di continui tagli pure ai servizi sanitari, che
subordinano di fatto finanche la salute al risparmio e agli interessi delle
aziende ospedaliere, producendo una malasanità che uccide in media 50 mila
persone all’anno.
Ma quel che è altrettanto aberrante è che, anziché porre fine a tutta
questa barbarie, aumenta, invece, la repressione contro chi osa denunciare.
Esempio di ciò sono anche il Policlinico di Palermo, lo Spallanzani e
l’Umberto I di Roma, dove diversi lavoratori appartenenti a sindacati di base
sono stati sottoposti a provvedimenti disciplinari e a sanzioni pesanti.
A fronte di tutto quanto sopra e dell’inasprimento della repressione, come
abbiamo già scritto nell’appello del 24 dicembre 2017, di seguito riportato, è
necessario, unirsi, dal sud al nord, nella lotta e nella costruzione di un
“coordinamento nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità”, come
tappa per la battaglia urgente per la costruzione di un sindacato di classe e
di massa, per potersi opporre con maggiore forza alle politiche criminali, della
macelleria sociale, portate avanti da ogni governo della borghesia, di padroni,
banche e casta.
DIVISI
SI PERDE, SOLO UNITI SI PUO’ VINCERE!!!
Lavoratrici e lavoratori SLAI Cobas sc Policlinico –Palermo Pa, 21.03.2018
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