Licenziata dopo il tumore,
Piccolo Cottolengo reintegra la dipendente
La soluzione trovata permetterà a Giuseppina di
continuare a lavorare, preservando le sue condizioni di salute
Milano,18
maggio 2018 - Promessa mantenuta: il Piccolo Cottolengo Don Orione di
Milano ha reintegrato Giuseppina Bruzzano, la lavoratrice licenziata lo
scorso 30 aprile che aveva denunciato come "il provvedimento fosse stato
preso perché un grave tumore le aveva imposto alcune limitazioni".
La
storica istituzione religiosa di assistenza agli anziani, rende noto con
"soddisfazione" il Sindacato generale di base (Sgb), l'ha
richiamata in servizio: "la soluzione trovata - dice l'organizzazione - le
permetterà di continuare a lavorare, preservando le sue condizioni di salute".
La dipendente, 53 anni, è un'ausiliaria socio-assistenziale (Asa)
che per 36 ore di lavoro settimanale percepisce circa 1.100 euro netti, è
sposata e ha un figlio studente. Cinque anni fa si è ammalata di una patologia
oncologica. Il suo caso ha avuto forte attenzione da parte di stampa e
televisione. Il sindacato aveva chiesto, in una lettera aperta, l'intervento di
Papa Francesco e un incontro urgente con l'arcivescovo del capoluogo Lombardo
Mario Delpini. Il direttore Don Pierluigi Ondei aveva espresso, a sua volta in
una lettera aperta, "profondo dispiacere", sottolineato che la
struttura aveva "sempre accolto" le richieste della signora
Bruzzano e soprattutto che non si era trattato di un «licenziamento a causa del
cancro». Quindi aveva annunciato che si sarebbe creato un posto apposito. E
così è stato.
"Il problema delle idoneità al lavoro con
limitazioni o delle inidoneità per i lavoratori che si occupano dell'assistenza
alla persona - sottolinea Margherita Napoletano, del direttivo nazionale e
dell'esecutivo lombardo di Sgb - rimane un problema diffuso e va affrontato con
grande attenzione alla prevenzione ed individuando soluzioni, anche a livello
organizzativo che consentano ai lavoratori di mantenere il lavoro e anche la
salute".
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