21 Maggio
2018
FCA: DUE
ANNI E MEZZO FUORI DALLA FABBRICA PERCHÉ ABBIAMO DETTO LA VERITÀ
Governi vecchi e nuovi, operai sempre in croce.
Governi vecchi e nuovi, operai sempre in croce.
I cinque
operai ex-licenziati Fca Pomigliano sono stati a Piazza del Quirinale a Roma, a
poche ore dal conferimento dell'incarico del nuovo governo anti-operai Lega -
Movimento 5 Stelle da parte del presidente della Repubblica Mattarella. Come
già durante una delle loro ultime proteste (durante il festival di Sanremo,
vedi qui), gli operai sono stati bloccati e sottoposti
a fermo, perché volevano portare la loro "croce" davanti ai palazzi
del potere. Sfruttamento e condizioni neo-schiaviste, omicidi sui luoghi di
lavoro, salari da fame e licenziamenti per rappresaglia, tutto quello che oggi
costituisce la "questione operaia" non interessa a chi si appresta a
governare per conto di industriali e banchieri.
Di seguito, il comunicato stampa dei 5 operai:
Di seguito, il comunicato stampa dei 5 operai:
FCA: DUE
ANNI E MEZZO FUORI DALLA FABBRICA PERCHÉ ABBIAMO DETTO LA VERITÀ
Il Tribunale
di Nola diede ragione alla FCA e confermò il nostro licenziamento.
La corte
d'appello di Napoli ha ribaltato quella sentenza e ha ordinato alla FCA il
reintegro.
Ora siamo in
attesa da mesi del pronunciamento della Corte di Cassazione a cui la FCA ha
fatto ricorso.
Nel frattempo noi siamo ancora fuori dallo stabilimento.
Nel frattempo noi siamo ancora fuori dallo stabilimento.
Pagati, ma
tenuti a casa.
Quale enorme
delitto abbiamo compiuto per essere trattati così?
Abbiamo
denunciato la condizione di insicurezza e di mancanza di prospettive dello
stabilimento FIAT di Nola, inventato di sana pianta nel 2008 per confinare 316
operai non più utili, o poco desiderabili per la nuova FIAT, che il piano
Marchionne dell'epoca (uno dei tanti), stava preparando.
Quegli operai erano tutti RCL (ridotte capacità lavorative) cioè quella parte fisiologica di operai che i processi produttivi rovinano nella mente e nel fisico dopo anni di lavoro sulle linee; oppure erano sindacalizzati e potenziali elementi di contagio pericoloso per gli altri operai che si preparavano a un decennio di furore sulle linee di montaggio della Panda a ritmi raddoppiati e con meno pause di riposo.
Quella di Nola appariva una fabbrica a tempo, che presto sarebbe stata chiusa.
Quegli operai erano tutti RCL (ridotte capacità lavorative) cioè quella parte fisiologica di operai che i processi produttivi rovinano nella mente e nel fisico dopo anni di lavoro sulle linee; oppure erano sindacalizzati e potenziali elementi di contagio pericoloso per gli altri operai che si preparavano a un decennio di furore sulle linee di montaggio della Panda a ritmi raddoppiati e con meno pause di riposo.
Quella di Nola appariva una fabbrica a tempo, che presto sarebbe stata chiusa.
Tutti lo
pensavamo e qualcuno, di questa mancanza di prospettive, si ammalò,
suicidandosi, come Maria Baratto e Giuseppe De Crescenzo.
Eravamo
degli invisibili e per diventare visibili ci inventammo il finto suicidio di
Marchionne e fummo licenziati in cinque.
Da allora lo
stabilimento di Nola e la condizione di quegli operai non è più andata nel dimenticatoio.
Avevamo
torto?
Eravamo
esagerati a criticare la dirigenza FIAT allora?
La risposta
migliore ci viene data dalla cronaca di questi giorni: dopo anni in cui hanno
lavorato solo la metà circa di noi, a ritmi impossibili e senza nessuna opposizione
sindacale di parte operaia in fabbrica, perché tutti i sindacalizzati sono
stati fuori per anni, anche la FIOM, oggi le prospettive per il futuro sono
ancora peggiori di quelle di ieri.
La
produzione di utilitarie sta per essere trasferita all'estero e in Italia
rimarranno solo le auto di lusso che senza grandi calcoli già si sa che
impegneranno solo una minima parte degli operai attuali.
I fatti quindi, dicono che eravamo noi ad avere ragione e non la direzione FIAT.
I fatti quindi, dicono che eravamo noi ad avere ragione e non la direzione FIAT.
Ci siamo
permessi di dire, e a ragione, che il padrone ha torto e per questo siamo
ancora fuori.
I 5 operai
ex-licenziati FCA Pomigliano
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