Continua la campagna sulla sicurezza dello slai cobas con interventi alle fabbriche, una campagna perché gli operai prendano in mano la lotta per la sicurezza contro le condizioni di lavoro e sfruttamento.Per questo una bella e determinata delegazione di operai venerdì ha portato le sue rivendicazioni dentro gli uffici di ATS ottenendo un incontro immediato per oltre 1 ora con i vertici del servizio per la prevenzione e la sicurezza negli ambienti di lavoro a Bergamo. Gli operai hanno posto questioni concrete sulla situazione del lavoro nei reparti, a partire dalle condizioni reali di lavoro, ritmi precatietà appalti scarsa manutenzione, (frutto di leggi e accordi confederali) mentre i dirigenti hanno spiegato puntigliosamente come funziona il dipartimento e le possibilità di intervento attraverso lo strumento del decreto legge 81, i limiti imposti dai tagli governativi, i rapporti istituzionali che 'devono essere solo con gli Rls...' Una lezione per gli operai che hanno potuto verificare con mano che queste sistema di regole sono la loro condanna in quanto la rete istituzionale della sicurezza ATS_RLS_RSPP, così come è oggi. non garantisce affatto la sicurezza operaia. Detto in altro modo, non fa paura ai padroni, che risparmiano sulla sicurezza sentendosi impuniti. Per questo resta fondamentale l’esperienza della lotta autorganizzata contro l’amianto con lo slai cobas del reparto Tenaris Dalmine di sabbio, che ha scoperto, denunciato e lottato per ottenere la rimozione dell’amianto ancora presente nel 2017, e continua per la verità e giustizia, perché i nomi dei reposabili che hanno fatto lavorare a rischio gli operai vengano resi noti, paghino, e vengano messi in condizione di non nuocere più agli operai.
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