Morti
per amianto nelle metropolitane di Milano.
Assolto
oggi dal tribunale di Milano l’ex direttore generale di Atm Elio
Gambini.
Ancora
una volta per il Tribunale di Milano uccidere i lavoratori non è
reato. Il profitto viene garantito a scapito della vita umana:
concessa l’impunità a chi non rispetta le misure di sicurezza.
Il
Tribunale di Milano ha assolto il direttore generale ATM Elio
Gambini
imputato della morte per amianto di 6 lavoratori. Ancora una volta i
delitti
contro i lavoratori restano impuniti.
Ricordiamo
che per il P.M. Gambini era accusato insieme al suo successore
Massetti (direttore generale di Atm dal 1995 al 2001) di non aver
preso nessuna precauzione per salvaguardare i lavoratori da
"importanti rilasci di fibre" di amianto, sostanza tossica
presente "in maniera massiccia" lungo le gallerie della
metropolitana e negli altri depositi della municipalizzata milanese.
Gambini,
sempre secondo quanto ricostruito dalla pubblica accusa nel capo
d’imputazione, sarebbe stato responsabile della morte di 6 operai
(un autista di bus, un elettricista, un addetto al segnalamento
ferroviario della metropolitana, un meccanico incaricato della
riparazione di autobus, un tecnico elettricista e un falegname, tutti
deceduti per mesotelioma pleurico) e delle forme tumorali (placche
pleuriche) riscontrate su due addetti del reparto armamento
morti
sono avvenute tra il 2009 e il 2015
Accusati
dalla Procura di Milano di omicidio colposo per "la gestione non
adeguata della sicurezza" e "emergenza
ambientale" non
solo i
dipendenti, ma anche i viaggiatori della metropolitana" il
pm Maurizio Ascione aveva chiesto
la condanna a 6 anni di carcere
per Elio Gambino, ex dg dell'azienda dei trasporti milanesi unico
imputato per la
morte,
tra il 2009 e il 2015, di 6
lavoratori
della municipalizzata e per le lesioni provocate ad altri due
dipendenti, esposti ad amianto nei tunnel della metropolitana e nei
depositi per il ricovero notturno dei mezzi di superficie.
Per
il Pm Maurizio Ascione "l'azienda non
aveva informato adeguatamente i lavoratori
sul rischio amianto", e non aveva fornito "dispositivi di
sicurezza né per i singoli dipendenti, né collettivi" e non si
sarebbero curati della «manutenzione dei tetti in eternit» degli
hangar, dove la notte erano ricoverati i mezzi, né avrebbero
disposto «la pulizia in sede degli abiti da lavoro».
Oggi
la conclusione del processo contro i vertici ATM vede ancora una
volta le vittime beffate nella loro ricerca di giustizia. Nel
frattempo altri lavoratori avvelenati dal killer amianto si
ammaleranno e moriranno, ma i padroni e i manager possono continuare
a fare profitti sulla pelle dei lavoratori e dormire sonni
tranquilli: su loro vigila la Magistratura milanese che come ha fatto
finora in tutti i processi assolve gli assassini e condanna le
vittime.
Comitato
per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio
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