Il
governo Salvini/Di Maio è il peggiore possibile, perchè come diceva
Lenin: “I demagoghi sono i peggiori nemici della classe operaia”.
I
peggiori, perché risvegliano i cattivi istinti della folla e perché
è difficile, per la devastazione della coscienza di classe operata
dalla “sinistra”, dalla Cgil, per gli operai arretrati
riconoscere questi nemici che si presentano qualche volta anche come
amici.
Ora
i padroni si rivolgono alle forze fascio-populiste, perché le
ritengono più adatte ad ingannarci; ma queste forze sono come e
peggio di quelle che ci hanno governato finora e usano il razzismo
per ingannarci, per deviare la nostra lotta e metterci al carro dei
padroni sfruttatori.
Lega
e 5stelle fanno gli interessi della media e piccola borghesia, di
padroncini e padroni di medie/piccole industrie che costituiscono la
maggioranza del tessuto produttivo che nel periodo di crisi ha
ristretto margini di profitto.
Bergamo,
per ragioni storiche e basi di classe è diventata il cuore della
Lega. Il fascio-populismo, con
al
centro la questione razzista dei migranti, è penetrato anche nelle
fila operaie, e in particolare nell'aristocrazia operaia che ha paura
di perdere qualche privilegio.
Un
operaio in una maniglieria diceva: «Matteo Salvini mi piace di più
perchè è moderno. Adesso mi aspetto che faccia quello che ha
promesso. In Italia ci sono troppi clandestini. Quelli che lavorano
in fabbrica con me vanno bene. Gli altri che vanno in giro per il
paese senza fare niente è meglio che tornino a casa loro. Il colore
della pelle non c’entra. C’entra che noi non possiamo lavorare
per far star bene anche loro». A Odolo uno su quattro è straniero.
Chi lavora in fabbrica è accettato. Poi si vorrebbe che sparisse:
Un
operaio alla Ferriera Valsabbia, una delle due fonderie rimaste in
questo paese che il ferro lo lavora da dieci secoli. Dopo una vita,
questa è la prima volta che non ha votato Lega. Ma lo spirito è
sempre quello lì: «Ho votato i 5 stelle. Avevo voglia di cambiare.
Avrei potuto votare chiunque non del centrosinistra e di questo
governo. Cosa mi aspetto adesso? Che cancellino la riforma della
signora Fornero che mi vuole a lavorare ancora in fonderia per altri
sedici anni».
Altri
operai che hanno votato Lega dicevano: «Il nostro non è stato solo
un voto di protesta. È stato un voto di cambiamento. E adesso mi
aspetto che cambi tutto».
Ma
tutto questo è stato anche il frutto negli anni del ruolo nefasto
della falsa sinistra, riformista e opportunista, e dei sindacati
confederali che hanno azzerato la coscienza di classe degli operai e
la loro funzione storica di essere i becchini di questa società
capitalista/imperialista che genera sfruttamento miseria e guerra.
Tra gli operai dobbiamo fare chiarezza ma è necessaria anche una
lotta. Sono i padroni, i borghesi che sfruttano noi operai al di là
del colore della pelle, e che attraverso la concorrenza fra proletari
abbassano a tutti il salario e creano un enorme esercito di riserva -
“Se ci sono tanti disoccupati la colpa è dei padroni e non degli
immigrati”. Noi operai, siamo italiani o stranieri, lavoriamo
finchè il nostro lavoro/sfruttamento accresce il capitale e veniamo
gettati in strada quando non serviamo più al capitale. Il nemico è
in casa nostra e noi dobbiamo fare la guerra ai padroni e ai loro
governi, non ai migranti che oggi possono essere il miglior alleato
degli operai per ribaltare questo sistema. Così come dobbiamo
apertamente contrastare nelle fila degli operai il cancro del
nazionalismo, portato in realtà non solo dalla Lega ma anche da
settori dei sindacati confederali e da una parte della “sinistra”
(eurostop, ecc.). Nazionalismo in questo sistema vuol dire solo
difendere gli interessi nazionali della classe che ha il potere.
Occorre la riorganizzazione del sindacalismo di classe e del partito
del proletariato, altrimenti lasciamo la parte più arretrata dei
lavoratori all’influenza reazionaria che fa danni non tanto sul
piano elettorale quanto sul piano sociale, in quanto indebolisce la
battaglia come classe operaia e ci pone ancora più alla mercè dei
padroni e delle forze reazionarie che sono le più radicali
sostenitrici del potere dittatoriale del capitale.
Ma
come diceva Marx, gli operai sono il motore della storia, siamo
quelli che produciamo tutta la ricchezza di questo sistema e che non
abbiamo nulla da perdere se non le nostre catene.
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