Enzo
Pellegrin è uno dei legali delle parti civili autorganizzate dallo
Slai Cobas per il sindacato di classe (operai Ilva- lavoratori del
Cimitero - cittadini quartieri Tamburi Paolo Sesto - familiari morti
di tumore nel processo ambiente svenduto).
Questi
soggetti organizzano nell'ambito del rilancio della Rete nazionale
per la sicurezza e salute sui posti di lavoro e sul territorio un
Incontro
Nazionale aperto a tutti a Taranto il 13 marzo prossimo alle 16 sala
della Provincia - via Anfiteatro 4°piano
info
slaicobasta@gmail.com 347-5301704
Il
capitalismo continua ad uccidere a Taranto e Di Maio incassa
l'ennesima smentita
Enzo
Pellegrin
25/02/2019
Ricordate quando Luigi Di Maio beatificava l'accordo concluso sull'Ilva dal proprio governo?
Ne avevamo parlato qui. Il Ministro pentastellato affermava che la carta in più del nuovo accordo era il cosiddetto "addendum ambientale", attraverso il quale si sarebbe previsto un percorso migliorativo per le emissioni inquinanti.
Ricordate quando Luigi Di Maio beatificava l'accordo concluso sull'Ilva dal proprio governo?
Ne avevamo parlato qui. Il Ministro pentastellato affermava che la carta in più del nuovo accordo era il cosiddetto "addendum ambientale", attraverso il quale si sarebbe previsto un percorso migliorativo per le emissioni inquinanti.
Vi
abbiamo invece spiegato che - al contrario - il capitolo 4
autorizzava i nuovi padroni ad inquinare ai livelli fino ad oggi
autorizzati, cioè ai livelli condonati dai precedenti governi,
livelli che avevano portato la magistratura a chiedere il sequestro
dell'impianto.
Tuttavia,
per coprire le magagne serve sempre un po' di propaganda,
specialmente se infarcita di promesse splendide.
Come
da manuale del perfetto demagogo, proprio l'8 settembre del 2018,
l'ineffabile Ministro del Lavoro proclamava "abbiamo risolto la
questione Ilva" e dichiarava: "abbiamo
installato tecnologie a
Taranto
che riducono del 20% le emissioni nocive".
Taranto
è però una città che si organizza e resiste come l'acciaio.
Ai
tarantini coscienti non la si può dare a bere per molto. Alle
promesse da marinaio hanno fatto il callo quasi come all'aria
avvelenata. I tarantini si organizzano, monitorano e smentiscono i
pifferai dei padroni.
Nelle
deposizioni testimoniali del processo ILVA, emerge il racconto di
Alessandro Marescotti, presidente di peace-link; egli narra di come
sono stati i tarantini - attraverso la sua associazione - a scoprire
e comunicare per la prima volta che a Taranto c'era la diossina in
quantità mai viste, che la diossina si trovava nel latte delle
pecore, nei campi attorno all'Ilva. Si è proceduto a praticare
rilevazioni strumentali delle emissioni, per confrontarle con quelle
dell'ARPA, si sono mobilitate "ecosentinelle" come Piero
Mottolese, che effettuavano i filmati degli slopping, delle emissioni
gassose degli altiforni, negli stessi momenti in cui venivano
compiuti i rilevamenti.
I rilevamenti erano sempre precisi come quelli ufficiali e di giorno in giorno procedevano a smentire i padroni dell'Ilva ed i politici che minimizzavano o silenziavano un inquinamento mortifero. La deposizione al processo può essere ascoltata qui: Puntuale come un orologio, in merito alla dichiarazione del Ministro Di Maio, l'associazione di Marescotti ha proceduto in questi giorni a confrontare i dati delle emissioni attorno alla cokeria nel bimestre gennaio-febbraio 2019 e li ha confrontati con quelli del bimestre gennaio febbraio dell'anno prima (gennaio-febbraio 2018).
La fantomatica e misteriosa tecnologia segreta di cui vaticinava Luigi Di Maio, con sicumera da cinegiornale Luce, avrebbe dovuto ridurre le emissioni del 20%.
I rilevamenti erano sempre precisi come quelli ufficiali e di giorno in giorno procedevano a smentire i padroni dell'Ilva ed i politici che minimizzavano o silenziavano un inquinamento mortifero. La deposizione al processo può essere ascoltata qui: Puntuale come un orologio, in merito alla dichiarazione del Ministro Di Maio, l'associazione di Marescotti ha proceduto in questi giorni a confrontare i dati delle emissioni attorno alla cokeria nel bimestre gennaio-febbraio 2019 e li ha confrontati con quelli del bimestre gennaio febbraio dell'anno prima (gennaio-febbraio 2018).
La fantomatica e misteriosa tecnologia segreta di cui vaticinava Luigi Di Maio, con sicumera da cinegiornale Luce, avrebbe dovuto ridurre le emissioni del 20%.
Invece
non è così. Le emissioni sono al contrario aumentate, e non
poco.
Nella cokeria si registrano:
Nella cokeria si registrano:
1)
un aumento del 160% delle emissioni di Benzene, pericoloso inquinante
cancerogeno
2)
un aumento del 140% dell'Idrogeno solforato cancerogeno e
neurotossico
3)
un aumento del 195% degli IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici)
totali, cancerogeni e neurotossici.
4) un aumento tra il 18 ed il 23 % delle polveri sottili del tipo PM10 dati ARPA Puglia, particolato che penetra le vie respiratorie ed è composto di vari pericolosi inquinanti.
4) un aumento tra il 18 ed il 23 % delle polveri sottili del tipo PM10 dati ARPA Puglia, particolato che penetra le vie respiratorie ed è composto di vari pericolosi inquinanti.
5)
un aumento del 23% per il PM 2,5, polvere sottile ancor
più pericolosa perché formata di particelle di misura ancora minore
e quindi maggiormente inalabili nelle vie respiratorie
bronchiali
Solo per il black carbon si registra una piccola diminuzione pari al 5%. I dati sono stati confrontati con il software Omniscope, che consente di raffrontare con facilità e precisione diversi archivi di dati ufficiali, comprese le centraline Arpa.
Solo per il black carbon si registra una piccola diminuzione pari al 5%. I dati sono stati confrontati con il software Omniscope, che consente di raffrontare con facilità e precisione diversi archivi di dati ufficiali, comprese le centraline Arpa.
Quindi,
secondo l'addendum Ambientale del Ministro, i padroni possono
aumentare la produzione, le emissioni della cokeria aumentano peggio
di prima, i padroni godono persino dell'immunità penale, la
mirabolante tecnologia (mai precisata!) se c'è non serve a niente, e
Taranto con i suoi bambini continua a morire d'aria per il profitto
di un padrone indiano, non nuovo a pratiche inquinanti irrispettose
della salute, come avviene in Belgio.
I bluff del governo gialloverde e del vicepremier Dimaio non si
contano più: dalla TAP alle trivelle, dai salvataggi delle banche
alle spese militari in ossequio all'impero americano, Muos compreso.
L'inganno di Taranto è però uno dei più odiosi, perché
incide sulla carne viva di un popolo, il quale da anni subisce
malattie tumorali, malattie respiratorie, l'incremento dei tumori
infantili oltre ogni limite, il sapore della polvere minerale in
bocca, nelle orecchie dei bambini nei giorni di vento, come
raccontano la
pediatra Grazia Parisi o il medico di base Cosimo Cassetta, al
maxiprocesso ILVA.
Per
inciso, gli enormi parchi minerali che inquinano colle loro polveri i
quartieri Tamburi e Paolo Sesto, il cimitero San Brunone, proprio
accanto ai parchi, dove lavorano i cimiteriali organizzati dal
combattivo Slai Cobas.
Sul
versante della salute e del lavoro sono pochi i sindacati (Cub, Slai
Cobas tra questi) che non hanno chinato la schiena ai ricatti
padronali tra salute e lavoro. La popolazione tarantina da anni fa da
cavia per un esperimento produttivo in cui il profitto finisce tutto
nelle tasche del padrone di turno: dai Riva ad Arcelor Mittal, con la
benedizione del servo politico corrispondente, buon ultimo il
Ministro delle promesse non mantenute. Per questo Taranto ha sfilato
il 25 febbraio in fiaccolata, per ricordare le morti passate presenti
e future dei propri bambini, per indicare quale responsabili i bluff
dei politici, il profitto padronale.
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