mercoledì 25 marzo 2020

27 marzo - PIÙ OSPEDALI, MENO MILITARI! DA BERGAMO ACCOGLIAMO L’ESORTAZIONE DEI COLLEGHI SARDI E LA RILANCIAMO


Perché il problema non sta in questa o quell’altra giunta regionale. Il problema è intrinseco al sistema: il problema si chiama sanità privatizzata e chi ha distrutto quella pubblica per il profitto di pochi, sulla pelle di molti.
E’ evidente che se non si spezza il sistema, con una forte iniziativa dei lavoratori e popolare, il valzer dei politici che da quelli di destra a quelli di falsa sinistra, fanno a turno nella gestione dello stesso, non porterà mai nessun cambiamento. La preoccupazione del sistema in questo momento è nascondere le sue responsabilità ed in questo, come sempre, con l’aiuto dei media e dei social, arriva in tutte le case.
#iorestoacasa è la ricetta magica per sconfiggere il virus e chi non obbedisce al dictat è l’untore colpevole di questa emergenza. La verità è un’altra e la possiamo raccontare noi operatori di tutta la sanità, noi eroi che tutti portano in palmo di mano, finché ci immoliamo in silenzio, compresi i nostri padroni, che in pubblico ci elogiano, mentre in privato ci minacciano di sanzioni se parliamo alla stampa.
La gente non deve sapere che ci hanno proibito l’uso delle mascherine per settimane , benché fossero disponibili. Ma non bisognava allarmare la gente.
Non deve sapere che i tecnici fanno i portantini, i portantini gli infermieri e gli infermieri i medici perché non c’è personale. Perché il personale è stato tagliato e le prestazioni sono canalizzate nelle cliniche private.
Non deve sapere che l’epicentro dei contagi sono proprio gli Ospedali e non i podisti che escono per una corsa all’aria aperta.
Un medico ha detto: “Gli infermieri non sono stati adeguatamente e tempestivamente addestrati alla gestione di questa emergenza. Anche semplici ma utili accorgimenti, non sono stati ascoltati, come quello di lavorare nei reparti con le porte delle camere aperte, per riuscire, nella condizione di personale limitato, ad effettuare un controllo più efficace sui pazienti in crisi. Invece sì è preferito tenere i pazienti infetti chiusi nelle proprie stanze con il risultato che molti sono morti senza che nessuno se ne accorgesse!”.
Tutti ci ringraziano, tanti ci dicono continuate così, cambierà.

Non intendiamo continuare a lavorare in silenzio, aspettando ‘domani’ per fare i conti.
Non siamo carne da macello.
No, lavoriamo e lottiamo ora, perché volgiamo difendere la nostra salute al lavoro, vogliamo protezioni, organici e risorse per dare un servizio dignitoso, non vogliamo stare zitti ma denunciare fatti e responsabili, vogliamo unire le nostre energie in tutti i modi possibili ora, perché è quanto sta succedendo che ci chiede di riconquistare una sanità pubblica e popolare.
Lavoratori della sanità Bergamo Slai Cobas per il sindacato di classe

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