domenica 31 maggio 2020

31 maggio - LE LAVORATRICI DELLE MENSE, DELLE PULIZIE SENZA LAVORO, SALARI, CIG


Proponiamo di unire le varie situazioni da nord al sud, per organizzare una lotta unitaria, nazionale - Mettiamoci in contatto: 3339199075 (Fiorella Taranto) - Lavoratrici Slai Cobas per il sindacato di classe

Una dipendente della mensa: “Senza stipendio da febbraio, non so come pagare l’affitto”

Il caso ad Alessandria: “Non ci pagheranno l’estate come fanno sempre e non sappiamo nulla del rientro a settembre
Laura ha 40 anni, una figlia di 12 e non ha lo stipendio da febbraio. È una delle tante dipendenti, circa cento, del centro cottura che fino a gennaio serviva le mense scolastiche della città.
Quante ore lavora a settimana? «Prima di questo appalto fino a due anni fa, avevo un orario pieno, 40 ore a settimana, e già così comunque facevo fatica a tirare avanti. Poi mi hanno dimezzato le ore, e quindi lo stipendio, devo pagare l’affitto e sono due mesi indietro. Pensi che nei mesi estivi non ci pagano, cioè quando le scuole sono chiuse. E c’è mia figlia..».
Quindi lo stipendio adesso a che cifra arriva? «Adesso è zero. Ho preso l’ultima busta paga a marzo ma era il pagamento del mese di febbraio, sono circa ottocento euro al mese e con quello devo pagare tutto: non so come fare. Non lavoro dal 21 febbraio e non so come non capiscano in che situazione siamo. Sono tre anni che faccio grande fatica a pagare anche la spesa. Ma piuttosto non mangio io per far mangiare mia figlia. Si fa tutto per i figli».
Tra le sue colleghe ne parlate del futuro? Di cosa vi aspetta a settembre? «Siamo tutte preoccupate proprio e soprattutto per settembre, i nostri stipendi non sono alti per nessuna di noi e tutte non lavoreremo in estate. Abbiamo sentito tutte dell’ipotesi del pranzo al sacco e questo ci terrorizza».
Avete cercato di trovare un altro lavoro? Che vi paghi anche nei mesi estivi «Io sono tre anni che lo cerco, perché i tre mesi d’estate senza lavorare sono pesanti, ma non ho trovato nulla e certo non lascio questo lavoro senza una sicurezza».
Che cosa pensa e cosa ha pensato in queste settimane? «La disperazione c’è. Penso a mia figlia che cresce e la scuola, e più cresce e più costa. E non riesco a pagare l’affitto».
La cassa integrazione? «Non l’ho mai vista»
I buoni spesa del Comune? «Neanche quelli. Ma io vorrei solo lavorare. È un diritto dovere lavorare no? Lo dice anche la Costituzione. Potremmo farlo noi quel pranzo al sacco di cui parlano al governo. Però prima devo trovare un lavoro per l’estate»
I sindacati chiederanno per voi un’occupazione nei centri estivi «Se ci saranno. Non si vive senza lavoro. Qualcuno deve pensare alla nostra situazione».


31 maggio - Appello del Patto d'azione - SABATO 6 GIUGNO giornata di mobilitazione nazionale


FACCIAMO PAGARE LA CRISI AI PADRONI!

L’emergenza pandemica sta evidenziando le contraddizioni strutturali di questo sistema in ogni suo aspetto del suo dominio.
Un’emergenza epidemiologica non fortuita, ma strettamente connessa all’invasiva espansione della produzione capitalistica che non risparmia alcun ecosistema. Sono infatti in progressivo e costante aumento la deforestazione e la desertificazione, l’incremento irreversibile della temperatura terrestre che produce ciclicamente catastrofi naturali, l’agribusiness e l’allevamento intensivo.
Un sistema che è fondato unicamente sulla ricerca della massimizzazione del profitto e all’accumulazione, sul massiccio sfruttamento di vite e sulla predazione di risorse su scala globale non poteva che provocare, tra i suoi rovinosi effetti sociali, anche questa crisi sanitaria mondiale.
Una crisi che, esasperando e aggravando una recessione economica già preesistente, sta scuotendo l’intero sistema produttivo, peggiorando le condizioni di vita e di lavoro del proletariato e delle classi lavoratrici, sulle quali il padronato e i governanti europei cercheranno di accollare ancora una volta i costi economici e sociali delle loro manovre e delle loro ristrutturazioni..
L'impoverimento generale, già generalizzato da anni di austerità, è già è in atto: centinaia di migliaia di operai attendono ancora l'erogazione della cassa integrazione o della FIS, aumenta la disoccupazione, il diritto di sciopero e l’attività sindacale sono limitati e repressi da forze di polizia ed esercito.
In un contesto di scontro tra le diverse borghesie nazionali, le misure dei governi nazionali e sovranazionali hanno tutte come denominatore comune la creazione di ulteriore debito:  le già misere “misure di emergenza” che oggi vengono varate dal governo Conte a per i lavoratori e i disoccupati (CIG, CIGS, FIS, reddito di emergenza, bonus e agevolazioni varie), domani ci chiederanno di restituirle con gli interessi attraverso una nuova stagione di sacrifici, di attacchi al salario, ai diritti e al welfare.
In questi mesi di lockdown abbiamo assistito al fallimento totale nella gestione dell’emergenza e a una catastrofe provocata da anni di tagli e di distruzione programmata del sistema sanitario nazionale. Nel mentre gli ospedali erano al collasso, il Governo e i rappresentanti locali hanno accettato supinamente i diktat del padronato e di Confindustria, che hanno imposto la difesa oltranzista del profitto a discapito della vita di milioni di lavoratori e lavoratrici, costretti a lavorare in assenza di misure di sicurezza e prevenzione, contagiando se stessi e le loro famiglie, affollando ulteriormente i reparti di rianimazione e in molti casi morendo a causa del CoViD-19 contratto sul lavoro (come testimoniano gli stessi dati pubblicati dall'INPS).

30 maggio - Massima solidarietà al Si Cobas di Modena per la gravissima provocazione subita. Slai Cobas sc CN


GRAVISSIMA PROVOCAZIONE CONTRO IL SI COBAS DI MODENA E CONTRO UN SUO MILITANTE, MARCELLO PINI

Ieri pomeriggio (giovedì 28) presso la nostra sede sindacale di Modena è stato fermato e portato in questura il nostro compagno Marcello Pini, mentre stava filmando quella che sembrava essere una colluttazione tra spacciatori.
In realtà la polizia in borghese,stava eseguendo un fermo e accortasi della presenza di Marcello, si è avventata su di lui facendo poi una irruzione nella sede sindacale, in quel momento affollata di lavoratori e lavoratrici, dando così inizio a una vera e propria perquisizione dei locali, condita da minacce nei confronti del sindacato e in particolare verso alcune compagne presenti per il normale lavoro di sportello.
"Noi siamo la polizia e facciamo quello che ci pare, voi siete il Si Cobas e vi arrestiamo tutti e tutte" è stato il motivo che ha accompagnato tutta la scena, ricordandoci le immagini del Cile di Pinochet o della Managua del dittatore Somoza.
A quel punto e dopo una lunga telefonata tra la polizia presente sul luogo e la Digos di Modena, Marcello, riconosciuto come militante sindacale impegnato nelle vertenze più dure aperte dal Si Cobas, sul territorio modenese, veniva portato in questura e trattenuto per alcune ore.
Oltre al sequestro del telefono cellulare, Marcello è stato accusato di resistenza a pubblico ufficiale. una accusa che le telecamere in funzione nella zona smentiscono.

29 maggio - verso il 6giugno da tarantocontro: SABATO 6 GIUGNO: SI TORNA IN PIAZZA IN TUTTE LE CITTÀ! Costruiamo anche a Taranto il "Patto d'azione"


Lo Slai Cobas per il sindacato di classe aderisce e partecipa fin dall'inizio al "Patto d'azione", l'importante organismo unitario di lotta costituitosi a marzo a livello nazionale a cui partecipano sindacati di base di classe e combattivi (Si.Cobas, Slai Cobas sc), organismi di lotta, sociali e politici, di tante realtà e città. Il "Patto d'azione" costituisce il passo avanti significativo e nuovo che ci voleva per l'unità di lavoratori, lavoratrici, movimenti di lotta, compagni, un passo avanti necessario per dare forza, in questa fase che padroni e governo, repressione vogliono rendere ancora più difficile, alla necessaria battaglia dei lavoratori e delle masse popolari, che divisi sono deboli, uniti sono forti.
Il "Patto d'azione" si sta concretizzando in ogni realtà locale e quindi anche a Taranto.
Il 6 giugno, giornata nazionale di lotta unitaria in tutte le città, deve essere anche la prima occasione nella nostra città per realizzare il "Patto" con tutte le realtà che vogliono realmente lottare
*****    
La quinta assemblea nazionale del Patto d’azione per un fronte unico anticapitalista, svoltasi in modalità telematica nel pomeriggio di martedì (26/5) ha visto un ampia convergenza delle realtà presenti sulla necessità di lanciare una giornata di lotta unitaria in tutte le città nella giornata di sabato 6 giugno.
Lottiamo uniti contro le politiche di fame e macelleria sociale volute da Confindustria.
Non siamo carne da macello!
La crisi la paghino i padroni!
S.I. Cobas
Comunicato del Coordinamento nazionale Slai Cobas per il sindacato di classe
Il patto d'azione ha deciso per il 6 giugno la giornata nazionale di lotta
Cominciamo a lavorarci subito insieme a tutti coloro che lottano e la condividano.

venerdì 29 maggio 2020

29 maggio - FORMAZIONE OPERAIA - oggi alle 17


con il Prof. Di Marco  Formazione on line da parte di compagni, compagne, operai, lavoratori, e riguardanti l'analisi del sistema del capitale responsabile anche delle crisi pandemiche.


Il 29 maggio ore 17 appuntamento telematico aperto
a cui chiunque può partecipare e intervenire. 



Per collegarsi: 
Link della riunione pubblica


giovedì 28 maggio 2020

RIPRENDIAMOCI LE PIAZZE VERSO IL 6 GIUGNO UNIAMO LE INIZIATIVE DENTRO E FUORI I POSTI DI LAVORO CONTRO PADRONI E GOVERNO SENZA DIMENTICARCI DEI LORO SERVI


RIPRENDIAMOCI LE PIAZZE VERSO IL 6 GIUGNO
UNIAMO LE INIZIATIVE DENTRO E FUORI I POSTI DI LAVORO
CONTRO PADRONI E GOVERNO SENZA DIMENTICARCI DEI LORO SERVI



















La pesante ristrutturazione di una fabbrica, Sab/Il Tricolore, dopo anni di sfruttamento, per 100 operai fatti passare per soci lavoratori, attraverso più cooperative, sfruttati sottopagati maltrattati, senza sostanziali diritti compreso una tutela reale contro i licenziamenti, che di fatto vengono inflitti attraverso i cambi appalto,
è diventata l’occasione, davanti alla sede Cgil d Bergamo, per mobilitare operai e delegati di diverse fabbriche tutte passate per la stessa sorte: quando il padrone è in difficoltà chiama la Cgil (anche Cisl e Uil) per

mercoledì 27 maggio 2020

28 maggio - SABATO 6 GIUGNO: SI TORNA IN PIAZZA IN TUTTE LE CITTÀ!


La quinta assemblea nazionale del Patto d’azione per un fronte unico anticapitalista, svoltasi in modalità telematica nel pomeriggio di martedì, ha visto un ampia convergenza delle realtà presenti sulla necessità di lanciare una giornata di lotta unitaria in tutte le città nella giornata di sabato 6 giugno.
Lottiamo uniti contro le politiche di fame e macelleria sociale volute da Confindustria.
Non siamo carne da macello!
La crisi la paghino i padroni!
S.I. Cobas

comunicato

il patto d'azione ha deciso per il 6 giugno la giornata nazionale di lotta 
bene questa è la data - cominciamo a lavorarci subito come Slai Cobas per il sindacato di classe  e insieme a tutti coloro che lottano e la condividano
iniziative tutte all'aperto - niente al chiuso 
scioperi dove siamo in grado su posti di lavoro dove si lavora il sabato 
prefetture - piazze - centri commerciali/mercati 
mostre - volantinaggi- raccolte firme - comizi e speakeraggi 
- assicurare distanziamento e mascherine
cercare l'unità con tutti liberamente e invitando tutti a portare le loro ragioni,
simboli volantini cartelli su tutti i temi della giornata
su tutta la piattaforma del patto di azione - compreso la patrimoniale - spese militari - su tutte le eventuali rivendicazioni aggiuntive emerse sui posti di lavoro e sul territorio
Slai Cobas per il sindacato di classe 
coordinamento nazionale 
27maggio 2020

28 maggio - Taranto, dopo aggressione a Francesco: Riunione dei lavoratori cimiteriali - Le decisioni prese


Si è tenuta la riunione dei lavoratori cimiteriali Talsano S.Brunone che, ascoltata l'informativa su bonifiche-vertenza salario-ricorso contro l'azienda per attivita' antisindacale, ha preso le  seguenti decisioni:
- Nuovo incontro con Comune/resp. attività bonifiche.
Per la verifica finale delle modalità del lavoro secondo le richieste poste dallo Slai cobas a tutela di salario condizioni di lavoro sicurezza e diritti di tutti i lavoratori del Cimitero S.Brunone.
- Ripresa della vertenza salariale con incontro all'Arpal/Direzione Regionale del Lavoro entro la prima metà di giugno
- Procedura d'urgenza e denuncia contro l'azienda entro giugno per l'azione antisindacale e le intimidazioni in corso
- Sulla questione serale notturno, in particolare a Talsano, richiesta di intervento della dottoressa Galeone per tutelare i diritti alla sicurezza dei lavoratori impegnati secondo accordi già esistenti e praticati finora
- Lo Slai Cobas valuterà con i rappresentanti la convocazione delle nuove assemblee a Talsano/San Brunone appena necessario e possibile in giugno.
- Si è espressa la massima solidarietà a Masella che resta rappresentante Slai Cobas dei lavoratori a S.Brunone per tutto il tempo necessario alla sua permanenza in malattia e rientro al lavoro e si continuerà a fare una larga informazione cittadina e nazionale - anche in seguito alle numerose solidarietà che stanno pervenendo da Taranto e da realtà nazionali.
Slai Cobas cimiteri Talsano/S.Brunone
26/5/2020

27 maggio - riceviamo-aderiamo-pubblichiamo APPELLO - 19 giugno mobilitazione nazionale contro l'uso dell'emergenza coronavirus per intensificare la repressione antiproletaria e antipopolare - l'attacco al diritto di sciopero e alla libertà di manifestazione - contro il  carcere assassino e carcere tortura - a sostegno delle lotte nelle carceri e in solidarietà con i  prigionieri politici nel mondo.


A fronte della crisi economico/pandemica, frutto del modo di produzione capitalista nella fase imperialista, il governo sfrutta le lezioni dell'emergenza per imporre le leggi e gli interessi dei padroni ed affinare le armi della repressione  a tutti i livelli.
La Fase 2 per padroni e stato è all'insegna delle leggi e i provvedimenti liberticidi. Ai vari decreti e pacchetti sicurezza si aggiungono misure emergenziali, sanzioni e controllo sociale sempre più capillare, per usare il distanziamento sociale  e le leggi anti-assembramento sociale per impedire le lotte sociali e i movimenti di opposizione politica anticapitalistica, antirazzista e antimperialista.
Il cuore è l’attacco preventivo al diritto di sciopero - già esercitato in occasione della giornata internazionale delle donne - al diritto di manifestazione  sindacale e politica in un quadro che vuole cancellare ogni forma di libertà di espressione, militarizzando ogni aspetto della vita sociale.
Ogni manifestazione di dissenso viene immediatamente punita, sia attraverso multe comminate a proletari sia utilizzando l’arresto ed il carcere per punire la solidarietà proletaria.
Il diritto alla salute viene usato dal governo per un lockdown a favore di padroni che deve essere solo “lavorare per produrre profitto”.
Così diventano numerose le sanzioni, i licenziamenti punitivi su lavoratrici e lavoratori che si sono rifiutati di lavorare in condizioni di insicurezza, o che hanno osato solo denunciare la mancanza di dpi sul luogo di lavoro; le cariche, il controllo militare, la repressione poliziesca delle lotte operaie e sindacali, sulle manifestazioni e scioperi di lavoratori, disoccupati, migranti, pur se effettuate rispettando le regole sul distanziamento sociale e l’uso delle mascherine; i divieti e le misure “cautelari” imposte a lavoratrici e lavoratori precari, denunciati per aver difeso lavoratrici e lavoratori sfruttati, come successo a Bologna  con accuse gravissime, come tentata estorsione, diffamazione ecc.
La repressione padronale delle lotte proletarie è andata ben oltre i limiti della cosiddetta “legalità”, innescando vere e proprie aggressioni criminali sui posti di lavoro ai danni di lavoratori ribelli e delegati dei sindacati di base e di classe (ultimi esempi, l’episodio del bracciante di Terracina, picchiato e licenziato perché chiedeva una mascherina, oppure quello che ha colpito il  delegato Slai Cobas s.c. a  Taranto, vigliaccamente aggredito perché pretende il rispetto dei diritti dei lavoratori al Cimitero di Taranto).
Intanto la procura di Bologna avvalora l’arresto di 12 compagne e compagni, accusati di associazione sovversiva, costruendo una montatura con la «strategica valenza preventiva, volta ad evitare che in eventuali ulteriori momenti di tensione sociale, scaturiti dalla particolare descritta situazione emergenziale, possano insediarsi altri momenti di più generale “campagna di lotta antistato” oggetto del citato programma criminoso di matrice anarchica, in quanto gli indagati avrebbero partecipato negli ultimi mesi di lockdown a sit-in e proteste in favore delle rivolte nelle carceri per il rischio coronavirus».
A Milano viene imbastita una campagna contro la scritta 'Fontana assassino' rivendicata dai CARC per criminalizzare tutti coloro che giustamente accusano la giunta regionale lombarda di aver contribuito a trasformare la pandemia in strage
Intanto nelle carceri,  dove il conflitto è esploso e si è abbattuta con virulenza la repressione, causando il massacro di almeno 14 persone, torture, pestaggi, riduzione alla fame, umiliazioni, trasferimenti punitivi, è in corso un ulteriore aggravamento delle già tragiche condizioni sanitarie e di sovraffollamento, che hanno favorito il diffondersi dell’epidemia nel silenzio più totale.
Dobbiamo sostenere la legittima lotta dei detenuti per il diritto alla cura e all’affettività, per una vita dignitosa, la richiesta di amnistia/indulto. Essa va sostenuta con la controinformazione e le iniziative dentro e fuori le carceri.
Per questo proponiamo una mobilitazione specifica, unitaria e organizzata contro la repressione sociale e politica, contro il carcere assassino e il carcere tortura  per la solidarietà di classe e militante nei confronti di tutti i prigionieri politici e dei proletari ribelli detenuti nelle carceri dell’imperialismo.

Un appuntamento da costruire insieme per il 19 giugno, giornata  storica di solidarietà internazionale con i prigionieri rivoluzionari

Soccorso rosso proletario
27 maggio 2020

27 maggio - L'ATTACCO AL DIRITTO DI SCIOPERO OLTRE LA PANDEMIA. La posizione e l'azione dello Slai Cobas sc


Che la Commissione Garanzia Sciopero con il divieto dello sciopero delle donne del 9 marzo, a cui è seguita nei primi di maggio la sanzione allo Slai Cobas sc che lo aveva proclamato e non revocato, e con l'estensione di tale divieto, col pretesto del coronavirus, a tutte le attività lavorative, indipendentemente se essenziali o non essenziali - fatto avvenuto per la prima volta nella storia della Repubblica -, volesse anticipare e dare un segnale di via libera all'azione del padronato di repressione, si sta ben vedendo in questo periodo di ripresa generale dell'attività lavorativa con il nuovo/aggiornato attacco agli scioperi, assemblee, diritti sindacali che sta avvenendo in varie fabbriche e posti di lavoro. Tra i tanti, il caso emblematico e grave precedente della BRT di Sedriano (MI) dove l'esercito è entrato in fabbrica per interrompere l’assemblea dei lavoratori in sciopero.
Come avevamo, insieme ad altre realtà, denunciato fin dal primo momento, l'uso dell'esercito per "l'emergenza coronavirus", oltre che grave, illegittimo per controllare-reprimere nelle strade, non sarebbe rimasto limitato al periodo di pieno lockdown, ma avrebbe costituito un passo avanti
definitivo, oltre l'emergenza, dell'azione interna militare dello Stato. E questo si sta puntualmente verificando.
Il diritto di sciopero che arresta la produzione, nella cosiddetta "Fase 2" - che vuol dire per il capitale "fase della ripresa intensificata dell'attività produttiva" per riprendere i profitti, dopo il periodo di emergenza che ha peggiorato la loro crisi - non deve essere tollerato. Lo Stato si toglie i veli della parvenza di universalità e appare esplicitamente come Stato del capitale.
Questo è stato già chiaro nell'illegittimo attacco allo sciopero della CSG, che ha mostrato che l'unico interesse dello Stato: difendere il profitto dei padroni, imporre per questo la "pace sociale" perchè tutto continui come prima e peggio di prima. D'altra parte ricordiamo che lo aveva detto esplicitamente il Presidente della CGS Giuseppe Passarelli, nella sua lettera pubblica del 27 marzo, in cui scriveva: "Il conflitto al tempo del coronavirus ci porta davanti ad uno scontro terribile e inedito..."; le astensioni dal lavoro "produrrebbero un incalcolabile danno alla collettività e aumenterebbero il senso di insicurezza dei cittadini"; "Sin da ora pensare anche al 'dopo' quando superata l'emergenza sanitaria... cambierà il contenuto delle rivendicazioni di imprese e lavoratori... ma cambierà anche la percezione che abbiamo dell'essenzialità di alcuni servizi...".
Chi continua anche nei sindacati di base a sottovalutare l'azione della CGS, o a guardare la sua repressione e non la tendenza generale che tocca tutti, è cieco o opportunista. 
Lo Slai Cobas sc chiamerà in Tribunale la CGS contro il provvedimento sanzionatorio ricevuto, ma questo è un aspetto, l'altro più importante è l'azione unitaria contro la repressione dei lavoratori e l'attacco al diritto di sciopero.   

martedì 26 maggio 2020

26 maggio - Senza lavoro, senza salario e ammortizzatori sociali! A casa non ci staremo più! Da Palermo in lotta

PRECARIE E PRECARI ASSISTENTI IGIENICO PERSONALE PALERMO in lotta il 25 maggio 
all'Assessorato Regionale Famiglia, Politiche Sociali, Lavoro
Slai Cobas per il sindacato di classe


la forte denuncia di una precaria



Contro il mancato rinnovo del nostro contratto di lavoro!
Contro la illegittima e vergognosa disapplicazione da parte della Regione Siciliana Musumeci/Scavone della legge nazionale (DL 18/2020 art. 48) e regionale (art. 5 comma 7 Legge di stabilità 2020 recentemente approvata) per la riconversione del nostro servizio!

Siamo senza lavoro, senza stipendio e senza ammortizzatore sociale!

26 maggio - Info operaia - Fca invia lettere agli operai e approfitta del Covid-19 per lasciare a casa gli operai “scomodi”.


Comunicato Usb di Melfi e SI Cobas di Pomigliano
A causa del virus Covid 19 e delle vendite di auto sempre più basse, la Fca ha bisogno di meno braccia operaie per produrre. Quelle che possono farlo devono produrre al massimo grado, il resto, cioè gli operai con ridotte capacità lavorative e quelli più fragili, per il padrone Fca possono rimanere a casa.
La Fca, tramite il medico aziendale ha deciso di inviare una lettera a tutti gli operai che hanno problemi di salute per tenerli lontani dalla fabbrica, questa lettera non è stata inviata solo agli operai “affetti da patologie croniche o con multimorbosità ovvero con stati di immunodepressione congenita”, ma anche ad operai che hanno ernie al disco, tunnel carpale, protusioni, tendiniti ecc.. Patologie causate dai carichi e ritmi di lavoro che nel corso degli anni sono sempre aumentati e che non c’entrano niente con l’immunodepressione.
Il medico aziendale ha dichiarato in questa lettera che: “Dagli elementi rilevabili dalla documentazione medica della Sua cartella sanitaria e di rischio, per quanto a mia conoscenza, si evince una Sua condizione di potenziale ipersuscettibilità rispetto al virus Covid 19 che, anche in base alle indicazioni e ai requisiti previsti dalle autorità competenti, nell’attuale fase emergenziale allo stato sconsiglia il Suo rientro sul posto di lavoro”.
Il medico aziendale evidentemente, facendo di tutta l’erba un fascio, come conviene al padrone ha ritenuto che anche le patologie come l’ernia al disco, i tunnel carpale, le protusioni, le tendiniti ecc… potrebbero comportare un pericolo nella contrazione di un eventuale contagio da virus Covid 19!!
Con la giustificazione del virus Covi 19 Fca, tramite il medico aziendale, ha disposto che tutti gli operai che non possono produrre al massimo livello, per tornare in fabbrica dovrebbero andare dal proprio medico di base e farsi rilasciare un certificato in cui si dichiari “l’idoneità a svolgere la propria attività presso la sede aziendale”.

lunedì 25 maggio 2020

25 maggio - Rinnoviamo l'invito a partecipare: INCONTRO FORMAZIONE ON LINE



Con il Prof. Di Marco Formazione on line da parte di compagni, compagne, operai, lavoratori, e riguardante l'analisi del sistema del capitale responsabile anche delle crisi pandemiche.


Venerdì 29 maggio ore 17 
 
 appuntamento telematico aperto

a cui chiunque potrà partecipare e intervenire. 

Per collegarsi: 
Link della riunione pubblica


25 maggio - BRT SEDRIANO - ESERCITO E CARABINIERI ENTRANO NELL'ASSEMBLEA DEI LAVORATORI. Forte solidarietà Slai Cobas sc CN


Militari e carabinieri si sono presentati all’assemblea dei lavoratori della Brt di Sedriano. Lo avevano già fatto lunedì 18 maggio. I lavoratori della Brt a Sedriano sono in sciopero contro il mancato rispetto del protocollo di accordo firmato con l’azienda solo pochi giorni prima.

E' un fatto molto grave, sia perchè l'azienda li ha chiamati per intimidire i lavoratori durante lo svolgimento di un sacrosanto diritto sindacale, sia perchè l'esercito sperimentato durante il lockdown ora, come avevamo già denunciato, resta per rafforzare controlli e repressione contro i lavoratori e le loro lotte, mettendosi al servizio del padrone.

domenica 24 maggio 2020

24 maggio - Senza lavoro, salario e ammortizzatori sociali! A casa non ci staremo più! Protesta precari Assistenti igienico personale

Sit in di protesta Lunedi 25 maggio ore 10 all'Assessorato Famiglia politiche sociali lavoro!


Contro il mancato rinnovo del nostro contratto di lavoro!
Contro la illegittima e vergognosa disapplicazione da parte della Regione Siciliana Musumeci/Scavone della legge nazionale (DL 18/2020 art.48) e regionale (art.5 comma 7 Legge di stabilità 2020 recentemente approvata) per la riconversione del nostro servizio!
Siamo senza lavoro, senza stipendio e senza ammortizzatore  sociale!
I palazzi del potere scaricano su di noi e tanti altri lavoratori l'emergenza Covid-19!
A casa nn ci stiamo più! Non vogliamo morire di Covid ma neanche di nn lavoro e di nn salario!

Assistenti igienico personale degli studenti disabili Slai Cobas sc

ps ... e settembre non è così poi lontano, non ci cancellerete dal mondo del lavoro

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Il 16 maggio 2020 a Palermo ci è scaduto il contratto di lavoro stipulato con le Cooperative Sociali, a seguito procedura di accreditamento della Città Metropolitana, delegata per l’erogazione di un servizio che la legge definisce “essenziale e obbligatorio” dalla Regione Siciliana – Assessorato famiglia, politiche sociali, lavoro. Ma la stessa situazione investe in tutta la Sicilia tantissimi Assistenti perchè la Regione Siciliana di Musumeci/Assessore Scavone hanno deciso che possiamo espletare il nostro servizio verso gli studenti disabili solo “in presenza” nelle scuole...  dal 5 marzo  pertanto non lavoriamo e oggi siamo completamente fuori.
Tutto questo è illegittimo! Il DL 18/2020 del governo nazionale contempla all’art.48 la riconversione per i servizi come il nostro da parte delle pubbliche amministrazioni  e proprio il nostro servizio può e deve essere legittimamente riconvertito in questa fase con l'organizzazione di  progetti estivi, esperienza che noi che abbiamo già fatto anni addietro con ottima riuscita per gli studenti in primis e con soddisfazione delle famiglie in apposite strutture pubbliche e dal mese di  settembre, che non è poi così tanto lontano, si deve già preventivare ora come organizzare il servizio per gli studenti il cui diritto allo studio con la DAD, come anche denunciato da diversi genitori, è stato leso per vari aspetti. 
Ma la Regione Siciliana, a differenza di altre regioni come il Lazio, l’Umbria, l’Abruzzo per esempio e molteplici Comuni, non ha voluto dare applicazione all’art.48 ma ciò che è assurdo e inaccettabile è che non ha dato applicazione alla stessa sua legge approvata molto di recente, l’art 5 comma 7 della Legge di stabilità 2020 in cui è contemplata anche la nostra specifica categoria.
Siamo oggi senza contratto, non abbiamo più diritto a nessun sostegno economico, le Istituzioni ci fanno pagare l’ emergenza covid-19 come se fosse colpa nostra, non abbiamo ricevuto ad oggi nemmeno un euro ne' di stipendio ne' di FIS che non si sa quando riceveremo, visti i vergognosi ritardi sui pagamenti degli ammortizzatori sociali per migliaia di lavoratori in Sicilia che ancora aspettano versando in situazioni gravissime di sopravvivenza, ma  che dal 17 maggio non ci spetterà più a causa della mancata proroga del contratto. E oltre il danno la beffa! Visto che non abbiamo lavorato per tanto tempo infatti abbiamo maturato pochissimi giorni per la NASPI, quindi ci ritroviamo senza alcun reddito per vivere!!!
Essere esclusi anche dalla possibilità di chiedere la prosecuzione dell’erogazione dell’ammortizzatore sociale a causa della mancata proroga del contratto fino al termine delle lezioni è il segnale chiaro e netto di come dai palazzi del potere  a parole si dice di volere sopperire alle difficoltà dei lavoratori precari e più a rischio occupazionale ma nei fatti si lasciano in strada togliendo loro l’unica fonte di reddito.

Non potete pensare che ci staremo ancora a casa a disperarci mentre se non moriamo di Coronavirus moriremo di non lavoro e di non reddito, non abbiamo niente da perdere!!
La riconversione del nostro servizio è un nostro diritto fino a quando ci sarà l'emergenza Covid!
Il Coronavirus non è e non deve essere il “nuovo” pretesto per cancellarci dal mondo del lavoro, non ve lo permetteremo! 
Assistenti igienico-personale Palermo 

24 maggio - Solidarietà a Francesco da L'Aquila


Il comunicato dalla stampa sulla vicenda in corso sulla bonifica del cimitero
 
Nella bonifica del cimitero San Brunone, i lavoratori dello Slai Cobas della DR Multiservice ripropongono “l’urgenza di conoscere dall’azienda il monte ore di lavoro previsto per i lavoratori DR già operanti, il numero dei lavoratori impegnati, le condizioni di sicurezza necessarie per lo svolgimento di questa attività, ribadendo, come è stato già espresso in altre occasioni da questo sindacato, che questo è un lavoro aggiuntivo, fatto con risorse aggiuntive utilizzabili in forme trasparenti e tracciabili, e che quindi deve avvenire fuori dal normale orario di lavoro. con accordo con i rappresentanti sindacali dei lavoratori cimiteriali”.

sabato 23 maggio 2020

23 maggio - INCONTRO FORMAZIONE ON LINE


con il Prof. Di Marco  Formazione on line da parte di compagni, compagne, operai, lavoratori, e riguardanti l'analisi del sistema del capitale responsabile anche delle crisi pandemiche.



Il 29 maggio ore 17 appuntamento telematico aperto
a cui chiunque potrà partecipare e intervenire. 

Per collegarsi: 
Link della riunione pubblica
info 347-5301704

23 maggio - ARCELORMITTAL DAI PRESIDI DI TARANTO - SLAI COBAS SC: UNIRE CONTINUITA' DI LOTTA A OBIETTIVI


I presidi di ieri, sotto la Direzione organizzato dal Usb con la dichiarazione di sciopero, e sotto la Prefettura indetto da Fiom, Fim, Uilm, hanno visto una partecipazione di lavoratori ben oltre le previsioni, sui 1500 complessivi, in particolare quello sotto la prefettura che senza la dichiarazione di sciopero da parte dei sindacati confederali poteva essere solo dei delegati.
La presenza più numerosa e che si è fatta sentire è stata quella degli operai dell'appalto e dei cassintegrati Ilva AS e Mittal, ma non pochi erano anche gli operai di AM che sono al lavoro.
E' stata una partecipazione sentita, data la situazione insostenibile da tutti i punti di vista che sta portando avanti AM - rischio permanente di messa in cassaintegrazione che è una miseria al 58% - licenziamenti arbitrari, sfruttamento con impianti in cui lavorare diventa sempre più pericoloso, 
fino alla recente richiesta di altri 1000 in cig, gran parte proprio della manutenzione, mentre senza preavviso disattiva da un giorno all'altro i badge, operai appalto sempre a rischio stipendio, ecc. In questa situazione ieri il sentimento comune, gli interventi più applauditi, era che Mittal se ne deve andare! E i vari interventi di sindacalisti, delegati dicevano che non vogliamo più trattare con Mittal, il governo Conte deve trovare un'altra soluzione. Altra questione è stata quella di fare una lotta vera, non bastano i presidi, alcuni operai dicevano che bisognava bloccare il magazzino, l'uscita delle merci, il problema è nostro - dicevano alcuni operai - e dobbiamo noi assumerci la responsabilità di bloccare la produzione.
In questo vi è la coscienza che sono gli operai che si devono muovere. Questo, diciamo noi, è importante e una novità in questi mesi abbastanza grigi, anche per dare un segnale verso la città. Gli operai devono prendere il loro posto centrale in questa nuova fase della battaglia contro padroni, governo, Stato - cosa che per troppo tempo non lo è stata a Taranto.
Ma occorre vedere i prossimi giorni. La partenza della mobilitazione a Taranto è stata ritardata, anche se tanti fatti già si vedevano ed erano chiari, e gli operai fino a pochi giorni fa denunciavano che i sindacati, tutti, in fabbrica erano spariti, al massimo si lamentavano sulla stampa e chiedevano incontri. Come abbiamo detto ieri parlando con vari operai, la lotta deve continuare - e su questo gli operai sono d'accordo - deve articolarsi, incidere sia per essere un "serio problema" per padrone, governo, Stato, sia per essere credibile per mobilitare tutti i lavoratori. MA NON BASTA. La lotta deve avere chiari gli obiettivi, altrimenti saremo al già visto: gli operai lottano e i sindacati vanno a trattare accordi al ribasso o di svendita, come è stato in tutta la vicenda Ilva/ArcelorMitta/Governi; i sindacati hanno la lingua biforcuta: alte grida, denunce, impegni (anche ieri) a non accettare soluzioni che non difendano i posti di lavoro e poi firme ai Tavoli che fanno passare il contrario.
Tutti i sindacati rivendicano ancora l'accordo del dicembre 2018, dicendo che Mittal l'avrebbe violato, quando in realtà esso è stato la "madre" di tutta la linea e degli accordi successivi via via peggiori, quando quell'accordo ha dato il là al ricatto permanente di Mittal e alle sempre maggiori concessioni da parte del governo su cassintegrazione, rinvio bonifiche e lavori per l'Aia, uso di impianti sequestrati, dimezzamento dei soldi che Mittal deve dare e immissione di fondi pubblici, ecc., fino alla autorizzazione alla produzione e commercializzazione in pieno coronavirus, con 5mila operai complessivi

23 maggio - SOLIDARIETÀ A FRANCESCO DA USI


Leggiamo il messaggio e il fatto è grave.
Comunicate a Francesco Masella la nostra vicinanza (politica e morale) e solidarietà da Usi Unione Sindacale Italiana, per l'aggressione subita come rappresaglia per aver segnalato e fatto intervento sulle corrette condizioni di lavoro e di piena tutela della sicurezza.
Di fronte a fatti come questi, non vogliamo e non possiamo...prendere le distanze...nemmeno quelle di distanziamento sanitario di 1 metro, che pure rispettiamo sul lavoro e nella vita sociale quotidiana, a proposito di sicurezza e tutela della salute.
Chiediamo ai compagni e compagne dello Slai Cobas per il sindacato di classe, di comunicare a Francesco anche la nostra solidarietà e se siamo autorizzati a pubblicizzare anche noi il comunicato che è inserito sotto, nelle mailing lists e contatti che abbiamo, anche come efficacia deterrente e di informazione su questo grave episodio, che non deve diventare la condotta abituale contro operai e lavoratori e lavoratrici, sindacalizzati e non, quando intervengono per lavorare meglio, in sicurezza e in condizioni dignitose.
Un saluto - trasmette per Usi fondata nel 1912 Roberto Martelli 

comunicato stampa

Taranto - grave aggressione  ai danni del rappresentante dello slai cobas al Cimitero di Taranto

Taranto - Il rappresentante RSA dello Slai Cobas sc, Francesco Masella, è stato vigliaccamente aggredito sul posto di lavoro nella mattinata del 16 maggio 2020 al Cimitero S. Brunone e ha dovuto ricorrere con la faccia piena di sangue alle cure dell'ospedale  SS. Annunziata - vedi foto.
 
 Martedì ha subito una operazione al naso e gli stata per ora data una prognosi di 35 giorni.

23 MAGGIO - GENOVA, VENERDI' 22 MAGGIO: SOLDARIETA' ALLE LAVORATRICI DELLA ZENITH


Dopo praticamente tre mesi in cui siamo stati costretti – per mancanza di inziative, aseemblee, presidi, e quant’altro, dovuta alle norme per il contrasto della pandemia – a sospendere le nostre attività “sul campo”, torniamo alla normalità.
Per la carità, si tratta di una ben strana normalità: mascherine, distanza di sicurezza, divieto di assembramento, non consentono al momento di rimettere in movimento la consueta attività del periodo precedente alla “clausura”.
Qualcosa però comincia a muoversi, con l’avvio della fase due: così, venerdì ventidue maggio partecipiamo ad un presidio a Genova, sotto l’albergo Bristol di via XX Settembre, organizzato dal S.I.Cobas.

Si tratta di portare la propria solidarietà alle lavoratrici della ditta Zenith, addette alla pulizia delle camere della lussuosa struttura ricettiva, che da tre mesi non ricevono il dovuto fondo di integrazione salariale.
I solidali, tra cui non mancano i militanti locali dello Slai cobas per il sindacato di classe, sono qualche decina, “armati” di bandiere e cartelli con su vergato: «Sosteniamo le lavoratrici del Bristol Hotel».
Come scrivono nel volantino che viene distribuito ai passanti, e ribadiscono nei comizi volanti effettuati al microfono, «la situazione è drammatica e insostenibile, e con le buste paga a zero euro è un’impresa la sopravvivenza».

23 maggio - ALTRI MESSAGGI SOLIDALI CON FRANCESCO, RSA SLAI COBAS SC AL CIMITERO S. BRUNONE DI TARANTO, AGGREDITO. DA PALERMO


Rosario Vizzini
Infami!
Grande Nud
REPRESSIONE CONTINUA
Maria Sole Vigliacchi schifosi

Vile aggressione nei confronti di chi difende i diritti dei lavoratori!

Antonio Docente precario Palermo 


Solidarietà a Francesco... forza 


Teresa precaria Palermo 


Grande solidarietà a francesco, ai lavoratori del cimitero di Taranto
e ai delegati dello Slai Cobas sc che lottano con tanta forza
Licia lavoratrici scuola Slai Cobas sc oggi in pensione Palermo









22 maggio - Raffineria Eni di Milazzo licenzia 600 operai che decidono lo sciopero ad oltranza

Non si presentano all'incontro né i padroni né la Confindustria...


Tensione alle stelle alla Raffineria di Milazzo. E’ sciopero ad oltranza
 21 Maggio 2020

Sarà sciopero ad oltranza alla Raffineria di Milazzo fino a quando l’azienda non riattiverà i badge e farà rientrare tutto il personale dell’indotto che rimane da settimane a casa, in cassa integrazione. Gli animi si sono surriscaldati dopo che i vertici locali Ram hanno comunicato di non prendere parte ad una riunione con le parti sindacali prevista oggi, alla luce di un precedente incontro caldo organizzato dai sindaci di Milazzo e San Filippo del Mela a Palazzo D’Amico. Davanti ai cancelli dell’azienda di via Mangiavacca dalle 6,30 di stamattina centinaia di operai nonostante la pioggia battente. Presidiati anche il varco 27 e il varco 8. A convocare lo stato di agitazione tutti i sindacati confederali, di
categoria e il coordinamento dell’indotto. I serbatoi a causa della crisi del petrolio durante la fase calda della pandemia rimangono pieni e l’attività va a rilento.
Si sono astenuti dal lavoro non solo gli operai dell’indotto ma anche i diretti. «Saranno garantite solo le emergenze», avvertono i sindacati.

venerdì 22 maggio 2020

22 maggio - ARCELORMITTAL - A NOVI, A GENOVA, A TARANTO LA LOTTA E LA MOBILITAZIONE CRESCE


All’ex Ilva di Novi prosegue lo sciopero e i lavoratori presidiano i cancelli - Turni di blocco giorno e notte, per evitare che camion con la merce escano dallo stabilimento

NOVI LIGURE. Prosegue lo sciopero ad oltranza dei lavoratori dell’ex Ilva di Novi, affiancati ora anche dai colleghi di Genova. Stamattina alle 10 i segretari provinciali di Fim, Fiom e Uilm, rispettivamente Salvatore Pafundi, Anna Poggio e Alberto Pastorello, con le Rsu di fabbrica, hanno ribadito ai lavoratori raggruppati davanti ai cancelli. la volontà di continuare il blocco giorno e notte, per evitare che la materia prima possa lasciare lo stabilimento.
Quindi, oltre ai cancelli dei Tir che solitamente eseguono il carico e scarico della merce, saranno anche controllati eventuali convogli in partenza. L’applicazione di una linea di protesta più dura, in attesa dell’incontro tra le parti che avverrà nella sede del Mise lunedì prossimo alla presenza del ministro Patuanelli, è dovuta alla chiusura delle trattative da parte della proprietà ArcelorMittal, su tutti i fronti, dopo l’incontro in Prefettura e in quello successivo avvenuti ieri.

Ex Ilva, merce bloccata a Genova, l'azienda minaccia la cassa integrazione per tutti

Lavoratori in sciopero a scacchiera, un'ora per reparto
Varco bloccato dalle sette di stamattina. Nella fabbrica Arcelormittal di Genova i mezzi pesanti non entrano e non escono. La merce è ferma, i lavoratori sono tutti in sciopero, a singhiozzo, un'ora per ogni reparto, per protestare contro la decisione dell'azienda di rinnovare e ampliare il ricorso alla cassa integrazione covid, nonostante il lavoro ci sia. La situazione davanti al cancello in zona aeroporto, al momento, è molto tranquilla, anche perchè camion, stamattina, non se ne sono visti. "Ieri in videoconferenza l'azienda ci ha invitato a sospendere lo sciopero, in caso contrario hanno minacciato di mettere tutti i mille lavoratori- annuncia il coordinatore della rsu, Armando Palombo, in quota fiom- per noi lo sciopero è confermato, nelle modalità consentite dalla legge e nella salvaguardia degli impianti, che in questi anni sono stati tenuti in piedi con lo scotch e il cartone solo grazie ai nostri sforzi. Per noi, sfida è accettata per salvare questa fabbrica. Se l'azienda forza, noi sappiamo cosa fare. A buon intenditor, poche parole".
All'ARCELORMITTAL DI TARANTO grossi presidi alla Direzione AM e alla Prefettura
 


22 maggio - Aggressione a Taranto: messaggi solidarietà a Francesco e allo Slai Cobas sc


Antonella lavoratrice Poste, Si Cobas Milano
La mia più grande solidarietà al compagno Francesco, quel che è accaduto è inaccettabile e ci rende sempre più chiaro il clima aggressivo in cui siamo immersi e che può solo determinare una risposta di lotta.

Solidarietà a Francesco delegato Slai Cobas sc Taranto, vittima del sistema marcio e 
criminale dei padroni, aggredito per avere difeso i diritti dei lavoratori.
Grazia precaria Palermo Slai

Solidali al delegato francesco, alcune vertenze sono davvero delicate
mai mollare... Tony in lotta a Palermo Slai Cobas sc

Lo so sono solo parole, il mio messaggio è rivolto a Francesco 
non ti arrendere mai, non ti scoraggiare sappiamo che sei uno forte, 
ringrazio che almeno oggi ci sono persone come te, non sei solo tutto 
il cobas è con te
Agostino da Palermo

Molta solidarietà a Francesco augurandogli una
pronta guarigione, coraggio forza andare avanti
Enza precaria Palermo

Forza Francesco non mollare tieni duro prima o poi 
verrà un giudizio proletario e non la vinceranno loro 
un abbraccio Antonella assistente dei ragazzi disabili 
di Palermo Slai 

Solidale con il delegato Francesco di Taranti vittima di un'aggressione vile...
un atto intimidatorio gravissimo da parte di gente indegna e criminale anche della 
malavita che non può e non deve spegnere lo spirito di lottare per il proprio 
lavoro e diritti...
Che Francesco e i lavoratori dello Slai sappiano che non sono soli! Forza! 
Giorgia delegata Slai Cobas sc palermo 

Solidarietà militante!
Renato Franzitta Palermo



22 maggio - Sciopero ad oltranza alla Jabil di Marcianise, 190 operai licenziati illegalmente dalla multinazionale


La Jabil di Marcianise licenzia 190 dipendenti in piena pandemia: sciopero ad oltranza

 Licenziamento collettivo, in piena pandemia, per 190 dipendenti della Jabil di Marcianise a partire da lunedì 25 maggio: lo ha comunicato l’azienda statunitense. I sindacati furiosi: “Decisione intollerabile, illegale e irresponsabile”, e proclamano lo sciopero ad oltranza. L’azienda si difende: “Fatto il possibile, abbiamo ricevuto risposte deludenti alle ricollocazioni”.
in foto: Una precedente manifestazione degli operai della Jabil di Marcianise.
Licenziamento collettivo, in piena pandemia, per 190 dipendenti della Jabil di Marcianise, la multinazionale statunitense che si occupa di elettronica. Una doccia gelata e inattesa, che i sindacati denunciano con rabbia: i lavoratori hanno annunciato sciopero ad oltranza. Una storia, quella della Jabil di Marcianise, che va avanti da tempo immemore: sono 350 i lavoratori considerati in esubero,
di cui 160 hanno trovato ricollocazione o goduto di uscite incentivate.