domenica 7 giugno 2020


IL 6 GIUGNO BERGAMO GIORNATA DI MOBILITAZIONE NAZIONALE DEL PATTO D’AZIONE PER UN FRONTE UNITO ANTICAPITALISTA
I PROLETARI IN PIAZZA TRA DENUNCE SULLE CONDIZIONI DI VITA E DI LAVORO,
E VOLONTÀ DI RISCOSSA.































Con la volontà di far pagare la crisi ai padroni, una crisi aggravata dai ritardi nel pagamento delle indennità di cassa integrazione, dalla carenza degli interventi governativi, alcune decine di lavoratori si sono ripresi la piazza di Bergamo con la manifestazione del 6 giugno, presenti lo Slai Cobas per il
sindacato di classe, Proletari Comunisti e alcuni studenti dei Giovani Comunisti.

Nei cartelli e negli interventi al megafono la solidarietà e lo schieramento a fianco della rivolta delle masse afroamericane a Minneapolis e in tutti gli Usa; la denuncia per il ruolo criminale di padroni e Regione Lombardia nella trasformazione della pandemia in strage; l’attacco ai posti di lavoro anche con l’uso strumentale della Cig in molti casi già pianificata come anticipo ai licenziamenti ora bloccati dal DPCM Covid; i tagli dei posti di lavoro nella logistica ma anche nelle fabbriche a forte presenza di cooperative, senza troppe formalità sfruttando cambi appalto e la totale assenza di regole in questo sistema che altro non è che la forma moderna del caporalato; le vertenze degli operai degli appalti di Maschio NS e SAB/Tricolore in lotta per difendere il posto di lavoro; la ripresa nelle grandi fabbriche del lavoro, sul filo di accordi sindacali confederali che tutelano la certezza della produzione ma non la sicurezza gli operai; le richieste dei lavoratori della sanità per un forte incremento degli organici regolarizzando per cominciare tutti i precari gettati allo sbaraglio nella pandemia, a base di una vera riforma della sanità che deve essere un servizio popolare efficiente e gratuito per tutti; la pesante situazione di molte famiglie semplicemente alla fame, schiacciate da bollette affitti mutui e in generale dal caro prezzi.
Un quadro difficile, che si va allargando velocemente, i dati Istat rendono noti 247000 posti di lavoro in meno ad aprile, 6000 di questi secondo un recente studio sono a Bergamo, con le donne i precari e gli immigrati tra i più colpiti.
Una situazione posta nella prospettiva della mobilitazione, organizzata di classe e di massa, contro il sistema dei padroni che è solo fame sfruttamento e distruzione.
Anche dando gambe ed energie nuove al Patto d’Azione per un Fronte Unito Anticapitalista.











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