26 settembre – LA GIORNATA NAZIONALE DEL 24 OTTOBRE DELLE LAVORATRICI E LAVORATORI COMBATTIVI, NEL PERCORSO DEL PATTO D’AZIONE, HA PORTATO A BRESCIA ALMENO 150 LAVORATORI SOTTO LA SEDE DI CONFINDUSTRIA, CONTRO I PADRONI, PER FAR PAGARE LA CRISI AI PADRONI
Tra i 150 al presidio in maggioranza i lavoratori della logistica del SiCobas organizzati in piazza anche per mantenere il distanziamento. Presente una delegazione dei lavoratori Slai Cobas sc del magazzino di Chiari, in lotta per rivendicare il posto di lavoro nel magazzino anche se cambia il padrone delle merci da Auchan a Esselunga, della confederazione Cobas, della sinistra Cgil, del comitato Futuro Iveco, della Sinistra Anticapitalista e del PCI.
Dai fronti di lotta nelle diverse aziende, gli interventi hanno denunciato come gli
effetti della pandemia siano ricaduti pesantemente sui lavoratori e le masse popolari, mentre la giunta regionale e confindustria che hanno trasformato la pandemia in strage sono ancora al loro posto pronti a rifare tutto uguale, che è necessario portare la contestazione nelle loro sedi per fermarli e cacciarliChe la crisi non la devono più pagare i proletari ma dobbiamo farla pagare ai padroni, politicamente e materialmente, con gli aumenti salariali al centro il rinnovo del CCNL dei metalmeccanici, fermando i licenziamenti, con la riduzione di orario a parita’ di salario, con la patrimoniale sulle grandi ricchezze e capitali. Che la prospettiva deve essere la lotta di classe contro tutti i padroni, farla finita con ili sistema dei padroni.
Che va estesa l’organizzazione dei lavoratori nei posti di lavoro per gestire la sicurezza dal contagio, ricorrendo a tutte le forme di lotta necessarie come gli scioperi di marzo, perché senza sicurezza non si lavora, basta morti per il profitto.
Negli interventi forti le critiche a Cgil Cisl Uil, e molti appelli a rafforzare il percorso nato con l’assemblea del 19 di ottobre a Brescia per un Fronte Unico dei lavoratori. Dal presidio lanciato un nuovo appuntamento in piazza per il 5 di novembre allo sciopero dei metalmeccanici a Brescia.
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