Dal comunicato di Fim, Fiom, Uilm su ArcelorMittal:
“In tutti gli stabilimenti continua il ricorso alla cassa integrazione senza soluzione di continuità, il livello di investimenti anche nella manutenzione ordinaria degli impianti si è sostanzialmente azzerato, la sicurezza sul lavoro si è ridotta... Per questo riteniamo vadano rilanciate iniziative di mobilitazione, informazione, sensibilizzazione negli stabilimenti e nei territori di riferimento, a partire dalla caratterizzazione della vertenza ArcelorMittal nello sciopero del 5 novembre“.
Gli operai dell'ArcelorMittal, dell'appalto, dell'Ilva AS devono prendere questo sciopero del 5/11 e le iniziative nelle loro mani.
A Taranto, chiaramente, questo sciopero è legato anche alla permanenza della situazione grave in ArcelorMittal - che non può più essere affrontata con le parole "rassicuranti" di Direzione aziendale e governo (che continuano a parlarsi in segreto), mentre AM continua nel suo strapotere in fabbrica, sospendendo dal lavoro un lavoratore e un delegato Fiom; nè si può affrontare con le sole lamentele verbali dei sindacati confederali, che da settembre annunciano, ma non fanno, assemblee in fabbrica e a cui basta una convocazione di incontro, inconcludente, a Roma per sospendere blocchi alle portinerie e scioperi, come è successo settimane fa.
Insieme a forti aumenti salariali nel nuovo contratto nazionale dei metalmeccanici, il 5 novembre portiamo nella lotta la piattaforma operaia, proposta dallo Slai Cobas per il sindacato di classe e firmata finora da centianaia di operai:
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