E' proseguita alle portinerie delle Ditte dell'appalto ArcelorMittal
la raccolta delle firme per la piattaforma operaia.
Questa
iniziativa, che ha visto anche questa mattina una buona
partecipazione degli operai, è importante e fondamentale per unire i
lavoratori, le organizzazioni sindacali su una serie di
rivendicazioni urgenti e necessarie.
Prima di tutto la
cassintegrazione al 100% del salario. Perchè sta diventando
intollerabile che tanti lavoratori vadano avanti al massimo con
800/900 euro al mese; è intollerabile che il governo preveda misure,
ristorni, bonus a carattere immediato per categorie colpite dalle
chiusure o per questioni secondarie e non c'è invece una misura
urgente e necessaria per difendere i salari dei lavoratori, anzi sono
tanti i lavoratori che ancora stanno aspettando il pagamento della
cassintegrazione.
ArcelorMIttal si affretta a cambiare tutte le
cassintegrazioni in Cig-covid che comportano un taglio della stesse,
e il governo nulla fa per tutelare i lavoratori.
Così è
importante porre qui ed ora la rivendicazione dell'orario di lavoro a
parità di paga per quelle fabbriche toccate da processi di chiusura,
esuberi o cassa covid permanente,
Infine, all'appalto c'è la
rivendicazione del contratto unico, che per noi deve essere quello
metalmeccanico, con la clausola sociale.
Gli operai delle Ditte
dell'appalto, indipendentemente dalla sigla sindacale, stanno
sostenendo sempre più numerosi queste rivendicazioni, così come
hanno fatto alle portinerie dell'ArcelorMittal, dove vi è anche la
rivendicazione dei prepensionamenti in risposta alla richiesta di
migliaia di esuberi che viene da AM e sostanzialmente appoggiata dal
governo.
Affermare la piattaforma operaia nelle assemblee, nell'insieme del
sindacato è oggi un passo fondamentale per misurarsi davvero con i
padroni e per organizzare la lotta generale dei lavoratori.
Ma
questa mattina è avvenuto anche un altro fatto importante. Abbiamo
portato l'informazione sulla lotta che si è sviluppata a Genova
negli ultimi tre giorni, dove a fronte dei licenziamenti gli operai
hanno realizzato prima una grande assemblea esterna, poi un corteo
con tensione vincente nei confronti della polizia e infine hanno
portato a casa il risultato della revoca dei licenziamenti.
A Taranto, invece, siamo alle solite. Anche qui ci sono stati
licenziamenti e gravi provvedimenti disciplinari contro i lavoratori
e delegati, ma non si è organizzata nessuna risposta dei lavoratori
- e questo toccava ai sindacati farlo.
Così è stato
denunciato questa mattina il fatto che il consiglio di fabbrica,
allargato ai delegati delle Ditte appaltatrici, ieri si è riunito
parlando di “fermo degli impianti” e poi invece si è concluso
con il solito comunicato che annuncia assemblee - a proposito che
fine hanno fatto le assemblee che erano state annunciate nel
precedente Consiglio di fabbrica un mese fa? Così cosa ci si può
aspettare dall'ennesimo incontro telematico convocato per
domani?
Infine, la questione del CCNL dei metalmeccanici. Dopo
lo sciopero del 5 novembre, che per altro a Taranto non ha avuto
alcun peso, che si intende fare per riaprire le trattative e portare
a casa un risultato, almeno quello salariale?
In questo
senso la raccolta firme, le iniziative che stiamo facendo stanno
mettendo sul piatto un'altra strada e un altro modo di affrontare
questa situazione. e per questo va continuata, sostenuta, portata
dentro le assemblee, se effettivamente ci saranno, e tradotta in
iniziative di lotta nei prossimi giorni che cambino la situazione a
favore dei lavoratori.
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