Da interventi e note durante l'assemblea dei lavoratori combattivi
del 29 novembre
Siamo d'accordo sullo sciopero generale,
anche sulla data. Non siamo contrari ad una manifestazione a Roma, ma
in questo caso è bene far di tutto per ottenere un incontro col
governo e/o Ministri, in particolare su alcuni punti della
piattaforma su cui dirette sono le responsabilità anche del governo:
integrazione della cassintegrazione per coprire il 100% del salario
perso, protocollo anti-covid, riduzione dell'orario di lavoro,
CCNL/salario, ecc. Il 29 gennaio è un buon giorno che tiene conto
dello scontro in atto, delle necessità e delle necessità anche
nostre per mettere in campo un impegno collettivo in tutte le realtà,
per dare effettivamente una base cosciente e combattiva a questa
giornata di lotta; una giornata che faccia vedere un salto in avanti
nello scontro con i padroni e ci permetta di unire sul campo le
lotte.
Su questo, però, non servono e non aiutano i toni enfatici di chi nell'assemblea delle lavoratrici e lavoratori combattivi del 29 novembre ha parlato di uno sciopero generale per “bloccare tutto”, mentre siamo d'accordo con chi usa toni più sobri e realistici: lo sciopero generale serve per iniziare a porre un riferimento visibile, alternativo di classe, un riferimento basato sulle lotte in corso, sulla piattaforma, anche su un metodo serio, di fare sì lo sciopero generale ma senza spirito da “ultima spiaggia”: lo sciopero generale del 29 non risolve certo i problemi generali dello sfruttamento capitalista. Essere sobri e realisti non sminuisce questo sciopero.
Noi dobbiamo fare la nostra parte con determinazione, senza demagogia, sapendo che siamo la scintilla che deve incendiare la prateria. Giustamente è stato fatto riferimento agli scioperi come una “scuola di guerra”. Se vogliamo considerare effettivamente questo concetto che da Engels a Lenin è arrivato fino a noi, dobbiamo valutarli anche nel senso dell'influenza che hanno sul movimento operaio e la grande azione che hanno tra la massa dei lavoratori e gli operai che vi partecipano.
Dobbiamo, quindi, iniziare a farlo, a partire dalle realtà che concretamente organizziamo. Facciamo vivere la piattaforma nelle lotte concrete che sono già in corso e che daranno forza al 29, lavoriamo con metodo per rendere l'idea di questa trasformazione che c'è tra i lavoratori. Arrivare a mettere in campo le nostre realtà in uno sforzo comune è un risultato importante e che deve vedersi. In questo senso possiamo dare un segnale diverso ai lavoratori che oggi non sono organizzati con noi. Questa lotta potrà ridare anche fiato ad alcune lotte su singoli posti di lavoro che per numero o per condizioni particolari non riescono ad avere una “vita propria”; conosciamo lotte che si trascinano da tanto tempo o lotte piccole per numeri, decise per contenuti, per proteste ma che non riescono a tenere il ritmo di una battaglia serrata. Questa giornata riuscirà a dare prospettiva anche a questi lavoratori, e saremo veramente in grado di unire e allargare le nostre fila. Nello stesso tempo la situazione della classe operaia, il problema delle fabbriche deve essere presente nella costruzione dello sciopero generale,perchè senza le fabbriche non ci può essere un vero sciopero che blocchi tutto.
Va bene ed è normale che tutti esprimano la propria opinione, ma nell'assemblea del 29 vi sono stati vari interventi dei componenti della cosiddetta”opposizione” dentro la Cgil/Fiom, come di rappresentanti del Sgb, che di fatto frenano sulla decisione dello sciopero generale. E' evidente che nel percorso dobbiamo realizzare una unità più ampia di quella che attualmente rappresentiamo, ma questo non è il momento dei compromessi, ma della determinazione sui posti di lavoro dove siamo presenti e verso le fabbriche, dove lo sciopero deve fare strada. L'unità non è indiscriminata, deve essere riempita di contenuti questa unità, altrimenti quando cerchiamo di costruire le iniziative questi schieramenti si contrappongono in una maniera impropria.
Abbiamo l'esigenza di andare allo scontro con i padroni e il governo e non possiamo sicuramente rallentare il passo perchè qualcuno è più attento agli equilibri all'interno delle rispettive organizzazioni. Nelle due giornate nazionali di mobilitazione e lotta di dicembre decise dal PdA l'assunzione della battaglia per lo sciopero generale farà un passo in avanti come appello e come accumulazione di forze; così come, sin dai prossimi giorni dobbiamo fare assemblee sui posti di lavoro e sul territorio per far assumere ai lavoratori questo obiettivo e questa scadenza, dobbiamo sfruttare ogni iniziativa delle prossime settimane per condividerla, affermarla e nello stesso tempo dobbiamo impattarla con i prossimi passi del governo.
Slai Cobas per il sindacato di classe
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